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Autore: AlexisLestrange    13/10/2011    3 recensioni
Torneo Tremaghi, ultima prova.
Cho Chang, dagli spalti, trattiene il fiato per il suo campione...
//Storia scritta per un contest su un altro sito, dove si è classificata prima :)
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Cedric/Cho
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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La marcia suonava trionfale, la gente gridava dagli spalti, ognuno incitando il proprio campione, in una caotica allegria.
Cho era seduta tra le prime file, sorridente, lo sguardo fisso su Cedric che, fermo all'entrata di quello spaventoso labirinto, riceveva le ultime istruzioni.
Per la ultima prova. L'ultima prova del Torneo Tremaghi.
Quel giorno sarebbe stato scelto il campione. Chi sarebbe stato? Cho, in cuor suo, credeva fermamente in Cedric.
E chi altri? Bastava guardarlo, con quello sguardo dritto e fiero, determinato, per capire che ce l'avrebbe fatta!
Arrossì appena. Si sentiva incredibilmente fortunata. Cedric Diggory, il campione della scuola, il ragazzo che tutti ammiravano, aveva scelto lei, e lei sola!
Non c'erano parole per descrivere quanto fosse felice, quanto lui la facesse sentire speciale, con le sue piccole attenzioni e la sua cura.
E mentre la folla continuava a rumoreggiare e i campioni si preparavano ad entrare, Cho lasciò che i suoi pensieri vagassero liberi...

...Erano i primi di Dicembre, e lei e le sue compagne stavano tornando al castello dopo una lezione di Erbologia particolarmente intensa. Ricordava ogni dettaglio con precisione: il vento freddo che le sferzava il viso, il chiacchiericcio di sottofondo, e l'animata discussione che stava avendo con Marietta sul ballo imminente.
Nessuna delle due aveva ancora un cavaliere e l'amica si domandava se non fosse il caso di accettare l'invito di un Corvonero del terzo anno che glielo aveva evidentemente chiesto solo per avere il permesso di partecipare alle serata, perché “presentarsi senza un cavaliere sarebbe davvero imbarazzante”, come sottolineò bruscamente Marietta.
In quello stesso momento, Cedric le era venuto proprio incontro, alto, sorridente... aveva detto ai compagni di andare avanti senza di lui, e le si era fermato proprio davanti, guardandola.
Cho era arrossita. Lui aveva aspettato un'istante, poi le aveva posto la fatidica domanda: «Verresti al ballo con me?»
La sua risposta si perse in un soffio.
«Sì...»

«Al mio segnale, Harry e Cedric» gridò Bagman dal campo «tre... due... uno...»
Un fischio traforò l'aria e i due ragazzi vennero inghiottiti dalle siepi. 
Cho li osservò attentamente, il sorriso svanito dal volto, sperando con tutto il cuore che non ci fosse nulla di pericoloso là dentro...

...Dentro era tutto decorato con ghirlande d'edere, brina d'argento e vischio, e lo spettacolo era meraviglioso.
Cho era entrata, la mano stretta in quella di Cedric, nervosa. Lui no, era tranquillo, e non smetteva di sorridere.
L'aveva condotta al centro della pista e l'aveva presa in vita, con delicatezza. E non appena la musica era partita, avevano cominciato a girare lentamente sul posto; Cho aveva chiuso gli occhi, e si era lasciata guidare e avvolgere dalle sue braccia forti. Si era sentita così sicura, allora, così protetta!

Dal labirinto schizzarono delle scintille rosse, e per un attimo tutta la folla trattenne il respiro. Il pensiero di Cho andò subito a Cedric, ma quando i professori accorsero sul luogo contrassegnato, fu Krum a venire tirato fuori, svenuto.
Mentre Silente lo risvegliava, parlottando a bassa voce con le persone al suo fianco, l'intera folla osservava muta la scena, meno Cho, che, lo sguardo fisso sul labirinto, si chiedeva che cosa si nascondeva a suo interno, e che razza di pericoli vi erano rinchiusi...

Le settimane dopo il ballo erano state probabilemente le migliori della sua vita.
Cedric si era rivelato un ragazzo premuroso e attento, che riusciva a farla stare bene in ogni momento, a capire quando c'era qualcosa che non andava e a calmarla quando era nervosa. La accompagnava a tutte le lezioni, preoccupandosi di non lasciarla mai sola, veniva a darle il buongiorno e la buonanotte ogni mattina e ogni sera, e anche nelle cose più piccole ci metteva una dolcezza che la faceva sentire una regina; non era mai troppo invadente, eppure c'era sempre nel momento del bisogno. 
In poche parole, era assolutamente perfetto. Cho si domandava che cosa avesse fatto per meritarsi una ragazzo come quello...

I minuti passavano con una lentezza esasperante: anche Fleur era stata ritrovata priva di sensi e l'avevano accompagnata, insieme a Krum, in infermeria, ma degli altri due campioni non si sapeva nulla. L'attesa era snervante, e solo Ludo Bagman cercava d'intrattenere il pubblico con storielle divertenti. La maggior parte delle persone, però, era davvero troppo nervosa per ridere.
Compresa Cho.
Perché, perché ci mettevano così tanto? Che qualcosa fosse andato storto? Gli altri due campioni erano fuori combattimento, ma cosa li aveva ridotti in quello stato?
Il chiacchiericcio della folla era esitante, di una tranquillità che dava i nervi. Al suo fianco, Marietta spettegolava su questo e quello...

...Era orma il il crepuscolo, Cho e Cedric stavano camminando fianco a fianco, piano. Ricordò la leggera brezza, calda, il silenzio assoluto intorno a loro, la freschezza dell'erba dove si erano seduti, appartati.
Cedric le aveva preso le mani, e lei aveva rabbrividito appena, con un lieve sorriso.
«Ti amo» le aveva mormorato lui, e aveva sovrapposto il viso al suo per baciarla...

Con uno schianto, due figure si materializzarono dal nulla nel campo, e tutta folla si sporse in avanti per guardare.
C'era qualcuno disteso a terra, apparentemente svenuto, e un altro sopra, ma chi erano? Era così difficile distinguerli da lontano...!

...E mentre si separavano, la voce di Cedric era un sussurro basso, così tremendamente dolce...

...Voci, voci dappertutto, che parlavano, che dicevano ad alta voce quello che Cho semplicemente non riusciva a credere.
«Qualcuno è morto!» «Morto!» «Diggory, Cedric Diggory!» «Diggory è morto!» «Cedric...!»

...Cedric le aveva sfiorato una guancia, affondando la mano nei suoi capelli neri, provocandole la pelle d'oca...

...E un brivido, che la percosse tutta; le lacrime comiciarono a rigarle copiose le guance, prima ancora che Cho potesse, o volesse, capire cos'era successo, perchè non era possibile, il corpo senza vita davanti a lei non poteva essere quello di Cedric, Cedric non poteva essere morto, morto!

...Ricordò il sapore delle sue labbra mentre si baciavano ancora, in un attimo che avrebbe voluto essere eterno, e di come si abbandonava alle suo abbraccio, lasciandosi andare...

...Il corpo disteso, abbandondato sul terreno freddo, gli occhi vitrei...

...Gli occhi, quegli occhi grigi che prima la guardavano ridenti...

...Ora erano vuoti, inerpressivi, rivolti verso il cielo stellato...

...E quelle stesse stelle che avevano guardato insieme, sotto le quali si era incontrati di nascosto...

...Ora osservavano impotenti quella scena, immobili, silenziose...

...Mentre gli urli e le grida percuotevano l'intero stadio, e Cho piangeva, cercando di raggiungere il campo nonostante la folla...

…La stessa folla che prima acclamava il campione, e ora piangeva la sua morte...

...Morte, che parole orribile, così dura e amara, qualcosa di irreversibile, di conclusivo!

...Il Torneo Tremaghi si era concluso, e nessuno aveva vinto.
   
 
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