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Autore: hiromi_chan    14/10/2011    4 recensioni
Un ragazzo alla ricerca di se stesso, un viaggio alla scoperta dell'amore tra passato, presente e futuro.
"Senti deficiente, io ti conosco...dove cavolo ti ho già visto?"
[SpainxRomano][accenni FrUk]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L'aveva visto solo di sfuggita, eppure per Antonio era stato impossibile non notare la somiglianza tra il ragazzino sconosciuto e il piccolo Lovino del treno. Stesso colore di capelli, stessi bei lineamenti, certo più maturi ma sempre delicati, e soprattutto stessi occhi verdi. Bé, magari di quello non poteva esserne tanto sicuro, avrebbe dovuto guardare più da vicino per accertarsene; infondo gli occhi di quel bambino erano molto particolari, di un'insolita e ricercata tonalità di verde, difficile a vedersi.

Nemmeno se ne era reso conto che Antonio si era già alzato in piedi nell'atto di seguire quel ragazzo. Ma perchè?

Gli somiglia così tanto che magari è suo fratello” si disse lo spagnolo, dopo averci pensato. “E vorrei proprio sapere come sta quel nanerottolo, quindi...”.

Iniziò così l'inseguimento di Antonio. Ogni passo che il ragazzo faceva, lui lo imitava, a debita distanza. Non era sicuro di cosa gli avrebbe detto una volta averlo fermato, non era nemmeno sicuro che quello che stava facendo fosse del tutto normale. In quel momento non gli importava, pensava solo ad andare avanti come in un sogno, e intanto osservava.

Il ragazzetto camminava a lunghe falcate pensierose, tenendo la testa bassa. Allo stesso modo Antonio muoveva le gambe adattandosi a un passo che era comunque più lento del suo solito.

Il ragazzetto dondolava un po' a destra, un po' a sinistra. Antonio lo imitava, attento a sincronizzare i passi coi suoi per evitare di farsi scoprire dal rumore delle scarpe sull'asfalto ghiacciato.

Anche quando il giovane si fregava il naso per il freddo e aumentava il passo con una leggera frenesia, Antonio faceva lo stesso, replicando tutte le sue mosse.

Stava diventando quasi un gioco divertente, pensò con un sorriso un po' ebete. Magari era proprio il caso di andare lì e camminargli di fianco, per poi presentarglisi come un amico del suo fratellino...

Lovino!” chiamò qualcuno in quel momento.

Il cuore di Antonio perse irrazionalmente un battito, il ragazzo fu preso dalla paura di essere scoperto a seguire uno sconosciuto e si tuffò dietro a una parete fortuita di una casetta che stava costeggiando nella sua passeggiata. Antonio si appiattì al muro come un ladro, l'adrenalina a mille. Poi si diede mentalmente dello stupido; infondo non stava facendo nulla di male, e ancora meglio, nessuno era venuto a corrergli dietro dandogli del maniaco, quindi significava che non era stato visto. Con cautela si affacciò appena alla strada che stava percorrendo fino a qualche secondo fa, sentendosi come quando giocava a nascondino coi suoi amichetti.

Con l'occhio cercava il ragazzino e lo trovò subito, fermo proprio nel punto in cui era prima. Stava conversando con qualcuno che gli stava davanti e che Antonio non riusciva a vedere, ma almeno era abbastanza vicino per poter ascoltare.

Stai tornando a casa, fratellone?” disse il nuovo arrivato, una voce aperta e giovane.

L'altro annuì.

Io vado un attimo a comprare la pizza e poi torno, non ci metterò molto. Ci vediamo dopo, Lovino!”

Allora prima aveva sentito bene...quella voce sconosciuta e allegra aveva detto proprio “Lovino”! Che coincidenza straordinaria...oltre che somigliarsi molto, i due “occhioni da gatto” condividevano anche un nome affatto comune.

Antonio tentennò un po' sul posto. L'altra persona se n'era andata, lasciando da solo Lovino (già, si chiamava così) che aveva ripreso la strada di prima, in solitudine.

Chiedendosi se non fosse il caso di piantarla di spiare un ragazzo probabilmente minorenne, Antonio si decise a tornare sui propri passi con la testa pesante. Era strano, davvero, c'era come qualcosa che non gli quadrava...e tanto per cominciare, dove accidenti si trovava?

Di strada a piedi non ne aveva percorsa poi molta da quando era uscito di casa per comprarsi un pacco di pasta, ma sembrava che fosse finito in una zona della città a lui sconosciuta. Assurdo, perchè aveva vissuto in quel posto la metà della sua esistenza! O meglio, ora che guardava bene, poteva ravvisare elementi familiari che si mescolavano a scorci a lui sconosciuti. Era una prospettiva piuttosto straniante...forse quella lunga giornata l'aveva provato troppo, e adesso si immaginava le cose.

Per fortuna alla fine ritrovò la strada di casa; il vicoletto un po' triste e spoglio in cui era incassato il suo monolocale mai gli era sembrato tanto accogliente come in quel momento. Con un sospiro, Antonio inforcò la chiave nella serratura, dandosi dell'idiota per essere ritornato senza aver comprato nulla da mangiare per cena.

Oh no”, fece il ragazzo, iniziando a girare la chiave da tutte le parti dentro la serratura, “no, si è bloccata di nuovo! Dai piccola, non abbandonarmi adesso, avantiiii...”.

Ma per quanto provasse la situazione non cambiava e dopo una quarantina di minuti, Antonio constatò che la porta rimaneva ermeticamente chiusa. In quella zona non correvano taxi e a quell'ora di certo nemmeno i pullman.

L'unica cosa da fare era chiedere ospitalità a Francis per una notte, e magari farsi pure venire a prendere. Non avrebbe potuto rifiutarsi, gli doveva troppi favori!

Per fortuna pochi metri più in là della zona residenziale era piazzata una cabina telefonica.

Oasi nel deserto!” esclamò Antonio, chiudendovisi dentro e componendo in fretta il numero del suo migliore amico. Già si era preparato un discorsino mentale pieno di suppliche e lusinghe e sapeva che avrebbe funzionato, conosceva il suo francese, lui...

Informazione gratuita. Il numero da lei chiamato è inesistente” disse una voce metallica al telefono, scompigliando tutte le prospettive di salvezza di Antonio.

No...che razza di giornata! Prima faccio piangere un bambino, poi il colloquio va male, dopo mi inzuppo sotto una specie di tempesta, mi metto a fare il pedinatore e rimango chiuso fuori casa senza cena, adesso ho pure sbagliato numero!”.

Anche se in genere Antonio godeva di un buon carattere e di una solida pazienza, adesso era davvero irritato e soprattutto stanco. La situazione peggiorò soltanto quando continuò a sbagliare numero due, tre, quattro...dieci volte, fino a finire anche l'ultimo gettone.

Informazione gratuita. Il numero da lei chiamato è inesistente”, ripeté ancora la voce nell'orecchio dello spagnolo, lasciandogli una strana sensazione di asciutto nella gola.

Francis...” pensò alla fine, “avrà cambiato il numero di casa senza dirmelo? Impossibile, mi avrebbe informato, e poi non lo vedo solo da una settimana. Allora...magari non ha pagato la bolletta e gli hanno staccato il telefono?”.

Nessuna delle due prospettive era poi così consolante, anche perchè ad Antonio non rimaneva altro che andare direttamente a piedi a casa di Francis, sperando di trovarlo lì.

La personalità piuttosto tranquillizzante del ragazzo entrò fortuitamente in azione proprio ora che si stava deprimendo sul serio, facendogli un effetto immediato: la parte più ironica che c'era in lui gli suggerì che alla fine avrebbe pure potuto aspettare il ritorno di Francis (che se non era a casa sua, era a casa di qualche amante) proprio là, davanti all'ingresso della sua villetta. Infondo lo spazio sotto il portico tra le due testacce di piante profumose gli era sempre sembrato un posto abbastanza accogliente per farci una siesta.

 

Dopo più di un ora di scarpinata notturna, Antonio giunse in fine davanti alla villetta residenziale di Francis. Sembrava che l'amico si fosse dato da fare per abbellire al massimo la sua abitazione per le feste, facendo ricorso a tutto il suo sempre decantato senso estetico: dal tetto scendevano come lacrime piccole lucette bianche e blu e le piante nel giardino erano decorate con nastri argentati e sfere luminose blu cobalto. La villetta somigliava a una specie di grosso e invitante pacco regalo da scartare.

Era davvero una bella casa, anzi, la casa dei sogni per ogni ragazzo sui venticinque anni che voleva un po' d'indipendenza. Ma nel suo cuore, Antonio sapeva che nemmeno Francis la amasse più di quella in cui avevano abitato insieme a Gilbert per tanto tempo...

La peggiore delle ipotesi si rivelò infondata: le luci al piano terra erano accese, c'erano segni di vita. Antonio pensò che finalmente la fortuna fosse tornata dalla sua parte.

Infondo si era sempre ritenuto fortunato per natura. Era come se un'entità molto positiva l'avesse sempre tenuto per mano fin da quando era nato, facendogli capitare solo cose belle. Quando poi erano successe cose brutte e quella mano era stata lasciata, Antonio aveva saputo che prima o poi sarebbero arrivati tempi migliori.

Era sempre stato così, e con questa convinzione rincuorante il ragazzo si diresse verso il campanello, già dell'umore giusto per farsi due risate con Francis su quella giornata assurda. Sentendo però delle voci e una sdolcinata canzone francese provenire proprio dal piano terra, il ragazzo si immaginò che l'amico avesse compagnia.

Adesso lo becco in flagrante” pensò, divertito, avvicinandosi alla porta finestra con l'intento di bussare lì per fare un'entrata trionfale. Si attaccò al muro come una pianta rampicante, avvicinandosi piano al finestrone per non farsi vedere, e quando credette di essersi appostato abbastanza strategicamente, sbirciò in casa attraverso il vetro.

Fu così che crollò tutto.

Francis era in casa, c'era, era sicuramente lui: capelli biondi e fluenti, figura alta e ben modellata, bicchiere di vino rosso alle labbra. Eppure non era lui; il pizzetto era molto più folto di quanto non l'avesse mai portato, i capelli meno ordinati e l'aspetto in generale era molto meno atletico del solito, un po' più massiccio, più ben piazzato, come dire...più maturo.

Più vecchio” bisbigliò Antonio.

Sembrava almeno dieci anni più vecchio. Quasi come fosse stato colpito da una forte influenza che l'aveva debilitato in maniera tanto evidente. Antonio, con gli occhi un po' fuori dalle orbite, si rese conto che fosse un pensiero assurdo. Tuttavia era meno assurdo di credere che Francis fosse invecchiato in appena una settimana che non lo vedeva. E poi...

Francis”, sbraitò una voce dal piano di sopra. Antonio si congelò sul posto. Quella voce gli era ben familiare, ne avrebbe riconosciuto il tono saccente e il forte accento inglese tra mille altre.

Arrivo Arthur, mon amour! Vuoi anche il terzo round, vero?” disse Francis, sorridendo mesto.

Fuck!!...” fu la risposta che tuonò dal primo piano.

Un attimo di silenzio...

...Sbrigati, idiota di una rana mangia mosche!” aggiunse Arthur.

Antonio era ormai nella confusione più totale. Francis e Arthur Kirkland? Ma se fino al mese prima finivano con le mani l'uno alla gola dell'altro non appena si vedevano! O meglio, un po' aveva sempre avuto il presentimento che quei due sarebbero finiti insieme, ma...adesso? Perché? Perché così all'improvviso, perchè Francis non gli aveva detto nulla, perché...

Ma lo sai che giorno è oggi, mon chenille? Torno su solo se te lo ricordi” disse Francis, senza gridare come faceva l'altro ma in tono perfettamente udibile dal piano di sopra.

Antonio tese le orecchie al massimo nella pausa imbarazzata di Arthur, nervoso. Non sapeva bene cosa aspettarsi di ascoltare, ma intimamente sentiva che quella fosse un'informazione molto importante.

Oggi è il 28 Dicembre 2005”, cantilenò Arthur, “quindi stiamo insieme da...”

La vista di Antonio si fece nera. Di scatto, si ritirò dalla porta finestra tornando con la schiena al muro, senza fiato. Non seppe dire per quanto rimase lì, in piedi, nascosto. Non provava nulla, non sentiva nulla, se non la terrificante convinzione di essere impazzito. Tutte le lucine fredde che penzolavano dal tetto roteava intorno a lui, le decorazioni delle piante in giardino baluginavano inquietanti.

Il gelo pungente della notte lo ridestò a un'ora sconosciuta. Antonio, sconvolto, diede un'ultima occhiata alla villa di Francis; al piano terra era tutto buio.

Doveva andare via di li.

 

Camminava da chissà quanto. Gli sembrava che lo facesse da almeno dieci anni e forse era proprio così, perchè Arthur aveva detto “2005”, una parola che non somiglia per niente a “1996”, non poteva aver capito male. Non ce la faceva più, non ce la faceva proprio più, non sapeva se fosse tutto un terribile incubo o un'assurda realtà, non sapeva dove fosse, a un certo punto non sapeva nemmeno se stesse ancora camminando oppure no. Era arrivato di nuovo uno di quei momenti in cui la fortuna non voleva più tenerlo per mano.

Non mi lasciare” disse Antonio, tendendo la destra nella speranza di poter afferrare la buona sorte. Qualcosa aveva toccato, ma non sapeva cosa. Aprì quindi gli occhi e trovò accanto a sé un ragazzo, tanto vicino da potergli contare le efelidi sul naso.

Oggi mi è già successo” pensò assurdamente Antonio. L'altro dormiva, ma aveva il bel volto corrucciato nel sonno, con le sopracciglia inarcate come se fosse in forte disappunto.

Antonio lo trovò buffo e con l'indice andò a spianare quella morbida pelle toccandolo sul ponte del naso. Proprio lì tra quei due occhi chiusi che, ne era sicuro, erano colorati di un atipico verde spento.

 

 

Ciao a tutti!! Ho aggiornato un po' prima del previsto perchè mi sentivo particolarmente ispirata...allora, con i primi due capitoli ho finito di presentare il quadro generale e i personaggi principali. Ho paura che questo capitolo sia un po' lento, ma come dire...è Antonio a essere lento, gli ci vuole un po' per capire cosa succede, date la colpa a lui ù_ù xD mi sono particolarmente divertita a immaginare la scenetta FrUk, con questi due non si sbaglia mai <3
dal prossimo capitolo si entra nel vivo della storia e con le interazioni tra Antonio e Lovino; penso di aggiornare verso metà settimana ^^ vi invito a farmi sapere cosa ne pensate, per me è molto importante sapere dove sbaglio e dove posso migliorare!E grazie di cuore a chi ha recensito/seguito il primo capitolo, mi ha motivato tanto ^^ alla prossima allora!

   
 
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