CAPITOLO 12
-Vedo che hai fatto presto a
sostituirmi, Kaori...- le disse Keichi con sarcasmo -Del resto, il ricco e
famoso Ryo Saeba, presidente di un’immensa società, è un partito migliore di me,
vero?-
-Keichi, smettila. Stai decisamente
superando il limite- replicò Kaori
-Farebbe meglio ad andarsene,
signor Nishioka-
Anche Ryo era sceso dalla macchina
e si era messo di fronte a Kaori con fare protettivo.
-Signor Nishioka...L’ultima volta
che ci siamo incontrati non sei stato così educato, Saeba. In ogni caso, questi
non sono affari che ti riguardano, perciò sali sulla tua bella auto e
sparisci!-
-Invece mi riguarda eccome. Ti do
un consiglio: se non vuoi avere problemi, vattene e non avvicinarti mai più a
lei, hai capito?-
A quelle parole Keichi perse la
calma. Si avventò su Ryo cercando di sferrargli un pugno, ma questi lo schivò
senza problemi e colpì a sua volta l’avversario con un poderoso destro. Keichi
finì a terra con un labbro sanguinante.
-Ti avevo
avvertito-
Detto questo, Ryo prese per mano
Kaori e la accompagnò fino al suo appartamento. Arrivati davanti alla porta, le
tolse le chiavi di mano e l’aprì. Di norma lei avrebbe protestato, ma in quel
momento era troppo sconvolta da quello che era appena successo per farlo.
-Ti preparo del latte caldo, ti
farà bene- le disse facendola sedere sul divano e sparendo poi in
cucina
Poco dopo, tornò con in mano una
tazza fumante.
-Tieni, ci ho aggiunto anche un po’
di brandy, ti aiuterà a calmarti-
Kaori lo ringraziò e ne bevve
qualche sorso, sentendo che il suo corpo un po’ alla volta si rilassava.
-Kaori, dovresti denunciare quel
tipo, è pericoloso. Anzi, a dire la verità dovresti averlo già
fatto-
-Non si era mai comportato così
prima...- mentì lei
-Balle. Ti ha già messo le mano
addosso prima, non è vero? È per questo che l’hai
lasciato...-
Era più un’affermazione che una
domanda. Kaori distolse lo sguardo da quegli occhi indagatori, che sapevano
leggerle l’anima.
-Kaori...- Ryo le prese
delicatamente il viso e lo voltò nuovamente verso di se –Parlarne ti farà bene,
non puoi tenerti tutto dentro. Permettimi di aiutarti-
Il suo tono di voce era così dolce
e carezzevole, che lei alla fine si arrese e gli raccontò
tutto:
-Keichi è un architetto, lavora per
uno studio con cui io e le mie socie collaboriamo spesso. Poco più di un anno fa
abbiamo iniziato a frequentarci. Inizialmente la nostra storia andava a gonfie
vele, stavo bene con lui, però negli ultimi tempi era cambiato. Era diventato
eccessivamente geloso, possessivo, mi chiamava dieci volte al giorno per sapere
dov’ero e con chi ero e, se per un motivo o per un altro non mi trovava, aveva
degli scatti d’ira terribili. Poi una sera ha suonato alla mia porta infuriato e
ubriaco fradicio, diceva che mi aveva visto abbracciare un altro e credeva che
lo tradissi. In realtà, l’uomo che mi aveva visto abbracciare non era altro che
un collega di mio fratello e in quel momento gli stavo facendo le
congratulazioni perchè mi aveva appena annunciato che si sposava. Ho provato a
spiegarlo a Keichi, ma non ha voluto sentire ragioni- la voce di Kaori cominciò
a tremare –Non l’avevo mai visto in quello stato... All’improvviso ha perso le
staffe e...ha cominciato a picchiarmi. Da quel momento non ho più voluto
vederlo, ma lui non mi lascia in pace-
-E tuo fratello non ha fatto
niente?- le chiese Ryo
-Mio fratello non sa niente di
questa storia. In quei giorni era fuori città per lavoro e io mi sono chiusa in
casa finché i lividi non sono spariti, dandomi malata anche al lavoro. L’unica
che è a conoscenza di tutto questo è Eriko-
-Avresti dovuto parlarne con
Maki-
-No. Sai bene com’è mio fratello,
avrebbe perso la calma e magari avrebbe fatto qualcosa di stupido. E poi aveva
appena chiesto a Saeko di sposarla, era felice...Non volevo guastare tutto con i
miei problemi-
Ryo la prese tra le braccia e la
strinse a se. La sua Kaori...Metteva sempre il bene degli altri al primo posto,
persino prima del suo. In quel momento gli sembrava così fragile e
impaurita...Se in quel momento avesse avuto quel Keichi ancora tra le mani lo
avrebbe sicuramente ammazzato.
-Kaori, devi denunciare Keichi- le
disse poi staccandosi leggermente da lei per guardarla negli occhi –E sarebbe
meglio che venissi a dormire da me stanotte, in caso lui
tornasse-
-Neanche per sogno!- Kaori si
liberò della sua stretta –Domani andrò a parlare con uno dei colleghi di mio
fratello, ma è fuori discussione che io venga a dormire da
te!-
-Maledizione, Kaori, non lo dico
per portarti a letto! Sono preoccupato per te- esclamò Ryo con
enfasi
Lei fu colpita dalla sincera
preoccupazione che leggeva nei suoi occhi, perciò addolcì il suo tono di
voce.
-Ryo, ti ringrazio veramente per
tutto quello che hai fatto per me, ma questa è una faccenda che riguarda solo
me-
Il volto di lui si
adombrò.
-Allora quello che ti ho detto
qualche giorno fa non ha significato niente? Ti ho detto che ti amo,
Kaori-
-No, tu non mi ami. La tua è solo
attrazione fisica, niente di più-
-Questo è quello che vorresti
credere...È vero, tra noi c’è una forte attrazione, ma quello che ci lega va
molto al di là di questo e tu lo sai bene-
Lui spostò il pollice alla base
della sua gola e lo premette sulla vena per sentirne le
pulsazioni.
-Non...non so di cosa tu stai
parlando- balbettò lei –Io non provo nulla per te-
Lo sguardo di lui le accarezzò il
viso, poi scese sul collo e infine si fermò sull’attaccatura dei seni lasciata
scoperta dalla maglia che indossava. I capezzoli cominciarono visibilmente a
premere contro il tessuto leggero, mentre lui continuava a tormentarla con
tocchi sensuali delle dita alla base del collo.
-Ne sei sicura?- mormorò –Non
negarlo. Sai bene di cosa parlo-
Con un sospiro frustrato, lei
incrociò le braccia sul petto.
-E allora? Non riesco a
impedirmelo- confessò
-Ne sono contento- mormorò lui di
nuovo incatenandole gli occhi ai propri –Sono contento che tu non riesca a
controllare la passione che ci unisce. Per adesso è l’unico modo che ho per
raggiungerti-
Al diavolo l’eleganza e il
controllo. Ryo doveva andarsene via di lì. Subito. Prima che lei si rendesse una
completa idiota agli occhi di lui, levandosi i vestiti...o magari strappandogli
via i suoi. Perciò, si avviò con passo marziale verso la
porta.
-Buonanotte,
Ryo-
Lui si accigliò, non sapeva se per
quella voce roca e vibrante o per il modo brusco con cui lo stava congedando.
Ryo fu davanti a lei con una sola falcata, la costrinse a guardarlo negli
occhi.
-Detesto vederti fuggire da me, da
quello che senti per me- le disse con voce intensa
Lei deglutì a fatica, scorgendo il
fuoco che bruciava in quegli occhi profondi.
-Non provo niente per te- mentì
Kaori in tono incerto
-Bugiarda-
-Buonanotte,
Ryo-
Restò a fissarla per un altro lungo
momento, poi si incamminò verso la porta. Una vocina dentro di lei le suggerì
che lui aveva ragione. Era una bugiarda. Perchè in realtà lei avrebbe desiderato
che lui restasse. E che la seducesse.
-Mi sognerai- le preannunciò
lui
Kaori ebbe il sentore che avesse
ragione, ma chiuse lo stesso la porta e rimase a fissarla per qualche minuto. Il
suo corpo tremava e languiva di desiderio e poco ci mancò che spalancasse di
nuovo quella porta e si mettesse a chiamare Ryo per le
scale.
Il giorno dopo, Kaori si sentiva un
po’ a disagio mentre, a bordo della sua Mini, si recava al palazzo di Ryo per
controllare che l’inizio dei lavori si svolgesse regolarmente. Si fermò ai primi
piani, dove trovò Kasumi e Sayaka, e vide che gli operai erano già al lavoro per
dipingere le pareti e stendere il parquet. Salì poi all’ultimo piano, sperando
di non trovarvi Ryo. In effetti, le sue preghiere furono esaudite, poiché, a
parte la squadra di operai scelta da lei stessa, non c’era nessun’altro. Anche
qui, come negli altri piani, stavano dando il colore alle pareti. Kaori aveva
scelto un caldo color panna, lo trovava adatto per un ufficio, poiché non era
freddo e impersonale come il bianco puro, ma neanche troppo forte o appariscente
come un qualsiasi altro colore. Aveva anche già scelto i mobili con cui arredare
le varie stanze, però mancava ancora l’ufficio di Ryo. Non aveva ancora trovato
qualcosa che la soddisfacesse. Per lui voleva dei mobili che denotassero forza,
carattere, potenza...Proprio come lui. Iniziò a buttare giù qualche schizzo sul
suo blocco di appunti ed era così assorta in quello che faceva che la voce di
Mick la fece sobbalzare:
-Ciao,
bellissima-
-Oh, Mick, ciao! Sei venuto a
vedere come procedono i lavori?-
-Già. E da quello che vedo vanno a
meraviglia. Mi piace il colore che hai scelto per le
pareti-
-Ti ringrazio. Vuoi vedere i mobili
che ho scelto per il tuo ufficio?-
-Certo-
Kaori estrasse dalla sua borsa un
catalogo di mobili per l’ufficio e lo aprì alla pagina su cui erano raffigurati
quelli che aveva scelto per lui.
-Ecco. Anche se ti conosco solo da
poco, ho immaginato che ti piacesse qualcosa di moderno- gli disse porgendogli
il catalogo
Per il suo ufficio Kaori aveva
scelto una scrivania in vetro, con delle poltrone in pelle bianca e una libreria
in acciaio.
-Poi avevo pensato di aggiungere
vicino alla vetrata un divano in pelle bianca, sullo stesso stile delle
poltrone. Cosa ne dici?-
-Dico che Ryo ha fatto bene a
scegliere te- le rispose Mick con un sorriso –Mi piace molto quello che hai
scelto, è proprio l’ufficio che fa per me-
-Grazie. Sono contenta che ti
piaccia-
Discussero ancora per qualche
minuto di quello che Kaori aveva in mente per il suo ufficio e per tutto il
piano in generale, ma ad un certo punto Mick le disse:
-Kaori, lo so che questi non sono
affari miei, ma Ryo è il mio migliore amico e voglio vederlo felice. Lo so che
ce l’hai con lui per il modo in cui
se n’è andato sei anni fa, ma ti assicuro che non poteva fare altrimenti e che
non è trascorso un solo giorno in cui non si sia pentito, in cui non ti abbia
pensato. Lui ti ama veramente. E credo che anche tu senta qualcosa per lui,
perciò non avere paura di lasciarti andare-
Lei lo guardò, sorpresa ma anche
colpita dalle sue parole.
-E chi mi dice che non se ne andrà
anche stavolta?- gli chiese seria
-Non succederà. La situazione è
molto diversa, ora. Inoltre, Ryo è deciso a rimanere qui a Tokyo per
sempre...con te-
Rimase qualche secondo in silenzio,
lasciando che Kaori assimilasse le sue parole, poi disse:
-Bene, è meglio che vada ora. Ci
vediamo-
Si avviò verso la porta, ma lei lo
richiamò:
-Hey Mick, sbrigati a chiedere a
Kazue di uscire, lei non aspetta altro. Di solito pranza con me ed Eriko al
Cat’s Eye, se può interessarti- gli disse con un sorriso
-Non preoccuparti, non la farò
aspettare molto- replicò lui ricambiando il sorriso e facendole l’occhiolino
complice