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Autore: Himitsu87    14/10/2011    1 recensioni
La verità mi aveva colpito come uno schiaffo e io ero rimasto immobile, contratto, mentre il suo abbraccio mi rivelava ciò che lui non avrebbe mai osato dirmi…
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci giunti alla fine di questa storia. Questo è l'epilogo. Spero che questi 7 capitoli siano piaciuti e vi abbiano tenuto compagnia. 
Ringrazio chiunque abbia letto questa storia.
Saluto e ringrazio particolarmente Altea79, l'unica mia commentatrice, e Hilary, che ha amato questa storia, cosa di cui le sono grata.



7 - Inverno

 

«Sento ancora il calore della tua mano nella mia, sai? E il sapore dolce delle tue labbra. Ma fa freddo. Troppo freddo. E il mio cuore sembra aver smesso di darmi calore. Troppo freddo. Persino il calore della tua mano si fa sempre più leggero, sta svanendo. Non voglio che svanisca. Voglio stringerti ancora fra le mie braccia. Voglio sentire il tuo calore. Voglio accarezzarti ancora i capelli. Voglio ancora…voglio…»

Lo fisso sorridermi. Dio, quanta bellezza! Tutta racchiusa in una sola persona.

Il freddo. Sembra entrarmi dentro, scorrere nelle mie vene. Perché mi manca il fiato? Non riesco a parlare, a pensare, a respirare. Perché questa sensazione al petto? Il cuore sta smettendo di battere?

«Come sembra grigio l’inverno ora! Dici che sono queste nuvole? Questo vento gelido?» gli chiedo. Lui rimane immobile, sorridendo. No! Manca il sole, manca la vita…il mio sole, la mia vita.

«Scusa! Non volevo piangere!» mi asciugo gli occhi col dorso della mano «Quanto sono fredde le lacrime d’inverno! Erano così fredde anche le tue quel giorno?»

Perché quella fitta allo stomaco? Come una lama che mi attraversa la gola e mi lacera il cuore e lo stomaco.

«Ricordi quel giorno? Eri così bello! Mi togliesti il fiato. Eri lì, davanti a me, mezzo congelato…mmm…scusa se sorrido ma ero così felice. Tu non lo sai, ma mi tremavano le gambe» rido.

Il silenzio intorno a me fa quasi paura. Si sente solo il freddo. Non sapevo che anche il freddo avesse un suono.

«Vorrei di nuovo stringerti tra le mie braccia e baciarti come quella sera. Stringerti e non lasciarti mai allontanare da me»

Mi fanno male gli occhi e la testa. Non voglio che mi veda piangere. Non voglio vedere il suo sorriso attraverso le mie lacrime. Ma non posso frenare per sempre il dolore.

«Dio! Fa così male!» quasi urlo.

Non sapevo fosse così, non lo immaginavo nemmeno. Non mi era mai successo.

«E ora?» chiedo a quei suoi occhi così limpidi. Ora?

Da sempre sono andato avanti senza sapere il perché della mia esistenza, quasi per forza d’inerzia. Poi l’avevo incontrato e il mio scopo, la ragione per cui vivevo, mi era apparsa finalmente…ma ora?

«Davvero non potrò più toccarti?»

Freddo! Fa così freddo!

«Davvero non potrò più vederti?»

Eppure è colpa mia…mia, che non ho capito. Mia, che non l’ho tenuto ancora più stretto a me, che non l’ho tenuto legato ancora di più alla vita.

«Mi potrai mai perdonare?»

Aveva paura della pietà? Pietà? Come poteva pensare che ciò che provavo per lui potesse tramutarsi in pietà? Come? Io? Che non avevo mai provato altro per lui che amore. Nemmeno quel primo giorno, quando avevo visto quel suo sguardo perduto. Non pietà, solo amore. Un sentimento per me così nuovo che non l’avevo riconosciuto.

«Sei così bello! Perché?» chiedo a quel sorriso, a quella foto, a quella lapide.

È notte ormai. La luce dei lampioni crea una strana penombra. Siamo soli. Le mie lacrime scendono silenziose e chiudo gli occhi per non vedere ciò che ho davanti, per ricordare il calore e la morbidezza delle sua labbra.

Una goccia fredda sul viso già bagnato. Apro gli occhi. Neve. La prima neve di stagione. Lui amava la neve. Sorrido, fissando i suoi occhi. La neve scende. L’ho perduto.

«Ti amo!»

   
 
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