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Autore: Effe_ttoseta    14/10/2011    5 recensioni
Indugiò ancora un po’ lo sguardo sui suoi occhi blu e si accorse che stavano fissando le sue labbra. D’istinto si concentrò su quelle di Ron, carnose ed incredibilmente soffici. Si sentì mancare ricordando che poche ore prima quella bocca era venuta a contatto con la sua in un momento del tutto inappropriato: con una guerra alle porte entrambe avevano sentito l’urgenza di quel tocco che avrebbe potuto essere l’ultimo e ci avevano messo tutta la loro passione e il loro timore. Non ci fu bisogno di fantasticare su come sarebbe stato sentirle di nuovo su di sé in una situazione di calma e tranquillità, perché Ron si avvicinò al suo viso e dopo averla guardata negli occhi per cercare un assenso, posò le sue labbra sopra quelle di Hermione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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  Il  bacio da cui ha inizio la rinascita

Il sole stava sorgendo e proiettava sul suolo impolverato l’ombra del castello.
Ma quella mattina c’era qualcosa di diverso dal solito in quell’ombra: non si vedevano più le guglie orgogliose che si estendevano per metri sul terreno erboso, le lunghe torri con i tetti conici o il saldo basamento che mostrava fiero la sua imponenza.
Nulla di tutto ciò, l’unica cosa che si poteva distinguere era il cumulo informe di detriti, mattoni, cocci e vetri che erano rovinosamente crollati a terra la sera prima a causa delle esplosioni.

Vedendo quest’immagine sul paesaggio sottostante, Hermione sentì una sensazione di tristezza che le opprimeva lo stomaco.
“Nemmeno Hogwarts con le sue mura difensive è riuscita a sfuggire alla furia di Voldemort. Tutta in rovina, e per cosa? Per un sacco di morti innocenti che non potranno fare più ritorno…” si lasciò sfuggire ciò a voce talmente bassa da rendere le sue parole un bisbiglio confuso.

“Non è riuscita a salvare se stessa, ma ha dato un notevole contributo per aiutare i suoi studenti a liberare il mondo magico da un’opprimente tirannia. Noi non ce l’avremmo mai fatta senza i suoi eserciti di pietra ed i suoi nascondigli e non ce l’avremmo ugualmente fatta se nessuno si fosse sacrificato per un domani migliore, in cui nessuno verrà ucciso per i progetti di un folle. E l’unica cosa che noi possiamo fare per ringraziarli di questo contributo è il ricostruire Hogwarts più bella e salda di prima e il rendere immortali attraverso il nostro ricordo le persone che non ci sono più. ”
A pochi centimetri dall’orecchio le provenne questa voce, calma e tranquilla.
L’avrebbe potuta riconoscere tra mille, poteva appartenere solo ad una persona, la stessa  che subito dopo le avvolsero la vita con braccia calde e sicure: Ron.
In quel momento si rese conto che nemmeno le più solide cinte murarie avrebbero potuto farla sentire più tutelata, inerme e lontano da qualsiasi pericolo.
Avrebbe desiderato stare così per sempre, in una condizione di perenne paradiso.
Ma il bello era proprio questo: di fronte a lei c’era un futuro sgombro e felice.
Nessuna incertezza, nessuna minaccia, nessuna incombenza, niente di niente.
Lei avrebbe potuto vivere serenamente la sua vita, facendo ciò che voleva: se lo desiderava davvero, di lì in avanti quelle braccia sarebbero state il suo rifugio.

Lentamente si voltò verso Ron, che non aveva più aperto bocca dopo averla abbracciata, e lo guardò negli occhi come a voler trovare una conferma ai suoi pensieri.
Il suo sguardo si perse in quell’oceano a cui si era trovata di fronte poco più di due anni fa e dal quale non aveva più voluto allontanarsi.
Studiò avidamente ogni minimo dettaglio del suo volto, quasi temendo che la recente battaglia avesse potuto rovinare qualcosa.
Ma il suo Ron era bello come prima; anzi, avrebbe osato dire che lo era ancora di più con quello strano cipiglio maturo, che sarebbe dovuto appartenere ad un uomo adulti e non a un ragazzo appena maggiorenne.
Indugiò ancora un po’ lo sguardo sui suoi occhi blu e si accorse che stavano fissando le sue labbra.
D’istinto si concentrò su quelle di Ron, carnose ed incredibilmente soffici.
Si sentì mancare ricordando che poche ore prima quella bocca era venuta a contatto con la sua in un momento del tutto inappropriato: con una guerra alle porte entrambe avevano sentito l’urgenza di quel tocco che avrebbe potuto essere l’ultimo e ci avevano messo tutta la loro passione e il loro timore.
Non ci fu bisogno di fantasticare su come sarebbe stato sentirle di nuovo su di sé in una situazione di calma e tranquillità, perché Ron si avvicinò al suo viso e dopo averla guardata negli occhi per cercare un assenso, posò le sue labbra sopra quelle di Hermione.
Dapprima il bacio si fece lento e delicato, come se volessero assaporare piano il profumo di quell’amore che per anni era stato sopito; ma a poco a poco tutta la passione che avevano dentro si fece sentire e il contatto venne approfondito da Ron che premette sulle labbra di Hermione, rendendo il bacio profondo e sensuale.
Si separarono solo quando la mancanza di ossigeno lo richiese, ma rimasero comunque stretti l’uno all’altra, fronte contro fronte; le braccia di Ron che le circondavano la vita e le mani di Hermione fra i capelli rossi di lui.

-Dimmi che sarà così fin che potremo…-

-è da una vita che possiamo, il problema è se vogliamo, se vuoi. Io è da così tanto che lo voglio che probabilmente l’ho sempre desiderato. – la risposta di Ron lasciò la ragazza un po’ sbalordita, non tanto perché lui potesse aver provato qualcosa nei suoi confronti già tempo prima, ma per la sicurezza con cui lo aveva ammesso.
Insomma, era Ron quello che aveva davanti, quello che non ci aveva mai saputo veramente fare, quello che non riusciva a trovare le parole giuste per niente, quello che non faceva mai la prima mossa.
Da quando era così diretto?

Lo sguardo tra lo stupito e lo sbalordito di Hermione fu notato dal ragazzo, che chiese un po’ preoccupato:

-Che c’è? Che ho detto ora che non va?

-Ni..niente. Anzi, hai detto una tra le poche cose sensate della tua vita- e qui le sfuggì un sorrisetto beffardo -solo che…non ti facevo così sicuro.

-La tua gentilezza riesce a farsi riconoscere anche in momenti come questi… Comunque sono stanco di farmi sempre mille domande, di creare problemi dove non ci sono. Non ho più intenzione di aspettare: se c’è una cosa che provo la devo dire, sono già stato abbastanza fortunato ad essere qui con te ora, non avrebbe senso tenermi ancora tutto dentro. Mi rendo conto che ho già sprecato troppe occasioni, adesso che ne ho altre le sfrutto,  perché se è difficile per il mio carattere, almeno lo devo fare per Fred, che aveva un sacco di cose da dire e da fare ma ora non può più…-

-Ron…- tentò la ragazza.

- No Hermione, non cercare di compatirmi perché mio fratello se n’è andato, quello che è successo a lui poteva accadere a chiunque altro. Il punto è: la sua morte è valsa a qualcosa? E io ti posso rispondere con fierezza di sì, che lui non ci ha lasciati invano. Primo perché Voldemort è stato sconfitto e secondo perché mi ha insegnato che morire per chi ami è la migliore delle morti. Ma se per tua fortuna riesci a vivere, allora la tua esistenza la devi dedicare a qualcuno di veramente importante, per cui senti che è la tua unica ragione per continuare e senza la quale nulla avrebbe più senso. Nel mio caso, questa persona sei tu, perdonami se ci ho messo tanto a dirlo…

E nel momento in cui tacque si limitò a guardarla.
Non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bella mentre i suoi  occhi nocciola erano inumiditi da calde lacrime che le ricadevano lente lungo le guance arrossate, finendo nell’increspatura della bocca che le disegnava sul viso un sorriso perfetto.   

 Lui adorava il suo modo di sorridere, perché gli aveva sempre stramesso una specie di euforia, di incontenibile felicità.
All’inizio gli era sembrato strano provare una cosa del genere per un semplice sorriso, ma dopo un po’ di tempo aveva capito che quella strana sensazione lo completava, riempiva quell’angolino vuoto dentro di lui.
E da allora Ron si era fatto una promessa:  se fossero riusciti a sopravvivere entrambe all’imminente battaglia,  non solo le avrebbe dedicato il resto della sua vita, ma avrebbe fatto il modo che quel dono le lasciasse impressa sul  viso delicato l’impronta di un sorriso, ma non uno qualsiasi, uno perfetto, che rispecchia la felicità dell’anima.

E fu per quello che, vedendo sul volto della ragazza che amava l’adempiersi del suo giuramento, la strinse forte a sé, stritolandola quasi.
Percepiva una nuova forza nascergli dentro, un impulso fortissimo con cui avrebbe potuto spaccare il resto del mondo, si sentiva infallibile: stava rendendo felice lei, il suo principio, il suo perché,  il suo tutto.
E questo era già una rinascita, un passo avanti verso quel futuro in cui avrebbero riportato tutto alla normalità.

-Con un po’ di tempo -le disse in un sussurro- riusciremo a recuperare tutto ciò che c’era prima per renderlo migliore.

E mentre si voltarono a guardare il sole già alto nel cielo, in lontananza comparve una piccola fenice che virò tre volte sopra il castello e di andò a posare in una zona riparati dai raggi ai piedi della cinta muraria: si accorsero solo allora che l’ombra della scuola era diventata più corta e molti particolari che mostravano le zone diroccate non erano più visibili.
Era veramente l’inizio di una rinascita.

   
 
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