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Autore: Spiretta97    14/10/2011    1 recensioni
Correva l’anno 3253. Il mondo era stato diviso in due emisferi in seguito ad una quarta guerra mondiale. Nell’emisfero nord erano riunite tutte le persone e paesi più ricchi mentre nell’emisfero sud la gente e i popoli morivano di fame e piano piano cominciarono a regredire. Sia l’emisfero nord che l’emisfero sud erano capeggiati da due famiglie di re in conflitto tra loro. Leggenda vuole che i primi due re a dividersi gli emisferi erano fratelli. Per via dei grossi squilibri tra i due “popoli” (popolo del nord e popolo del sud) i due re cercarono di firmare un contratto, ma, non arrivando ad un compromesso, il re del nord dichiarò guerra al sud. Ed è proprio qui che ha inizio la storia, nel paese del sud in una piccola fattoria.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
-Kyle, Rachel ! Dove siete?- gridò una donna.
- Siamo in sala con papà! Dai vieni mamma!-
La donna raggiunse i figli in sala portando un vassoio pieno di biscotti.
-Ehi mamma- Fece Rachel –Perché non ci racconti una storia?-
-Che ne dici “Papà”, sono abbastanza grandi per sapere quellastoria?-
L’uomo annuì e si avvicinò alla moglie
-Hanno poi dieci e tredici anni, ormai sono dei ragazzi.-
- Allora comincio, ma voi non dovrete mai interrompermi!-
 
Correva l’anno 3253. Il mondo era stato diviso in due emisferi in seguito ad una quarta guerra mondiale. Nell’emisfero nord erano riunite tutte le persone e paesi più ricchi mentre nell’emisfero sud la gente e i popoli morivano di fame e piano piano cominciarono a regredire. Sia l’emisfero nord che l’emisfero sud erano capeggiati da due famiglie di re in conflitto tra loro. Leggenda vuole che i primi due re a dividersi gli emisferi erano fratelli.
Per via dei grossi squilibri tra i due “popoli” (popolo del nord e popolo del sud) i due re cercarono di firmare un contratto, ma, non arrivando ad un compromesso, il re del nord dichiarò guerra al sud.
Ed è proprio qui che ha inizio la storia, nel paese del sud in una  piccola fattoria.
 
Anja stava trascinando del fieno per portarlo ai cavalli nella stalla. Era una ragazza giovane non molto alta e piena di energie, ma faceva fatica a farsi degli amici. Troppo solitaria e timida, ma tanto dolce e cara, almeno con i suoi familiari. Non ostante loro la trattassero sempre in modo piuttosto freddo e distaccato. La ragazza spinse la balla di fieno in un angolo e poi ci si sedette sopra.
-Uf, che fatica. Che ne pensi Lorelay?-Chiese Anja accarezzando il muso del cavallo.
Stava giusto per addormentarsi sulla balla di fieno nel tepore della stanza, quando suo padre la chiamò in casa costringendola ad uscire al freddo gelido invernale.
-Mi hai chiamato?- Chiese la ragazza entrando
Seduto di fronte a lei c’era un anziano signore. Teneva fra le mani qualcosa e aveva lo sguardo triste. Il suo nome era Alfred. Dietro a lui, quasi come fosse un’ombra c’era sua moglie con lo stesso sguardo triste.
- Si…. Oggi è il tuo compleanno, no?-
La ragazza alzò gli occhi rossi al soffitto con fare pensieroso.
-Oggi è il dodici Gennaio vero? Allora si è il mio compleanno.-
- compi diciott’anni no?-
-Si papà, lo sai bene!- disse la ragazza sorridendo e sedendosi di fronte a lui.
L’uomo abbassò lo sguardo
-Anja… ti sei mai chiesta…  come mai tu sei l’unica della nostra famiglia ad avere gli occhi rossi e  i capelli blu?-
La ragazza abbassò lo sguardo con un triste sorriso sul volto scuotendo la testa
-Voi credevate davvero di tenermelo nascosto per ben diciotto anni? Tu e Katy pensavate sul serio che io in tutti questi anni abbia ignorato le mie origini?! Basta solo guardare il colore della mia pelle: guardala! E’ bianca!  Voi avete la pelle molto più scura! -
-Anja…-
-Lo so benissimo! Sono una trovatella! Ora dovete spiegarmi! Voglio sapere chi sono! Se Anja è il mio vero nome, quand’è il mio compleanno, chi sono i miei genitori….. cosa sono io?!-
Alfred e Katy si guardarono negli occhi e annuirono
-Ti abbiamo trovata che avevi un anno. I tuoi genitori ti hanno lasciata davanti alla nostra porta avvolta in queste.- disse Katy mettendo sul tavolo una scatola con qualcosa di nero dentro. Anja avvicinò la scatola a lei e ne tirò fuori il contenuto. Dentro c’erano un maglione molto  largo, un paio di pantaloni e una specie di passamontagna tutti neri.
-A….avvolta in questi indumenti?-
-Si , e sopra alla tua pancia c’erano queste.- Disse Alfred dandole una lettera e due oggetti incartati. Sulla lettera c’era scritto: Da consegnare ad Anja al suo diciottesimo compleanno
La ragazza alzò lo sguardo – Allora è davvero il mio nome- i due annuirono sorridendo
 
Cara Anja, spero che tu non ci odierai per averti lasciato da sola, ma restare con noi è troppo pericoloso.
Siamo seguiti dall’esercito del Nord. Non pensare nemmeno per un secondo che noi non ti vogliamo con noi, è solo molto più sicuro per te cara. A quest’ora sarai già una donna adulta perciò il vestito che ti lasciamo dovrebbe andarti bene. Questa tuta adesso è tua e fanne l’uso che vuoi. Ora passiamo alle armi …
 
Anja allontanò la lettera e spalancò gli occhi
-Armi?!-  si guardò un po’ intorno, ma vide solo due oggetti impacchettati che si affrettò a scartare
Come immaginava erano due piccoli pugnali. Anja li prese in mano e continuò a leggere
 
Quelle sono delle Kunai, armi da Ninja…. Esatto…. Hai capito bene, armi Ninja,  io e tuo padre lo siamo…. Scegli tu la strada che vuoi  intraprendere, seguire le nostre orme ( è davvero pericoloso!) oppure lasciare tutto com’è e restare con la tua famiglia e i tuoi amici. Qualunque sarà la tua scelta noi sapremo che è quella giusta.  Ma speriamo comunque di riuscire a rivederti un giorno.
In caso decidessi di diventare un Ninja dovrai frequentare una scuola precisa e la migliore è quella di  Warren, vive fuori poco lontano dalla città in  cui ti abbiamo lasciato, lui riuscirà ad insegnarti tutto in poco tempo, digli che ti mandano Nigel e Kiara. Tesoro, mi spiace essere così veloce nel dirti tutto, ma il posto in cui ti sto scrivendo è poco sicuro e noi dobbiamo scappare…. Un abbraccio
Mamma e Papà
 
Anja chiuse la lettera e strinse una manica della tunica
-Dove sono?- chiese quasi sussurrando
-Cosa?- fece Albert fingendo di non aver sentito
Anja si alzò in piedi di scatto facendo cadere la sedia per terra.
-Lo sai benissimo a chi mi riferisco! Dove sono ora i miei genitori, e non mentirmi che lo capisco subito!-
-…-
-Rispondi!-
-Anzitutto…. Devo spiegarti perché erano seguiti dall’esercito del Nord… vedi…  Ventisei anni fa… il re del Nord, come ben sai, dichiarò guerra al Sud. All’inizio non era niente di che: non ci arrivavano più merci dal nord, e allora? Noi siamo contadini professione, stringere un po’ la cinghia non è mai stato un problema per noi. Ma poi hanno cominciato a far entrare truppe nel nostro territorio e queste cominciarono a seminare terrore-
-Ma  come mai  ora tutte queste truppe non ci sono?- chiese Anja presa dalla storia
-Ci sto per arrivare. Ecco… Diciotto anni fa… i tuoi genitori, due ragazzi di circa vent’anni, riuscirono a creare scompiglio fra le truppe del Nord intrufolandosi fra i soldati, ma purtroppo furono presto scoperti e loro furono costretti a scappare. Le truppe intanto ritornarono al nord per studiare una nuova strategia, tornarono qualche mese dopo con l’intenzione di ucciderli. Nel frattempo tua madre partorì … Riuscirono a scappare per un anno intero fino a che, il giorno in cui ti lasciarono davanti alla nostra porta, non gli tesero una trappola facendo scoppiare il fienile dove si trovavano. Purtroppo, i corpi erano troppo carbonizzati per riconoscerli, ma i tratti erano gli stessi dei due ragazzi…. Mi spiace piccola…-
Anja rimase in silenzio stringendo i pugni.
-Quindi non ci sono più… io… io non potrò più abbracciare mia madre ne mio padre…. Perché…. Non ci sono più… e che io ci speravo pure… che sciocca che sono!- disse cercando di sorridere e trattenendo le lacrime.
- Anja…-
-Devo… devo portare il fieno ai cavalli…- disse uscendo dalla stanza asciugandosi gli occhi.
Non avrebbe più pianto. Mai più! L’aveva promesso a se stessa e anche ai suoi genitori.
La stessa sera a cena Anja ruppe il silenzio annunciando la sua decisione
-Io…. Io ho deciso di andare da Warren… voglio imparare a combattere per completare la missione che i miei genitori hanno fallito-
-Ti sei ammattita?! In tutti questi anni hanno migliorato le tecniche di combattimento e hanno difese all’avanguardia! Tu che hai? Un paio di pugnali, come pensi di vincere contro un esercito intero?!-
-Anzitutto non sarò sola! Il nostro re ha un esercito potente ha solo timore di schierarlo e poi io ce la farò!-
-Anja non sai quello che dici! Al confine ci sono milioni di soldati del nord armati fino ai denti che non si fanno scrupoli nemmeno ad uccidere un bambino, pensa cosa possono fare ad una ragazza della tua età!-
-Non mi farò sfiorare nemmeno con un dito, Alfred!- disse Anja alzandosi in piedi di scatto
Cadde un improvviso silenzio. Anja si risedette e continuò a rigirare il cibo che aveva nel piatto.
-Io non ti farò andare. Sono tuo padre…..- disse Alfred fermamente
-No! Tu non sei mio padre! Sei solo una persona alla quale i miei veri genitori mi hanno affidato! –
-Sei un ingrata! Chi ti ha cresciuto?! Chi ti ha dato da mangiare? Chi ti ha dato tutto ciò di cui avevi bisogno? Chi?! Dimmelo Anja!-
- Avete dimenticato una cosa fondamentale…..- sussurrò Anja
-Che cosa?!- gridò Alfred alzandosi in piedi facendo cadere il piatto.
-Non mi avete dato amore….-
Anja si alzò e andò in camera sua sbattendosi la porta alle spalle. Sul tavolo rimase il suo piatto con ancora tutto il cibo.
-Vado a parlarle!- disse Katy dirigendosi verso la camera. Alfred la fermò prendendola per un braccio e scosse la testa. Bisognava lasciarla sola, almeno per un po’.
 
Anja nella sua piccola camera osservava il soffitto. La figli di due Ninja…. E non due Ninja qualunque, coloro che avevano dato filo da torcere al nord! Come poteva lei essere figlia di due persone così forti, lei che spostare le balle di fieno ci metteva venti minuti e ogni volta che finiva le sembrava di essere stata assolta dalla tortura.
-Basta…. Sono un delusione per i miei veri genitori…. Devo farlo!-
Detto ciò Anja si alzò dal letto e si mise la veste che sia madre le aveva donato. La “maschera”, che le copriva tutta la testa ad eccezione degli occhi, presentava un foro all’altezza della nuca. Anja capì subito che sua madre l’aveva creato perché, come lei, portava i capelli legati.  Appena finì di mettersi a posto la capigliatura ,facendo in modo di essere il più comoda possibile, si affacciò alla finestra. Fuori pioveva.
-E’ un classico- pensò Anja –Figuriamoci se non si metteva a piovere proprio nel giorno in cui qualcuno cerca di scappare!-
Continuando a borbottare uscì dalla finestra, che  era molto bassa, e corse nella stalla.
  
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