Anime & Manga > Shugo Chara!
Segui la storia  |       
Autore: Meme06    14/10/2011    8 recensioni
E se Ikuto fosse un vampiro ed Amu una semplice ragazza che però dentro di se nasconde un'indole oscura e sadica? Che cosa succederebbe? Ambientato nel passato. un'altra storia che ha sviluppato la mia mente malata, spero vi piaccia ^ ^
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The smell of your blood'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il castello era rimasto proprio come se lo ricordava, solo una cosa non quadrava, c'erano dei vetri per terra.

- Ehm… Ikuto? - domandò attirando l'attenzione del ragazzo su di se. - Perché ci sono dei vetri a terra?

Ikuto si guardò in torno, non aveva pulito molto bene, aveva fatto tutto di fretta.

- Beh… passatempo. - rispose semplicemente.

- Che genere? - chiese Amu.

- Rompere i bicchieri mi rilassa. - rispose lui non curante. Salirono le scale insieme. La ragazza era sempre tra le braccia del vampiro e lui sembrava non sentire nessuna fatica nel portarla.

Quando poi entrarono nella stanza piena di libri gli occhi di Amu si illuminarono. Al centro della stanza stava legata alla sedia una donna. Quella donna lei la conosceva bene, ne era sicura.

Tentò di ricordare e dopo qualche minuto ci riuscì.

- Questa era la donna che era in quella casa infernale… - mormorò per poi sorridere sadica.

La donna era stordita, muoveva la testa in modo confuso e mormorava parole incomprensibili. Amu si leccò le labbra. Erano giorni che non mangiava e la fame si era fatta sentire fin troppo. Ora voleva godersi quel momento.

Ikuto sorrise e la lasciò andare andandosi ad appoggiare con la schiena al muro, per godersi meglio lo spettacolo. La ragazza da umana già era sadica, però le cose che pensava non le metteva mai in pratica, era giunto il momento di farlo.

Si avvicinò a quella figura che ancora non aveva realizzato dove fosse, almeno fino a che no vide qualcuno di familiare avvicinarsele. Mise a fuoco e la riconobbe. Iniziò a gridare per il terrore mentre con tutte le sue forze si dimenava cercando di liberarsi. L'aveva vista, l'aveva riconosciuta. Era lei la ragazza che stavano torturando Williams e gli altri. Perché era libera? Che ci faceva lei qui insieme a quella vampira? Troppo domande senza risposta.

- T-ti prego… - mormorò la donna intuendo la prossima mossa della ragazza.

Ella sorrise malignamente tirando fuori dal solito portaombrelli un bel pugnale con la lama tutta decorata, con scritture in sumero incise sulla lama.

La ragazza ne carezzò la punta affilatissima, tagliandosi, anche si poco, il polpastrello del dito indice. Fermò il sangue portandosi alla bocca in dito e succhiando il liquido che ne fuori usciva. Poi si avvicinò di più alla donna, fino a starle completamente davanti.

- P-per f-fa-favore… - ripeté nuovamente la donna guardando Amu con gli occhi azzurri pieni di terrore.

Amu non smise un attimo di sorridere. Portò il suo viso di fronte a quello della persona tremante che le stava davanti, non facendo altro che implorarla di una cosa impossibile, risparmiarla.

- Sai… - le disse mettendosi la mano sotto il mento e fingendo concentrazione. - Hai dei bellissimi occhi…

La donna la guardò perplessa. E quello che centrava adesso?

- Mi piacerebbe tanto averli anche a me… - disse Amu. La signora ancora non capiva. Per schiarirgli meglio le idee la rosa alzò il pugnale, facendo iniziare dimenarsi la donna. Le afferrò la testa per farla stare ferma, le posò il pugnale al lato interno dell'occhio, poi premette infondo cavandoglielo e facendolo rotolare a terra.

La donna urlò di dolore, di un dolore atroce, mai provato. Il sangue sgorgava dal buco nero che era rimasto nel suo viso. Amu lo leccò con gusto, inumidendo la guancia della signora.

Poi con mano esperta cavò anche l'altro, con lo stesso procedimento, con la sola differenza che le grida erano aumentate.

Rise di gusto nel vedere tanta sofferenza in quel corpo che veniva scosso da tremiti e singhiozzi causati dal dolore provato.

Dopo aver leccato il sangue anche dal secondo occhio raccolse entrambi da terra, dove avevano precedentemente ruzzolato.

Li guardò mentre li reggeva con la mano sinistra. Erano diventati opachi, avevano perso la loro lucidità.

- Fa lo stesso… - si disse Amu. - Grazie del ricordino signora.

Disse sogghignando.

- Come posso fare per sdebitarmi con lei? - chiese con aria pensatrice e vocina innocente. Si portò l'indice sotto il mento. - Che ne dici se ti invito a cena?

E detto questo afferrò il capo per i capelli e strattonandolo con forza verso sinistra morse il collo, affondando i canini nella carne, un po' dura per i suoi gusti. Aveva talmente fame che finì in poco tempo quasi tutto il liquido, bevendo avidamente, con l'obbiettivo di non lasciare neanche una goccia.

Quando ebbe finito si staccò. Si leccò le labbra con gusto e poi volse la sua attenzione ad Ikuto.

- Ora si che si ragiona. - gli disse sorridendo sadica. - Tu avevi già mangiato?

- Io si. - disse il ragazzo mentre le si avvicinava. Le era rimasto un po' di sangue al lato della bocca, lui glielo tolse con la lingua, leccando la parte al lato delle labbra. - Non è male, ma ho assaggiai di meglio…

Disse guardandola intensamente e lasciandole intuire tutto. Con uno sguardo così se fosse stata umana sarebbe arrossita, ma si limitò a sorridere, un sorriso vero.

Saltò tra le braccia del vampiro che anche se colto impreparato riuscì a mantenere l'equilibrio.

- Ce ne dobbiamo andare… - le mormorò all'orecchio.

- Andare? E dove? - chiese la ragazza imprigionando i suoi occhi ambrati negli occhi viola cupo del ragazzo.

- Non ne ho idea dove, ma qui non siamo di certo al sicuro, se quegli uomini ti riprendono sarebbe la fine. - le disse. - Dobbiamo partire sta notte. Qui ci torneremo te lo prometto, ma per il momento è meglio starne alla larga.

Le disse notando come guardava quel posto la ragazza. In effetti se lo sarebbe dovuta aspettare, avevano appena fatto cinque cadaveri, la gente del villaggio non era battagliera, ma se si mettevano in branco, ala caccia di vampiri, con le torce in mano magari, beh… quello sarebbe stato un problema da considerare.

Annuì. Non era sicura se quello che stava facendo era giusto, ma dopo tre giorni senza la sua presenza lo avrebbe seguito ovunque. Il ragazzo si diresse verso la finestra, tra poco sarebbe sorto il sole. Si mise la fascia al collo e ne lanciò un'altra ad Amu, la quale la legò subito.

Ikuto attirò la ragazza a se ed aprì la finestra. Si gettarono insieme. Il ragazzo la teneva per la vita e per la nuca, evitandole di farsi male, mentre lei si teneva stretta a lui.

Solo ora si rendeva conto del cambiamento che aveva fatto la ragazza. Come essere umano sarebbe arrossita e morta di vergogna in una situazione simile e gli avrebbe fatto una scenata per un semplice abbraccio. Dovette ammettere che gli mandava la Amu umana e per un attimo si pentì di ciò che aveva fatto facendola diventare come lui. Poi però scosse il capo. Non sarebbero potuti vivere insieme se lei fosse rimasta umana. Insomma una scenetta tipo:

Ikuto torna a casa.

- Che ti preparo amore?

- Mah non so… che cadaveri ci sono rimasti?

Non andava proprio. Era demenziale solo pensarla una cosa del genere.

Atterrati iniziarono a camminare furtivamente. Il buio della notte li avvolgeva e li proteggeva sotto un manto scuro, ben presto però il manto sarebbe volato via lasciando posto a dei fastidiosi raggi del sole.

- Quanto vorrei che oggi piovesse… - disse Amu mentre scansava tra l'erba e la terra e seguiva Ikuto nella fuga verso un luogo che neanche loro sapevano quale sarebbe stato. - Il sole proprio non lo sopporto.

Ikuto fece una risatina.

- Oh… - disse. - Questa mi giunge nuova…

Amu sorrise. Continuarono a camminare. Il sole si stava facendo alto nel cielo e Amu sentiva le forze abbandonarla, venirle sempre meno, le sembrava di ritornare umana. Rabbrividì a quella sensazione e si sentì mancare. Poggiò la mano sul braccio del ragazzo per non rischiare di cadere.

Lui si voltò a guardarla e le circondò le spalle con il braccio.

- All'inizio è normale, stai tranquilla… - le disse all'orecchio. - Col tempo ci farai l'abitudine.

Lei annuì ancora un po' traballante. Era una sensazione tremenda, come se le stessero risucchiando via l'energia.

Si portò una mano al petto, in segno di sofferenza. La ritrasse di scatto.

- Non batte… - sussurrò quasi con stupore, ma anche felice. Allora era vero che ora poteva restare per sempre con Ikuto.

Il ragazzo avendo notato che cosa aveva fatto Amu scoppiò a ridere. La rosa gli rivolse uno sguardo interrogativo mentre abbassava la mano. Ikuto in risposta le posò una mano sul petto, al centro, in mezzo al seno. Se avesse potuto sarebbe arrossita, questa era una fortuna per lei perché si vergognava quando accadeva.

- Anche questa è una cosa a cui ti dovrai abituare… - le disse sorridendo e guardandola intensamente negli occhi. Continuarono a camminare uno affianco all'altra.

- Davvero non sai dove possiamo andare? - gli chiese d'un tratto.

Ikuto la guardò.

- Beh… ora che ci penso un'idea ce l'avrei. - le rispose con aria pensierosa.

- Quale?

- Un altro paesino poco lontano da questo, ci ho passato pochi giorni, non ho fatto in tempo a seminare il panico come qui… - disse sghignazzando. - Sei mai uscita da Mitsuyo?

Le chiese guardandola in viso. Amu annuì.

- Io non sono nata a Mitsuyo. - spiegò. - Sono venuta qui a cinque anni, perché me lo chiedi?

- Semplice curiosità… - le rispose con un'alzata di spalle.

Il resto del viaggio lo fecero in silenzio, pensando ognuno a quello che d'ora in poi sarebbe aspettato loro.


La mattina. Che bel momento della giornata. Dopo quegli avvenimenti il buio iniziava a spaventarlo sempre di più.

Era seduto al tavolo della stanza da tè da ore ormai. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto ed erano giorni che non mangiava.

La scena a cui aveva assistito non era delle migliori e lo aveva notevolmente colpito. Il suo viso era smagrito e pallido, sembrava un morto. Non si sentiva affatto in forma. Il signor Hotori non era da meno. Anche lui sembrava mezzo morto e pensare che non aveva assistito a niente. Però era stato lui a trasportare i cadaveri dei cinque uomini fuori dalla casa e quella di certo non era stata una bella esperienza.

- L'ha portata via di nuovo! - esclamò d'un tratto il biondo mentre si carezzava il mento. La barba aveva cominciato a crescere nuovamente e lui non aveva tempo di rasarsi.

- Signore… - provò a dire Eiji, l'uomo era partito da un bel pezzo, ma il moro non avrebbe mai creduto che sarebbe mai arrivato a questo livello.

- No, bisogna andarla a salvare Eiji! E quindi…

- Signor Hotori! La ragazza è fuggita perché anche lei è un vampiro andarla a prendere non servirebbe a niente! - sbottò Eiji alzando la voce e scattando in piedi, miracolosamente le gambe ancora lo reggevano. - E poi… - aggiunse in seguito con più calma fissando il tavolo. - Credo che per come l'abbia trattata il signor Williams sia meglio così. La tortura non va bene per nessuno… uomo o demone che sia.

Hotori rimase impietrito da quello che aveva detto il ragazzo. No, Amu non era un vampiro. Quello che stavano vivendo era tutto un sogno e non appena avrebbero riportato a casa la ragazza, fatto una bella dormita e in seguito alzarsi dal letto con i raggi del sole sul viso, si sarebbero resi conto che sarebbe stato tutto solo un brutto e terribile incubo. Tadase lo avrebbe salutato radioso come sempre. Amu gli avrebbe portato la colazione a letto e gli avrebbe rivolto uno dei suoi dolci sorrisi. Eiji avrebbe cucinato un buonissimo pane e infine Mary avrebbe combinato un altro dei suoi tanti disastri con il secchio dell'acqua. Si, tutto si sarebbe aggiustato. Perché avrebbero scoperto che era stato solo un sogno, uno stupidissimo sogno che si fa la notte.

L'uomo sospirò contorcendosi nervosamente le mani callose.

- Eiji… - richiamò il ragazzo con lo sguardo basso, le sue mani erano diventate improvvisamente interessanti.

Il oro posò lo sguardo sull'uomo, il quale ancora ancora non lo aveva alzato.

- Dite. - rispose.

- Io… - iniziò l'uomo. - Io voglio recuperare la ragazza.

Eiji spalancò gli occhi. Okay, ora stava delirando sul serio. Non avrebbe mai creduto una cosa del genere, neanche dopo il folle cambiamento che aveva fatto Hotori.

- Signore, vi siete forse ammattito? - domandò ancora con gli occhi increduli. - Amu è con un vampiro… e non con un semplice non morto, ma con uno dei più forti, credete davvero che sarà così facile andarla a prendere?

L'uomo sospirò di nuovo. Sapeva perfettamente con chi era Amu, sapeva anche che non sarebbe stato facile prenderla, ma era pronto a qualunque cosa ormai, la rivoleva con se, anche se avrebbe voluto dire farsi uccidere da lei. Voleva avere qualcuno caro vicino a se.

- Eiji, io voglio andare a prenderla, che tu venga con me o no, perché sappi che…

- Ci sto. - disse d'un tratto il moro. No, non era pazzo. Aveva solo ragionato. Ormai anche lui non aveva più niente per cui vivere, inoltre forse la storia che se il sire, ovvero il vampiro che aveva generato l'altro, moriva il vampiro da lui creato tornava libero. Forse potevano anche tentare. Perché no dopo tutto. - Avete capito bene, ci sto signore.

Hotori ancora lo guardava sorpreso, ma trovò la forza di sorridere lo stesso e alzarsi dalla sedia.

- Dove dovremmo andare? - domandò il moro.

Hotori ci rifletté un attimo, poi rispose:

- Andiamo al suo castello, non può averla portata altrove.

Il biondo annuì. Detto fatto uscirono dalla casa e con passo svelto attraversarono il bosco ed arrivarono davanti al castello.

Ebbero tutti e due un attimo di esitazione davanti all'imponente fortezza nera. Poi dopo aver deglutito un paio di volte Eiji spinse la porta ed entrò.

Lo seguì poi Hotori, deglutendo anche lui.

- Dove andiamo adesso? - chiese il biondo con voce tremante, forse non era stata una buona idea.

- Andiamo d-di sopra… - disse il moro, anche lui intimorito. Salirono le scale e aprirono la prima porta che trovarono.

Lo stomaco di Eiji fece una capriola e le budella si contorsero tutte. Lo spettacolo che avevano davanti era davvero disgustoso e l'aria di morte aleggiava nell'aria.

La donna che avevano incontrato nella casa ora era davanti a noi in visibile decomposizione.

Hotori quasi non vomitò anche l'anima, ma si limitò a rigurgitare la colazione sul pavimento pece della stanza.

- Io credo che non sia qui… - appurò richiudendo la porta il moro.

Hotori annuì a fatica, con la gola che bruciava a causa del vomito.

Ripercorsero le scale ed uscirono dalla dimora.

- Se non è qui dove saranno, forse dovevamo controllare se c'erano altre stanze… - disse Hotori.

- Non credo… - rispose Eiji. - Se ne sono andati signore.

Se avessero potuto le braccia del biondo sarebbero cadute a terra macchiando il terreno di sangue. Ma restarono incollate alle spalle senza muoversi.

- N-non è p-possibile. - balbettò incredulo.

- A quanto pare lo è. - rispose.

- No, io vado a cercarli! - esclamò l'uomo iniziando a camminare per uscire dal paesino ed iniziare la sua ricerca.

- Signore ragionate, anche se riusciste a trovarli come pensate di prendere Amu con…

- Dannazione Eiji! Io voglio vendetta! - disse infine con l'ira negli occhi. Ecco, lo aveva detto. Era quello che voleva veramente, voleva vendetta verso colui che aveva ucciso suo figlio.

- Signore che cosa…

- Mio figlio è stato ucciso da quel vampiro e io lo voglio morto e inoltre rivoglio vicino a me una persona cara! - disse adirato e triste al tempo stesso.

Il moro rimase muto a fissarlo. Il silenzio durò per ancora qualche minuto, fino a che Hotori non riprese a parlare:

- Credevi davvero che avrei voluto farla passare liscia a quel mostro che ha ucciso il mio piccolo Tadase?

Piccolo Tadase. Quel ragazzo grande e grosso con il cervello di un bambino era ancora il suo piccolo Tadase. Penoso.

Eiji sospirò.

- Va bene signore… - disse infine. - Vi aiuterò a portare a termine il vostro obbiettivo.


So che è un po' cortino, ma per mantenere la tensione e anche per problemi di compiti, penso che i capitolo seguenti saranno più o meno di questa lunghezza. Spero vi piaccia lo stesso! ^ ^ Kiss kiss

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shugo Chara! / Vai alla pagina dell'autore: Meme06