Le piaceva quella sensazione. Quella sensazione di vuoto ormai colmato,faceva sentire Sophie bene. Solo in quel momento, - forse - il più apprezzabile della giornata,riusciva ad esternarsi dal mondo reale e a entrarne in uno tutto suo,dove tutto era possibile e tutto era realizzabile. La musica,la proiettava in "un'altra dimensione"; appunto,la faceva stare bene. Era l'unica cosa,la musica,che era rimasta con lei; anche quando il mondo le crollava addosso e aveva bisogno di piangere per ore sporcando di eyeliner nero il cuscino candido,o anche quando qualcosa era motivo della sua felicità.
<<Signorina Austin!>> la voce dell'anziana donna fece tremare la ragazza,che istintivamente portò una mano all'orecchio e sfilò una cuffia. <<Vuole giovarci della spiegazione di questa lezione?>> il tono acido della professoressa faceva intuire che sarebbe stata cacciata fuori,dopo l'ennesima scena muta. Ma S ci era abituata,ormai non le faceva più niente essere urlata dietro e essere rimandata a casa di continuo; preferiva occuparsi della sua sorellina,invece di stare ore rinchiusa in una dannata prigione, dove nulla era permesso.
Silenzio. La ragazza aveva lo sguardo fisso sulla donna,e si accorse che sul suo volto prese posto un sorriso sghembo. Iniziò a segnare qualcosa con quella calligrafia illegibile sul grande diario di
classe,e automaticamente la ragazza raccattò le sue cose. In pochi istanti,S era all'impiedi,e con un <<Fanculo a tutti>> uscì da quell'incubo,richiudendosi alle spalle la porta di quella gabbia di matti.
Non era mai stata socievole,Sophie; o almeno,con chi non conosceva oppure con chi la rappresentava con una cattiva "reputazione". Insomma,aveva quei pochi amici, - anzi - l'unica e buon'amica.
Scese di corsa le scale,sembrava un ciclone. Giù,all'improvviso si trovò con un libro ai piedi. Alzò lo sguardo e vide un ragazzo,molto carino; che,però,non aveva mai visto prima.
*
Il moro si chinò subito a prenderlo,e una volta tiratosi su incrociò i suoi occhi color ghiaccio con quelli della bionda,color miele.
<<Oh,scusa. Ciao,io sono Simon. Piacere di conoscerti.>> Sophie accennò un sorriso. D'un tratto,voleva restare lì,a conoscere meglio quel ragazzo che l'aveva colpita.
<<Piacere mio,sono Sophie. Ma chiamami S,preferisco così.>> il suo volto si allargò in un sorriso.
Era la prima volta che lo vedeva nei paraggi,e siccome conosceva di vista molte persone,non l'aveva mai notato. Così,si incamminarono e arrivarono fino ad un bar,dove si sedettero ed iniziarono a conoscersi meglio.
<<Mh,e così ti sei trasferito in questo quartiere da poco?>> il ragazzo annuì,addentando la sua brioche ancora calda e morbida; la bionda sorseggiò un po' di cappuccino con lo zucchero di canna,come amava la sua mamma.
Sì,le mancava un po' Alex,quella giovane donna che stravedeva per la figlia ma che per lei non c'era quasi mai; causa,impegni di lavoro. Da quando era diventata un'agente insieme al marito,la sua vita aveva subito una grande svolta.Ora si era stabilita a Los Angeles,da New York,per un tempo indeterminato. E ciò faceva stare Sophie a disagio,come se non avesse un punto di riferimento.
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Si era fatto tardi,doveva rincasare. Probabilmente,la sua sorellina si era svegliata dal sonnellino e ora stava guardando la tv nella sua cameretta,ma doveva essere con lei,a controllarla per qualsiasi cosa. Così chiese gentilmente al ragazzo di accompagnarla. Lo fece anche entrare e gli offrì qualcosa,e dopo essersi accertata che era tutto apposto con Corinne continuò quella tanto famosa conversazione col moro.
Ad un certo punto si alzarono entrambi. Sophie infatti voleva accompagnare sull'uscio Simon.
Lui però,non si mosse di lì. Anzi,prese la ragazza e la sbattè al muro.
<<S devo dirti una cosa..>> la guardava fisso negli occhi. <<...mi piaci,dal primo momento che i nostri occhi si sono incontrati.>>
Iniziò ad accarezzarle i fianchi,e a baciarle sempre con più foga il collo.
All'improvviso,la porta dell'entrata rimasta socchiusa,sì aprì.
<<Lasciala stare Simon.>> sull'uscio apparve un Max con i pugni serrati e gli occhi colmi di rabbia,che fissava incessantemente il ragazzo con uno sguardo fulminante.
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