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Autore: _xsilver    14/10/2011    0 recensioni
Ma perché? Ma perché mi sta succedendo questo? Non me lo so spiegare...forse sarà l'inizio di un lungo viaggio, che ha deciso qualcuno più grande di me.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi guardo allo specchio. Sono orribile. La luna che rischiara completamente il mio balcone è meno pallida del mio viso. Il ticchettìo dell'orologio mi spinge a entrare in camera dove il letto rispecchia un risveglio brusco, e a guardare l'orologio. Le 4:27. NO. DI NUOVO. NON E' POSSIBILE. Se non ricordo male sono andata a dormire all'una. Quest'insonnia dura da troppo tempo. Lavoro 18 ore al giorno premendo quei maledetti tasti di quel maledetto aggeggio in quel maledetto buco del mio ufficio, con una pausa di 15 minuti a mezzogiorno. Cioè, neanche a scuola. Arrivo a casa, il tempo di farmi una doccia e di "cenare". DEVO dormire. E invece no. é più forte di me. Mi distendo sul letto, e guardo il soffitto. Penso al nulla.
Mi peso sulla bilancia, e mi accorgo che la mia massa corporea diminuisce sempre più. Questo non mi dispiace, perché almeno sono magra. Ma pesare 37,5 chili a 45 anni non penso sia proprio così piacevole. Mi riguardo allo specchio. Penso a quanto possa essere traditore. A parte il fatto che quella che per te è la destra per lui è la sinistra. Poi il fatto che una persona si "riflette" quando non è vero niente. Esso riflette solo ciò che la nostra mente vuole vedere. Alle anoressiche le fa sembrare grasse, ai bassi troppo bassi. E' grave; un oggetto inanimato che a volte fa soffrire più di quanto lo possa fare una persona. Oddio, dipende. "ESSERE FERITI DA UNO SPECCHIO", complemento di causa efficiente. Questo mi fa ricordare quei giorni della lontana adolescenza, molto buia. Meglio non ricordarli. E intanto sono passate 2 ore, ed è l'una di notte. E io sono sveglia. E penso a questo. Cioé al nulla.
Non è che al lavoro non se ne accorgano i miei colleghi. Mi vedono sfinita, affaticata, deconcentrata. E per quanto io sia stanca, non ce la faccio a dormire.
In quella schifosissima e brevissima pausa pranzo da un quarto d'ora mi siedo su una panchina fuori dall'edificio e non mangio niente, bevo solo caffè;. Osservo i primi alberi del vialetto di Central Park. Immagino le miriadi di famiglie di uccellini o scoiattoli che si possano rifugiare in quei possenti fusti. Beati loro, penso. Beati gli animali, non hanno le preoccupazioni che abbiamo noi esseri umani. Non lavorano, non si preoccupano granchè della famiglia, dato che dopo i primi mesi di vita, quando i piccoli imparano o a camminare, o a volare, o a diventare autonomi, li lasciano fare la loro vita senza preoccuparsene più. Noi invece... quanti problemi abbiamo in questo mondo che sta andando a scatafascio. E gli animali, che non c'entrano assolutamente niente poverini, anzi, ci insegnano grandi cose, ne devono subire le conseguenze. Io penso che se vivessi nella mia casa da dieci milioni di anni, e a un certo punto un essere piccolo quanto me si intromettesse nella mia vita e non solo comanda, ma addirittura mi manda sottosopra la mia casa mi infurierei tantissimo. Ed è quello che succede loro. Pensate, vivono qui da milioni di anni e...<>. Ecco, come vi dicevo. Questa sarebbe una pausa degna di un impiegato che lavora 18 ore al giorno.
  
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