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Autore: Slytherin Nikla    23/06/2006    1 recensioni
Nonostante il titolo richiami Stendhal non c'entra (come naturale) assolutamente nulla. Rosso e Nero sono le dimensioni caratteriali ed emotive dei personaggi protagonisti... Ad Hogwarts infatti si preparano grandi novità, e tutto inizia con una giovane insegnante dai capelli rossi...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Minerva McGranitt la guardò da dietro le lenti quadrate, non senza orgoglio per aver contribuito a formare quella strega dai poteri decisamente fuori dal comune.

« Va tutto bene, professoressa McCoy? » La ragazza si sfilò gli occhiali dalla montatura leggera e li usò per tenere fermi i capelli sciolti, rossi come il fuoco, in uno degli ultimi gesti della sua vita babbana sopravvissuti al mondo magico. Sorrise alla sua insegnante di un tempo, con un po’ di imbarazzo.

« Sì, professoressa… » La McGranitt la guardò con severità.

« Quando smetterai di chiamarmi così, Veritas? Per Merlino, siamo colleghe ormai! E da abbastanza tempo perché tu possa iniziare a rendertene conto ». La più giovane insegnante di Hogwarts si strinse nelle spalle con un’aria timidamente colpevole.

« Ti chiedo scusa, Minerva; hai ragione ». Minerva McGranitt aggiustò la distribuzione dei libri che portava tra le braccia e riprese a salire le scale.

« Permettimi comunque di dirti che non ti credo. Dubito che vada tutto bene come hai detto. Ti conosco da troppo tempo per lasciarti credere di riuscire a prendermi in giro… Hai voglia di parlarne nel mio ufficio? »

Naturalmente quella proposta non lasciava spazio alla possibilità di un rifiuto: e se anche l’avesse fatto, Veritas non si sarebbe comunque tirata indietro di fronte a quell’invito. Adorava Minerva McGranitt, da sempre; o quantomeno, da quando aveva scoperto la sua esistenza! A undici anni Veritas aveva ricevuto la lettera di ammissione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e le si era aperto un mondo del quale non aveva mai neppure avuto idea; un mondo che, già dopo la prima occhiata, capì sarebbe stato la sua vita. Il primo contatto con la magia, ancora lo ricordava, era stato una Cioccorana, nella quale aveva trovato la figurina di Minerva McGranitt: e così aveva associato un volto alla firma sulla sua lettera di ammissione, scoperto di provenire dalla sua stessa zona della Scozia, e trovato una figura cui ispirarsi per il proprio futuro.

Giunta ad Hogwarts, era stato come se tutti i suoi sogni fossero stati esauditi. Più guardava la McGranitt preparare lo Smistamento, più si convinceva che diventare come lei sarebbe stato il suo traguardo; il Cappello Parlante l’aveva assegnata a Grifondoro, ed era stato tutt’altro che un caso… Quella sera era ancora perfettamente impressa nella sua memoria.

" Oh, ma guarda! Un’ammiratrice della cara Minerva! Merce rara, senza dubbio… Meriti un premio, sì… GRIFONDORO!" La Sala Grande era esplosa in applausi, e anche il cuore di Veritas era stato ad un passo dall’esplodere per la felicità.

« A cosa stai pensando, con quello sguardo sognante? » La vicepreside di Hogwarts lasciò cadere i libri sulla scrivania con un tonfo.

« Al mio smistamento »

« A costo di sembrarti una vecchia nostalgica… Capita anche a me di pensarci, da quando sei tornata ».

Veritas McCoy era ormai da quattro mesi la nuova insegnante di Divinazione, la più giovane docente che Hogwarts avesse mai avuto; e a soli 28 anni era probabilmente anche la più amata dagli studenti. Mentre la McGranitt riponeva i libri nei rispettivi scaffali, Veritas Materializzò sulla scrivania due tazze di tè fumante e un piattino di biscotti. Poi, per nascondere l’impeto di malinconia che la stava assalendo, si avvicinò alla finestra e lasciò correre lo sguardo all’esterno.

« Mi sembra che quelli del primo anno migliorino a vista d’occhio con la scopa… Nemmeno uno a terra, oggi! » Sbrigativa, Minerva non diede peso a quella frase.

« Stai cercando di confondermi, Veritas? Credi che abbia dimenticato perché siamo qui? »

« No, Minerva, naturalmente no… »

« Non voglio certo obbligarti, cara, ma sembri così preoccupata…assente, quasi ».

La ragazza si concesse un po’ di tempo prima di rispondere; indugiò con lo sguardo sulla tazza di tè che la sua ex insegnante stringeva tra le dita, e si sorprese a pensare a quanto fossero cambiate le cose nel corso della sua vita: lei, figlia di molto mediocri Babbani, aveva scoperto di essere una strega, e una strega potente per di più; e per quanto potesse esser stato semplice, ora, far arrivare lì quel tè, tuttavia il solo constatarlo – le capitava sempre, con i piccoli particolari – le faceva sembrare incredibilmente straordinario il suo incarico: Veritas McCoy, che fino ad 11 anni era stata l’oggetto preferito delle conversazioni crudeli delle sue coetanee snob, era ora una splendida donna, e soprattutto l’insegnante più giovane della più prestigiosa Scuola di Magia che ci fosse al mondo.

« Non è niente di grave, davvero, non hai motivo di preoccuparti ».

« Veritas… Se non vuoi parlarmene, naturalmente ne hai tutti i diritti. Solo, vederti così mi preoccupa, che tu lo voglia o meno. Non c’è bisogno, credo, di ripeterti quanto sei sempre stata speciale per me… Vorrei solo che potessi fidarti, in caso di necessità » Minerva McGranitt le sorrise, incoraggiante. « Sei sempre stata la più brava… Speravo che un giorno avresti preso tu il mio posto, sai? Ma poi abbiamo scoperto che eri una Veggente, ed eccoci qui ». Veritas provò a spostare la conversazione su un territorio neutrale.

« Non sono una Veggente per mia scelta, non c’è bisogno che tu lo dica con quel tono… » le disse ridendo. In fondo non era un segreto per nessuno: lei stessa avrebbe preferito Trasfigurazione.

« Non ce l’avevo con te, ma sai cosa ho sempre pensato della Divinazione… Imperfezioni, bizzarrie, vani sproloqui… Almeno, finché non ho visto cosa sei in grado di fare tu. D’accordo, forse ho cambiato avviso sulla Divinazione; ma non ti aspetterai davvero che l’abbia fatto su quella semi incapace che Silente ti ha chiamato a sostituire! Per non parlare della sua dedizione allo sherry… Deplorevole, a dir poco deplorevole ».

Veritas McCoy rise, e la sua risata sciolse anche la McGranitt: tutti ad Hogwarts avevano perfettamente chiaro quanta tensione corresse tra la vicepreside e Sibilla Cooman…due personalità accomunabili esattamente quanto potevano esserlo una mandragola ed una zucca: se queste appartengono al regno vegetale, loro appartenevano a quello animale, ed ogni possibile affinità si esauriva lì.

« Allora non vuoi proprio dirmi cosa ti succede? » Veritas si domandò rapidamente cosa fare, poi si rese conto che parlarne con la persona che forse al mondo teneva di più a lei avrebbe potuto sicuramente farla star meglio.

« Sono nei guai, Minerva ». La McGranitt posò la tazza sulla scrivania come se temesse di lasciarla cadere; tuttavia le sue parole furono tranquille, senza tradire agitazione.

« Che tipo di guai? »

« Temo seri ». Veritas McCoy notò la preoccupazione spargersi sul viso della sua insegnante preferita, la donna che pur non ammettendo trattamenti preferenziali verso nessuno l’aveva sempre considerata la migliore delle sue allieve. Inspirò profondamente e parlò tutto d’un fiato. « Credo di essermi innamorata ».

L’apprensione di Minerva si sciolse.

« Innamorata? Ma è… Meraviglioso! » Ma poi, osservando l’espressione di Veritas, si corresse. « Devo dedurre che non sia così? »

« Ma no, è solo che… » La McGranitt attese che l’altra terminasse la frase, ma quella non lo fece.

« Posso permettermi… Chiederti chi… »

« È proprio questo il problema, Minerva. E non so proprio come dirtelo ».

« Con una tale preoccupazione, non ci sono molte possibilità. O si tratta di un Babbano…»

« No, non è un Babbano ».

« …Oppure è di un’altra Casa » Di fronte allo sguardo di Veritas, cercò di rassicurarla. « Ma in fondo la divisione in Case è sempre stata poco più di una formalità! Certo, magari se mi dicessi almeno che non è un Serpeverde… » Veritas McCoy assunse l’aria colpevole delle rare volte in cui era stata sorpresa senza compito.

« Ecco, questo non posso proprio farlo, Minerva ». La donna di fronte a lei si appoggiò allo schienale della poltrona scozzese, con gli occhi chiusi, e rimase così per diverso tempo. L’attenzione di Veritas scivolò fuori dalla stanza, fermandosi sugli allenamenti di Quidditch che si svolgevano in lontananza. Da quel che poteva intuire sembrava la squadra di Tassorosso, ma da quella distanza non lo avrebbe giurato.

« Capisco. E… Eravate a scuola insieme, immagino. Vediamo, chi c’era in quel periodo? Anderson? Lagen? Baker? » Veritas si fece più piccola che poté nella poltrona.

« No, Minerva, non… Non eravamo a scuola insieme. Non come intendi tu, almeno ».

« Giuro che non sto capendo niente ».

« Non so come dirtelo. È…sì, insomma… » La giovane insegnante di Divinazione percepì, con un minuscolo impegno dei propri poteri, la preoccupazione della donna seduta davanti a sé, una preoccupazione che cresceva di secondo in secondo, e dovette rassegnarsi a parlare. « Piton ».

« Cosa? Piton? Mi stai dicendo che… Quel Piton? Severus? »

« Ecco. Ora capisci perché non sapevo come dirtelo ».

Minerva McGranitt si prese qualche altro istante per riflettere.

« Lui lo sa? »

« No… Non del tutto. Non è mica facile, affrontare un discorso del genere. Con lui, poi! »

« Quindi, sa qualcosa. E lui cosa prova? » Veritas McCoy sorrise.

« Leggere nella mente di Severus è impossibile. Riesco solo a percepire qualche frammento di emozione… E di solito, quando mi vede, quel che sento è un’incredibile rabbia » La McGranitt rifletté a voce alta.

« Non voglio certo illuderti, ma se davvero senti da lui della rabbia qualche speranza potrebbe addirittura esserci… » La McCoy decise di cambiare argomento. Passando a qualcosa che le stava altrettanto a cuore.

« C’è una cosa di cui vorrei parlarti, Minerva… Lavoro ».

« Dimmi pure ».

« Hermione Granger. Sai perché non frequenta Divinazione? » La McGranitt sospirò di compiacimento.

« Problemi con Sibilla… Difficoltà di comunicazione e non solo che, confesso, non ho mai fatto nulla per ridurre » Veritas rise.

« Anche se mi avessi detto il contrario, intanto, non ti avrei creduto! » Sapeva fin troppo bene cosa Minerva pensasse della Cooman, in buona parte lo condivideva lei stessa. « Finalmente una nuova candidata alla tua cattedra, Minerva? » E poi aggiunse, con un goccio di tristezza che avrebbe voluto suonare artefatto ma invece non poteva essere più sincero: « Qualcuno che prenderà il mio posto tra i tuoi rari allievi preferiti? » La vecchia insegnante di Veritas scosse la testa.

« Hermione ha tante delle tue doti, è vero, e sin dalle prime lezioni mi ha ricordato te quando arrivasti qui. Ma tu, mia cara, sei davvero insostituibile, fattene una ragione… »

« Grazie. » Si sentiva molto commossa. Ma in fondo aveva sempre saputo ciò che Minerva McGranitt le aveva appena detto… Lei, inspiegabilmente, era stata l’unica, da che si potesse ricordare, che la McGranitt avesse mai trattato davvero come una figlia, e addirittura, quando era il caso, avesse favorito. « Ma proprio per la alta opinione che tu hai di lei, pensavo di chiedere alla Granger di partecipare a qualche mia lezione… Anche se ammetto che ora che mi hai spiegato i motivi di questa opinione, sono molto più curiosa di averla in classe! »

« Mi sembra una buona idea. Vuoi che gliene parli io? »

« Preferisco essere io a farlo per prima, non vorrei che pensasse subito ad una cospirazione… A patto che tu intervenga se le cose andassero male! »

  
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