Lily sapeva che gli occhi di Narcissa, rivolti verso le parole stampate sul libro di Incantesimi, erano di un azzurro particolare, freddo ma in realtą accogliente, per chi avesse saputo capirlo.
Lily sapeva che i capelli biondi -color del grano avrebbe detto qualche poeta- che la ragazza stava scostando dal viso profumavano di peonia.
Lily sapeva che sotto il maglioncino grigio bordato in verde e argento e alla camicetta immacolata si nascondeva un seno pieno e dolce, mai sazio di attenzioni.
Lily sapeva che, coperte in parte dalla gonna, c’erano delle gambe favolose.
In conclusione, Lily sapeva che la sua ragazza sembrava la copia vivente della bambola che aveva quando era piccola e giocava a fare la principessa con Petunia.
Quello che non sapeva era che anche Narcissa la paragonava a quell’antico giocattolo, ormai riposto in qualche baule, che aveva allietato i suoi lunghi pomeriggi solitari della sua infanzia. Quella bambola dai capelli rossi come il fuoco e gli occhi verdi come la giada, chiamata Tulipa.
Aveva sempre saputo che le liliaceae avrebbero fatto parte della sua vita.