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Autore: lorian    15/10/2011    6 recensioni
" Sei Mia "
Da più di mezz'ora Hermione Granger si rigirava tra le mani quel maledetto bigliettino che aveva fatto bella mostra di se sul suo letto nella sua stanza di Caposcuola.
" Sei Mia " recitava il bigliettino ma sua di chi?
Tutto ha inizio con dei misteriosi bigliettini che porteranno Hermione a scoprire un insospettabile verità.
Spero vi piaccia e vi ricordo che i personaggi non mi appartengono ma sono della Rowling
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Anche se non ho ancora finito di pubblicare l'Incantio talenti, mi venuta in testa questa piccola storia composta da due soli capitoli e spero proprio che vi possa piacere.

Grazie sempre per la vostra simpatia.

 

Sei mia - primo capitolo

 

" Sei Mia "

Da più di mezz'ora, Hermione Granger si rigirava tra le mani quel maledetto bigliettino, che aveva fatto bella mostra di se sul suo letto nella sua stanza di Caposcuola.

Quando era entrata nella camera, stanca della giornata appena trascorsa, l'aveva visto subito posto sui cuscini.

Impossibile non notarlo, visto che i bagliori argentei che mandava saltavano subito agli occhi e troneggiava tronfio come a richiamare la sua attenzione.

Chi diavolo l'aveva messo lì e sopratutto come, dato che per entrare si doveva passare prima per il ritratto della signora Grassa e poi il messaggero doveva essere al corrente della parola d'ordine per accedere alla sua stanza.

Parola d'ordine che per altro neppure tutta la fauna maschile dei Grifondoro conosceva.

Questo privilegio l'avevano solo Harry e Ron ma lei sapeva bene che il suo occhialuto amico stravedeva per Ginny mentre l'ultimo maschio di casa Weasley, passava gran parte del suo tempo a scandagliare le tonsille di Lavanda Brown.

Quindi chi poteva essere l'artefice di quelle due singole paroline che la stavano mandando ai pazzi.

" Sei Mia " recitava il bigliettino ma sua di chi? Hermione odiava il fatto di sentirsi impotente di fronte a qualcosa che non sapeva spiegarsi.

Alla fine decise che quello doveva essere stato sicuramente uno scherzo di cattivo gusto, magari fatto da qualche sua compagna in vene di goliardie.

Fece in mille pezzi il biglietto poi alzando le spalle, si diresse verso il bagno per godersi una meritata doccia.

Quando alla fine dopo venti minuti rientrò nella stanza, avvolta in un caldo e morbido accappatoio per poco non stramazzò al suolo.

Sul cuscino, nello stesso posto di prima, c'era un altro biglietto dai bagliori argentei segno che qualcuno era entrato nella stanza mentre lei si stava lavando.

Piano, piano si avvicinò al letto e con la mano tremante prese il bigliettino per poterlo leggere.

" Sei Mia, non puoi scappare!"

" Ma che diavolo sta succedendo qui?" si chiese la riccia, tremando per l'evidente nervosismo.

Con un ansia che le stravolgeva il cuore s'inginocchiò per controllare che non ci fosse qualcuno sotto il letto ma non vi trovò nessuno poi lentamente, si accostò all'armadio e velocemente ne spalancò l'anta.

" Tana per lo scrittore folle!".

See ma tana di che, visto che lì dentro non c'era nessuno; respirando sempre più velocemente, si avvicinò alle tende della finestra e le spostò ma neppure lì c'era nessuno.

Come ultima spiaggia, guardò nel cestino per vedere se per caso il bigliettino buttato precedentemente non fosse più lì e lo vide far bella mostra di sé in fondo.

Per un attimo aveva sperato di non trovarlo più, segno che magari quello fosse un bigliettino incantato che una volta fatto a pezzi si riparava da solo e si riposizionava dove era stato messo prima.

Ma il fatto di aver trovato i resti ancora lì nel cestino, stava a significare che quello era un altro biglietto e che quindi qualcuno era entrato lì, mentre lei si lavava.

In preda all'angoscia, aprì la porta della sua stanza e stringendosi all'accappatoio, si avvicinò alla balconata che si affacciava sulla Sala comune dove vide Ron impegnato come al solito, nelle mansioni ludiche di slinguamento con Lavanda e Harry che dolcemente coccolava Ginny.

Proprio di quest'ultima la riccia aveva bisogno.

Doveva parlare con qualcuno di quello che stava succedendo e chi meglio della sua migliore amica poteva starla a sentire.

" Ginny? Mi spiace disturbarti ma potresti venire un secondo in camera mia?" le disse con la voce scossa dal nervoso.

La rossa volse il suo sguardo verso di lei e di certo dovette aver visto qualcosa di strano, perchè dopo aver dato un veloce bacio al suo ragazzo, corse rapidamente nella camera della Caposcuola che trovò seduta sul letto in uno stato pietoso.

" Herm che succede?" le chiese premurosa Ginny e lei prima di rispondere si alzò dal letto, si diresse verso la porta, si affacciò per controllare che non ci fosse nessuno poi chiuse l'uscio sigillandolo ed imperturbando la stanza.

Quindi senza aggiungere una sola parola si piegò verso il cestino e prese i resti del primo bigliettino e li poggiò sul letto.

Poi rivolta alla sua amica chiese: " Ginny è tanto che tu ed Harry siete seduti in sala?" e lei pur non capendo il motivo di quella domanda, rispose: " Quasi mezz'ora ma perchè me lo chiedi?".

Hermione sbuffando, si apprestò a riunire tutti i pezzi del biglietto come se stesse ricomponendo un puzzle difficilissimo poi si spostò, per far vedere alla sua amica il risultato.

" Sei mia! Ma che significa? Chi te lo ha scritto?" chiese curiosa Ginny e la riccia, sbuffando rispose: " Che il Diavolo mi porti se lo so! Quando sono entrata qui in camera, al nostro ritorno l'ho trovato sui cuscini e pensando ad uno scherzo l'ho fatto in mille pezzi.

Poi però ho deciso di andarmi a fare la doccia e quando sono uscita, per poco non mi ha preso un infarto, perchè sui cuscini al posto dell'altro c'era questo" disse porgendogli il secondo biglietto.

" Sei mia, non puoi scappare! Ma è assurdo! Chi può essere stato? Ti posso assicurare, che mentre eravamo in sala non è passato nessuno e d'altronde come facevano a sapere la tua parola d'ordine se la sappiamo solo io, Harry e Ron?".

Hermione si strinse nelle spalle, sbuffando vigorosamente poi disse: " Non lo so e credimi questa cosa mi sta facendo fumare il cervello ma quello che più m'infastidisce è il fatto il secondo biglietto è stato messo lì mentre ero sotto la doccia, segno che chiunque poteva entrare e vedermi come mamma mi ha fatto!".

La riccia era veramente fuori di se e tremava vistosamente; Ginny decise di calmarla e con dolcezza le disse: " Senti facciamo così, ora tu ti vai a vestire per andare in Sala Grande per la cena e per qualche ora non ci pensi.

Vedrai che sicuramente sarà uno scherzo di cattivo gusto e non credo che sia il caso di starci a pensare; non penso che se ne fai una malattia tu possa risolvere questo arcano" poi con fare cospiratore aggiunse: " Per ora non diciamo nulla a Harry e Ron, perchè sono sicura che primo andrebbero su tutte le furie dato che sai meglio di me quanto siano iperprotettivi nei tuoi confronti e secondo non è che mi fidi proprio tanto della discrezione di mio fratello.

Sai che non riesce a nascondere niente a quel polipo con le gambe e se Lavanda-sono-discreta-come- no-Brown, lo viene a sapere puoi scommetterci che in pochi secondi anche tutti i quadri del castello, spettegolerebbero su questa faccenda!".

La palese antipatia che Ginny provava verso la fidanzata del fratello, fece ridere Hermione per la prima volta in tre ore quindi decise di seguire il consiglio dell'amica.

Quando fu pronta, insieme raggiunsero Harry Potter e il baciatore pazzo ed insieme alla cozza linguacciuta, si diressero a cenare.

Giunti nella Sala Grande presero posto e come di consueto ascoltarono il messaggio di saluto della Preside, poi attesero l'arrivo dei gufi che consegnavano la posta.

Hermione che non attendeva nessuna missiva, afferrò la copia della Gazzetta del Profeta e si mise a leggerla soprapensiero.

Ad un tratto la voce nervosa di Ginny, le giunse all'orecchio pronunciando il suo nome: " Herm!" e quando alzò gli occhi dal giornale per guardarla, vide che la ragazza fissava con gli occhi spalancati qualcosa di fronte a lei.

Giratasi vide un anonimo gufo grigio, che paziente attendeva che lei prendesse quella lettera che teneva nel becco.

Chiaramente sorpresa, allungò le mano e afferrò la busta; nello stesso istante il gufo prese il volo e scomparve.

Con la mano tremante, si apprestò ad aprirla: già prima di aprirla, Hermione sapeva di che si trattava dato che anche questa, come le due precedenti emetteva bagliori argentei.

Ginny si scambiò di posto con Harry, per starle accanto e lei un pò più tranquilla aprì la busta e ne estrasse il biglietto.

" Sei Mia, non puoi scappare! Non te lo permetto".

Come in un concatenarsi di eventi, Hermione prese a tremare poi volse lo sguardo intorno a se, per vedere se qualcuno la stesse fissando ma non si accorse di nessuno.

Tutti erano presi a cenare, incuranti che il cuore della ragazza fosse lì, lì ad uscirgli dal petto.

" Ginny, oh Merlino!" fu l'unica cosa che riuscì a dire Hermione, rivolta alla ragazza che al suo fianco, fissava il biglietto con gli occhi fuori dalle orbite.

Poi la testa prese a girargli talmente forte che temette di svenire e prima che questo potesse realmente accadere, si alzò ed uscì correndo fuori dalla sala.

Annaspando e boccheggiando, Hermione riuscì ad arrivare fuori in giardino dove prese a respirare lunghe boccate di aria, come se volesse riempirsi di linfa nuova e vitale.

Quando si fu calmata ricominciò a respirare normalmente, fino a quando alle sue narici giunse un odore inconfondibile, di nicotina e menta.

Volgendo lo sguardo nella direzione dalla quale proveniva quella fragranza, Hermione incrociò il gelido sguardo di Draco Malfoy che in silenzio, la stava studiando.

" Hei mezzosangue che ti succede? Sembrava che tu fossi sull'orlo di un infarto! Cosa c'è? Brutte notizie in arrivo o semplicemente ti sei finalmente resa conto, di quanto la tua presenza al mondo sia insignificante."

Hermione storse un pò la bocca prima di pensare - E' strano a dirsi ma quasi, quasi la presenza di Malfoy e le sue battute malvagie mi sono gradite. E' come se almeno qualcosa di normale sia rimasto!-

" Beh, se non hai nulla da dire" disse scocciato Draco " io me ne vado. Sai non è proprio al centro dei miei pensieri stare fermo lì a fissarti, mentre sfoggi quell'espressione assolutamente e palesemente confusa".

Quindi finito di parlare, il ragazzo le volse le spalle ma fu bloccato all'istante da Hermione, che con la voce resa roca dal nervoso lo chiamò: " Malfoy! Per favore non andartene!".

Draco posò i suoi gelidi occhi in quelli caldi e passionali della ragazza poi annuì in silenzio, avvicinandosi a lei.

Senza neppure sfiorarsi, cominciarono a camminare nel grande giardino dirigendosi verso le rive del Lago Nero.

Arrivati vicino all'acqua, che placida sciabordava sulla riva, i due ragazzi si sedettero e Draco per rompere il silenzio, chiese: " Allora Granger, che cos'è che ti preoccupa?" ed Hermione che rifletteva che quella era forse la prima volta che lui non si rivolgeva a lei con epiteti vari come sporca mezzosangue, sangue sporco, castora, sotto-tutto-io ecc, ci mise un pò a rispondere.

Draco pensando che lei non volesse rispondergli, scosse le spalle e disse: " Ok, ok non sei tenuta di certo a dirmelo!".

Hermione, si girò verso di lui con un debole sospiro poi rispose: " Non ho segreti che non posso condividere con gli altri tanto meno con te. Sono un pò nervosa perchè stasera ho ricevuto tre biglietti anonimi che mi lasciano alquanto perplessa!".

" Ah si e come mai? Che c'era scritto?" chiese curioso, Draco e lei rispose: " Erano solo poche parole scritte da qualcuno praticamente folle!".

" E da quando scrivere che una persona ti appartiene è sinonimo di follia? Non sei contenta di avere uno spasimante segreto?"ribadì lui soprapensiero.

Hermione si fermò a pensare che in fondo Draco aveva ragione: lei avrebbe dovuto gioire del fatto che qualcuno, anche se non sapeva chi, spasimava per lei e che la considerasse sua come aveva detto il biondo.

- Un momento -pensò la ragazza scioccata - come diavolo faceva lui a sapere che in quei biglietti erano scritti da qualcuno che mi considera di sua proprietà? Io di sicuro non gliel'ho detto! Ma allora come faceva a saperlo? A meno che...... -

" Malfoy" chiese con la gola secca la ragazza " li hai scritti tu quei biglietti?" e il ragazzo sgranò gli occhi, rendendosi conto di essersi tradito e dandosi formalmente dello stupido.

Il biondo la fissava senza riuscire a trovare le parole da dire e quando Hermione gli prese la mano e richiese: " Malfoy sei stato tu?" lui capì, di non avere scelta.

" Si sono stato io" disse con un filo di voce e con il cuore che prepotente cercava di uscirgli dal petto.

Hermione spalancò gli occhi poi a fatica chiese: " Perchè? Che significa? Cos'è un altro metodo per divertirti alle mie spalle?".

La ragazza provava dentro di sé sentimenti contrastanti: da una parte c'era la speranza che lui le dicesse qualcosa di bello, dall'altra c'era il terrore che lui la stesse prendendo in giro.

 

  
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