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Autore: Caffelatte    15/10/2011    5 recensioni
"Non voglio più soffrire.
Ero convinto che, standoti lontano, dimenticandomi di te, tu saresti scomparso dalla mia mente.
Saresti scivolato via dai miei ricordi, dal mio cuore, come la pioggia.
Lontano."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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[editor e titolo modificati il 21/10/12]

Titolo: Sorry •
Genere: Sentimentale, Malinconico.
Avvertimenti: OOC.

Pairing: Shonen-ai. Hera Tadashi / Afuro Terumi.

 

***



Sorry


Sei stato sconfitto.
Hai perso contro la squadra di Endou Mamoru.
E ora che sei tornato.
Sei a casa, con la febbre.
Credevo che fosse meglio così.
Meglio, così almeno non saresti venuto a cercarmi.
Così, non avrei sofferto di nuovo, rivedendoti.
Perché è sempre così.
Ti odio.

Sì, ti odio.
Ti odio perché tu compari
E scompari all’improvviso
E ogni volta che riesco a sfiorarti mi sfuggi.


Non voglio più soffrire.
Ero convinto che, standoti lontano, dimenticandomi di te, tu saresti scomparso dalla mia mente.
Saresti scivolato via dai miei ricordi, dal mio cuore, come la pioggia.
Lontano.

La notte che te ne sei andato era buio e pioveva.


Anche adesso piove.
Ma chi me lo fa fare?
Vorrei davvero sapere perché sto venendo da te.
Sarà che tengo troppo a te per lasciarti solo con la febbre.
Sarà che ti amo troppo.
Dannati sentimenti.
Penso che andando avanti così, impazzirò.

Impazzisco per i tuoi occhi cremisi
Impazzisco per le tue labbra
Impazzisco per il modo in cui ti muovi
Sei come un angelo,
Un piccolo angelo.
Perché continui a volare lontano da me?


Sono arrivato.
Sono davanti alla porta di casa tua.
Ho voglia di scappare.
Ora torno indietro.
-Ehi-
Mi volto.
Davanti a me, vedo un ragazzo albino, sotto un ombrello turchese.
Il ragazzo mi osserva –Chi sei?-
Una voce fredda quanto il ghiaccio, tagliente quanto schegge di vetro.
-S-Sono un amico di Afuro- balbetto
-Io sono Suzuno Fuusuke. Vieni, non stare lì sotto la pioggia-
Così dicendo apre la porta.

Ogni cosa in quella casa ha sempre saputo di te.
E quel dolce profumo di vaniglia in ogni angolo
Mi inebria ogni volta che lo sento.


Sono ancora perso nei ricordi,
quando un ragazzo dalla buffa capigliatura
fa capolino da dietro una porta.
-Ehi, polaretto. Vedo che hai portato compagnia-
-Zitto tulipano. Piuttosto: ho comprato i ghiaccioli. Finiscimeli ancora e ti appendo per le mutande al lampadario-
-Gne Gne- e il ragazzo scompare così come è apparso.

L’albino si rivolge a me -Sei qui per vedere Afuro-san, immagino-
Annuisco.
Questo ragazzo mette i brividi.
Ma credo che la sensazione che sto provando in questo istante, sia millesimale rispetto a ciò che proverò nel vederti di nuovo.
Arrivati davanti alla tua stanza, prima di aprire la porta, Suzuno parla.
-Tu sei Hera?-
-Sì. Perché me lo chiedi?-
-Beh, Afuro-san non fa altro che parlare di te. E’ strano, visto che di solito passa il tempo a pensare solo a sé stesso.
Devi averlo stregato, per fargli questo effetto-
Non riesco a chiarire ciò che ha appena detto, che l’albino se ne và in un’altra stanza.
Esito, prima di afferrare la maniglia ed entrare.

La tua camera, rispecchia la tua personalità,
Così egocentrica.
Seduto sul letto, a osservare la pioggia che cade,
Ci sei Tu.
Sei così bello.


Al rumore dei miei passi ti volti.
Mi guardi interrogativo.
Forse, non ti aspettavi che venissi.
In realtà, non l’avevo immaginato nemmeno io.
In silenzio, mi avvicino al tuo letto.
-Hera …-

La tua voce, è come un sussurro,
Velata di tristezza
Che tu abbia capito
Quanto mi hai fatto soffrire?


-… perché sei qui?- mi chiedi.
-So che hai la febbre- rispondo spostando lo sguardo verso la finestra.
- … Non credevo che saresti venuto-
-Perché?-
-Credevo che mi odiassi-
-Certo che sei stupido. Ti avevo già detto che io non ti odio-

Invece ti odio.
Come hai potuto andartene?
In realtà, ti amo.
Come riesci a farmi perdere costantemente la bussola?


-Scusami …-
-E per cosa?-
-Finiscila!- gridi, arrabbiato –Smettila di mentirmi!-
Rimango a osservarti, interrogativo.
Tu continui a parlare
-Non ho fatto altro che andarmene, e lasciarti solo. So che mi odi.
Non posso biasimarti. Anche io mi odierei dopo ciò che ho fatto. Sono stato crudele.
Perdonami …-

Perdonarti?
Non sono sicuro di riuscirci.
Credi che facendomi gli occhi da cucciolo,
E ripetendomi frasi sdolcinate,
Io dimentichi tutto?
Tutto quello che ho passato?
Forse …
Forse sì.


Mi siedo sul letto.
-Ti perdono, Afuro-
-Davvero?- la tua voce è rotta.
Ti senti davvero così in colpa?
Ti guardo.
Il rossore sul tuo viso crea uno splendido contrasto con i tuoi capelli.
Poi, tutto si fa confuso.
Mi abbracci, mi baci, entri con prepotenza nella mia bocca.

Donami mille baci,
Poi altri cento,
Poi altri mille,
Poi ancora altri cento,
Poi di seguito mille,
Poi di nuovo altri cento.
Quando poi ne avremo dati migliaia,
Confonderemo le somme,
Per non sapere, e perché nessun malvagio ci invidi,
Sapendo che esiste un dono cosí grande di baci *.

E mentre sono certo di aver perso anche l’ultimo scintillio di razionalità,
Mi lascio trasportare dalle emozioni che sento.
Intreccio le mie mani tra i tuoi capelli, mentre ti stringo a me.
Dopo così tanto tempo, sei tornato.
-Ti amo, Hera –
-Ti amo anche io, Aphrodi -
Ora sei solo mio.


Il giorno in cui te ne sei andato via, era buio e pioveva.
Ora invece non piove più.
Il vento leggero dirada le nuvole.
E noi siamo qui, insieme a quel mare di puntini luminosi,
Che fanno capolino nel cielo notturno.
Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno,
Un giorno,
Possa trovare la sua **.
Io l’ho trovata.
Sei tu.

 


***




 


*: Poesia di Catullo.
**: citazione da Paul Saint-Exupéry, autore de "Il piccolo Principe".






 

  
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