Cap.2 - Abbracci
Apro gli occhi e mi guardo intorno. Non so che ore sono ma deve essere sera perchè fuori è buio. Mi alzo in piedi barcollante e mi avvicino alla borsa. Tiro fuori il cellulare. Sono le nove e mezza. Cavolo ! Mi sono persa la cena. Uff. Ritorno a letto e mi accorgo solo adesso dei rumori che provengono dal bagno. Deve essere tornato Daniel. Dopo qualche minuto la porta del bagno si apre. Esce un ragazzo stupendo. Rimango a bocca aperta. Ne ho visti tanti ragazzi nella mia vecchia scuola ma mai come lui. E' alto, molto più di me che sono una nanetta. Ha i capelli castani tutti arruffati che gli danno un po' un'aria da bambino dispettoso. Ma non riesco a vedere il colore degli occhi. Indossa una tuta blu e una canottiera bianca che evidenzia i suoi muscoli. Sono finita in paradiso ?
<< Ciao. Sono Daniel >> ha anche una voce meravigliosa.
'' Finiscila di fare questa faccia da pesce lesso e rispondi '' dice la vocina nella mia testa.
<< Io... sono Elisabeth >>
<< A quanto pare dobbiamo abitare nella stessa stanza >>
<< Già >> dico arrosendo.
Ci fissiamo attentamente.
<< Quello è il mio letto >> mi dice infine.
Ecco ! Lo sapevo. Peccato mi piaceva stare vicino alla finestra. Mi alzo dal letto e inizio a togliere la mia roba dal comodino. Sento la sua mano poggiarsi sul mio braccio . Vengo attraversata da una scossa. Ci allontaniamo subito e ci guardiamo imbarazzati.
<< Non ti preoccupare. Se ti piace stare vicino alla finestra ti cedo il mio letto. Tanto per me è uguale >>
<< Davvero ? Posso stare qui ? >>
<< Si. Stai tranquilla >> mi dice sorridente.
<< Grazie. Mi piace tanto il panorama. Sai dirmi dove siamo ? >>
Daniel si siede sull' altro letto e mi fissa divertito.
<< Benvenuta in California ! >>
Mi avvicino alla finestra e guardo fuori. California. E' davvero tutto stupendo ma avrei voluto un altro motivo per venire qui.
<< Io vengo da New York tu ? >> gli dico sedendomi sul letto.
Inizia così la conversazione. Scopro che ha 17 anni come me. Viene da Seattle. Gli piace suonare la chitarra. Adora come me la cioccolata. Scopro che abbiamo molte cose in comune. Tra cui la passione per il disegno. Mi ha detto che i suoi genitori l'hanno abbandonato qui quand'era piccolo. Avevo pensato a tutto tranne all'abbandono. Parliamo fino a tardi fino a quando arriva la domanda che avrei voluto evitare. Dovevo aspettarmelo.
<< I tuoi genitori ? >> mi chiede un po' incerto.
<< Sono morti quattro settimane fa in un incidente stradale >>
Lo guardo per la prima volta negli occhi e finalmente scopro il loro colore. Verdi.
<< Mi dispiace >> mi dice triste.
<< Mi mancano tanto >> dico abbassando la testa. Calde lacrime iniziano a bagnarmi le guance. Non ci riesco. Non riesco ad andare avanti.
<< Ehi >>
Daniel si siede sul mio letto e mi abbraccia forte.
'' staccati è uno sconosciuto ! '' dice quella fastidiosa vocina nella mia testa.
Ma questa volta non ho voglia di ascoltarla. Ho tanto bisogno di qualcuno che mi abbracci forte. Rimaniamo abbracciati fino a quando non smetto di piangere. Esausta mi addormento tra le sue braccia. Per un momento mi sembra di tornare la bambina con l'orsacchiotto che aveva paura del temporale e si andava a nascondere nel letto dei suoi genitori che l'abbracciavano forte proteggendola da tutto e da tutti. In quei momenti ero serena e felice. Non avevo più paura. E adesso fra le braccia di Daniel provo la stessa cosa cosa. Forse finalmente non sarò più sola.