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Autore: Luna_Love    15/10/2011    2 recensioni
E per la prima volta non ho paura di morire.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel bip, è incessante è fastidioso.
Entra nell’ anima e la fa tremare, è insopportabile.
Vorrei smettesse ma so che quel bip è il bip del mio cuore.
So che quella linea che si muove come in preda a crisi epilettiche, è il mio battito.
Potrei lasciare questo mondo da un momento all’altro.
E per la prima volta non ho paura di morire.
Mia madre è seduta accanto a me, mi tiene la mano e dorme.
Ha pianto tutta la notte, mi dispiace per lei, in fondo non è colpa mia se sono qua.
Mi tocco la testa glabra, mi mancano i miei lunghi capelli ricci e biondi.
Si voglio morire.
Sembra brutto da dire, ma sono stanca, stanca di vivere così.
Nemmeno si può chiamare vita.
Fare avanti e indietro da questo merdosissimo ospedale, mangiare e rigettare, perdere i capelli.
Questa non è vita!
Mia madre ha fatto di tutto per farmi guarire.
Ma questo male che mi sta mangiando dall’interno, persiste e non va via allora basta vado via io!
Non ne posso più.
Molto lentamente sfilo la mia mano da quella di mia mamma.
Levo gli aghi della flebo, un gemito di dolore esce dalla mia bocca ma lo ricaccio subito dentro.
I piedi scalzi nel marmo freddo dell’ospedale non  fanno alcun rumore, ma fanno crescere dei brividi piacevoli alla spina dorsale.
Cerco di nascondermi da una coppia, lei ha il pancione, lui le accarezza la pancia sorridendo.
Suppongo siano in visita.
Mi si riempiono gli occhi di lacrime, io non proverò mai l’amore, io non sentirò mai crescere un bambino dentro di me.
Non mi farò mai accompagnare da mio padre all’altare con un vestito pomposo e bianco.
Non sentirò mai uscire un bambino, dalla mia vagina, e nemmeno mai nessuno ci entrerà.
Nessuno mi prenderà per mano, nessuno mi bacerà mai e nessuno mi dirà “senza te non posso vivere”.
Lentamente salgo le scale appoggiandomi stancamente alla ringhiera.
Guardo da una finestra, la pioggia sbatte sul vetro, i tuoni e i fulmini squarciano l’aria.
Ci sono anche io alla finestra, la testa completamente liscia, con bozzi irregolari.
I grandi occhi nocciola tristi, vuoti, infossati, sono gli occhi di una morta che cammina.
Continuo a salire le scale ogni scalino è un sollievo, la mia meta si avvicina.
Arrivo davanti la porta , del terrazzo, c’è il maniglione antipatico, non ne ho mai capito il senso,
perché se è per emergenza deve essere antipatico?
Lo schiaccio e la pioggia mi sferza il viso, esco fuori, e già la camicia da notte bianca è tutta bagnata.
Giro su me stessa la pioggia è fresca e meravigliosa, sul mio corpo bruciante di febbre.
Dietro le mie spalle vedo un ombra è la morte, mi è venuta a prendere e io sono pronta.
Mi seggo a gambe incrociate e la morte ormai mia amica perché la porto dentro di me, si siede di fronte a me.
-pronta?- dice con la sua voce carezzevole che mi ricorda tanto mio padre, io annuisco in silenzio –farà male?-
La morte appoggia la sua mano calda sulla mia guancia bagnata di lacrime e acqua –no piccola! Sarò una liberazione-
Il dolore che ho sempre sentito dentro di me piano, piano diminuisce, anche il freddo che fino a poco prima sentivo dentro le ossa è sparito.
Mi distendo sotto la pioggia, ogni goccia entra dentro di me, la morte continua a restarmi accanto, questo giovane ragazzo, più grande di me, sembra un angelo, un angelo nero che mi porterà alla liberazione.
-è il momento- dice il ragazzo guardandomi negli occhi, annuisco e chiudo gli occhi.
Sento le labbra della morte premere sulle mie. E poi un calore per tutto il corpo, e poi più nulla, niente più dolore, niente di niente.
Soltanto una gran pace.
 
NOTE: un pòl triste lo so… ho avuto una strana ispirazione. Che ne pensate? Vi piace? Io mentre scrivevo piangevo, ma non so se per la one-shot o per altro. Fatemi sapere la vostra opinione <3 vostra
Luna_Love 
  
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