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Autore: isidrinne    15/10/2011    6 recensioni
...suona tanto sbagliato costringere un amico a fare la cosa giusta?
Sì, se per farlo gli strappi a morsi il cuore dal petto come un lupo affamato digiuno da mesi.

E anche se l'intento è nobile, gli effetti che il gesto può sortire a volte sono devastanti.
Così come una frase rilasciata su internet può essere interpretata... Prima Adommy della mia carriera
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solamente se...

Solamente se...

by Isidrinne

Adommy o non Adommy? Questo è il dilemma, ma soprattutto:
questa fic lo è o non lo è una Adommy?

A voi lettori l'ardua sentenza... recensite, recensite, recensite...
Ci tengo a sapere che ne pensate.

E alla mia nipotina Frankie sentite scuse
per la presenza del 'nemico' 

E per ultima ma non ultima, Dakota, this is for you:

a biggest GRAZIE
You know why! :D

Dopo un certo twitterparty, più che mai il DISCLAIMER mi sembra necessario:
Adam Lambert, Sauli Koskinen e Tommy Joe Ratliff sono persone realmente esistenti di cui io non intendo dare rappresentazione veritiera dei loro pensieri e della loro personalità, né ho scopo di lucro nell'utilizzare i loro nomi.
Essi sono semplici ispiratori della mia opera.

Un'ultima cosa: è lunga, lo so, ma portate pazienza, è una one shot,
quindi alla fine non rimarrete in sospeso

Tre baci e ENJOY! :D





- ...Ti ho preso in parola T.J. ... Ora tocca a te mantenere la tua... -

Appoggiato alla porta di casa, chiusasi da poco su una tragedia in atto unico, Adam Lambert soppesa sconsolato il pensiero che gli sta vagabondando da un po’ fra i neuroni.

- È il più brutto momento della mia vita. -

La frase, detta da lui, ha più il sapore di una presa in giro, tante le volte l’ha pensata o pronunciata più per  capriccio e istrionismo che per reale sofferenza...

C’è stata la prima volta in camera insieme a Neil, il momento più brutto della vita di un figlio unico ebreo che si ritrova fratello maggiore e figlio di una madre ebrea...

C’è stato il primo yom-kippur con Neil, il momento più brutto della vita di un bambino abituato ad avere tutte le attenzioni (e i regali) per sé...

C’è stata la prima volta a torso nudo su un palcoscenico, il momento più  brutto  della vita di una palla di lardo con manie di protagonismo…

C’è stato il primo due di picche, e quello ha fatto davvero male, il momento più brutto della vita di un gay adolescente…

Ma a tutti questi momenti più brutti della sua vita, come a un’infinità di altri, Adam Lambert è sopravvissuto, e ne è venuto fuori alla grande, a questo invece…

Con il cuore ammaccato dalla tristezza, getta uno sguardo panoramico al teatro di quella battaglia appena conclusa della quale ancora si percepiscono brandelli di parole disperate, urlate solo per non sentirle davvero, e pensa che forse, e per la prima volta in vita sua, la frase - È il momento più brutto della mia vita! - ha davvero senso pensarla…


Dopo aver lasciato la villa di Adam, Tommy, svuotato sia fisicamente che mentalmente, riesce a fare solo pochi passi prima di accasciarsi sul marciapiede e abbandonarsi alle lacrime…

Lacrime amare, crudeli, feroci come le parole che è stato costretto suo malgrado ad ascoltare e ad accettare, e che gli riecheggiano ancora nella scatola cranica come mille aghi appuntiti lasciano il segno su un puntaspilli.

Un dolore per intensità secondo solo a quello per la morte di suo padre gli invade il petto  devastandogli il cuore.

Solo, da quel dolore era riuscito a risollevarsi perché Adam gli è stato vicino, con la sua amicizia prima che con la musica… Da questo dolore, invece, Thomas Joseph Ratliff non sa proprio come riuscire a venir fuori, nessuno è lì a consolarlo, e sente che nessuno è in grado di farlo (soltanto lui potrebbe, proprio lui che di questo dolore è la causa), e  nemmeno la sua adorata musica in questo momento può aiutarlo ad uscirne.

Scosso dal pianto, rimane accovacciato con la testa fra le ginocchia e le braccia strette intorno alle gambe, oscurato dall'ombra cercata come un neonato cerca il seno materno, tanto quanto la sua mente è annebbiata dalla spietata coltre di lacrime che continuano a rigargli il volto, facendo così bruciare ancora di più la guancia che ha ricevuto quello schiaffo per il quale Tommy si maledice di averlo evocato alla fine di quell'intervista.


- “Non andrei da nessuna parte, a meno che lui non mi schiaffeggi ordinandomi di uscire dalla sua vita, altrimenti no” -

E Adam proprio quello ha fatto: lo ha preso a schiaffi, intimandogli di andarsene perché di posto per lui nella sua vita non ne aveva più.


E quelle urla così scomposte, feroci, scatenate, Adam se le sente ancora risuonare nelle orecchie e nel soggiorno della sua villa... Camminando come uno zombi raggiunge il patio interno che dà sulla piscina e la tentazione di tuffarcisi a peso morto e faccia in giù cresce man mano che si avvicina al bordo...

«Cos’hai, Rakas?»

Sentirsi chiamare rakas, amore, e vedersi fissare dai suoi stessi occhi, preoccupati e partecipi… In un momento come quello non sente di meritarsi quella fortuna che è appena uscita dall’acqua e cerca di capirci qualcosa…

«Lo sai che ami un bastardo?» Adam chiede ad un tratto a Sauli, con voce spezzata, sperando nella commiserazione che ha sempre cercato fin da piccolo, quando si sentiva un verme.

«Certo. Un mezzo norvegese, anzi un quarto norvegese, perché norvegese per metà lo è tuo padre, e tre quarti ebreo… Un bastardo, un gran bastardo, davvero!» è invece la risposta che ottiene da Sauli…

Mica male per essere un biondino slavato e senza carisma, come alcuni sulla rete affermano senza conoscerlo…

Il ‘biondino slavato’ si avvicina al ‘gigante buono’ che al momento non si sente buono per niente «Sentiamo, perché non mi meriteresti stavolta?» gli chiede paziente e pieno di buon senso carezzandogli amorevolmente un braccio.

Adam lo fissa sconcertato: non riesce a capacitarsi di quanto quel ragazzo riesca a inchiodarlo a quanto sa essere idiota se ci si mette «Alla fine ci sono riuscito…» ammette

«Ma non senti di essere nel giusto…» obietta il finlandese con fare comprensivo...

No, infatti. Adam non pensa affatto di aver agito per il meglio: suona tanto sbagliato costringere un amico a fare la cosa giusta?

Sì, se per farlo gli strappi a morsi il cuore dal petto come un lupo affamato digiuno da mesi.


Nel frattempo, anche Tommy accartocciato sul marciapiede, quasi completamente disidratato dal pianto ricorda quella frase infelice che con il senno del poi vorrebbe non aver mai nemmeno pensato.

Ha perso totalmente la cognizione del tempo, così quando si riscuote al tocco gentile di una voce amica sono passate già tre ore dal fattaccio.

«Foxy?… Ma che hai?»

La voce ansiosa che gli rivolge quella domanda appartiene a Cris, un’amica di Adam che è diventata di conseguenza anche sua. L’unica che lo ha trattato da maschio fin dall’inizio della conoscenza, senza farsi infinocchiare dai fan service… L’unica ragazza con cui si è mai sentito veramente in sintonia, al di là delle uscite per locali…

Tommy alza su di lei gli occhi arrossati dal pianto e dal liner miseramente colato a picco e il viso massacrato dallo schiaffo e senza dire una parola la stringe forte fra le braccia.

«Santo cielo!» esclama la ragazza allarmata «Sei in uno stato pietoso!…» e «Dai, andiamo da Adam, ne parliamo un po’ e vedrai che si sistema tutto» aggiunge ignara di star scatenando la terza guerra mondiale nell’amico.

Infatti Tommy, sgranando gli occhi, a quelle parole esclama quasi urlando con una voce che nulla ha da invidiare a quella del suo ex capo «Adam?!! NO!!!… Proprio lui…» e le racconta l’accaduto tra rinnovati singhiozzi.

«Cavolo!» è l’unica parola che Cris riesce ad articolare alla fine del resoconto  e per un po’ lo stringe fra le braccia in silenzio finché il serbatoio di lacrime che tiene stretto al petto e risponde al nome di Tommy Joe Ratliff si svuota del tutto.

«Occhei, adesso basta, Foxy!… Ripuliamoci un po’ questo muso disastrato e cerchiamo di darci una mossa!» esclama pragmaticamente ad un tratto, tirando fuori l’occorrente per ristrutturare il minimo di make-up che anche Tommy usa quotidianamente per non sembrare uno zombie.

«Volevo risparmiarti la vista penosa di me che mi liquefaccio sul ciglio della strada…» risponde contrito alla domanda - Perché non mi hai chiamato? - più tardi, davanti a una porzione di brownie e annessa tazza di cioccolata entrambi bollenti, gentilmente offerti, o per meglio dire che era stato forzato ad accettare, da Cris, profondamente convinta che un’overdose di cioccolato sia il miglior antidepressivo sulla piazza.

«Ma che bugiardo! Tu e lui in questo siete identici: adorate autocommiserarvi e credervi gli esseri più sfigati del pianeta… Non mi avresti mai chiamato, ammettilo!»

Tommy non può essere più d’accordo su qualcosa in quel momento: è vero, il vittimismo è una delle tante cose che lui e Adam hanno in comune…

Si compensano a vicenda e sono uguali sotto molti aspetti (nessuna meraviglia se le fans in tutto il mondo pensano che dovrebbero essere una coppia), compresi alcuni lati oscuri del carattere, che per fortuna si manifestano a fasi alterne… Certe volte Tommy non capisce nemmeno come faccia Sauli a sopportarlo…


«Ma siete il riflesso l’uno dell’altro, due lune, spesso storte, che si guardano attraverso lo specchio di un lago»…

Ma quello specchio si era irrimediabilmente rotto, ora che il suo alter ego, la luce alla fine dei suoi tunnel, l’oasi nel suo deserto aveva deciso di sparire come un miraggio.

Il tono pragmatico e positivo di Cris ha la meglio sul piagnisteo emozionale che stava per sopraffare di nuovo l’ormai ex bassista di Adam Lambert «Invece, ringraziamo il mio arcangelo custode che mi ha messo una piuma nell’orecchio ed eccomi qua, altrimenti ti trovavano cadavere, altro che liquefatto… Se torni a Burbank, dammi le chiavi, guido io… I carboidrati curano la depressione, ma fanno anche venir sonno, quindi al volante non ti ci metti!!»


Il giorno dopo l’altra crocerossina della situazione, Sauli, osserva preoccupato il piano di sopra dalla cucina dove di solito scende a preparare la colazione per loro due.

La notte precedente è stata un vero inferno, per lui che non è riuscito a chiudere occhio, ma soprattutto per Adam, che continuamente preda degli incubi, per evitarli lo ha tenuto sveglio a chiacchierare fino alle cinque del mattino, quando fortunatamente, esausto per lo stress accumulato e la mancanza di sonno, è crollato sul letto senza nemmeno spogliarsi dopo che, per far passare il tempo, si era vestito di tutto punto neanche avesse dovuto presentare la cerimonia degli Oscar.

Solitamente la colazione di Adam si risolve in cereali e frutta innaffiati da litri di té, ma Sauli, viste le disastrose condizioni del suo compagno, decide di fare un squarcio alla regola, più che uno strappo, e sale in camera con un vassoio pieno di barattoli di gelato dei gusti preferiti di Adam.

Gliene mette sotto il naso uno moka e nocciola e prende per se uno alle noci di macadamia.

Adam ci mette un po’ a connettere e realizzare il pericoloso attentato alla sua linea che il suo uomo sta mettendo in atto e tenta di respingerlo, anche se con poca convinzione.

«No, Rakas! Adesso te lo mangi e ci provi anche gusto!» esclama perentorio il finlandese, pronto anche a ingozzarlo a forza se necessario «Non ti serve autocommiserarti, solo una buona dose di serotonina».

Adam, indifeso come mai si è sentito prima, si sente un cucciolo cui sia stata uccisa la madre e non trova nemmeno la forza di protestare…

Solo dopo un lungo momento di coccole subite con la convinzione di non meritarle riesce ad articolare qualche pensiero  e di conseguenza parole per esprimerlo.

«È stata una nottata di merda, scusami honey! Non ti ho lasciato dormire...»

Sauli fa spallucce «Non ci pensare… Lo faccio con piacere, lo sai…» e gli stampa un bacio sulle labbra che profuma di macadamia e di aurore boreali.

Adam trema ancora al pensiero di quell’incubo che gli ha tolto la pace e si stringe contro il petto del suo uomo, impotente contro quella sensazione di soffocamento che gli attanaglia il cuore.

«Sto bene con lui solo, vattene, ora non servi più!» e la sensazione di frantumarsi dall’interno, di esplodere in migliaia di frammenti impossibili da rimettere insieme… L’incubo irreale di due occhi di ghiaccio che si spengono lentamente via via che anche i due occhi nocciola che si sono finora riflessi in loro perdono il colore e la vita, contro la realtà di quella frase crudele e il dolore di quello schiaffo che abbandonato su quella pelle liscia, di rimbalzo torna a salire su lungo il braccio fino a raggiungere la spina dorsale propagandosi in ogni nervo e ad ogni muscolo scuotendolo violentemente.


Quella stessa notte, a Burbank, California, anche qualcun altro ha dormito male, seppur confortato dall’abbraccio di un’amica…

Tommy, infatti, invece di dormire, ha passato quasi tutta la notte a guardar dormire Cris, che acciambellata come un gatto occupava un decimo dello spazio del suo letto, chiedendosi come faccia a replicare esattamente la postura di un micio addormentato senza svegliarsi con le ossa ammaccate.

Niente incubi per lui, però, solo considerazioni.

Primo: sessualmente era di certo più attratto dal gomitolo di curve che gli dormiva al fianco che non da quel bisonte dagli occhi blu che con un bacio rischia di strapparti il volto dalla faccia…

Secondo: il fatto che non gli dispiaccia essere baciato da un maschio e scherzare fra le gambe di un ragazzo, non vuol dire per forza che deve essere omosessuale… Casomai denota apertura mentale e rispetto per chi non ha i tuoi stessi gusti...

Terzo: ha sempre trovato noiosa la vita dietro le quinte di Adam, come pure certe fissazioni sul cibo, e le discussioni infinite su come fare questo o quello, i mille dubbi di un acquario sfondato…

Quarto:… il maledetto senso della razionalità dei bilancia…
Il giorno dell’audizione gli aveva fatto paura, sembrava così freddo e distaccato, al primo impatto, però dopo averlo visto parlottare con Monte, accalorandosi  indicandolo più volte, e dopo che gli chiese come se la cavava col basso, ebbe la sensazione precisa di dover fare qualunque cosa per stargli vicino…

E l’ha effettivamente fatto… imparare un intero album in mezza giornata non è da tutti…

All’improvviso, si alza di scatto, si fionda in bagno e fissa lo specchio, infuriato…

- Co-sa-ca-zzo-ti-pren-de, deficiente! - inveisce come un ossesso contro la sua fottuta mania di razionalizzare ogni cosa misurando al millimetro ogni sfumatura e ogni dettaglio delle cose…

Adam non è qualcosa di razionalizzabile, e soprattutto non è una cosa!

E Tommy Joe non ci sta a ridurre tutto a uno schema solo per non soffrire come un cane!

Il bacio degli AMA, tutti i fan service successivi, la canzone Fever, le ragazzine che impazziscono all’idea di vederli insieme, tutte le fiction scritte in tutto il mondo sulla loro storia del tutto irrealizzabile, ma che diventa vera nei cuori di chi si scioglie all’idea di vederli sposati, non fanno parte della realtà da inquadrare e regolamentare per il quieto vivere proprio o  di qualcun altro!

Adam è IL SOGNO, e lui e Adam fanno parte di quel sogno in cui non proietti i tuoi desideri irrealizzabili, ma vivi ciò che non puoi vivere nel mondo…

- Quindi, Thomas Joseph Ratliff, non ti azzardare mai più a renderlo qualcosa di meno di ciò che è - si ringhia addosso minacciando in cuor suo feroci rappresaglie contro se stesso.


Il giorno successivo trascorre per entrambi, Adam e Tommy Joe nel modo più terreno e banale: lavorando, Adam in studio per rifinire un paio di tracce che non ne vogliono sapere di venir fuori come si deve, e Tommy Joe sul set di Killer, il video dell’ultimo successo di Ravi Dhar & the Heartless.

Ciascuno dei due aveva spento l’iPhone per non essere importunati dal twitter che non la smetteva di cinguettare dalle sette di quella mattina.

La notizia che Tommy Joe Ratliff non era più il bassista di Adam Lambert aveva fatto il giro del globo e tutti i fan sparsi sul pianeta morivano per sapere se era vero oppure no, sperando ovviamente che fosse una bufala da internet, ma nessuno dei due aveva voglia di ragionare su cosa fosse più giusto fare.

Per Adam mentire non era mai stata un’opzione, ma aveva cominciato il giorno prima e sentiva che forse poteva diventare una pericolosa abitudine; Tommy Joe invece non sapeva come gestire la cosa pubblicamente, aveva mille dubbi su cosa fosse giusto fare nei confronti dei fans… Risultato: silenzio stampa su entrambi i fronti, su twitter, facebook e ogni altro medium ufficiale in rete.

Chi però sa benissimo come comportarsi in questa situazione sono i discografici, a cui non  è parso vero che un musicista di talento come Thomas Joseph Ratliff si fosse finalmente sganciato dalla palla al piede di un presunto rocker gay megalomane e isterico, e che cavalcano l’onda del gossip per accaparrarsi un chitarrista d’eccezione…


...
«Dammit, Foxy! Assumimi ufficialmente come agente!…. Da quando hai messo il trasferimento di chiamata sul mio numero non faccio che rispondere picche a agenti di gruppi che ti vorrebbero come chitarrista…»

Tommy Joe si lascia scorrere addosso il commento sarcastico di Cris, la quale ha effettivamente ricevuto sul suo iPhone più chiamate di lavoro per lui che per se stessa…

Non ha intenzione di vagliare altre proposte di lavoro fisso diverse da quella con Adam, non per il momento almeno.

«Non ho bisogno di un agente… Mi chiedo come facciano tutti ad avere il mio contatto…» commenta in tono piatto e distaccato…

Non è proprio aria: certo, negli ultimi tempi non era stato con le mani in mano, lui e Isaac avevano continuato a suonare per Ravi Dhar e la sua band, e poi aveva sottoscritto altri impegni per la campagna NOH8, in fondo non gli serve un agente che contatti altri agenti per trovare lavoro…

Ma con Adam non era lavoro, era arte… con la A, maiuscola…

Ed era anche qualcosa di più… affetto, complicità, amicizia… famiglia…


«Adam. sei un coglione!… Se c’era bisogno di conferme!»

«M…?»

«Cazzo! Le parti di basso sono le uniche su cui non hai avuto da ridire fin dall’inizio, le uniche già pronte per il mixaggio definitivo, e tu cosa fai? Licenzi il musicista che le ha suonate?» Monte, in quanto music director, su questo stava perdendo il lume della ragione. Se non trovavano un degno sostituto di Tommy Joe erano nella merda fino al collo, anzi oltre!

«…»

Vero. Sulla musica di Tommy Joe non aveva mai molto da ridire, usciva da quelle dita affusolate già esattamente come lui la voleva…

Per questo si merita una carriera folgorante, per questo lo ha… cacciato a sberle fuori dalla sua vita, visto che convincerlo ragionando è stato impossibile...

Anche se questo significava rimanere nei casini con un musicista in meno, se significava  audizioni in cerca di un nuovo bassista che Adam sapeva già non avrebbe mai trovato, fosse stato per lui…

Perché il ‘’suo’’ Tommy, che poi era il Kitty delle sue fans, quello non poteva sostituirlo nessuno, né sul palco, né, tantomeno, nel suo cuore…


E, come accade soltanto nelle trame del fato, da due coppie di occhi chiusi sul mondo che li circonda e aperti su una tristezza infinita, due lacrime scendono silenziose a rigare due volti un tempo vicini, tanto da far toccare le loro labbra e condividere lo stesso piacere privo di lussuria, e ora separati da un abisso.



Sabato sera al Deep at Club Vanguard, Cris si sta preparando per un’esibizione e viene raggiunta da Sauli, che non poteva mancare.

«Hei, Shinuk!» esclama Cris entusiasta «Ci sei ancora, sono contenta…»

Sauli saluta l’amica di rimando con lo stesso calore «Sì, ancora per un po’, poi torno a casa… Non voglio che le voci sul fatto che sono un mantenuto diventino qualcosa di più di semplice stupido gossip…»

«Fai benissimo!… C’è anche la tua metà?»

«Sì! Spero che si svaghi un po’, sai dopo la storia di Tommy Joe…»

Già… La storia di Tommy Joe… Lei è stata più vicino al biondo, ma fra i due amici sperava di non dover mai scegliere da che parte stare… Solo il fatto che Sauli si occupava Adam la rassicurava un po’ riguardo alle condizioni del suo frocio ebreo preferito, ma ora che stava per partire avrebbe voluto poter stare accanto anche a lui…

Per questo, mentre finisce di vestirsi e truccarsi chiede all’amico con tono preoccupato «Pensi che se lo vado a trovare potrebbe fargli piacere anche se finora sono stata più con Tommy Joe?»

«Sono preoccupato anche io di lasciarlo solo… Fallo lo stesso, lo sai come è fatto, è un acquario…»

Cris annuisce «Certo, e con l’aggravante dell’ebreo orgoglioso … Non lo ammetterà mai, ma gli farà piacere non rimanere da solo… Scusa, adesso devo andare, hanno chiamato i cinque minuti...»

Poco dopo, le note della colonna sonora della performance di Cris cominciano a diffondersi nel locale. Si tratta di una canzone electro dal titolo “Undone” che parla di un amante disperato che deve accettare il fatto di doversi separare dall'amato ma non ci sta assolutamente al fatto che sia giunto il momento...

Non si sa perché, ma tutta la glamily di Adam che era lì per fare il tifo per la loro amica, Monte, Isaac, Longineu, addirittura, che era riuscito a ritagliarsi un momento di libertà fra i mille impegni e lo stava spendendo per lei, sentendo quelle parole non riesce a non pensare a due dei loro più cari amici che al momento non fanno più parte della stessa famiglia.


...
Quella sera Tommy Joe si sentiva meno festaiolo del solito. Ormai sentiva di star facendo l’abitudine a non alzarsi più la mattina con la consapevolezza di dover andare in studio da Adam, eppure proprio non gli andava di gozzovigliare in un locale… come faceva quando smettevano di pensare alla musica…

«Andiamo Foxy!» la vocetta lamentosa e offesa di Kit, detta Cris, la gattina (lei sì che lo è davvero) che si è sempre dimostrata affezionata e preziosa amica e mai per un secondo aveva creduto che potesse essere ciò che tutti affermavano, si materializza dall’iPhone nelle sue orecchie «Avevi promesso che per il mio primo show in città saresti venuto ad applaudirmi… Sei un bugiardo, un volpastro bugiardo che non mantiene la parola…»

Tommy Joe se la immagina all’altro capo del telefono mentre imbronciata gli fa una linguaccia e la cosa gli strappa un mezzo sorriso dalla faccia.

«É che…» prova a protestare, ma… Oh al diavolo! Si può rifiutare l’invito di una che sa  così bene come farti sentire in colpa?

E quindi eccolo entrare per la prima volta al Deep at Club Vanguard, dove aveva affermato più volte di non voler mettere piede perché la musica che suonano gli fa accapponare la pelle.

Ma quello che vede sulla pista la pelle gliela sfiora con brividi di estasi… Cris è una fatina bassa poco meno di cinque piedi e mezzo, ma è un gigante quando si esibisce sul palco.

Sa ipnotizzarti con un solo sguardo, e restare ipnotizzato ad osservarla maledire il cielo per ciò che la canzone afferma è proprio quello che succede a Tommy Joe, al punto che non si accorge nemmeno di avere Adam a meno di due metri di distanza da sé.

Adam, per ovvie ragioni, rimane meno attratto dalle movenze sinuose della coreografia, tuttavia anche lui è catturato dall’intensità espressiva della ragazza, soprattutto nella sequenza del ritornello, tanto da non rendersi conto neppure lui di chi ha vicino.

I binari che corrispondono a quelle due anime per paradosso tanto fisicamente vicine quanto lontane anni luce nel cuore continuano a scorrere parallele fino al dietro le quinte, dove entrano in rotta di collisione per una specie di gara a chi fa prima ad essere il primo a fare le congratulazioni al Cris.

Serve un attimo a entrambi per realizzare e in questo attimo l’atmosfera si immobilizza e tutti i presenti restano col fiato in sospeso, timorosi di cosa potrebbe succedere, ma nulla.

La stanza-camerino, pur affollata da sembrare la metropolitana all’ora di punta, pare completamente vuota.

Tommy Joe e Adam, quelle due coppie di occhi, nocciola e avvolgenti come il caldo sole estivo i primi, azzurri e taglienti come lame di ghiaccio gli altri, restano immobili a fissarsi, come congelati nel tempo e nello spazio.

La voglia di Tommy Joe di gettare le braccia al collo di Adam e scherzare come prima «Ehi, vecchio frocio, come ti butta?» sentendosi rispondere «Di certo meglio che a te, giovane etero» è tanta, ma il dolore provato per quell’allontanamento così crudele glielo impedisce, dandogli la forza soltanto per proferire un’unica parola.

La voglia di Adam di accoglierlo fra le sue braccia e strizzarlo raccogliendo le sue provocazioni senza sentirsi offeso è altrettanta, anzi di più, considerava nel suo ego di pavone orgoglioso, ma la consapevolezza di aver fatto soffrire il suo migliore amico, che non si meritava ciò che gli aveva fatto, lo paralizza sul posto, impedendogli di distogliere lo sguardo come avrebbe voluto.

«Coglione...» lo apostrofa debolmente Tommy Joe guardandolo negli occhi spezzando il silenzio irreale.

«Con quello di Monte di stamattina fanno due, così la dotazione è completa...» ribatte altrettanto debolmente Adam, provando a sorridere per sembrare spiritoso, ma con pochissima convinzione, tanto che il risultato è penosamente ridicolo…

“Manca qualcosa...” obietta T.J. sarcastico.

“La testa di cazzo? No. Quella ce l'hai davanti... Come ti va?”

Tommy Joe nicchia...

«Tu e il tuo maledetto vizio di stare su internet… Non posso più aprir bocca…» riferendosi alla frase che aveva scatenato il putiferio…

Adam non riesce a far altro che fissarlo in silenzio…

«Ci vedessero le fans in questo momento…» esala a un tratto meditabondo, convinto che Tommy ci avrebbe scherzato sopra, come sempre…

Invece, a Tommy Joe saltano i nervi «COSA?!! Ti sei comportato da stronzo con me e pensi alle fans?!!»

Un silenzio carico di tensione cala fra un Adam a bocca aperta, troppo abituato a vedersi ogni sbaglio perdonato per un suo sorriso buffo, e un Tommy Joe feroce, deciso ad andare fino in fondo e a non lasciargliela passare, stavolta, che riprende dopo una manciata di secondi «Io mi sono fatto il culo per imparare quattordici sequenze di basso il più in fretta possibile pur di lavorare con te e tu dopo avermi spremuto come un limone, in tutti i sensi, e chissà quanto essertela spassata sul palco a spese mie e della mia virilità, mi licenzi senza battere ciglio?!!!»

Adam vorrebbe replicare protestando che si era dimostrato troppo testardo riguardo alla sua carriera, ma non può fare a meno di dargli ragione… Non avrebbe dovuto perdere le staffe in quel modo, e aggrapparsi a quella frase letta chissà quando chissà dove...

«Scusami…» è l’unica parola che riesce a spiccicare e dopo un po’, ma senza volersi giustificare e sperando che Tommy riesca a capirlo «Sei così testardo… Perché non vuoi crearti una carriera autonoma, sei un grande…?»

Tommy in risposta alza gli occhi al cielo incontrando lo specchio che riflette oltre alla sua la faccia di un Adam mortificato ma comunque deciso a mantenere il suo punto.

«Perché non ne ho bisogno, idiota di un ebreo!…» gli ringhia rabbiosamente contro.

Adam guarda l’amico con gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa: per la prima volta si sente dare dell’ebreo, invece che del frocio, in tono alterato…

«E-breo?» balbetta totalmente incapace di afferrare il senso della frase.

«Sì, ebreo, non è quello che sei, oltre che frocio?… Un ebreo calcolatore con il portafogli al posto del cuore!» lo incalza Tommy Joe, ancora più inferocito da ciò che l’amico (ma poteva ancora considerarlo tale?) aveva cercato di fare.

«Il… cosa?» esala Adam colpito a morte da quelle parole «Tommy, non lo pensi davvero… No… Se fossi così non avrei buttato alle ortiche il lavoro dei Vein in quel modo…»

Il tono implorante di Adam non smuove Tommy Joe di un millimetro «E oltre ai Vein butti alle ortiche anche un anno di affetto ed amicizia? Per che cosa, poi? Qualche dollaro in più in tasca? Se questo non è essere ebrei…»

Le parole di Tommy e soprattutto il loro tono deliberatamente offensivo hanno l’effetto di mille pugnalate nella mente e sul cuore di Adam, che di scatto si gira dando le spalle all’amico, per nascondere il rossore causato dalle lacrime che hanno iniziato a rigargli il volto.

«Io l’ho fatto per te…» mormora Adam con voce piatta.

«No, tu l’hai fatto per te stesso» incalza Tommy, duro e inflessibile «Lo hai fatto per continuare a sembrare il bravo ragazzo omosessuale  rassicurante e per bene che tutti si aspettano di vedere! Per sbandierare agli altri la tua generosità»

«Forse è vero» protesta Adam anche se con poca convinzione «ma non era quella l’intenzione… Ti giuro T.J. …» e asciugandosi le lacrime che non volevano saperne di smettere di rigargli il volto trascinando con sé rivoli di liner «Uff, detesto piangere… L’ho fatto per troppo tempo…»

«Allora fallo adesso, riprendimi con te e sarà l’ultima volta»

Inaspettatamente il tono di Tommy Joe si addolcisce, non gli regge più il cuore di vedere il suo capo, il suo amico, il compagno di battaglie infinite a DDR Max, e di quelle chat via twitter che così tanti equivoci hanno creato, così pesto da far sembrare sveglio e arzillo un pugile suonato. Così, nel dire quest’ultima frase Tommy Joe allarga le braccia e le labbra in un sorriso di incoraggiamento.

E Adam, senza la foga che di solito lo contraddistingue in questi gesti, ricambia il gesto e si lascia accogliere da quell’abbraccio, finalmente sollevato dal peso enorme che aveva dovuto sopportare fino ad allora.

Così, da quel momento al Deep,  quella frase maledetta:

- “Non andrei da nessuna parte, a meno che lui non mi schiaffeggi ordinandomi di uscire dalla sua vita, altrimenti no” -
si trasforma in:
- “Non andrei da nessuna parte, neanche se lui mi prendesse a schiaffi ordinandomi di uscire dalla sua vita”-

Per sempre.




Ending freetalk:

E così è finita... Che ne pensate, fatemi sapere, qui, sul forum, su fb, tanto se pensate che sia scritta decentemente quanto se mi volete far fuori per via del terzo incomodo...

Baci


   
 
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