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Autore: Grey Wind    15/10/2011    2 recensioni
Nel rigido inverno rumeno, Charlie deve decidere cosa fare della sua vita. Chi può aiutarlo, se non suo padre?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arthur Weasley, Charlie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Caro Papà,
grazie per il mantello! Il clima qui è piuttosto rigido e devo dire che rimpiango quasi gli inverni ad Hogwarts.
L'addestramento procede bene, ormai mi sto abituando ai graffi, anche se le scottature mi fanno passare le pene dell'Inferno.
Sai, vorrei tu fossi il primo a saperlo: mi hanno fatto un'offerta di apprendistato qui.
Sono molto indeciso a tal proposito.
La paga non mi permetterebbe di aiutarvi, inoltre la Romania è lontana e non potrei badare alle pesti. Per non parlare della nostalgia di casa, che mi sta torturando peggio di un Cruciatus!
Però... amo questo lavoro.
Sono dubbioso, mi sto lambiccando il cervello da un giorno ormai, l'unico che sicuramente tirerà fuori qualche consiglio portentoso sarai tu.
Saluta da parte mia, con un bacione, la mamma e Ginny. Tira le orecchie al resto della marmaglia, giusto per ricordare loro chi è il più forte.
A te mando un caloroso saluto,
Tuo, Charlie


Arthur rilesse la missiva un paio di volte.
Era strano per lui ricevere lettere personali al lavoro, ma dato il contenuto aveva ben immaginato che il figlio non volesse ingerenze da parte di sua madre.
Dondolò la testa un paio di volte, prima a destra e poi a sinistra; subito dopo aprì un cassetto, deciso a riporre quel foglio in un angolo per dimenticarsene. Giusto per un paio di ore.
Tuttavia il destino volle che il pensiero si fissasse su Charlie. Infatti dal terzo cassetto, su cui vi era appiccicata l'etichetta: “Personale”, spuntò un pupazzetto a forma di drago.
Era la riproduzione malconcia di un Petardo Cinese: il rosso un tempo scarlatto, era ora opaco e macchiato, la coda era leggermente mozzata e i movimenti che compieva erano scattosi. No, quella caratteristica c'era sempre stata.
Subito l'uomo fu catapultato nei ricordi di quando Charlie aveva appena cinque anni.

*

Era un periodo difficile, quello in cui si trovavano. I Babbani erano spaventati dalle scomparse e dagli attentati misteriosi, i giornalisti si fiondavano famelici su ogni lavoratore del Ministero e le ore di straordinario stavano sfinendo i dipendenti.
Quel giorno, tra un lungo slalom fra i giornalisti e una massiccia cancellazione della memoria dei Babbani, il giovane Arthur Weasley aveva avuto modo di conoscere un candidato alla poltrona di Ministro. Un certo Rowan McMillar, dall'aspetto rotondo e gli occhi di un verde brillante.
Il candidato, per pura campagna elettorale, si era presentato in ufficio di Arthur.
Ufficio. Che parolona. Uno sgabuzzino con dentro una scrivania.

-Signor Weasley! Piacere di conoscerla. Io sono Rowan McMillar, il candidato per il Partito della Famiglia Magica. Ho saputo che lei e la sua Signora, di nobile stampo Purosangue, avete dato alla luce tanti piccoli pargoli. Che gioia vedere che esistono ancora famiglie numerose!-
Arthur si passò una mano dietro al collo, sentendosi in imbarazzo per la pomposità dell'uomo e per lo sguardo brillante che gli veniva rivolto.
-Ma io... beh... amo mia moglie. Non c'entra il sangue.-
-Ovviamente no! Siamo tolleranti, noi. Sono passato per motivi ufficiosi. Beth, per favore, porta dentro il sacco!-
Una strega, dai lunghi capelli neri e gli occhi grandi da cerbiatta, entrò saltellando sui suoi tacchi a spillo, portando con sé un sacchetto di stoffa.
-Questi.- cominciò la donna, con voce alta e squillante. -Sono per i suoi bambini! Sono un regalo del generoso signor McMillar.-
Rovesciando il sacchetto sulla scrivania, uscirono fuori diversi giocattoli: una macchinina babbana tutta fracassata, una scopa di plastica dal manico storto, un paio di Cubi Magici che cambiavano colore urlando come un sessantenne ubriaco e un pupazzo dai movimenti rigidi a forma di drago.
-Io...-
-Non deve ringraziarmi! Si ricordi di me, però!-
Come un fulmine, l'uomo rotondo e la giovane strega si dileguarono, sbattendo la porta con così tanta veemenza da far cadere un quadro.

-Non sono sicuro di volerli.-


-Sono a casa!- urlò il signor Weasley, aprendo la porta di cucina.
Aveva l'aria stravolta, i capelli scompigliati e una voragine al posto dello stomaco, perciò non appena si mise seduto, sentì la stanchezza piombargli addosso.
-Caro, finalmente! Vogliono forse ucciderti?- domandò Molly, portando un piatto di minestra all'uomo, subito dopo avergli posato un tenero bacio sulla guancia pallida.
-Penso proprio di sì. Come se non bastassero i giornalisti e i Mangiamorte, ci si mettono anche i politici a farmi strani attentati.-
-Cioè?- la donna, sedendosi di fianco al marito, lo osservò mangiare un abbondante cucchiaiata di minestra. Adorava vederlo mangiare così di gusto!
-Mi ha portato degli strani regali, dicendo di non doverlo ringraziare. Li ho buttati tutti, erano improponibili.
Ah, no... uno l'ho salvato. Era il meno rivoltante.-
Dalla tasca della giacca, fece uscire il piccolo draghetto.
-Potrebbe piacere a Bill.- sussurrò lei, pensando a quanto fosse curioso il primogenito.
-Di certo Perce ne avrà paura. Charlie lo snobberà!-
-A proposito, sono già a dormire?-
-Percy sì, si è addormentato un'oretta fa. Bill e Charlie sono con Gid, che li dovrebbe riportare a momenti. Quello sciocco! Lo sa che non devono fare tardi.-
Dopo dieci minuti il caminetto emanò un'intensa luce verde e tre figure piombarono in casa vorticando.
-Gideon Prewett! Ti ho detto mille volte di non riportarmeli tardi.-
-Scusa Molly.- sussurrò il fratello, scoccandole poi un bacio sulla guancia.
-Ciao Arthur! E ciao a voi, piccole pesti.-

Bill e Charlie, rispettivamente di sette e cinque anni, si fiondarono sul padre.
-Oggi lo zio Gideon e lo zio Fabian ci hanno fatto fare un giro sulla loro auto volante. È stato bellissimo!- esclamò Bill, mangiandosi le parole e saltellando sul posto.
Charlie annuì vigorosamente, passando in rassegna la tavola.
Fu così che lo vide: rosso, mal funzionante e arcigno.
L'approssimativa riproduzione di un Petardo Cinese.

-Che schifo!- grugnì Bill, ricominciando a parlare con la madre, la quale era seriamente preoccupata che l'influenza dei suoi fratelli non rovinasse i suoi piccoli angioletti.
Charlie fissò il padre, arrossendo leggermente.
-Papà, posso prenderlo io?-
Arthur si meravigliò non poco, pensando a quanto fosse strana la reazione del figlio, solitamente poco interessato ai giocattoli.
-Certo, se ti piace.-
-Grazie.- gli saltò al collo, prima di stringere tra le manine quello strano balocco.
-Ti piacciono i draghi?-
-Cosa sono i draghi?-

*

Charlie assottigliò lo sguardo, preparandosi al peggio. Quell'Ungaro Spinato aveva un grugno davvero cattivo, sembrava intenzionato a staccargli la testa e a darla in pasto ai suoi cuccioli.
Ma lui non si preoccupava, occuparsi di draghi sarebbe, forse, diventata la sua occupazione principale.
Con una sincronizzazione perfetta, sette Schiantesimi colpirono la magnifica bestia, facendola svenire con un tonfo sordo.
I piccoli, appena usciti fuori dai gusci, cominciarono ad agitare le ali sottili; erano fragili e delicati, andavano portati in clinica per un controllo di routine.

Mentre il Veterimago esaminava l'apertura alare della bestiola, il secondogenito Weasley ricordò la prima volta che aveva visto un vero drago.

*

-Charlie? Dove sei?-
Un decenne Charlie Weasley fece capolino da dietro un enorme vaso di ortensie di sua madre.
Stava esaminando un lombrico particolarmente viscido, lungo e sporco di terra.
-Papà, sono qui. Sei tornato presto.-
Gli occhi del piccolo si illuminarono: era molto attaccato al padre, dopo tutte quelle storie che gli aveva raccontato sui draghi! Gli aveva anche portato un autentico pezzo di guscio di uovo.
-Sai, mi hanno fatto sapere che dei Babbani hanno ricevuto una cucciolata di draghi... vuoi venire con me?-
Una serie di urli isterici si levarono dal giardino della Tana, facendo svegliare la piccola Ginny.
-Andiamo prima che la mamma ti sgridi.-


In una cassa erano adagiati tre piccoli draghi. Gli occhi gialli e acquosi guardavano spaventati le due teste rosse chine su di loro.
-Posso toccarli?- domandò Charlie ad un uomo burbero e pieno di cicatrici.
Era un domatore di draghi.
-Delicatamente, sono spaventati.-
Infilò la manina verso uno dei tre, quello che aveva alzato la testa per annusare l'arto.
Con tocco delicato, l'indice percorse la punta del naso fino alla fine del cranio, per poi tornare indietro almeno un paio di volte.
-È liscio.- commentò piano, per non disturbare la bestiola.
-Ora dobbiamo andare.- gracchiò l'uomo, sorridendo mesto al piccolo.
Charlie, ancora in estasi, tornò dal padre per abbracciarlo forte. Era così contento!
-Grazie! Grazie mille. Sei il papà migliore del mondo!-

*

Un barbagianni arruffato, dall'aspetto decisamente stanco, planò dentro la stanza di Charlie, facendolo sobbalzare per lo spavento.
Prese la lettera legata alla zampa e sorrise nervoso al nome del mittente: Arthur Weasley.

Caro Charlie,
sono contento che il mantello ti sia utile, sono sicuro che in mano tua sarà al sicuro. Spero che nessun drago decida di incenerirlo.
Ho pensato attentamente a ciò che hai scritto e non posso far altro che essere orgoglioso di te.
Sei un ragazzo generoso e onesto, ti sei sempre preoccupato per la tua famiglia, anche quando non era compito tuo.
Ti posso solo consigliare, la scelta sta a te, poi.
Goditi questa opportunità, fai vedere quanto vale un vero Weasley. E poi non potrei proprio vederti a fare un altro lavoro.
La mamma vorrebbe vederti in Inghilterra, come me del resto, ma sappiamo entrambi che sei destinato a fare grandi cose e che limitarti sarebbe un grande errore.
Qualunque scelta farai, dovrà essere in funzione del tuo bene, noi ce la caveremo come al solito.
Ti salutano tutti,
con affetto

Tuo padre.


Charlie sorrise.
Era veramente l'uomo migliore del mondo.



Note:

Questa storia è arrivata quarta al  Patt Contest - Che mondo sarebbe senza i papà?
Spero vi sia piaciuta!
Ja ne
  
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