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Autore: VelvetDrops    16/10/2011    2 recensioni
L'ultimo anno delle superiori di una classe di ragazzi alle prese con le vicissitudini della loro età letti attraverso la protagonista e i suoi due migliori amici. Autobiografico ...per buona parte. Per la gioia dei miei compagni di classe!! Enjoy
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era Settembre, un settembre ancora caldo e acceso ricco di sole di colori e di quelle emozioni che sembrano risvegliarsi solo in certi periodi estivi.
Con le braccia che si attaccavano al contatto con la tovaglia di incerato a fiori blu, sedevo al tavolo rotondo della sala con dei fogli e dei libri di fronte a me che non avevo nessuna voglia di sfogliare. Scostando la frangia dalla fronte accaldata alzai lo sguardo verso il ragazzo che mi stava di fronte. Sembrava serio e concentrato nella lettura di un testo in inglese, la fronte aggrottata, lo sguardo fisso, evidenziatore alla mano, ma sapevo che quella era l’ultima cosa che voleva fare.
Improvvisamente alza lo sguardo e mi sorride.
“Questa robaccia dovremmo gettarla alle ortiche! Non ne posso più di studiare… Le vacanze mi sono sembrate così brevi! Tra poco si ricomincia con i banchi, le interrogazioni, i professori… Non voglio pensarci!”
Guardavo il mio migliore amico mentre pronunciava quella frase come se mi stesse preannunciando una tragedia e mi veniva da sorridere. In fondo era quello che lui riusciva sempre a fare no? Farmi sorridere anche quando non era il momento, anche quando ero giù, anche quando pensavo di non poterlo più fare, questa era la sua magia… Beh una delle tante, e ogni volta che sorridevo sentivo di volergli tanto bene.
“Hai ragione! Però pensiamo anche ai lati positivi!”
“Sapresti elencarmene almeno tre?”
“Vediamo… Rivedremo i nostri vecchi cari compagni di classe?”
“Mi prendi in giro… Sei partita male, stai ottenendo il risultato opposto!”
“Ok, riprovo. Effettivamente quella non era una risposta felice” Dissi ironicamente e scoppiai e ridere, con la mia risata fresca e spontanea che tante volte era diventata contagiosa per amici e professori.
“ Rivedremo Eleonora e Cristina, e ci faremo tante risate e ne combineremo di tutti i colori come gli anni passati! Cosa ne dici?”
“Certo… Questo può andare, ma il ritorno sui banchi è sempre traumatico. E poi quest’anno abbiamo l’esame! Se ci penso mi metto a tremare già da ora!”
“Però” Ribattei, sicura di aver trovato l’appiglio giusto “ Ciò significa che è l’ultimo anno quello che ci stiamo preparando ad affrontare, e poi diremo ciao a questa scuola che ci ha tenuti prigionieri per cinque anni!”
Improvvisamente mi si presentò alla mente una scena tenera e triste nello stesso tempo: Mi vedevo, un po’ sfocata, in piedi di fronte alla mia classe dalla porta serrata. Ero stata in bagno a rinfrescarmi un po’ le idee tra un’ora di lezione e l’altra e d’improvviso la voglia di scappare mi aveva colta e, strano a dirsi,paralizzata. Con il mio lungo cappotto nero, dritta osservavo la targhetta sulla porta “1 A “ e pensavo :
“Mi basterebbe essere almeno in terza. Vorrei essere in terza, sì, cinque anni qui sono troppi!” E lo speravo davvero. Se fosse successo veramente avrei saltato anche una parte della mia vita che l’avrebbe resa unica e triste nello stesso tempo.
Ritornai in me.
“E con Stefano come va?” Chiesi a Matteo che stava preparando un bicchiere di coca cola con del ghiaccio… La mia passione.
“Beh, credo che ormai sia acqua passata. Ho conosciuto invece un ragazzo che… “
“Matteo sei incredibile! Non ti vorrei mai come fidanzato! Sei troppo incostante!” Sapevo che a lui quella frase non piaceva e io la pronunciavo divertita sorridendo, in bilico tra lo scherzo e la più pura verità.
“Perché?” Ribatteva sempre lui, in un misto di incredulità e offesa, spalancando i suoi occhi verdi che in quegli attimi sembravano ancora più grandi e brillanti.
“Scherzo. Comunque non si può dire che tu non ti stia facendo delle esperienze in questi ultimi mesi! Non sei più il ragazzo timido e spaventato che ho incontrato anni fa!”
Decisamente non lo era più, rigido e dritto sul suo banco di scuola, coi compiti sempre fatti e lo sguardo basso.
Per il primo anno delle superiori non ci eravamo mai neppure parlati, poi la nostra amicizia era scoppiata come un bellissimo fiore destinato a rimanere sempre in primavera.
“Ma almeno dimmi cosa ci hai fatto!”
“Sara ma mi vuoi proprio scandalizzare!”
“Per scandalizzare te ci vorrebbero ben altre cose!”
“A proposito di scandalo… Hai sentito l’ultima sulle Spice Girls?”
Eccoci, anche stavolta questo nome tornava fuori. Premetto che io e Matteo non avevamo proprio gli stessi gusti in fatto di musica e mentre lui non faceva altro che parlare dei tacchi a spillo di Victoria Adams e delle scappatelle di Emma Bunton io parlavo dei capelli di Robert Smith e delle canzoni di Brian Molko. Ma il bello era che ormai ci eravamo affezionati l’uno ai gusti dell’altra e viceversa ed era naturale interessarsi di un così vasto e distinto universo musicale.
“Mentre parliamo metto un cd così ti faccio sentire le ultime canzoni dei Placebo ok?”
Dissi a Matteo. Ero così felice in uno di quegli ennesimi pomeriggi che passavo a casa sua parlando, ascoltando musica, studiando immersa in quell’ aria familiare e rilassata che amavo tanto e che mi faceva essere felice anche alla vigilia di un compito in classe di matematica.
 Propri allora mi rendevo conto di quanto ero fortunata ad aver un dono così bello come una sincera amicizia e mi sentivo tra tanti quasi come un’eletta!
Quando Matteo rientrò nella stanza vidi che aveva in mano un quaderno grande, ad anelli pieno zeppo di inserti. Lo riconobbi subito. Era il quaderno che raccoglieva la nostra corrispondenza estiva di due anni fa’. Rivedendola pensai che ci eravamo dati davvero da fare per scrivere tutta quella roba. Chissà se a qualcuno interesserebbe pubblicarla mi chiesi!
“Ti ricordi” Chiese Matteo sorridendo nostalgico
“Come potrei non ricordare le nottate che passavo a scriverti con il ventilatore puntato in faccia e le penne che nel bel mezzo della lettere smettevano sempre di funzionare!”
D’istinto presi a sfogliare quelle pagine conservate negli involucri di plastica e fui travolta dei ricordi e dalle sensazioni.
Vedevo disegni, citazioni, battute tipiche della nostra prima estate da amici.
“Certo Sara che anche tu non scherzavi in quanto ad innamoramenti!”
In effetti, continuando a sfogliare le pagine notavo come ogni due o tre pagine mi dichiarassi innamorata alla follia di Andrea, poi di Marco, poi di Francesco e così via.   
Anche se non erano passati che due anni o poco più mi sentivo adesso totalmente differente da quella ragazzina che sognava ad occhi aperti e diceva cose che non si addicevano alla sua età.
Come leggendomi nel pensiero Matteo disse “Come si cambia in poco tempo, non ti pare?”
Gli sorrisi e dentro di me pensavo che non avevo nostalgia di me al passato né della nostra amicizia che sembrava rafforzarsi ogni giorno. 

 

  
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