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Autore: Serenity Moon    16/10/2011    5 recensioni
"Puoi sempre tornare dalla tua anima gemella. E' questo che la rende un'anima gemella"
Cappie, Greek.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Bitch '
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# 5

 

Ryan si svegliò tardi quella mattina. Il sole di dicembre che entrava dalle finestre lo accecò per un istante impedendogli di aprire gli occhi. Non si ricordava dov'era, neanche fosse stato ubriaco, e necessitò di qualche secondo in più per schiarirsi le idee confuse dal sonno. Poi ricordò.

Jude ed il suo odio per le tendine. Ecco perché la luce era così forte. Era ancora a casa sua, sul suo divano, impregnato di quell'odore di vaniglia a cioccolato bianco che tante volte in passato aveva respirato invaghendosene.

Si alzò e si stropicciò gli occhi. Chissà per quale motivo si aspettava di vederla inginocchiata accanto ad un bracciolo del divano con le dita intrecciate alle sue, magari mentre gli cantava la ninnananna. Sapeva bene perché in realtà si immaginava uno scenario del genere. Una volta era così, ma adesso i bei tempi erano finiti e tutto perché lui aveva voluto in quel modo, perché lui aveva scelto l'altra e Jude se n'era andata, in tutti i sensi.

Trovò il post-it che lo avvertiva che era uscita per andare all'università ad affrontare un esame. 'Fa come se fossi a casa tua'. Solo qualche mese addietro avrebbe riempito quel messaggio di stupidi fronzoli come 'ti amo', 'mi manchi già', 'torno presto, sei la mia vita'. Adesso c'era invece il minimo essenziale. Si stupì quasi di aver trovato un 'ciao' alla fine.

'L'ho voluto io' pensò dolorosamente. 'Le cose vanno così perché l'ho voluto io'.

Aprì il frigorifero alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Niente latte ovviamente, Jude era intollerante. Il latte era entrato in quella casa solo durante la breve parentesi in cui lui la frequentava. Dopo la loro rottura era sparito così come le ciabatte, lo spazzolino e l'accappatoio. Jude aveva chiuso tutto in una scatola che aveva nascosto nell'angolo più buio dell'armadio che non usava mai. Occhio non vede, cuore non duole, o almeno era quello che sperava.

Ryan si accontentò di due merendine al cioccolato, quelle non sarebbero mai mancate a casa di Jude, cascasse il mondo.

Non sapendo cosa fare, una volta finita la scarsa colazione, si mise a bighellonare per l'appartamento. Era tanto che non vi metteva piede ma lo conosceva e di illuse che facendo un salto nel passato avrebbe per un po' allontanato i problemi del presente.

Quando però arrivò in camera di Jude restò pietrificato. Aveva cambiato tutto.

Delle tende color crema svolazzavano nel leggero vento che durante la notte aveva spazzato via la tempesta. Che ci facevano lì? Jude odiava le tende! E ancor più detestava i tappeti. Il pavimento della camera adesso invece ne era totalmente ricoperto. I peluche sul piumone erano spariti, sostituiti da più maturi cuscini di raso in varie tonalità dal bianco all'ocra. Il mobile da toeletta era stranamente ordinato. Vi stava sopra solo un quadernetto rosso a spirale e non c'era traccia di scarpe clandestine sfuggite all'armadio. Era un altro mondo. Freddo, asettico, non da Jude.

Ma quello che più di tutto lo stupì, fu l'assurda quantità di post-it appiccicati ovunque. Sulle pareti, sullo specchio, sulle ante del guardaroba, alla testiera elaborata del letto a due piazze che tante volte avevano diviso. Addirittura alcuni avevano trovato posto sul soffitto stuccato di bianco. Di tutti i colori, erano l'unica macchia di vita in quella stanza ormai così poco ospitale. Ne lesse alcuni e restò stupito nel notare che erano tutte citazioni di canzoni, di libri, aforismi che a quanto pareva l'avevano colpita così tanto da volerli rendere parte del suo arredamento. Ne riconobbe alcuni. Altri gli piacquero tanto da memorizzarli. Altri ancora gli misero addosso tanta tristezza oltre a quella che già portava con sé. Una frase in particolare lo ferì come un pugno allo stomaco.

'Non puoi perdere chi in realtà non è mai stato tuo'.

Non aveva bisogno di spiegazioni per capire che quello era stato il suo motto, il mantra che aveva ripetuto centinaia e centinaia di volte per farsene una ragione, per andare avanti, per dimenticare tutto il male che involontariamente le aveva fatto.

Maledisse se stesso ed il suo egoismo.


 

Grazie a: broncino, Domi, Selvaggia_Chan, Sweet96, masa18, Stalker_conlaA, Emmeti, bimbic, Shinichina, oo00carlie00oo, YouGitWires, Bryce78, michelle82, FrancescaVincenzo, lizz1183, PinkPrincess, cara_mello, layla493, Giulietta7, mariaanna, Blue Drake ed Euterpe_12.
Al prossimo aggiornamento! Baci, bacini, bacetti, S.
   
 
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