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Autore: dalialio    16/10/2011    5 recensioni
Una ragazza entra a far parte della vita degli agenti dell’NCIS. La sua identità all’inizio li lascerà sconcertati, ma poi si abitueranno alla sua presenza.
La protagonista presto scoprirà di aver creato dello scompiglio nelle loro vite, ma grazie al suo aiuto qualcuno riuscirà a chiarire i propri sentimenti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'She Cαme Into Our Lives And Chαnged Everything'
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Interceding Is Often Hard- Cap 8
Capitolo 8

In cui un cambio d’abito porta a galla
dei sentimenti repressi


Finalmente arrivò il giorno del ballo. Quella mattina non andai in ufficio da Jethro poiché ero troppo agitata al pensiero di affrontare quella sera. Invece mi dedicai con molta cura al mio corpo: mi lavai i capelli con molto balsamo, mi depilai le gambe, sfoltii le mie sopracciglia e stesi la crema idratante sulla mia pelle.
Alle cinque del pomeriggio arrivò Ziva con i vestiti. Portò tre abiti, tra cui – disse lei – avrei “potuto scegliere quello perfetto” per me.
Tutti e tre erano molto belli, ma anche... non adatti a una diciottenne. Troppo scollati o scosciati. Nonostante ciò, non osai commentare – per paura che la bomba ad orologeria quale era Ziva potesse scoppiare – e decisi che li avrei provati tutti.
Il primo abito era color blu notte, aveva le spalline strette e mi arrivava poco sopra il ginocchio. Mentre mi guardavo allo specchio notai che Ziva mi lanciava delle strane occhiate, che, mi sembrava, non erano dovute al suo giudizio su come il vestito si adattasse al mio corpo. Feci finta di non accorgermi dei suoi sguardi.
 Scartai subito quell’abito: non avevo delle gambe magrissime e la lunghezza del vestito faceva risaltare un po’ troppo i miei polpacci. Ziva scosse la testa come ad esprimere i miei stessi pensieri.
Il secondo vestito era lungo fino ai piedi, di un risaltante rosso rubino ed era... scollato. Avevo praticamente tutto il davanzale in bella vista.
No, quello non andava bene.
“Questo proprio non va”, valutò Ziva, scuotendo il capo energicamente.
“Già”, mormorai.
Ziva mi allungò l’ultimo vestito e lo provai. Era lungo fino ai piedi, color verde acqua e mi lasciava scoperta una parte di schiena, ma in compenso copriva il davanti fino alle spalle.
Mentre adagiavo il tessuto sul mio corpo, mi persi tra i miei pensieri e, senza accorgermene, mi ritrovai a fissare Ziva.
Lei si accorse del mio sguardo insistente. “Che c’è?”, sbottò.
“Niente”, risposi istintivamente, tornando con i piedi per terra. “È solo che...”.
Mi fermai di colpo: mi era mancato il coraggio di continuare.
“Sì?”, mi incitò Ziva.
Ormai il guaio era fatto. Ero obbligata a continuare il discorso in qualche modo. “Insomma... volevo dirti che...”. Respirai profondamente, inalando anche il coraggio che avevo perso un attimo prima. “Ho notato la tua avversione nei miei confronti e ne ho anche capito la causa”.
Ziva mi fissò con gli occhi spalancati e si lasciò andare ad una risata nervosa. “Avversione? Di cosa stai...”.
“Non negarlo, la interruppi. “Tu credi che io mi stia mettendo tra te e Tony”.
Mi guardò con la stessa espressione di prima. “Tony? Sei impazzita per caso?”, disse con un tono di voce più alto di prima. Sembrava nervosa.
Improvvisamente mi resi conto che, se le avessi detto tutto quello che pensavo, mi sarei cacciata nei guai. Quindi decisi che avrei concluso il mio discorso in modo diplomatico.
Cercai di eliminare ogni residuo di accusa dalla mia voce, sforzandomi di mantenere un tono calmo. “Senti, non voglio intromettermi tra di voi, non otterrei nulla. Non ho mai avuto alcuna intenzione di... appropriarmi di Tony o cose del genere. Che cavolo, non ho nessuna chance!”. Cercai di ridere con naturalezza, ma non ci riuscii molto bene. “Lui è tuo”, continuai. “Puoi farci quello che vuoi. Stai attenta solo a non ferirlo: non lo merita”.
Ziva diventò seria tutto d’un tratto: sembrava che stesse davvero prendendo in considerazione le mie parole. Sorrise debolmente e le sue guance s’imporporarono appena.
Fui presa dall’agitazione al pensiero di farla innervosire, ma dovevo informarla di una cosa. “Volevo solo dirti che ho promesso a Tony che gli avrei concesso un ballo, stasera...”. Ziva si rizzò sulla schiena come se avesse ricevuto una brutta notizia. “...ma non succederà nulla. Cercherò di parlargli, se sei d’accordo”.
Ziva sembrò capire che mi stavo riferendo a loro due, perché sussurrò in un soffio: “Sì” quasi imbarazzata.
Annuii. “Ok”.
La donna mi fissò per un secondo. Riuscivo a leggere qualche emozione nei suoi occhi. Era forse... gratitudine? O qualcosa di simile?
“Guardati allo specchio”, mi suggerì.
Lo feci. Rimasi esterrefatta.
Il vestito era bellissimo.
“Wow”, esclamai, non riuscendo a credere ai miei occhi.
Ziva si aprì in un sorriso che non le avevo mai visto fino a quel momento. “Comunque volevo dirti che questo è il vestito perfetto per te”.




***




I miei conobbero la collega di Jethro e mia madre ne rimase colpita. “Da come l’avevi descritta tu, ci saremmo aspettati una ragazza fredda e scontrosa. Invece trovo che sia disponibile e solare, ha sorriso sempre”, disse quando Ziva se ne fu andata.
Mio padre, invece, non intervenne nella conversazione che stavo intrattenendo con la mamma perché era troppo concentrato nello squadrare il vestito che tenevo al braccio. Me l’ero tolto perché avevo dovuto accompagnare Ziva alla porta e non avevo voluto sciuparlo; in più, temevo la ramanzina di mio padre, che sarebbe arrivata prima del tempo se mi avesse vista con indosso l’abito prima di andare via. Potevo immaginare i suoi pensieri in quel momento: di sicuro stava programmando di non farmi uscire di casa se l’abito non fosse sottostato alle sue regole. Finsi di non accorgermi della sua espressione pensosa.
In mezz’ora – a tempo di record! - riuscii a truccarmi e ad attorcigliare i capelli in una treccia alla francese. Orecchini, pochette, ballerine – che, fortunatamente, non erano visibili agli altri perché nascoste dalla lunga gonna... i tacchi non riuscivo proprio a portarli! - ed ero pronta. Scesi le scale sentendomi una principessa.
Appena i miei mi videro, mia madre giunse le mani violentemente, provocando un sonoro schiocco, e mi squadrò con ammirazione.
“Tesoro sei bellissima!”, esclamò. “Quest’abito ti dona davvero!”.
Mio padre rispose con un grugnito. “Non sarà... troppo?”, si lamentò.
“Papà”, lo sgridai.
“Che sciocchezze”, esclamò la mamma. “Troppo cosa? È il migliore tra quelli che si potevano scegliere, è giusto per una ragazza”.
Papà rispose con un altro brontolio, per nulla convinto.
“Forza”, mi esortò mia madre spingendomi verso la porta. “Lo zio ti sta aspettando fuori”.
Scesi le scale del vialetto di corsa perché, se non l’avessi fatto, la spinta di mia madre mi avrebbe fatto cadere per terra. Mi diressi verso Jethro, che riuscii a scorgere nella semi oscurità.
Era vestito elegantemente in giacca e cravatta, ma non nel modo solito in cui l’avevo visto al lavoro. In quel momento era tutto in tiro, i capelli pettinati ordinatamente con una riga a lato, la giacca abbottonata sapientemente senza che il tessuto facesse una piega. Ero senza parole.
“Sei bellissimo, zio”, mi complimentai con un sorriso.
“Anche tu, bambina mia”, rispose. Poi salimmo nella sua auto grigia, mentre mia mamma, dal portico, ci salutava agitando freneticamente la mano.
Jethro guidò in silenzio per quasi tutto il tragitto; ad un tratto si voltò verso di me con un sorrisino malizioso. “Ti vedo agitata. Va tutto bene?”.
Lo guardai, cercando di sembrare rilassata. “Certo. Perché non dovrebbe?”.
Tornò a fissare la strada e si strinse nelle spalle. “Non so, dimmelo tu”.
Rimasi in silenzio per dei secondi interminabili, che passai fissandomi le mani e cercando di pensare a come poter palesare le mie preoccupazioni senza sembrare un’idiota.
Insomma, per essere agitata lo ero davvero, Jethro in questo ci aveva visto giusto. Ma non ero sicura che gli avrebbe fatto piacere sapere quale fosse il motivo del mio nervosismo.
Ci avevo pensato per tutto il giorno, e ora che ci avvicinavamo al locale del ricevimento il mio cuore si metteva a battere sempre più velocemente, come se volesse farmi un dispetto.
Ma insomma, qual è il problema?!
“Senti, zio...”, attaccai in un momento di coraggio. “Spero che tu non ti offenda se io... cioè...”. Fissai i suoi occhi grigio ghiaccio che celavano un certo smarrimento a causa del mio discorso contorto.
Respiro profondo.
“Ecco, forse avrei dovuto dirtelo prima, ma... ho fatto una promessa a Tony”.
Jethro sollevò le sopracciglia in un’espressione stralunata, la stessa che avrebbe avuto se gli avessi detto che la luna era fatta di formaggio. “Tony?”, ripeté. “E che cosa gli hai promesso?”.
“Beh, gli ho detto che...”. Feci un respiro profondo, poi dissi tutto d’un fiato: “Avrei ballato con lui”.
Aspettai che la tempesta si abbattesse su di me.
Invano.
Sembrava che Jethro si stesse trattenendo dal ridermi in faccia.
“E perché avresti fatto una promessa del genere?”, domandò ilare.
A giudicare dalla sua espressione, stavo davvero facendo la figura dell’idiota.
“Perché...”. Mi ha invitata ma ero già impegnata con te, quindi siamo scesi a un compromesso. “Lui mi ha chiesto un ballo e io ho accettato. Tutto qui”.
Bugiarda.
“Ah”, rispose lui, piegando la testa da un lato con espressione pensierosa. “Però”.
Aspettai che dicesse qualcos’altro, ma lui non continuò.
“Quindi...”, attaccai, “mi lascerai mantenere la promessa?”.
Jethro accennò ad una risata. “Oh, sì. Certo che sì!”.
Le nuvole nere si diradarono dall’umore che aleggiava nell’abitacolo dell’auto, lasciando il posto ad un Gibbs inspiegabilmente ridente e spensierato.










*Nota dell'autrice*

Ordunque... :) credo che mi ammazzerete per questo capitolo... vi aspettavate che questo fosse quello del ballo... invece no! :) vi lascio ancora con la suspense! :) muahaha! (risatina sadica (:  ).
No dai, a parte gli scherzi, mi dispiace di aver troncato così il capitolo, ma se avessi messo ciò che accadeva al ballo tutto insieme  il capitolo sarebbe diventato chilometrico! Quindi ho un po' diviso la parte del ricevimento... comunque il prossimo capitolo tratterà proprio del ballo, non vi preoccupate! :)
Ringrazio ancora e ancora zavarix e kiriri93, le mie fedeli recensitrici, e tutti quelli che seguono la mia storia! :) non smetterò mai di dirvi: grazie con tutto il cuore! :) :) :)
Ci vediamo la prossima settimana! :)
Chiara
   
 
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