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Autore: GiannaDana    16/10/2011    0 recensioni
“Sono un angelo, il tuo angelo custode. È per questo che posso comunicare con te in questo modo” spiegò la “voce mentale”, che pareva proprio essere quella del suo animale domestico.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un angelo custode molto speciale


1 – Un arrivo gradito

Delia era un ragazzina di dodici anni che, dopo aver trascorso un duro anno scolastico, si accingeva a trascorrere le sue vacanze estive al mare.
Aveva passato l’intero secondo quadrimestre a sognare, tra i banchi di scuola, l’arrivo delle vacanze. Lei amava l’estate perché questa stagione recava con sé sogni e speranze per il futuro; futuro che puntualmente la deludeva.
Delia, infatti, nella passata stagione estiva aveva sperato in un anno scolastico migliore, ricco di amicizie, felicità e buoni voti. L’unica speranza che, però, ebbe potuto soddisfare in parte fu quella di ottenere dei voti discreti.
La ragazzina, difatti, non era contenta: non aveva né amici né un hobby che l’appassionasse. Solo i dolci riuscivano a renderla felice. Li adorava tutti: dai cannoli alle crostate, dai bignè al tiramisù. Viveva per i dolci e non faceva che mangiarne dalla mattina alla sera.
Sua madre, che si chiamava Angela, di professione era una pasticcera, quindi possibilmente quel suo incondizionato amore per la cucina dolciaria era dovuto a lei.
La sua cara mammina le preparava ogni giorno diversi tipi di dolci e le aveva anche insegnato a cucinarne qualcuno, cosicché avrebbe potuto soddisfare la sua dolce voglia pure quando sua madre fosse stata assente.
 
Come avete potuto sicuramente capire, Delia era una ragazzina, come posso dire, un po’ troppo rotondetta. Lei tuttavia non faceva nulla per cambiare il suo fisico, non le dava affatto fastidio; ma ai suoi compagni di classe si. La chiamavano palla rotolante, brutta cicciona, arancino con i piedi e chi più ne ha più ne metta. Inizialmente lei non si curava di quei nomignoli, ma col tempo si rese conto si essere isolata dal resto della classe e di non avere alcun tipo di rapporto con un ragazzo o ragazza della sua età.
Quando si rese conto di questo, Delia decise di distrarsi con un giochetto che inventò lei stessa: “L’abbina dolci”. Questo passatempo consisteva nell’abbinare un dolce ad ogni persona che lei conoscesse. Ad esempio la sua adorata mamma era un biscotto dolce e caldo per tutti e con tutti, la sua compagna di banco Antonella era come la nutella, buona, ma col tempo nauseante e fastidiosa.
 
Delia aveva trascorso l’intera mattinata mangiando pasticcini davanti la televisione, quando sua madre entrò in casa, chiudendosi la porta dietro di sé.
<< Ciao piccola >> la salutò.
<< Ciao mamma >> rispose la ragazzina, senza smettere di fissare la tv. << Come è andato il lavoro? >>
<< Come sempre >>
<< Niente di nuovo? >>
<< Solo una piccola cosa >> rispose con una risatina la madre.
<< Cosa? Hai provato la ricetta per un nuovo dolce? >> chiese Delia speranzosa, ma senza staccare lo sguardo dallo schermo della tv.
La mamma rise di nuovo. << No, ho trovato qualcosa di meglio >>. La signora Angela, vedendo che la figlia non aveva alcuna intenzione di alzarsi dal divano o di rivolgerle almeno uno sguardo, aggiunse: << Vieni qua, Delia! Guarda chi c’è qui per te! >>
A quel punto Delia si voltò, senza sapere cosa aspettarsi. Quando vide un piccolo batuffolo di peli, che muoveva allegramente la sua coda, in braccio a sua mamma, urlò di felicità e le corse in contro.
<< Grazie mamma! Grazie! >> continuava a gridare. << Sei la mamma migliore del mondo! >>
<< Perché non lo tieni tu? >> le chiese sua madre avvicinandole il cucciolo di beagle.
Delia ospitò il tenero animaletto tra le sue braccia. << Com’è morbido! >> esclamò. Il cagnolino continuava a scodinzolare e la sua coda sfiorava il collo della ragazzina, provocandole solletico. Delia iniziò a ridere e continuò a lungo. In parte rideva per il solletico, in parte per la felicità di aver trovato un nuovo amico, il suo primo amico.
 
Lei aveva sempre amato i cani, di tutte le razze. Quand’era più piccola, sua mamma la portava ogni domenica al parco. Lì tutti i bambini giocavano sull’altalena o sullo scivolo, ma lei preferiva rimanere seduta sul prato verde a guardar scorazzare i cani delle diverse razze, mentre mangiava biscotti al cacao. Le piaceva tantissimo guardare persone, di qualsiasi età, giocare con i propri cani, lanciandogli un bastoncino o un disco che poi quegli animali riuscivano a prendere e a riportare al padrone. Quando vedeva queste scene sognava di poter divertirsi un giorno anche lei così con il suo cagnolino. Sognava in silenzio però, infatti non aveva mai detto niente di ciò a sua madre.
Sua mamma, tuttavia, l’aveva capita, nonostante la figlia non avesse mai accennato al fatto di voler avere un cane. La vedeva ogni domenica osservare felice quei cani al parco e aveva compreso il suo desiderio nascosto. Non aveva comprato però prima un cane perché lei non poteva occuparsene, non aveva tempo, ma adesso sua figlia era abbastanza grande per prendersi cura di un animale domestico.
 
Delia posò un attimo il cucciolo sul pavimento per abbracciare sua madre. << Sono felicissima mamma! Ti voglio tanto bene! >>
<< Anche io ti voglio bene piccola >> disse la signora Angela, ricambiando calorosamente l’abbraccio di sua figlia. << Ora però porta il cane in giardino, non giocate dentro casa. >>
<< Va bene >> rispose obbediente Delia e, rivolgendosi al suo piccolo nuovo amico, disse: << Vieni, usciamo fuori in giardino! È una giornata bellissima! >>
La signora Angela era contenta di vedere la sua figlioletta per la prima volta veramente felice. Aveva visto che Delia era un po’ solitaria, quindi un altro motivo per cui le aveva regalato un cane era proprio perché così potesse avere finalmente un amico, qualcuno con cui giocare e divertirsi. Sapendo che il cane è il migliore amico dell’uomo, aveva preso la sua decisione e adesso capiva che era stata quella giusta.
<< Allora piccolo, come vuoi chiamarti? >> Delia rifletteva sul nome da dare al suo cagnolino, ma non le veniva in mente niente. Aveva aspettato così tanto tempo quel momento, ma non aveva mai pensato a come avrebbe voluto chiamare il suo cane.
Poi all’improvviso si porse una domanda: “Era maschio o femmina?” Prese il cucciolo e lo girò dall’altro lato. Era una bella femminuccia. Sorrise soddisfatta, anche se non le sarebbe dispiaciuto neanche che  fosse stato un maschio.
Tornò a cercare il nome adatto. Non le piacevano quei nomi per cani banali e comuni come “Rex” o “Bobbi”. Voleva trovare un nome speciale, qualcosa che la potesse legare a lei, di modo che quando l’avrebbe chiamata tutti avrebbero capito che era la sua cagnetta, la sua piccola amica.
Mentre rifletteva, arrivò sua madre con un vassoio in mano. Aveva preparato la sua famosa crostata di mele e gliene aveva portato una grande fetta.
<< Allora, le hai dato un nome? >> domandò la signora Angela a sua figlia, accarezzandole i lunghi capelli rossi, tanto simili ai propri.
Delia prese la grossa fetta di crostata con entrambe le mani e improvvisamente le venne un’illuminazione. Sapeva come si doveva chiamare il suo cucciolo.
<< Angel >> disse convinta. << Si chiamerà Angel, da Angela, il tuo nome. Me l’hai regalata tu e quindi è giusto che abbia un nome simile al tuo! >>
<< Come sei dolce! >> La signora Angela strinse a sé la figlia, continuando ad accarezzarle la chioma rosso fuoco.
Delia aveva chiamato la sua nuova piccola amica “Angel”, come gesto di gratitudine verso sua mamma, ma non sapeva quanto quel nome fosse azzeccato.



Note dell'autore

Questa storia ha partecipato al concorso "Oh so sweet! Un contest come una pasticceria" di WindOfTheNight e si è classificata all'ottavo posto.
Se questo primo capitolo vi è piaciuto, recensite numerosi! :D

  
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