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Autore: Purrrkwood    16/10/2011    4 recensioni
Stupidi vermi.
Sapete che vi dico?
Per adesso mi cerco un corpo.
Poi penserò a voi.

Una strega assetata di vendetta. Una collana troppo bella per non essere comprata. E un intero universo completamente sconosciuto ai comuni mortali.
Mitsuki Kurosaki è in grossi guai. Non è questa la doppia vita che aveva immaginato.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Malefica, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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*MALEFICA*
Capitolo 16
*
All' attacco


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Pelo oro o pelo rosso, un leone artigli ancora ha.
E i miei sono lunghi, mio lord, lunghi e affilati quanto i tuoi.
George R.R. Martin, Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco.

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Il cuore martellava nel mio petto come se fosse impazzito, ma mi imposi di ignorarlo. Respirai a fondo una, due, tre volte, finchè non fui abbastanza calma o finchè non credetti di esserlo. Merlino mi osservava con tranquillità; non voleva mettermi fretta, questo lo sapevo, ma fretta c' era, ce n' era tanta. Miglioravo troppo lentamente. Anzi, non miglioravo affatto.
"Sei pronta?" il vecchio mago mi lasciava poco tempo per riprendermi, tra un tentativo e l' altro. Questa era la prova effettiva della sua impazienza.
"Si..." mormorai. Mi misi comoda, incrociando le gambe. Accostai le mani e le mie dita si toccarono. Merlino non disse più nulla dopo la sua domanda, ormai conoscevo le istruzioni a memoria. Era sembrato facile quando mi aveva spiegato per la prima volta cosa fare. Anzi, non lo sembrava, lo era davvero. Era facile. Lo era fino all' ultimo passo, dove fallivo puntualmente.
No, quei pensieri non mi avrebbero aiutata, dovevo cancellarli. Dovevo cancellare tutto, una cosa alla volta.
Primo. Via la vista.
Lentamente chiusi gli occhi e mi lasciai avvolgere dal buio. Il giorno stava calando, all' esterno della casa, e ogni volta che tentavo c' era sempre meno luce dietro alle mie palpebre.
I segnali che aspettavo arrivarono poco dopo. Sentii l' odore dei libri antichi diventare più intenso, udii il fruscio della veste di Merlino, il sapore della saliva dentro la mia bocca. Sotto di me il pavimento diventò di colpo più freddo e mi accorsi con precisione dei solchi che i miei polpastrelli lasciavano l' uno sull' altro.
Eliminando la vista avevo acuito gli altri sensi e potevo continuare.
Secondo. Via l' olfatto.
Non avevo la minima idea di come funzionasse e non potevo dire che Merlino fosse stato particolarmente chiaro sull' argomento. Aveva detto solo 'Non c'è un modo preciso. Concentrati - ma non troppo - e ti verrà naturale'. Inutile dire che il primo tentativo era andato a rotoli. Poi ad un tratto ero diventata di colpo capace di annullarmi le varie percezioni. Così, come se fosse la cosa più normale al mondo.
L' odore dei libri svanì e con esso quello fine dei fiori sul tavolo e tutti gli altri.
Terzo. Via il gusto.
Era incredibile che bstasse pensarlo. Di colpo fu come non avere più una bocca. All' inizio erano state più spaventose quelle sensazioni che il motivo per cui mi allenavo. Non che ora lo trovassi molto piacevole, e il peggio doveva ancora venire.
Quarto. Via l' udito.
E via ogni suono di quell' ambiente. Il vento smise di soffiare tra le assi delle imposte, quell' uccellino solitario smise piano piano di cantare e il topo che correva dietro al muro si fermò. Fu come abbassare il colume della musica fino ad azzerarlo.
Quinto. Via il tatto.
Avevo già sperimentato questa sensazione. E la trovavo orribile. Perdere il controllo dei miei arti era la seconda parte peggiore di tutto l' esercizio. La prima arrivava ora.
Calma. Stavo pensando troppo. Ecco, si, calma. Calma. Chissà se stavo respirando.
In quello stato attorno a me vedevo solo buio e nient' altro. Nient' altro a parte...eccola. La sfera luminosa in un punto imprecisato davanti ai miei occhi. Dovevo solo prenderla e il gioco era fatto. Immaginai di allungare una mano e mi avvicinai, mi avvicinai, mi avvicinai e...
E successe. Prima il freddo improvviso, poi quella mano ossuta che mi afferrava. Infine l' urlo e l' improvviso ritorno alla realtà, che mi lasciò ad ansimare piegata su me stessa, sul freddo pavimento di pietra. Riacquistai i cinque sensi in pochi secondi. Quanto al respiro, non sarebbe tornato del tutto normale prima di qualche minuto.
Accovacciata sulla pietra fredda, ancora con il fiato grosso, mi presi la testa tra le mani, nascondendo il volto tra i palmi e lasciandomi sfuggire un' imprecazione a bassa voce. Imprecavo per evitare di piangere, questo era più che ovvio. Con la famosa battaglia finale alle porte, l' atmosfera tra i ribelli era rimasta tesa anche dopo la mia comparsa fortuita. E i miei continui fallimenti non contruibuivano a sollevare il morale a nessuno. Oh, Yuffie e Aerith si comportavano gentilmente con me e mi imponevano di essere ottimista, ma era più che ovvio che tentavano di mascherare il nervosismo. Cid ottimista non lo era per niente, ma non parlava troppo e cercava di distrarsi con il lavoro manuale; di tanto in tanto lo vedevo comparire sudato e sporco di fuliggine. Non era lui il problema, il peggio era Lèon. Lèon a differenza di Cid non riusciva a scaricare la tensione smontando e rimontando un motore. Rimaneva in un angolo ad osservare i miei patetici progressi, anche lui senza dimostrare un minimo di loquacità. Gli unici rimuori che sentivo provenire da lui li udivo quando, armato di pietra e drappo oleato, affilava la gunblade, l' ennesima arma assurda che mi vedevo comparire davanti, un bizzarro incrocio tra una spada e una pistola che sembrava essere l' oggetto più caro in suo possesso.
Nessuno era ostile, avevamo semplicemente tutti paura. Di morire, oppure anche solo di non arrivare in tempo per riuscire a combattere; perchè se avessi continuato in quel modo, Malefica ci avrebbe scoperti ancor prima che fossi  stata in grado di mettere il naso fuori di quella casa.
"Mitsuki?" Merlino,che fino a quel momento era rimasto silenzioso, in attesa che mi riprendessi, ruppe il mio silenzio "Tutto bene?"
Scossi la testa, rimanendo nella stessa posizione "Non va bene per niente..." gemetti "Mi blocco sempre lì, sempre in quel punto, sempre!"
Il mago sospirò "Tu puoi farcela, il problema è..."
"Che sono una buona a nulla, lo so" lo interruppi scattando a sedere. Avevo di certo gli occhi lucidi, ma li piantai comunque nei suoi.
"Non ci riesco!" proruppi "Ogni volta che mi avvicino c'è qualcosa che mi blocca! Se mi avvicino troppo finisco posseduta di nuovo, lo sento!"
"Perchè hai troppa paura di lei. Sente il tuo terrore e vi si aggrappa"
Scossi la testa "Certo che ho paura, è ovvio. Non dovrei averne forse?"
Merlino sorrise. Si inginocchiò accanto a e e mi pose una mano sulla spalla "Certo che devi averne" rispose con voce pacata "Tutti ne abbiamo e saremmo degli stupidi se non fosse così. Ma, Mitsuki, c'è una grossa differenza tra la paura e il terrore. Le gente dice che sono sinonimi, ma non è così. Quando combatti, la paura è ciò che ti trattiene da azioni avventate, che ti fa capire quando qualcosa è pericoloso e quando non lo è, ed è indispensabile nelle situazioni più critiche. Ma troppo di una cosa fa male, l' avranno di certo insegnato anche a te e la paura non fa eccezione. Troppa prudenza diventa codardia e troppa paura diventa terrore. L' hai sperimentato il terrore, no? Non riuscire a muoversi, temere l' avversario al punto da perdere ogni speranza. Quello non fa bene, Mitsuki. Tu hai tanta paura di Malefica e ti capisco, ma se permetti alla tua paura di crescere troppo sarà la fine per te. Mi capisci?"
"Si, io..." le parole facevano fatica a uscire dalle mie labbra. Chiusi gli occhi e li riaprii "Ma anche pensando in positivo lei non se ne andrà da sola. Devo mandarla via io. Voi avete parlato di usare contro di lei la sua stessa magia e la cosa ha senso. Ma come faccio a diventare una strega di questo passo?"
Non fu una mia impressione, Merlino rise sommessamente: "Mitsuki, io non voglio trasformarti in una strega".
In un primo momento fui certa di non aver capito:
"Eh?"
"Non ce n'è assolutamente il tempo!" spiegò il mago "Per diventare una vera strega occorrono anni di studio, di allenamento, di concentrazione e tu ti stai esercitando da due giorni!"
"Ma allora qual'è lo scopo di tutto ciò? Insomma..." aprii la mano con il palmo rivolto verso l' alto e mi concentrai, aspettando di sentire fluire in me quell' energia ormai famigliare. Con la mente le diedi una forma e questo bastò perchè una piccola fiammella si accendesse dal nulla. Era qualcosa che una come me non avrebbe dovuto conoscere.
"...Tutto quello che so fare è questo" dissi, fissando il piccolo fuoco magico che bruciava senza scottarmi "Potrà essere un buon risultato per un allenamento tanto breve, ma a Malefica certo basterà un cenno per scagliare su di me qualcosa di almeno dieci volte più potente..." sospirai e chiusi le dita a pugno. La fiamma si spense subito.
"A cosa mi serve acchiappare una lucetta immaginaria? Mi renderà così potente?"
"Forse sì, forse no" Merlino ondeggiò la testa con fare enigmatico "Dipende da te. In effetti non ti ho spiegato molto bene il senso di quell' esercizio: Mitsuki, tu devi ottenere lo stesso potere di malefica per riuscire a batterla, questo lo sai. E quella che tu chiami lucetta immaginaria non rappresenta altro che quel potere! Quando ti concentri a tal punto da perdere tutti e cinque i sensi non fai altro che scrutare nel profondo della tua anima alla ricerca dell' energia di ui hai bisogno. E il motivo per cui non ce la fai..."
"E' che malefica cerca di fermarmi e ci riesce." conclusi con amarezza "Si, c'è sempre di mezzo lei."
"Il motivo per cui ti faccio tentare così ripetutamente è che più fallisci più lei rafforza le difese attorno all' obiettivo. Cerca di renderti insicura di te stessa."
"Vuol dire che ha scoperto il nostro piano?" domandai spaventata.
"No, non credo. Credo che sia ciò che di lei è ancora vivo in te a reagire. La vera Malefica, quella su cui tu devi concentrarti si trova all' interno del suo castello e non sa nulla dei nostri piani."
"Si, ma non sarà ignara ancora per molto"
Mi voltai indietro. Lèon era in piedi sulla porta, appoggiato con la schiena allo stipite e guardava me e Merlino con uno sguardo indecifrabile. Non era la prima volta che parlava così. Mi morsi il labbro e aggrottai le sopracciglia. Lui se ne accorse.
"Che hai?"
"Senti..." mi alzai lentamente in piedi, cercando di barcollare il meno posssibile per la mancanza di energie. Quando il pavimento smise di ondeggiare decisi di poter parlare "Sono due giorni che faccio cose che se mi vedessero quelli delle mie parti mi chiuderebbero in una cella e getterebbero via la chiave. Sto facendo del mio meglio per compiere una missione di cui farei volentieri a meno e molto probabilmente sto per morire. Non pretendo di ricevere attenzioni per questo, ma non mi offenderò se qualcuno indeciso tra il mettere ansia e lo stare in silenzio sceglierà la seconda opzione, ecco. Il mio equilibrio psicofisico è già abbastanza fragile, se potessi te lo ordinerei, ma visto che non posso te lo chiedo per favore: facciamo i bravi alleati e supportiamoci. Tradotto come: lasciami in pace."
Lèon rimase per qualche secondo in silenzio a fissarmi senza mutare espressione e per un attimo mi pentii di ciò che avevo detto. Avevo esagerato? Lo avevo fatto infuriare? Mi avrebbe sparato addosso o tagliato a fette con la gunblade? O forse avrebbe fatto entrambe le cose di fila? Ma mi stupii quando la maschera di irritata indifferenza che il ragazzo aveva sempre portato in mia presenza si tramutò in un sorrisetto divertito. Il primo sorriso che vedevo sulle sue labbra in tre giorni da che l' avevo visto.
"Allora un po' di coraggio lo sai tirare fuori anche tu!" esclamò rimanendo a braccia conserte accanto alla porta.
"Beh... a volte la vita ti sorprende..." mormorai.
"D' accordo facciamo così" disse staccando la schiena dal muro e guardandomi dritto negli occhi "Ti chiedo scusa e faccio anche un'altra cosa: ti propongo una scommessa."
La cosa mi lasciò senza parole: "Una scommessa? Che scommessa?"
"Tu vuoi che ti lasci in pace, giusto? perfetto, lo farò fino a domani a quest' ora, ti lascio per un giorno libera di allenarti senza sopportare le mie - a quanto pare terribili - frecciate. Ma se domani a quest' ora non sarai riuscita a fare ciò che ti è stato chiesto triplicherò la dose."
Non riuscivo a capire se mi stesse prendendo in giro o meno, ma dal momento in cui avevo iniziato a parlare con una sicurezza soprendente, mi sentivo capace di tutto.
"Ci stai?"
"Si" risposi "Ma se vinco io mi fai provare quell' affare!" aggiunsi indicando la lucente gunblade appesa al suo cinturone.
"Ti ammazzerai ancor prima di aver sparato"
"Morire domani o dopodomani, sai che differenza fa per me? La fa per te, devo sconfiggere Malefica, fai in modo che non mi uccida con quella se non vuoi."
Lèon non sembrò entusiasta dell' offerta, ma non rifiutò. Mi tese una mano, invece. La strinsi cercando di apparire decisa e cosciente delle mie azioni.

Vista, gusto, udito, olfatto e tatto, ormai era diventata un' abitudine. Ma stavolta sarebbe stato diverso. Doveva essere diverso, se avessi fallito un' altra volta non ce l' avrei più fatta. Quando chiusi gli occhi, la paura aveva già cominciato a strisciarmi dentro, come un serpente invisibile in attesa di mordere la preda. Non mi avrebbe morso stavolta, non mi avrebbe instillato il suo veleno fatto di terrore e angoscia. Io ero una strega ora e una strega non perdeva così facilmente.
Non so perchè fui attraversata da quel pensiero, mentre abbandonavo le mie percezioni umane e mi lasciavo avvolgere da quel silenzio inquietante, mentre perdevo l' ultimo contatto con la realtà. Perchè ad un tratto ragionavo in quel modo? Ed era poi vero? No, non lo era, Merlino l' aveva detto che non sarei diventata una strega. Cosa avrei ottenuto stringendo tra le mani il potere della mia nemica, quella luce abbagliante che brillava davanti a me? Una potenza inimmaginabile? Sembrava troppo facile. Ma era così bella quella scintilla sospesa nel vuoto, era bella e sarebbe stata mia. Sarebbe stata mia perchè ciò che avevo detto a Lèon era stato solo una stupida bugia: si che mi importava di vivere un giorno in più! Non volevo contemplare l' idea della morte, non volevo sacrificare la mia vita, volevo vincere e salvarmi per tornare alla mia monotona vita sulla Terra, dove svegliandomi al mattino mi sarei convinta di aver sognato ogni cosa, dove avrei litigato con mia sorella per l' ultimo biscotto rimasto, dove prima o poi mi sarei innamorata di qualcuno con i capelli neri o castani o biondi e non viola di natura.
Io voglio vivere, stupida lucetta! pensai E figurati se me lo puoi impedire tu, che le mani manco le hai!
Mi allungai verso quella luce, perchè era l' unica cosa che potevo fare. Chiusi le mie dita attorno ad essa, perchè era l' unico modo.
L' aria diventò gelida, se mai c' era aria in quel luogo assurdo: sentii il freddo sulla pelle, come se fossi improvvisamente caduta in un lago ghiacciato senza un vestito addosso. Ma quella mano bruciava la mia pelle come ferro rovente, stringeva il mio polso con una forza sovrumana. "E' troppo difficile per te" disse "Rinunciando non dovrai combattere una battaglia inutile"
Non mi tirerò indietro ora.
"Perderai"
No.
"Soffrirai"
Cos' ho fatto finora? Vai a quel paese e restaci!
Strinsi la presa, se mai ne avevo una. Tirai verso di me quell' energia, la strinsi al petto come un tesoro. La sua luce aumentò a dismisura, mi avvolse fino a che l'oscurità totale che mi aveva circondato non si tinse di un bianco abbacinante.
E finalmente lo sentii. Sentii il suo potere, sentii la magia che scorreva nel mio corpo, la forza che fino a quel momento Malefica aveva difeso strenuamente. Il mio sangue diventò puro fuoco e scorrendo arse ogni fibra, ogni cellula che mi componeva. Ero Non ero più Mitsuki la debole umana, ero diventata qualcos' altro, qualcosa di sovrannaturale. Ero Malefica, ma al tempo stesso ero ancora me. Invincibile, ero invicnibile!
Ero...
Ero.....
"Mitsuki! Mitsuki! Sveglia!"
C' erano rumori attorno a me. Rumori non più ovattati, ma reali. Passi, fruscii, libri spostati, voci umane. C' era odore di antico e di polvere, ma anche di fiori e perfino di biscotti. Soffiava il vento da una direzione imprecisata. Il pavimento era di pietra.
"Mitsuki!"
non mi ero resa conto di avere ancora gli occhi chiusi. Doverli aprire fu come imparare qualcosa di nuovo. La luce era quella calda e soffusa del tardo pomeriggio.
"Tutto bene?" comunicò una voce nasale e un uomo anziano comparve nel mio campo visivo seguito dal resto dei presenti: Lèon, Yuffie, Aerith, Cid, tutti.
"Perchè mi guardate così... ho qualcosa che non va?" domandai ancora intontita, rendendomi conto di essere stesa sulla schiena. Quando mi alzai a sedere l' intera stanza ondeggiò lievemente.
Merlino si pose davanti a me. Fu una mia impressione o nei suoi occhi scorsi una scintilla di soddisfazione?
"Tutto bene?" chiese.
"Io..." non ero certa della risposta. Che diavolo era successo?
"E' stato incredibile" dissi con un filo di voce, quando le immagini apparvero nella mia mente  "Ce l' ho fatta... l' ho presa! Ho sentito il suo potere, ho sentito la sua forza dentro di me, è stato come se fossi invincibile, è stato bellissimo! Non immaginavo neanche lontanamente una cosa simile, io... adesso sì che ce la posso fare, con un potere del genere posso vincere, posso...!"
"Calma, calma" il mago appoggiò una mano sulla mia spalla "Non è così semplice, Mitsuki, hai distrutto le barriere che ti separavano da Malefica e ora hai finalmente accesso alla sua forza, ma questo può seignificare tutto e niente. Ascoltami attentamente ora: avere il potere in sè non significa essere imbattibili. Devi saperlo usare, devi conoscerlo, altrimenti sarà esso a sottometterti."
"Capisco..." mormorai tenendo gli occhi sbarrati e fissi su Merlino "E come imparo a conoscerlo?"
"Non puoi, purtroppo non abbiamo tempo per questo. Te ne sarai di certo accorta anche tu, la magia di malefica è entrata in te in modo violento e improvviso e una cosa del genere si fa sentire anche all' esterno. Noi l' abbiamo avvertita, la tua aura combattiva è letteralmente esplosa, ma se l' abbiamo notato noi di certo l' ha notato anche qualcun altro fuori da questa casa. Se ci hanno scoperti è necessario agire in fretta: ti lasciamo qualche ora per iprendere le forze, ma entro sera il piano deve avere inizio."
La notizia mi piacque meno di zero. Avevo pensato che avrei ricevuto la notizia con un certo preavviso, invece era già ora? Così, all' improvviso?
Degluttii a vuoto "E qual è il piano?"
"Il tuo." fu la risposta "Noi non possiamo accompagnarti se non fino ad un certo punto. Dovrai entrare da sola nel castello e trovare la tua gemella. Ciò che accadrà dopo io non te lo so dire nemmeno io."
"Non è una prospettiva attraente..." gemetti "E questa cosa del conoscere il potere?"
"Temo che dovrai conoscerlo sul campo di battaglia. Mi dispiace Mitsuki, davvero, ma credevo che questa sorta di risveglio che hai avuto, se tale lo possiamo definire, sarebbe avvenuta in modo meno eclatante. Se potessi non ti mandere in battaglia subito."
"Lo... lo so..." la mia voce uscì appena udibile dalla mia bocca "Io non ho assolutamente... non ho assolutamente un piano. Io..." le parole si spezarono tra le mie labbra e gli occhi si appannarono "Come fate tutti a riporre questa fiducia in me?" singhiozzai "Che ne so io? Perchè dovrei essere tanto utile? Qualunque cosa ci sia là fuori mi ammazzerà ancor prima che io abbia fatto il primo passo, come faccio a... fare tutto?"
Cercai di respirare a fondo per calmarmi. Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano cercando di non farne scendere altre.
"Come fate a sapere che non sarò io quella che perderà?" chiesi con la voce più ferma che riuscii a tirare fuori "O che non cercher di scappare o che non mi unierò al nemico sperando di salvarmi?"
Nessuno rispose, ed io mi chiesi se non avessi sbagliato a domandare una cosa simile. Poi le parole giunsero dalla mia destra:
"Non lo sappiamo infatti" Yuffie si sedette accanto a me indossando uno dei suoi soliti sorrisi sprezzanti "Nella vita non tutto è certo e figurarsi se possiamo avere certezze in un momento simile. Ci che ci muove sono semplicemente la speranza e la fiducia nei nostri compagni. Se non avessimo avuto la speranza dentro i nostri cuori, ci saremmo arresi molto tempo fa e ora qui non ci sarebbe più nulla da salvare. Ci siamo fidati l' uno dell' altro e adesso ci fidiamo di te. E' ovvio che non possiamo essere sicuri della tua vittoria, ma... insomma" rise "Partire subito pensando male non è il miglior modo per vincere, no? E tu non ci abbandonerai, no, di questo noi siamo assolutamente certi. Non so darti un motivo be preciso, se ne vuoi uno, è semplicemente questione di intuito. Sei troppo trasparente, non riusciresti mai a tradire qualcuno che crede in te senza farti scoprire!"
Senza quasi accorgermene mi ritrovai ad arrossire alle parole della giovane ninja. Era un complimento? Beh, io certo non volevo tradire proprio nessuno, cioò che avevo detto poco prima era stato dettato soltanto da un impulso momentaneo; ripensandoci ora, capivo che non sarei arrivata lontano, ero la Malefica di troppo e come tale andavo eliminata senza indugi. Sarei morta comunque, soltanto con un peso in più sulla coscienza e se dovevo finire uccisa, allora era meglio morire con quel poco di dignità che mi restava. Nemmeno disperarsi troppo aveva senso: Merlino confidava nel fatto che qualcosa sarebbe avvenuto, in qualche modo ed io potevo solo sperare che avesse ragione. La necessità non era forse la madre delle invenzioni? Avrei inventato, pregando di ottenere un risultato decente.
"Se nessuno ha niente da aggiungere" iniziò Lèon "Forse sarà meglio organizzarsi per..." il suo sguard cadde su di me.
"Sì. Comunque io e te avevamo un accordo" precisai con voce atona.
"Non credo che..."
"Lascia perdere, mi è passata la voglia di giocare. Devo andare da sola o mi accompagnate per un pezzo di strada?"
"Possiamo venire con te fino alla piazza principale" disse il ragazzo "Meglio evitare i giardini, è probabile che ci sia una maggiore concentrazione di soldati, tutti quelli che non sono in servizio al momento saranno di certo lì. Dalla piazza salirai le scale che ti porteranno direttamente all' entrata del castello."
"Non mi vedranno?"
"Si, ma non c'è altro modo. Non sappiamo se i sotterranei sono aperti o no, rischiamo di finire in trappola. In ogni caso, forse possiamo contare sul fato che sei identica alla Malefica per cui lavorano; quegli affari non sono particolarmente intelligenti, se sarai abbastanza convincente potrai fargli credere di essere la loro vera signora ed entrare senza problemi." si alzò e si diressi verso un piccolo armadio. Lo vidi trafficare con alcuni fogli e quando tornò stringeva in mano quella che semrbrava una mappa. La srotolò davanti a me: doveva essere la pianta del castello, a giudicare dalla vastità dell' edificio.
"Se Malefica non ha apportato modifiche alla planimetria del palazzo" spiegò con tono preciso "I vari piani sono collegati da una serie di rampe di scale che ti troverai esattamente di fronte una volta superato il corridoio d' ingresso e la sala principale. Ma c'è anche un sistema di funivie che unisce alcuni dei livelli più importanti e di certo gli appartamenti di Malefica si trovano in uno di quelli. E' possibile che si sia sistemata dove un tempo si trovavano gli alloggi di Ansem, ovvero al sesto piano, proprio qui" e indicò una serie di stanze apparentemente ampie e lussuose.
"Sperando che sia lì dentro" aggiunsi io "Bene, trovo Malefica in un modo o nell' altro, dopodichè lasciamo tutto nelle mani del fato. E' questo il piano, giusto?"
Lèon alzò le spalle "E' tutto quello che possiamo permetterci"
"Prendiamo su, allora"
"Sbaglio o sei diventata di colpo sicura di te?"
"Scherzerai, io non sono MAI sicura di me stessa. E' solo che non convincerò nessuno lì dentro continuando a piangere, non credi? Il limite ormai l' ho superato, non riesco nemmeno ad arrabbiarmi pensando a tutto questo; tutto ciò che provo ora è un' irrefrenabile voglia di farla finita in fretta, che vada bene o che vada male. Non guardatemi in modo strano, non cerco di suicidarmi, è solo che se continuerò a pensarci finirò con il farmi sorgere nuovi dubbi e ho già fatto abbastanza fatica ad accantonare i vecchi. Basta, per favore, se devo fare la guerriera salvatrice dei mondi fatemela fare in fretta. Sono sicura che qualcosa accadrà... cioè, lo spero."
"Accadrà di sicuro" disse Merlino poggianomi una mano sulla spalla "Sei di certo piena di risorse che noi non conosciamo."
Anche il resto dei presenti sembrò essere d' accordo. I sorrisi che ricevetti dai miei nuovi alleati riempirono il mio cuore contemporaneamente di ansia e conforto e non riuscii nemmeno a pensarlo che già le mie labbra si erano aperte per ricambiare quel gesto.
"Tieni" Yuffie si allungò verso di me e mi prese la mano. Dalla piccola sacca che teneva appesa al fianco la vidi estrarre un piccolo coltello che pose sul mio palmo.
"E' un portafortuna, sai? Questo mi ha aiutata in tante situazioni pericolose. Non farti ingannare dalle dimensioni, le armi più piccole se usate bene possono rivelare lati nascosti molto utili. Cioè... non so assolutamente quanto potrà servire contro una come Malefica, ma... voglio che tu lo prenda lo stesso. Prendilo, così quando in battaglia lo terrai in mano ti ricorderai ancora meglio di noi e sarai più forte. E pensa anche a tutte le persone che ti hanno voluto bene e che ti hanno aiutata: se hai un cuore grande puoi fare grandi cose, però devi crederci. Ci credi?"
Fissai la piccola lama che la ragazza mi aveva donato. Non era nulla più di un temperino, eppure mi sembrava di aver ricevuto l' arma più potente dell' universo.
"Si, ci credo eccome, anche se non so il motivo preciso" sorrisi "Grazie, mi servirà. Mi servirà ogni aiuto possibile!"
Accanto a me Lèon raccolse da terra la lucente gunblade e se la pose in spalla "Si va?"
Annuii.


Che Malefica non amasse lo sfarzo era evidente. L' avevo imparato con il tempo assieme ad altre cose, assimilando senza accorgermene informazione si di lei, esattamente come lei ne aveva assimilate su di me. Allo stesso modo era evidente quanto fosse sicura di sè e della propria forza: c' erano soltanto due soldati a guardia dell' immenso portone d' ingresso, solo due di quegli assurdi animali semi-antropomorfi. Li osservai, mentre ancora ero protetta da alcuni cespugli scarni. Come aveva detto Lèon non avevano l' aria di essere particoalrmente svegli, ma non dovevo dare il minimo dubbio sulla mia identità o avrebbero dato l' allarme e non ero certa che a quel punto me la sarei cavata. Dovevo arrivare dalla seconda Malefica a qualunque costo.
Come per assicurarmi di essere a posto diedi un ' ultima occhiata ai miei vestiti: la lunga cappa nera in cui ero avvolta scendeva elegantemente fino alle caviglie dandomi davvero l' aria di una stregaAvevo fissato entrambi lembi sulla spalla destra in modo che nascondesse gli abiti sottostanti, abiti che mi ero rifiutata categoricamente di togliere. Non era stato facile convincere Cid, ma alla fine aveva capitolato davanti all' evidenza che non mi sarei tolta il lungo cappotto nero. L' idea del mantello in effetti era nata proprio da questo problema. Vestita così sembravo abbastanza credibile, dovevo solo sperare che le guardie fossero abbastanza stupide da non acocrgersi dell' abbigliamento differente della loro padrona e di quella falsa, ovvero me.
Non aveva senso aspettare oltre: presi un lungo respiro ed uscii dai cespugli che mi avevano tenuta nascosta, iniziando a salire i pochi gradini che rimanevano. Alla fine di quelli finalmente i due animali mi videro. Cercai di rimanere impassibile, di assumere un' espressione superba che li convincesse, mentre speravo fortemente che non si accorgessero che il mio cuore aveva iniziato a battere a ritmo selvaggio, quasi volesse schizzarmi via dal petto. Calma, calma, ero Malefica ora, non più Mitsuki. Ero la strega conquistatrice, non la ragazza spaventata. Aggrottai le sopracciglia e accelerai il passo.
Le due creature scattarono sull' attenti al mio passaggio: "Mia signora!"
"Aprite questa porta" dissi, cercando di dare al mio tono una nota di disprezzo "Subito."
"Certo, certo!" i due si affrettarono ad esegure e con mia enorme sorpresa non aprirono la gigantesca porta che ci sovrastava, ma una più piccola della grandezza di una persona normale. Una porta in ua porta, era davvero curioso!
"Ma voi..." esordì una cosa a metà con un cinghiale "Non... non eravate dentro, signora? Quando siete uscita?"
Il mio cuore perse un battito a quella domanda inattesa. Nona vevo pensato a una cosa simile. Cercai di riprendermi in fretta.
"Idiota" sbottai voltandomi verso di lui "Questo non è affar tuo!" conclusi urlando e una parte di me, non seppi dire quale, mi spinse a dargli per buona misura una violenta pedata. L' animale mi fece quasi pena mentre cadeva a terra dolorante, ma a giudicare dalla sua espressione e dalle sue parole di scuse, quella non doveva essere stata una reazione particolarmente fuori luogo. Oltrepassai entrambi senza dire una parola e finalmente fui dentro.
La sala che si aprì davanti a me era un ampio atrio in fondo al quale si aprivano tre rampe di scale, una al centro e due ai lati. Lèon aveva detto di salire, ma non aveva specificato come riuscirci. Qualcosa mi portò a scartare la rampa centrale e presa dal panico all' idea di farmi vedere insicura da qualcuno corsi a quella di destra. Da lì in poi a guidarmi fu soltanto l' istinto: salii di almeno due piani, ma poi mi ritrovai a scendere di uno, percorsi un sacco di corridoi svoltando ora a destra ora a sinistra, il tutto - naturalmente - senza mai trovare la stramaledetta funivia di cui mi avevano parlato. Mi confortava il fatto che l' enorme castello sembrava deserto e i pochi soldati che incrociavano abbassavano al mio passaggio. La cosa da un certo punto di vista era quasi divertente, in ogni caso mi concedeva tutto i tempo necessario a raggiungere la meta.
La funivia alla fine la trovai, dopo un percorso intricato attraverso balconate, stanze immense e corridoi apparentemente senza fine. Sarebbe sembrata, ad una prima occhiata, una costruzione semplice e invero decisamente fatta male se paragonata ai mezzi funicolari del mio mondo. Ma di certo nel mio mondo non era la magia a muovere suddetti mezzi. Non dovetti fare altro che toccare il globo luminoso che splendeva accanto a me per sentire la piattaforma sotto i miei piedi iniziare a salire. A salire lungo un cavo che non era composto altro che da un fascio luminoso. Fu questione di nemmeno un minuto e lo passai tutto a pregare di non cascare di sotto. Eppure, quando finalmente la funivia si fermò, esitai a scendere. Davanti a me si apriva solo un lungo corridoio, molto più lungo di quelli che avevo eprcorso fino ad un momento prima. Tutti i luoghi del castello che avevo visitato durante la ricerca avevano un' aria tetra, ma dalle finestre avevo sempre potuto veder entrare la luce del sole. Perfino in quelli senza sbocchi sull' esterno la luce, per quanto fioca, c' era sempre stata. Ora davanti a me si apriva un corridoio privo non solo del più piccolo lucernario, ma della luce stessa. Alle pareti c' erano torce e lampade, ma erano tutte spente e il risultato era che non vedevo nulla oltre pochi metri dal mio naso. Se Malefica davvero era a conoscenza del mio arrivo aveva scelto un ottimo modo per darmi il benvenuto.
Quando anche la luce del raggio della funivia scomparve dietro di me iniziai a sperare fortemente che non vi fossero svincoli: la visibilità di pochi metri iniziale era diventata di pochi centimetri e inoltre il buio mi faceva perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Non avevo la minima idea di quanta strada avessi fatto o quanto avessi impiegato per percorrerla, camminavo a piccoli passi e con le mani tese in avanti. quasi sussultai quando finalmente esse urtarono quella che doveva essere una porta. Chiusi le dita sula maniglia, era arrivata l' ora? Cosa avrei trovato oltre quella soglia? Avrei trovato me stessa o qualcuno di diverso?
La serratura scattò quasi da sola. Da una sottile fessura uscì una uce fredda. Spinsi delicatamente sul legno, mentre il cuore martellava nel petto. Ma ebbi quasi l' impresisone di sentirlo fermarsi quando finalmente davanti a me si palesò la stanza che cercavo e, soprattutto, la persona che cercavo. Avevo cercato di immaginare la scena tantissime volte, chiedendomi come mi sarei sentita ed elaborando soluzioni per tutti i casi possibili. Credevo che non sarebbe stato molto diverso dal guardarsi allo specchio, ma mi sbagliavo terribilmente. I suoi lineamenti erano identici ai miei, ma c' era qualcosa che la rendeva spaventosa: la sua pelle, che un tempo doveva essere stata leggermente ambrata era diventata pallida come quella di un morto, gli occhi erano neri come la pece e stessa cosa valeva per i capelli, sciolti lungo le spalle e lunghissimi. Era terrificante ed era bellissima, di una bellezza che inquietava. Una bellezza malvagia, che la rendeva simile ad uno spettro. No, non ero io, non sarei mai potuta essere così.
"Non ti fa uno strano effetto questo incontro?" sentirmi interpellare con la mia stessa voce dava una strana sensazione. La me stessa numero due sfoggiava un timido sorriso: "A me abbastanza".
"Già..." mormorai "E' piuttosto strano..."
"Anche la tua presenza qui è strana. Sai nella stessa dimensione non dovrebbe comparire due volte la stessa persona. E' sbagliato, stravolge e leggi di tutti i mondi esistenti. D' altra parte i Nessuno ne hanno stravolte abbastanza durante la loro esistenza, per cui immagino che una più o una meno non faccia tanta differenza." il sorriso si accentuò quando vide la mia espressione perplessa "Si, è ovvio che siano stati loro, quelli del tuo tempo, a mandarti qui. Anche un bambino capirebbe che il viaggio che ti ha portato qui non è uno dei soliti. Ma suppongo che la cosa importante non sia nè chi ti ha mandata qui, nè come, giusto? Giusto, ciò che importa è perchè sei qui. Ti va di rispondere a questa domanda, Mitsuki? O forse devo dire tu che sarai Mitsuki ancora per poco?"
"Un bambino capirebbe anche il motivo" risposi "Non credi?"
L' altra non si scompose "A dire il vero speravo in un motivo meno stupido. Non vorrai farmi credere di volermi uccidere? Con quali mezzi, scusa? E con quale coraggio?" vedendomi in silezio proseguì "Seriamente, mia cara, è quello che vuoi? Vuoi che ora iniziamo a lottare finchè una delle due non sarà cancellata per sempre dall' universo?"
"Non ci sarebbe bisogno di lottare se tu ti cancellassi da sola" sbottai, cercando di tirare fuori ogni briciolo di audacia "Sappi che comunque non hai capito niente, nè di me nè di te stessa. Non sai niente nemmeno del luogo in cui ti trovi" allungai la mano verso a spalla alla quale avevo fissato la cappa nera e slacciai i fermagli che la tenevano su. La spostai con un piede in un angolo.
"Le cose sono più complicate di quanto tu pensi" conclusi.
A dire la verità a vevo sperato che le mie parole la mettessero anche solo leggermente a disagio, ma se ciò avvenne nulla trasparve dal suo viso. L' unica eccezione fu il sorriso che lasciò il posto ad un' espressione indecifrabile, qualcosa che sembrava contemporaneamente un rebbioso ringhio e un ghigno diabolico.
"Ma è terribile" sibilò mentrre lentamente si avvicinava a me "Come farò adesso a vincere contro i tuoi devastanti poteri?" Si fermò, quando ormai i nostri volti erano a pochi centimetri di distanza. Piantò i suoi occhi gelidi nei miei e fu come se il respiro mi si mozzasse in gola e il sangue si congelasse all' istante. Qualcosa nella mia testa mi avvertì che in qualche modo stavo perdendo i sensi.
"Perchè non facciamo una prova per vedere chi ha ragione?" la strega scoprì una fila di denti bianchissimi. Poi anche quel bianco si spense.

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Power!
Scusate per il lungo tempo di attesa, ma all' inizio dell' estate credevo avrei prodotto qualcosa e solo a luglio mi sono resa conto che anche io, come tanti, avevo preso la pausa estiva xD Spero non mi vogliate a male per questo^^ Anche perchè con questa storia che stiamo arrivando alla fine sono sempre più confusa mentalmente, non so come finire questa cosa. A dire a verità lo so, ma è come dire che in un fantasy ci sono i draghi, ho uno schema della trama talmente vago che vuol dire tutto e niente.
Icsdì.
E' probabile però che tutto si concluda entro due capitoli^^ la mia prima vera long fic si sta per concludere ç____ç Dato che continuo ad avere il trionfo di Bacco e Arianna in testa è il caso di dire "Facciam festa tuttavia!", maledetta letteratura XD I lol'd.


Inuyaha_Fede: Nah, ormai sopporta tutto ciò che le faccio fare xD Non c'è tempo per la paura, bisogna lavare il mondoooooohhhhh!!! *posa convinta* E a me piacciono gli scenari apocalittici, soprattutto mi piace l' idea che anche Sora possa fare una brutta fine xD Poverino, mi piace tanto in realtà, ma se c' era anche lui era troppo facile *parte musichetta del gratta e vinci* Seguici fino alla fine per vedere la ribalta di Mitsuki, se e quando e come e perchè ci sarà :3 *no spoilers*

S a r s a: Le cassette della disney aaaah, anche io ogni tanto ho bisogno di tirarle fuori xD E quella scena rimarrà per sempre dentro di me, cara zuccheriera
Io chiarificatrice? Miracolo! :D E se dici qureste cose io arrossisco >////< Sono contentissima che ti sia piaciuto, spero di farti amare anche il prossimo e il finale! Un bacio!

LarcheeX: Macciao! *abbraccia* adoro le facce nuove** anche se mi sento sempre in colpa perchè sono una persona malvagia che recensisce poco *si autofustiga poi continua* ordunque! Io di scene romantiche ne faccio in generale poche, sia perchè anche io non le amo troppo, sia perchè non sono brava a farle XD E odio le mary-sue indi per cui creo personaggi assurdi e fuori di testa! E Mitsuki si salva anche, se dopo questa pubblico davvero una fic a cui sto lavorando andiam di male in peggio in questo senso XD
Zexion è figo °A° ed è bene che ogni tanto quel libro lo usi davvero per fare magie, non solo per tiratelo addosso, insomma.... X°°° Son contenta che tu abbia apprezzato quella parte, è stato difficile scriverla^^
E voglio fare anche io lezione così è_é

_Arthur_: *passa colla per la mascella* vè che sono stata una buona maestra per i capitoli da crisi esistenziale, eh? :3 Ma credo che alcuni dei precedenti siano stati peggio *patta*. Comunque puoi sfogarti quanto vuoi caro, tranquillo! Sono sempre qui per te! E quanto alla publicità devo ringraziare anche te per la tua^^ Grazie per i complimenti e....ci vediamo a scuola! XD

Poldovico: Mi fa piacere darti una buona impressione, questa fanfiction è la prima a cui abbia veramente lavorato con serietà, è un po' una figlioletta! E andare avanti è sempre più difficile xD Si, ho strapazzato Mitsuki anche troppo, anche lei ha diritto ad avere qualche capacità, povera^^ E sono io che la tratto male *lol* oddio, Mara Maionchi, quella frase l' ho infilata in una scenetta su Axel e Roxas che ho fatto con un' amica! E' ovunqueh! °^°
Semolaaaaaaaaa!!! Si, si è capito che prima di scrivere ho rivisto "La spada nella roccia" eh? XD


Qualcuno di voi lettori silenziosi e non viene al Lucca Comix? Nello specifico: qualcuno c'è il 30? Perchè è l' unica giornata in cui ci sarò io quindi se per strada incrociate Hilda di Polaris di Saint Seiya è molto probabile che sia io, soprattutto se giro assieme a Vincent Valentine, a C.C, a Demyx e a non so chi altro. Quindi se mi vedete non so...tiratemi in sasso, ignoratemi, decidete voi! XD

Alla prossima, buffoni contapalle!
(Also, spero abbiate colto la citazione, altrimenti ho fatto una figura del cavolo :3)


   
 
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