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Autore: Nedy_moretta _nadietta    16/10/2011    4 recensioni
cosa succederebbe se un divino Zeus somigliante al cugino it della famiglia addams, viene costretto dalla moglie a farsi una ceretta con afrodite?
se poi li troviamo anche gli altri due pezzi grossi e dioniso che si è nascosto per ubriacarsi?
tra personaggi che saltellano come stitici posseduti, cocchi rosa shoking e calderoni colmi di cera a caldo, si svolge una avventura (si spera) tutta da ridere!! recensite in tantii n bacione
nedy!
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luke Castellan, Nico di Angelo, Percy Jackson, Talia Grace , Tre Pezzi Grossi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era mattina presto, il divino dio dei lanicci sotto il letto, ex cugino It, si era alzato, ancora indolenzito, e tinto di un vivace rosso che piuttosto che a farsi la ceretta, sembrava che si fosse sforzato troppo sul vasino olimpico plus.
Ad un certo punto, il campanello suona, ed Era caccia un urlo, talmente forte, che se qualcuno si fosse trovato nel suo raggio d’azione, dopo una finestra, sarebbe stato meglio a distenderti subito sul tappeto, anche se sei allergico ai peli, e alla polvere e alla fine si gratta come i babbuini che si spulciano a vicenda per settimane.
Ecco questo era quello che capitò al dio dei lanicci.  Puntualmente, cominciò a spulciarsi come un babbuino dopo cinque secondi netti.
Corse, fino alla porta, trovandosi davanti, Nereo, l’oracolo.
Zeus, anche se ormai era più tappato, d’Afrodite, dopo l’ultimo banchetto d’Artemide, non sfuggì all’odore di pesci morti che aveva quel tipo, oltre ad un retrogusto, di cassonetto e pantegane di fogne.
“Scusi ma che profumo ha addosso?” chiese il dio con la divina nappa raffreddata.
“Ah le piace? Sa che è molto di moda? Si chiama Au De fognage, topon en putrefaction”, oppure come lo chiamo io, stendit, semideon spacca pallun”
“Ah beh interessante”.
“Già beh, la fragranza è molto inebriante” disse il fetido barbone marinato, alitando in faccia a Zeus, che stava per dimostrare quanto fosse inebriante il profumo vomitando in faccia, al puzzolente sdentato.
 Che aveva davanti.
Questo fece stampare in faccia a Nereo un ghigno soddisfatto: occhi strizzati, sorriso da ebete che si è appena bevuto la rancida limonata di Thalia e Luke.
 “Bene, cosa voleva Nereo?” chiese il divino gatto spelato.
“Niente, semplicemente avvisarla, che sua moglie Era, sta, per avere la sindrome premestruale”.
Il divino gatto spelato divenne, prima rosso, poi giallo, poi verde, sembrava un peperone.
“Il periodo, innominabile?” chiese Zeus.
“si” ripose il topo in putrefazione a grandezza umana, e se n’andò, tuffandosi nel water, che Afrodite aveva reso inutilizzabile, dopo il penultimo banchetto da Artemide.
Infatti, la puzza superava persino quella del topo morto, che aveva addosso, quella pantegana marinata.
Infatti, si senti un grido, poi più niente.
“Oh vedo una luce, Mammina sei tu?” furono le ultime parole di Nereo.
Era, intanto scocciata da tutto quel chiacchiericcio, era entrata in soggiorno comparendo alle spalle del marito.
“Cosa cazzo sta succedendo qui?” urlò la dea del matrimonio, che effettivamente aveva bisogno di un consulente di matrimonio, ma si sa, se in alto e a comandare vogliamo restare, un povero idiota  dobbiamo sposare, sopportare e resistere dall’ammazzare.
Il dio senza pantaloni (eh si girava per casa con i suoi vecchi mutandoni
“Zeus, ho bisogno di farmi una maschera per il viso, mi servono prodotti freschi, quindi, allora, ah si, portami un pelo proveniente da una natica di un’arpia, un po’ di bava di Ladone, e tanto succo di limone”.
Zeus, corse da Afrodite, “Afrodite!”
“Cosa cavolo vuoi Papà?” chiese lei, arricciando il naso come un topo, stile Era.
“Ehm, vorrei andare a fare un giretto, molto carino eh ti va?”
“Va bene!” ruggì afrodite, quasi, facendo scappare la pelle che rivestiva il corpo di Zeus.
“Ma mettiti qualcosa come dei pantaloncini, o una tunica, che io con te in giro con quei mutandoni non ci vengo!”
Detto fatto, coprì il suo papà, con una tunica in parte di velluto fucsia acetato, e in parte d’argento, sparaflesciato, coperto di paillettes.
“Ecco adesso possiamo andare” ghignava soddisfatta la dea idiota.
“Mamamamamamama”.
“Allora dove devi andare idiota?”
“Devo andare al campo mezzosangue, al centro commerciale, negli inferi, a San Francisco e tornare in qua.”.
“Ok, al centro commerciale, basta che scendiamo di 500 piani e ci siamo” disse Zeus, legandosi alla poltroncina e inforcando la mascherina di marabù.
Afrodite si buttò con il suo cocchio giù dall’olimpo, a tutta velocità, uscendo con dei capelli simili all’ effetto elettrico simili di Thalia, che spesso, per averli continuamente appuntiti va a ritoccarli con la lacca, irritante, che usaa anche contro i ragazzi emo che con le Punk ci vanno a nozze, che spesso le fanno il filo. Facendo diventare la pelle bronzea di Luke, simile a quella di un pomodoro febbricitante, appena passato in una sauna dopo aver corso la maratona di New York.
Arrivarono sulla terrazza panoramica dell’empire state building con Zeus, che stava per piombare di nuovo, per la seconda volta in due giorni giù dal cocchio di Afrodite e la dea degli imbecilli.
“bene, andiamo a fare la spesa”, disse Afrodite con l’aria di una pazza furiosa.
“Allora dobbiamo comprare, sale, pepe, olio e aceto, rosmarino e salvia”
“Ok, andiamo e sbrighiamoci che mi serve una padella”
I due idioti, dimenticandosi di nascondere le loro vere sembianze, non dovettero pagare niente, dato che nessuno era sopravvissuto per poter chiedere loro i soldi.
“Ok, adesso passiamo dal campo, e preleviamo, mia figlia e quel calamaro di mio nipote.”.
“Più Annabeth e Luke, voglio incontrare tutte le mie star. Sennò ti fulmino io” disse la dea, tirandogli in testa una padellata. Che fece sputare un dente a quel dio idiota.
“Ma che fai?”
“Ah desideravo farlo da, quando ti ho visto la prima volta e non hai provato subito a portarmi a letto, avevi affondato la mia autostima”.
“Ecco quel che succede a voler essere gentile”. Disse il povero Zeus.
Altra padellata e altro dente perso.
Arrivarono al campo Mezzosangue dopo poco, per la gioia di Afrodite.
“Vecchio ronzino! Prelievo speciale, Percy, Annabeth, Thalia e Luke”.
Trillò la dea a tratti ringhiando, a tratti urlando, correndo con il suo nuovo giocattolino, per tirare una padellata nelle chiappe di Chirone.
“Divina Afrodite ma che fa?”
“IO niente, ho solo istinti di rabbia repressa”.
Infatti, le passò davanti un figlio d’efesto che colpì puntualmente dietro la testa.
Intanto le coppiette felici, stavano correndo verso quei due pazzi, che più non si può.
Felici del fatto che quel giorno, non avrebbero dovuto sopportare Dioniso.
 “Dai andiamo, dobbiamo passare a San Francisco e poi negli studi R.I.P”.
Gli dei e i semi dei partirono sul cocchio d’Afrodite, Annabeth, era letteralmente uscita da capoccia, e stava appiccicata a percy, poi un grido lariportò alla realtà dietro di loro, su un pegaso completamente nero, Elena, impugnava una macchina fotografica e teneva un portatile, collegato alla sella.
“Ferii! Mi serve una foto per il profilo di Percy! Cosi incompleti!” in un impeto di coraggio saltarono in braccio a percy, che tuta un tratto era diventato biondo, si era alzato di qualche centimetro e aveva i capelli più lunghi si so cosa pensate erano fintai braccio a Lue, e io vi dico, Nada, quella era annabeth, sì perché percy era più basso di lei a bestia.
“Vattene fan impazzita, Percy può essere asfissiato solo da me e da mia madre”.
E la scaraventò di nuovo su black jack
“Fott*i brutti idio*a!” sé sente urlare, ma annabeth tappa le orecchie al suo percy cucciolo orsetto.
In poco tempo arriviamo a San Francisco, Annabeth va dai suoi trascinando in camera sua percy e restandoci chiusa per delle ore.
Luke e Thalia, sparirono finchè non arrivò il tramonto.
Afrodite si era appostata ad ascoltare cosa stava succedendo in camera di Annabeth, ma non volava una mosca, neanche stessero al computer.
E Zeus, faceva il terzo grado al padre di Annabeth, perché era stato un amante della sua bambina, super intelligente, Athena.
Al tramonto Annabeth, era uscita dalla sua camera come se niente fosse e Percy, invece, aveva l’ aria di un pesce che era cosi idiota da essere rimasto bloccato e soffocato in superficie, e aveva la maglietta al contrario.
Annabeth, andò a ringraziare Afrodite, e volarono tutti fino al monte otri.
“Grazie divina Afrofite”
“Anche tu sbagli il mio nome?? Basta da qui in avanti Thalia e Luke passano al primo posto!”
Una volta entrati,  le esperidi, cercarono di fermarli in ogni modo possibile, chi saltava addosso a Percy, chi a Luke,
“Ahhh una esperide strafica mi è saltata addosso!” urlarono.
 le rispettive, fidanzate iperprotettive, si misero a strappare loro i capelli, e a trascinarle via per le orecchie “Non provateci nemmeno a saltare addosso ai nostri fidanzati!”
 Poi Zeus, mentre i ragazzi frignavano e le ragazze combattevano, corse e prendere una nuova mela d’ oro per Hera.
Poi dopo essersi ritrovato con i capelli mezzi affumicati e aver ravvivato il colore rosso spelato, corse via, e sollevo per la collottola la figlia e il nipote, mentre afrodite faceva lo stesso con Annabeth e Luke.
Dopo tre ore buone di viaggio con zeus e thalia che avevano sradicato almeno una dozzina di quelle din pelle d’ orecchio di chihuahua che ad afrodite ostavano un 1.000000000.00000000000 di dracme il giorno dato che ci volevano almeno 5000 orecchie di chihuahua per fare una sedia.
Finalmente giunsero agli inferi, cioè giunsero agli studi rip.
La afrodite regalò un buono spesa per comprarsi un nuovo completo giallo banana a caronte cosi che li facesse passare.
Una volta entrati, sotto ordine di Zeus Annabeth e Luke si misero a fare il verso di accoppiamento del maschio di furia, mantre Zeus tirava fuori le spezie e senza alcun ritegno cominciò ad insaporire la figlia e il nipote in modo tale da usarli come esca.
I due all’ inizio non capirono” Papà scusa ma che stai facendo?”
“Niente tesoro, niente”.
 poi quando zeus, li legò come dei mega salamoni umani, con una corda trovata in giro capirono le sue vere intenzioni, “Ahhhhhhhhhhhhhhh scappiamo!” urlarono i due insieme.
 La situazione quindi era più o meno questa, due cotechini con le semidivine chiappe imbalsamate che saltellavano sotto a cerbero come due enormi salsicciotti e Zeus il re degli dei che li rincorreva come un matto con ancora addosso i mutandoni e la tonaca sbrilluccicosa di Afrodite.
Dopo comparse il dio becchino, con Nico e Bianca dietro che di tanto in tanto gli ritoccavano la piega.
“Cosa diamine sta succedendo? Cos’è questo baccano? E cosa? Chi sono questi cotechini giganti e quel barbone appena uscito dall’ armadio di Afroditte?”
“E’ Afrodite idiota!”
“Si, si come vuoi tu!” urlo il becchino.
Subito dopo apparve una arpia conciata peggio di Era con un pelo enorme che spuntava da una chiappa, e ecco afrodite che con le pinzette lo stacca. Fatto questo Zeus acchiappa sua figlia e suo nipote trascinandoli mentre la furia che li inseguiva si reggeva le natiche saltellava in giro come Efesto quando Era lo aveva buttato giù dall’ olimpo, atterrando di culo.
Afrodite intanto che mi sta mandando degli accidenti per aver nominato quello sgorbio unticcio di suo marito “Narratrice del ca*zo come ti permetti di nominare quel puttaniere di mio marito?*
 acchiappò Luke e Annabeth e li trascinò sul suo cocchio.
Dopo un oretta di viaggio, Zeus, si ricordò che aveva bisogno del succo di limone fresco.
“Ahmm Thalia, mica hai un po’ di limonata?”
“Papà! Sono cose private!”
“ma cosa ho chiesto? Mi serve solo un po’ di succo di limone!”
“Ah avevo capito qualcos’ altro, comunque si, ecco tieni!” disse lei, dandogli una bottiglietta piena di limonata rancida.
Arrivarono sull’ olimpo, dopo un'altra mezzoretta di volo, una volta arrivati riecco che Percy e Annabeth sparirono di nuovo, proprio come Thalia e Luke.
“Andiamo a consegnare la roba a Era dai” disse il divino dio sbrilluccicoso.
“Si andiamo”, disse Afrodite, mentre prendeva la sua padella.
Salirono fino al trono di Era. Dove stava seduta  rigida come una statua di medusa.
“Era Eruccia bella, ti ho portato ciò che mi hai chiesto”.
“Questa non è quello che ti chiesto dov’è la bava di ladone! Zeus!” urlò come un ossessa era, correndo a strappare la padella di mano a Afrodite e prendendolo a padellate sul collo e in testa facendogli sputare un dente dopo l’ altro.
Intanto ecco spuntare Athena.
“Dov’è mia figlia?” chiese lei.
“Non so cara, ma mettiti qualcosa di più acceso, con quei tailleur grigio topo sembri una mummia di Harvard.
“Non rompere!”. Disse lei scappando via a cercare sua figlia.
Aprì tutte le porte di ogni stanza, fino a quando non vide Annabeth in reggiseno, appiccicata a un Percy senza maglietta, che stavano limonando senza nessun pudore.
“Annabeth, cosa stai facendo?”
“Ahm nulla mamma!”
Athena acchiappò la figlia per un orecchio e Percy per il tallone del piede, trascinando tutti e due fino alla stanza di Afrodite.
“So che è colpa tua i miei complimenti!” urlò lei prima di ritrovarsi con la faccia spiaccicata a terra e la scarpa di afrodite tatuata in testa.
“Scusate ma devo correre in bagno!” urlò lei.
 
Commento autrice: chiedo scusa per la lunga attesa e per i molteplici errori, ma non ho tempo di revisionare, quindi lo posto cosi e correggo poi.
Un grazie speciale a Ninahuntersofartemis o come si scrive (insomma non potevi lasciare ninarock? Era più corto!) le chiedo scusa per la lunga assenza e un bacio a tutti coloro che recensirannoe che hanno recensito!.

 
  
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