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Autore: voiceOFsoul    17/10/2011    2 recensioni
Bree, a causa di un incidente, ha perso momentaneamente la memoria. Dovrà ricostruire quello che le è successo in questi tre mesi "di buio" aiutata da qualsiasi cosa riesca a sollecitare in lei un ricordo, un "fulmine" come li definisce lei.
Cosa sarà successo e cosa succederà ancora?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suona la sveglia alle 7:30 del mattino. Non ce la faccio ad alzarmi. Ho troppo sonno. Altri cinque minuti!
- Bree farai tardi a lezione! - mi grida mia madre. Sarà in cucina a leggere il giornale con la sua solita tazza di latte e caffè, più latte che caffè.
- Sì, mà! - Mi giro dal lato opposto e tiro su la coperta a coprirmi le orecchie anche se inizia a far caldo.
Risuona la sveglia. Sono le 7:45. Di nuovo mia madre mi chiama. Forse è meglio alzarmi. Con la vitalità di un bradipo tiro via le coperte e scendo i piedi a terra. Mi alzo e mi stiracchio un po'. Poi vado in cucina con l'energia di uno zombie. Succo di mela e due biscotti.
- Ti ho lasciato il caffè. -
- Vadvan. - Di mattina non riesco a parlare. Mia madre, dopo ventidue anni non l'ha ancora capito. O più semplicemente si diverte a farmi domande appena sveglia.
- Che hai detto? - Eccola che gira il dito nella piaga.
- vadvan! -
- Certo, certo. Come dici tu! - Mi prende anche per il culo adesso! Le lancio un occhiataccia ancora mezza addormentata.
Mi trascino in bagno. Niente doccia di mattina. Sono troppo addormentata anche per quella! Mi lavo a pezzi e vado in camera a vestirmi. Jeans, polo a maniche corte e converse. Tenuta da universitaria. Torno in cucina.
- Si può sapere che hai detto prima? - Ancora se la ride sotto i baffi lei.
- Ho detto che lo prendo da Evan. -
- Ah! L'avevo capito! - e ride.
E' bella quando ride. Ma appena sveglia non l'apprezzo così tanto. Torno in camera e sistemo la borsa. Butto dentro i documenti e le cose che mi serviranno per prendere appunti. Guardo l'orologio. Le 8:15. Sono perfettamente in tempo per passare da Evan prima della lezione.
- Bree devo dirti una cosa. -
- Che c'è mamma. - Ho già la borsa in spalla.
- Ieri ho saputo una cosa. Ho voluto aspettare a dirtela, però. - E' seria. Mi sta facendo preoccupare. Sembra leggermelo in faccia. - No, no, tranquilla. Non è niente di grave. Solo che c'è bisogno di me su. -
- Su, dove? -
- Lombardia. -
- Oddio! Per quanto tempo? -
- Devo fare gli ultimi tre mesi al posto di una professoressa che è in maternià. -
- E chiamano te da qui per una in maternità? -
- Non lo so perchè hanno chiamato me. So che ci fanno comodo tre mesi di lavoro. -
- Si mamma lo so. Ma la Lombardia! -
- Lo so. Non piace neanche a me. Ma parto stasera. -
- Stasera? Sei pazza? Quando dovevi dirmelo? -
- L'ho saputo ieri. Volevo farti dormire tranquilla. -
- Ma tra poco inizieranno gli esami. E poi io non ci voglio andare a Lombardia. Non ci voglio vivere nemmeno per tre mesi! -
- Tesoro, forse non hai capito. Ho detto che parto stasera, non che partiamo. -
- Resto qui? -
- Bree ormai hai ventidue anni. Non ne hai più tredici come l'ultima volta che ho avuto un lavoro fuori. Puoi badare a te stessa per tre mesi. E poi non credo che la madre di Gigì avrà problemi a darti una mano nel caso ne avessi bisogno. -
- Quando è l'aereo? -
- Alle 19 devo essere in aereoporto. -
- Allora appena finisco le lezioni vengo a prenderti e pranziamo fuori. E stasera ti accompagno io, ovviamente. -
- Ma di pomeriggio non hai altre lezioni? -
- Sì, ma chissene! -
- Sei sicura? -
- Si, mamma. - Guardo l'orologio. - Ora però devo andare. -
- Ci vediamo a pranzo amore. -
La bacio sulla guancia ed esco dalla stanza.
- Un'ultima cosa Bree. -
- Cosa? -
- Tieni. - Mi tira una oggetto. Lo prendo al volo. Lo guardo.
- Che ci facevi con Pinco? -
- Non è Pinco, tranquilla. E' il mio portachiavi. Un regalo di Evan. -
- Adesso Evan ti fa anche i regali? -
- Ogni tanto mi vizia, sì. Comunque, questa è la chiave della mia macchina. Ti do il permesso di prenderla mentre sono via. Ti prego solo di non farmela ritrovare a pezzi al mio ritorno. -
- Tranquilla mà. Sono diventata una pilota ormai! -
- Immagino. - Mi sta di nuovo prendendo in giro.
- Abbi un po' di fede, mà. Per il momento ti risparmio l'infarto. Vado col motorino che faccio prima. - Poggio il panda sul tavolo del salottino. Corro a darle un altro bacio. Stavolta lo condisco anche con un bell'abbraccio. - Ci vediamo dopo, mà. - E scappo in garage. Prendo il casco nel bagagliaio e sono pronta per uscire.
Il bar di Evan è a pochi passi dalla facoltà. Lascio il motorino difronte all'entrata ed entro col casco al braccio.
- Buongiorno Singor Nimei. -
- Oh, ciao Bree. Il solito? -
- Sì, grazie. - Il padre di Evan è un uomo affascinante. Lo dimostra la quantità di studentesse che sono diventate caffeinomani una volta che l'hanno scoperto. Anche adesso ci sono due ragazze al bancone che lo stanno mangiando con gli occhi. Le ho già viste. Sono matricole. Devo ammettere che anch'io al primo anno venivo qui solo per dare una sbirciatina al fisico che ancora si ritrova. Per non parlare di cosa ammiravo quando si girava per fare il caffè. Sodo e tondo. Meglio di quello di un diciottenne. Adesso è diverso, ovviamente. - Evan dov'è? -
- E' sul retro. Te lo chiamo subito. - Si sporge oltre un'apertura. Poi torna e mi porge il caffè. Sul piattino ci sono già due bustine di zucchero. Accanto poggia un bicchiere di acqua fresca, rigorosamente senza bollicine. Verso il contenuto delle bustine nel caffè e inizio a miscelarlo. Solo allora Evan arriva. Evan non assomiglia a suo padre. E' alto quanto lui, ma il suo fisico è nettamente diverso. Ha i capelli scuri sempre scomposti dal gel e profondi occhi grigi protetti da occhiali da secchione. Non ci sono ragazze che sbavano al bancone per lui. Sciocche! Non avrà ereditato il fascino di suo padre, ma ha un cuore grande. E' dolce e poi non è nemmeno brutto.
- Sei in ritardo! -
- Lo so, ma mia madre mi ha trattenuto. -
Si avvicina. Mi passa il braccio intorno alla vita, mi stringe a sè. - E perchè? - Mi da un bacio forte sulla guancia sinistra.
- Perchè stasera parte. -
- Dove va la mia mamma di altri preferita? -
- Ohi! Ma ci stai provando con mia mamma? -
- Chi ci sta provando con tua madre? - si intromette il signor Nimei.
- Nessuno pà. -
- Ah ecco! Ricordati che quando tua madre tornerà a mettersi su piazza il primo a provarci sarò io. -
Rido. Me lo dice da quando papà è andato via. Ovviamente scherza. - Non credo che sua moglie sarebbe molto daccordo con questo. -
- Dettagli, dettagli. - e così torna a lavorare.
- Cosa stavamo dicendo prima che mio padre ci interrompesse? -
- Dicevamo che ci provi con mia madre! -
- No, dicevamo che tua madre parte. -
- Non cambiare discorso Evan! -
- Dove va? -
- Lombardia. Per tre mesi. Ma non fare il finto tonto con me. Allora, rispondi! -
- A cosa? -
- Ci provi con mia madre? Sì o no? -
- Ma ti pare che ora mi metto a provarci con la madre della mia migliore amica! Ma non scherzare Bree! -
- Sarà... ma io il dubbio me lo tengo. -
- Come vuoi. Tieniti pure il dubbio. Ma ora scappa che se no arrivi a lezione iniziata e poi ti lamenti che hai perso pezzi importanti per colpa mia! -
- Va bene, va bene. Fammi pagare e vado via. - mi avvio dietro il bancone.
- Ma se è due anni ormai che non paghi più qui! -
- Tu zitto. - gli intima suo padre.
- Quanto viene signor Nimei? -
- Allora, fammi fare due conti. Hai preso il solito, no? - - Niente di più, niente di meno. -
- Allora paghi il solito. - Sorrido. Gli stampo tre baci sulla guancia. Le due matricole al bancone adesso hanno convertito i loro sguardi ormonali in lanciarazzi e mi stanno incenerendo. - Ora puoi andare. -
Vado da Evan e faccio lo stesso con lui.
- Mi sa che non sono io a provarci con tua madre, ma mio padre a provarci con te. -
- Scemo. -
- E geloso. - aggiunge il signor Nimei.
Saluto ancora una volta Evan ed esco. Posteggio il motorino all'interno della facoltà e corro a lezione. Il professore è già dentro, ma per fortuna non ha ancora iniziato a spiegare.

Cavolo. Fanno male i fulmini. Mi gira la testa. Vertiginosamente. E mi fa male. Troppo. Una lancia mi trapassa da parte a parte le tempie, più e più volte. Urlo, ma non sento la mia stessa voce. S, però, la sente. Entra nella mia stanza accendendo la luce. No, la luce no. Mi fanno male gli occhi. Urlo ancora. S cerca frettolosamente una boccetta di vetro. Ne preleva il contenuto con una siringa e mi inietta il contenuto tramite il tubo della flebo come ha fatto dopo cena. La lancia inizia a rallentare. Il dolore di placa. Anche le vertigini. Ho solo un gran bisogno di vomitare. Ho l'impressione di averlo fatto non rendendomene contro, perchè S adesso sta pulendo il pavimento di fianco al mio letto.
- Ho avuto un lampo. Come dicevi tu. -
- Davvero? Quando? -
- Adesso. Ma ha fatto male. -
- All'inizio è normale. Penso che poi ti abituerai alla situazione. -
- Mi hai sparato un po' di sedativo per elefanti? -
- Stavolta si, Bree. -
- Stavolta mi va bene S. -
- Che hai ricordato. -
- E' stato il portachiavi. Ho ricordato il giorno in cui mia madre mi ha detto che partiva. -
- Benissimo Bree. Quello era il primo cassetto chiuso, come direbbe la Dottoressa Collins. L'hai aperto in tempo record. -
- Ma non è stato come ricordare. E' stato come viverlo adesso. -
- Spiegati. -
- Io non stavo pensando a quello che era successo. Io lo stavo vivendo. Prima è iniziato un forte mal di testa. Poi ho visto tutto bianco. Poi tutto nero. E poi mi sono svegliata nel mio letto. Nel mio letto di casa. Ho rivissuto quella giornata. Ma non sapevo niente dell'ospedale nè dell'incidente. -
- Perchè non era ancora successo. Ti sembra di aver rivissuto quella giornata, ma in realtà l'hai solo ricordata. Solo che per te è la prima volta. Per questo nessuno deve raccontarti niente. Altrimenti non sarebbe più un tuo ricordo vero, perchè sarebbe come se non l'avessi vissuto. -
- Ora inizio a capire quello che mi ha detto la Dottoressa. - Riesco a stento a tenere gli occhi aperti. Ha fatto effetto il sedativo per elefanti.
- Brava Bree. Adesso dormi. - E' l'ultima cosa che riesco a sentire. Torno nel buio.
   
 
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