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Autore: AnGeL_DrEaMeR    17/10/2011    1 recensioni
Clary, stava seduta su uno dei letti dell'istituto, pensando a tutto quello che era successo in quelle settimane. La scoperta che Jace non era suo fratello, l'alleanza tra Nephilim e Nascosti grazie alla sua runa, la sconfitta di Valentine, la grande festa per la vittoria... Sentì bussare, ma non alla porta, alla finestra. Sapeva benissimo chi era. Tornando alla realtà andò ad aprire, ed una ventata d'aria fresca la investì.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! XD Sono tornata con un nuovo capitolo! Lo so sono in ritardo mostruoso (_ _) e mi dispiace, ma con la scuola non ho avuto proprio tempo per scrivere. Comunque godetevi il capitolo e, come sempre, se trovate qualche errore o avete delle lamentele vi prego di dirmelo. Buona lettura!  
Ah! Quasi dimenticavo. Per chi non lo sa, è stato pubblicato un nuovo capitolo il 2/09/2011 e subito dopo cancellato quello di cui mi sono servita come "AVVISO".
Questo è quanto, come ho già detto, buona lettura! 




                            IL TRAGITTO
               
Jace si alzò di mala voglia dal letto. Nel sogno Clary mi aveva chiesto di non andare. Pensò. Era preoccupata per lui, ma Jace non si voleva arrendere, l’avrebbe salvata a qualunque costo. La mattina la passò con gli altri organizzando il viaggio per raggiungere l’Isola, che sarebbe durato un giorno e una notte.
Avrebbero preso una nave su cui Magnus avrebbe fatto un incantesimo per poter attraversare la barriera, che secoli fa fu eretta intorno all’Isola.
L’incantesimo fu applicato per impedire ai Mondani di sbarcare sul luogo, la magia era molto simile a quella che circondava Idris, e non avrebbe creato molti problemi al Sommo stregone di Brooklyn.
Sarebbero partiti quel pomeriggio, dopo pranzo.
Appena finito di organizzare tutto, ognuno andò alla propria stanza per preparansi.
Jace prese un borsone e cominciò a metterci vestiti e armi. Il ragazzo era più teso di quel che dava a vedere. Aveva paura di non riuscire ad arrivare in tempo o di fallire nel recuperare il fiore d’argento. E se fosse successo Clary sarebbe morta.
Appena finito di riempire il borsone, corse verso l’infermeria. Si sedette accanto a lei, e si prese la testa tra le mani. Aveva bisogno di parlarle, di confidarsi con lei.
“Clary, sta succedendo tutto così in fretta. Ti ho persa da un giorno all’altro. Non ho saputo proteggerti. Mi dispiace. È stata tutta colpa mia.” sussurrò il ragazzo. Come faceva sempre, prese la sua mano, e la strinse “è stata tutta colpa mia.” ripeté. La piccola mano di Clary strinse leggermente quella di Jace.
Il ragazzo stupito alzò lo sguardo sul viso di lei, la cacciatrice sorrideva debolmente come a voler dire: no, non è colpa tua.
Dopo un momento di silenzio, le labbra di Jace si alzarono lievemente.
Quel tenue sorriso sulle labbra di Clary, chissà come, lo aveva risollevato. La sua Clary ha sempre creduto in lui e non l’avrebbe delusa.
“grazie.” sussurrò il cacciatore.
 
Finalmente dopo pranzo, Jace, Alec e Isabelle raggiunsero il porto. Lì ad aspettarli c’erano già Simon e Magnus.
“l’incantesimo lo attiverò quando saremo nelle vicinanze dell’Isola.” disse Magnus quando si furono avvicinati.
“perfetto. Hai con te il necessario per altri incantesimi?” chiese Alec.
“naturale, per chi mi hai preso? Così mi offendi Alexander.” disse Magnus con un sospiro teatrale. Alec arrossì, e salì a bordo borbottando qualcosa, seguito da una Izzy sogghignante e dal vampiro.
Anche Magnus si incamminò, seguito da Jace.
Appena furono tutti a bordo la nave salpò, era controllata da una magia che le permetteva di navigare da sola senza bisogno di un capitano.
Era abbastanza grande, più o meno delle dimensioni della nave di Valentine, ma più accogliente. I corridoi e le stanze erano decorati in stile orientale. A Jace non piaceva la stanza che gli aveva dato Magnus, era piena di cianfrusaglie. Il ragazzo non aveva mai provato un particolare interesse nel riempire una stanza di ornamenti inutili. Infatti nella propria camera da letto c’era sempre e solo il necessario per viverci, ma niente di più.
Dopo aver posato il borsone, Jace andò a fare un giro.
Arrivò fino al ponte senza incontrare nessuno, ma appena si appoggiò alla ringhiera sentì una voce familiare “ti ho trovato! Jace Lightwood smettila di isolarti, è un avvertimento.”
“cosa vuoi Izzy?” disse con voce irritata. La sorella era a qualche metro da lui, la mani posate sui fianchi, e un’espressione davvero… frustrata?
“ti cercavo se non l’avessi capito… Jace ora basta!” disse con voce stavolta arrabbiata, in un momento fu accanto a lui. Prima che potesse anche solo parlare, lei lo colpì alla testa  con uno schiaffo ripetendo “basta!”
“ahi” si lamentò “ma che ti prende? Sei impazzita?” chiese massaggiandosi la testa dolorante.
“no, se non l’hai ancora capito sono arrabbiata.” disse lei incrociando le braccia ed espirando.
Jace sospirò “va bene, lui le chiede -perché sei arrabbiata?-”
“per colpa tua.” disse alzando la voce. E prima non aveva mica sussurrato. Jace rimase allibito “colpa mia? Cosa ho fatto?”
“niente. È questo il punto non hai fatto niente.” Urlò Isabelle.
“abbassa la voce, vorrei tenermelo l’udito.” disse con voce di ghiaccio.
“Jace” disse Izzy cercando di calmarsi e addolcendo il tono “so che è stato brutto vedere Clary in quello stato, credimi lo è stato per tutti, ma devi reagire. Per tutto il tempo non hai fatto altro che rimanerle accanto senza fare niente e… non voglio che tu rimanga distante, come hai fatto in questi giorni, come se non ci fossi davvero. Ti rivogliamo con noi, anche in questo momento difficile.” Isabelle finì di parlare e aspettò che Jace dicesse qualcosa.
Lui sorrise debolmente “da quando sei così smielata Izzy non è da te.”
“bhe da quando Max non c’è più sto cercando di sviluppare il mio stupido lato sentimentale.” disse noncurante “sai penso di non aver dimostrato davvero a Max quanto gli ho voluto bene, e quanto gliene voglio ancora. E ho paura di non esserci riuscita neanche con voi. E ho pensato: e se succede qualcosa all’improvviso? E se succede la stessa cosa che è successa a Max?” la ragazza abbassò lo sguardo.
“Isabelle…” cominciò Jace, ma venne interrotto da un pugno alla spalla. “la vuoi smettere di colpirmi!” scattò lui massaggiandosi il punto colpito dalla ragazza, che sorrise “e non fare quella faccia da idiota! Non sono mica una bambina che ha bisogno di coccole.” esclamò mettendo le mani sui fianchi.
Jace sorrise alla sorella adottiva “grazie mia esasperante Izzy.”
La ragazza sorrise e lo guardò in attesa.
Jace, capendo cosa voleva, disse “cercherò di essere più presente, anche se è un momento difficile. Riusciremo a salvare Clary insieme.”
“insieme.” disse lei “e guarda che non sei l’unico che si preoccupa per lei Jace. Tutti quanti la vogliono salvare.”
“ah davvero?” disse il ragazzo con un sorrisetto.
“certo.” disse Isabelle mandandogli un’occhiataccia “perché altrimenti ti avremmo permesso di mentire ai nostri genitori sulla nostra destinazione, e stiamo rischiando la vita per cercare uno stupido fiore in una stupidissima isola demoniaca.”
E con questo si ritirò, lasciando Jace da solo.
Dopo qualche minuto anche il ragazzo si ritirò nella propria cabina.
All’ora di cena si riunirono per mangiare e parlare dell’Isola.
Mangiarono chiacchierando, parlando del più e del meno, come se il giorno dopo non dovessero intraprendere un viaggio a rischio della vita. Persino Jace si sentiva più leggero e parlava normalmente, facendo qualche battuta sarcastica e molto saccente come faceva di solito.
Ma quella leggerezza finì presto. Infatti appena saziati Magnus prese l’argomento.
“domani quando sbarcheremo dovremmo stare attenti da subito.” disse, e a quelle parole tutti tornarono seri.
“che cosa troveremo sull’Isola… ehm… Perditon?” chiese Simon.
“vuoi dire Perditionis, Simon?” disse Isabelle in tono saccente.
“si, quello che è” replicò il vampiro con fare noncurante. Ma si vedeva, o almeno Jace lo vedeva, l’imbarazzo. Il ragazzo sorrise “imbarazzato di essere stato corretto da Isabelle vampiro?” chiese provocatorio.
“non…” cominciò Simon, ma fu interrotto da un Magnus scocciato.
“rispondendo alla domanda di Simon” disse “nessuno sa di preciso cosa si trovi sull’Isola, il territorio è abbastanza limitato. La costa di per sé è tranquilla, e dall’esterno sembra un’isola come un’altra, il pericolo sta all’interno. La flora e la fauna sono state contaminate dall’energia demoniaca dei primi demoni che vennero nella nostra dimensione.”
“aspetta anche gli animali?” chiese Alec stupito.
“si anche gli animali vennero contaminati, e mutarono il loro aspetto, diventando creature simili ai demoni. Ma direi che saranno più gestibili di un normale demone. Quando arriveremo, sbarcheremo sulla spiaggia, e da lì ci inoltreremo nella foresta.”
“Magnus tu sai dove si trova il fiore d’argento?” domandò Isabelle.
“le leggende dicono che cresce all’interno di un intrico di grotte situate nel cuore della foresta” rispose lo stregone.
“certo poteva crescere in un luogo più sicuro questo fiore. Ma no! Proprio nel mezzo di una foresta infestata da presenze demoniache e all’interno di una grotta dove probabilmente ci aspetterà chissà quale sorpresa” si lamentò il vampiro.
“se l’antidoto fosse accessibile a tutti, pensi che le fate ci avrebbero detto dove l’avremmo trovato Simon?” ribatté Jace.
Simon disse “no, effettivamente no.”
Magnus guardò l’ora “bhe è tardi. Domani probabilmente rischieremo la vita più e più volte, perciò vi consiglio di andare a riposare.”
E si ritirò nelle sue stanze, seguito dopo qualche secondo da Alec.
“vado anche io. Altrimenti domani sarò troppo assonnato per essere di qualche utilità” disse Simon. Jace si trattenne dal commentare, e andò nella sua stanza.
Disteso nel letto pian piano scivolò nel sonno.    
     
Jace sapeva di stare sognando. Era ad Alicante, questa volta si trovava alla collina della Guardia, da lì si vedeva tutta la capitale. All’orizzonte il sole stava scomparendo sulle acque del lago Lyn, e il cielo si stava lentamente  tingendo da un tenue colore rosato ad un blu cobalto. I riflessi degli ultimi raggi del sole facevano risplendere le torri anti-demone.
Era uno spettacolo davvero bellissimo.
Sentì qualcuno avvicinarsi, si voltò lentamente e vide Clary. La ragazza indossava un vestitino bianco che svolazzava al vento. I capelli sciolti le ricadevano sulle spalle in morbidi boccoli. Tra le mani, notò Jace, aveva lo Stilo che lui stesso le aveva regalato.
Anche lei era davvero bellissima.
Clary gli sorrideva, lui si avvicinò e l’abbracciò con trasporto.
“perché, ogni volta, ci incontriamo sempre ad Alicante?” chiese non per curiosità, ma tanto per rompere il silenzio.
Clary alzò le spalle “Alicante è così bella e pacifica. Avresti preferito un altro posto in particolare? Non credevo fosse importante.” rispose lei.
“infatti non lo è. Ero solo curioso” disse Jace.
Si sedettero l’uno accanto all’altra ancora stretti.
“alla fine hai deciso di partire” disse Clary.
“lo sapevi che l’avrei fatto comunque” replicò lui. La ragazza si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi “perché hai mentito ai Lightwood e a Luke e Jocelyn?” chiese.
“non mi avrebbero permesso di partire se gli avessi detto dov’era l’antidoto” rispose Jace “non ti permetterò di andartene senza prima aver lottato con tutte le mie forze.”
Clary sospirò “se sei così sicuro allora permettimi di aiutarti” disse “dammi il braccio destro.”
Il ragazzo alzò un sopracciglio, ma non replicò e gli porse il braccio.
La ragazza lo prese delicatamente tra le piccole mani, e appoggiò lo Stilo sulla pelle.
Jace sentì il bruciore familiare mentre Clary tracciava il marchio. Quando finì gli lasciò il braccio, Jace lo guardò. Ora c’era un intrico di linee nere che gli segnavano la pelle.
“cosa fa?” chiese incuriosito.
“ti proteggerà dai pericoli che troverai sull’IsolaPerditionis” disse con sicurezza la ragazza. Jace non replicò, fissava ancora il marchio. Di colpo si accorse che la luce stava ormai sparendo. Guardò il cielo, ora di un colore blu con sfumature violette.
“è arrivata l’ora blu” disse Clary. La ragazza una volta gliene aveva parlato, dicendo che era quel momento, poco prima che cali completamente il buio, in cui il cielo diventa di un colore blu brillante.
Jace strinse la ragazza di più a sé “mi manchi” sussurrò piano.
Clary sorrise dolcemente “ci sono sempre, sono sempre con te Jace.”
Lui la guardò negli occhi, e le scostò delicatamente una ciocca di capelli.
“lo so. Ma ti voglio con me in carne ed ossa. Ho bisogno di parlare con te, di scherzare con te e baciarti e abbracciarti, non in sogno, ma nella vita reale.” fece una pausa e poi disse “ho bisogno di te.”
Clary gli accarezzò la guancia “anche io ho bisogno di te” disse “non avrei mai voluto separarmi da te, ma non voglio che tu rischi la vita, non voglio che tu…” Clary non riuscì a finire.
Jace la strinse a sé forte, e delicatamente posò le labbra sulle sue. Clary chiuse gli occhi, e si premette più che poté contro di lui. E il bacio da delicato divenne passionale. Jace seppellì le proprie mani nei capelli di lei, mentre le braccia di Clary gli circondarono il collo. Dopo un po’ interruppero il bacio per respirare, ma rimasero comunque vicini.
“non succederà” sussurrò Jace “non mi succederà niente se quello che faccio è per te. Quindi aspettami, perché tornerò.”
Clary sorrise “ti aspetterò, sai che lo farò.”
E con questo le loro labbra si incontrarono di nuovo.
Rimasero lì su quella collina a baciarsi, distesi l’uno di fronte all’altra, finché il sogno del ragazzo finì.
 

  
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