Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Gisella_Sara    17/10/2011    0 recensioni
Una coppia di 30enni alle prese con un Natale diverso, da passare da soli.
Piesse. Siamo in due a scrivere, quindi la storia si svolgerà seguendo due opinioni diverse. Recensite, mi raccomando. :D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quella mattina la sveglia suonò prima del solito, dovevo fare qualcosa, ma quella mattina non ricordava niente di preciso. Faceva freddo, era esattamente domenica ventidue Dicembre. Tra poco era Natale, ma a me non importava dei regali.
Mi rigirai nel letto, e presi a guardare il soffitto. Lei. Erano passati cinque mesi da quando ci eravamo lasciati, cinque mesi da quando se n’era andata, lasciando in me un vuoto, una voragine enorme. Mi mancava tantissimo. Vedevo il suo viso dappertutto, non riuscivo a dimenticarla in nessun modo,  e quell’anno avrei passato il Natale senza di lei.
Volevo fare qualcosa per rimediare, qualsiasi cosa. L’avrei riconquistata in qualche modo, l’avrei rifatta mia, solo mia.
Mi alzai, mi buttai sotto il getto d’acqua calda. Ci voleva proprio. Nonostante i due piumoni e il pigiama di lana la notte avevo freddo. Forse perché faceva freddo, o forse perché non c’era Lei a riscaldarmi. Non c’era lei che mi preparava la colazione la mattina, e quella casa sembrava tremendamente vuota senza Lei.
Mi vestii in fretta e uscii subito di casa. Un freddo improvviso pervase il mio corpo, facendomi bloccare sull’uscio di casa per qualche secondo. Giusto il tempo di ambientarmi, poi scesi gli scalini e mi incamminai. Verso dove? Non lo sapevo nemmeno io, le mie gambe si muovevano da sole, la mia testa era completamente vuota. Ma quella strada la conoscevo benissimo, l’avevo fatta tante volte. Stavo andando da Lei. Sì, questa volta ce l’avrei fatta. Tante volte ci avevo provato, ad andare da lei, ma poi mi bloccavo e ritornavo indietro. Avevo paura della sua reazione. Chissà se mi aveva dimenticato, o se ancora le era rimasto un po’ di me nel suo cuore. Ma no, lei aveva sicuramente trovato un altro, magari lo aveva anche sposato. Non era certo sciocca come me, lei. Lo sciocco ero io, perché non riuscivo ad andare avanti, non riuscivo a baciare un’altra ragazza perché ci vedevo lei. Ero solo io, lo sciocco.
Immerso nei miei pensieri non mi accorsi di essere arrivato davanti casa sua, e di aver suonato il campanello.
Lei rispose dopo poco.
-Chi è?-
LA sua voce. Dio, da quanto non la sentivo. Un brivido mi percorse il corpo. Non riuscivo a parlare, ero bloccato, scosso, impaurito. La verità è che non lo sapevo nemmeno io.
-Chi è?-
Lo chiese di nuovo. Feci un respiro profondo, poi mi decisi ad aprire bocca.
-Io.-
Stupido. Che razza di risposta sarebbe ‘io’? Sicuramente non avrebbe capito, la porta sarebbe rimasta chiusa. Perché lei la mia voce non se la poteva ricordare, sarebbe stato troppo bello.
Aprì la porta. Si era ricordata forse della mia voce? Dio, quanto era bella la mia Sam. Sì, mia. Perché lei è sempre stata mia, anche se lei non lo sapeva. Volevo fare qualcosa, ero fermo sull’uscio della porta. Ma avevo paura di toccarla, perché magari lei non voleva. Meglio stare fermo, e aspettare una sua mossa, una sua parola.
-Che c’è?-
Ecco, cose le avrei detto? “Amore, per favore, perdonami, ti ho pensato per questi cinque mesi?” No, troppo romantico.
-Passavo di qui e mi sei venuta in mente.-
Andava bene come risposta, anche se in verità, dalla mia mente non se n’era andata mai andata.
-Entra.-
-Che bella casa.-
La cosa bella non era la casa, ma lei. Non avevo il coraggio di dirglielo, non ce la facevo. Le parole mi rimanevano in gola ogni volta che provavo a dirgli “Sei bellissima” oppure “Wow, non sei cambiata per niente, sempre bella, sei.” Niente. Codardo.
Non sapevo che dire, ero in imbarazzo. Tra noi era calato un silenzio snervante. Forse non era stata una buona idea andare da lei. Agisco sempre d’impulso e sbaglio tutto.
-Perché sei qui?- Disse lei d’un tratto.
-Emh…sentivo la tua mancanza.-
-PERCHE’ ORA?-
-Ho cercato in tutti i modi di starti lontano, ma non ce la facevo più.-
Ce l’avevo fatta, finalmente le avevo detto la verità. Mi sentivo libero, sollevato. Avevo da troppo tempo quel peso sullo stomaco.
-Manchi anche tu, e tanto…però sono frenata. Posso fidarmi?-
-Certo che puoi.-
-Perché cinque mesi fa mi hai abbandonata? Perché mi hai sostituito con quella puttana? DIMMI, PERCHE’?! Sai che sarei ritornata in qualsiasi momento. E ora che te la sei scopato, che ti sei diverti, TORNI? E io che sono? La tua ruota di scorta?-
La verità è che quelle parole mi ferirono. Ma aveva ragione. L’avevo sostituita con una puttanella incontrata così, per caso in strada.
-Sam, hai tremendamente ragione. Scusami, ho fatto l’errore più grande di tutta la mia vita, non avrei dovuto lasciarti mai. Ti prego perdonami. Non ho mai pensato che tu ti saresti sentita usata.-
-Sapevo che saresti tornato, e sapevo che i nostri sentimenti si sarebbero trasformati da cenere e nulla, in carne ed ossa. Ti amo, Jacob. Voglio dirlo a te, a quella puttanella, al mio cervello e a tutto il mondo!-
-Anche io ti amo, cazzo, Sam! Allora urliamolo a tutto il mondo. IO TI AMO SAM, TI AMO!-
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Gisella_Sara