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Autore: Sherlock Holmes    17/10/2011    2 recensioni
Una tranquilla nottata a teatro offerta a Watson da Holmes si trasformerà in una caccia all’uomo…che esaspererà il povero dottore.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Holmes fece fermare la carrozza davanti all’entrata dell’Haymarket Theatre.
La costruzione neoclassica svettava rispetto ai caseggiati circostanti.
- Oh, andiamo, Holmes! Shakespeare? Devo sorbirmi una tragedia di duecento anni fa?- esclamai, piccato, osservando il cartellone.
- Esattamente. Lei vuole sentir chiacchierare, io voglio vedere un dramma. Così saremo entrambi accontentati.-
- Ma perché proprio Shakespeare? Perché proprio l’Haymarket ? Con tutti i teatri che vi sono a Londra…- mi lamentai.
Finse di non sentirmi ed entrò nell’enorme salone.
Voluminosi drappi rossi decoravano le pareti d’ingresso, da dove si ergevano statue di antichi dèi greci e quadri che riproducevano i dipinti di Pompei.
Al botteghino, Holmes mi si parò davanti, poggiando i gomiti sul piccolo davanzale di fronte al vetro e chiedendo all’addetto due posti in platea.
Rimasi sconcertato.
- In platea, Holmes? Non sarebbe meglio una tribuna in galleria? Insomma, a quest’ora ci saranno poche persone, possiamo permetterci di…-
Mi ignorò totalmente.
Mi fece cenno di seguirlo.
- Poteva almeno chiedermi consiglio…- mormorai.
Holmes alzò gli occhi al cielo.
- Pago io, quindi decido io, se non le dispiace!- esclamò.
Incrociai le braccia.
- Lei stesso odia stare in platea…- gli feci osservare.
- Beh, vorrà dire che per questa sera mi adatterò. E anche lei, Watson.-
“Com’è acido!”
- Aspetti… Adattarci? Perché?- domandai incuriosito.
Sorrise eloquente.
- Lei mi ha portato qui per uno scopo…- capii.
- Precisamente. Noi siamo qui per scongiurare un attentato, Watson…-
Ci misi un istante per comprendere l’importanza delle parole che Holmes aveva appena pronunciato.
Sherlock Holmes estrasse dal suo pastrano la sua scatoletta portatabacco d’argento.
- Esattamente alle nostre spalle, in tribuna d’onore, potrà riconoscere…-
-…il Primo Ministro!- esclamai in un soffio, osservando la figura dell’uomo riflessa nello specchio argenteo della scatoletta.
- Non è possibile!- dissi, dopo un breve silenzio – Lei mi ha di nuovo coinvolto in una delle sue avventure, Holmes!-
Il mio interlocutore si limitò ad annuire.
- Non posso sopportarlo… Dannazione, trascorrere una serata tranquilla con lei è impossibile!-
Continuò ad assentire.
- Io volevo solo chiacchierare un po’… Ed invece… Oh, Holmes!- dissi con rabbia crescente.
Holmes mi fissò, chiedendomi pacatamente:- Ha finito?
- Finito? Cosa?!-
- Di sfogarsi… Insomma… L’orchestra sta già accordando gli strumenti e il tempo per le spiegazioni stringe…-
Respirai a fondo, trattenendo l’impulso di dare a Holmes un bel pugno sul naso per la sua prepotenza e il suo egocentrismo.
Holmes interpretò quel gesto come una riconciliazione, ed iniziò a parlare a bassa voce:- Il mese scorso, la moglie del Primo Ministro mi aveva chiesto di vigilare sull’incolumità di suo marito, dato che lei si sentiva tallonata quando si trovava in sua compagnia. Accettai l’incarico di buon grado.
Scoprii molte cose riguardo al nostro Capo del Governo… E sui suoi pedinatori.
I movimenti del Primo Ministro venivano registrati, in codice, su foglietti, spediti poi in busta chiusa sempre allo stesso indirizzo.
Ho rintracciato alcune missive, tra cui anche l’ultima inviata, che ho decifrato. Indicava che l’uccisione del “capobranco” avrebbe dovuto aver luogo questa sera stessa, sul tardi, e  in un “luogo dove antiche menti possono aver risalto”.-
Mi presi il mento tra le dita. – Quindi il “capobranco” era il Primo Ministro e… Holmes, aspetti… “Luogo dove antiche menti possono aver risalto” può indicare un’università, non solo un teatro…-
Holmes mi sorrise.
Sì, era riuscito non solo a placarmi, ma anche ad intrigarmi. Date le circostanze, dimenticai la mia rabbia verso i suoi metodi di coinvolgimento e rimandai la seconda sfuriata in un altro momento.
Riprese il discorso:- In effetti, può essere una valida interpretazione del codice. Le “antiche menti” possono indicare gli anziani professori, e, d’altronde, questi possono “aver risalto” durante le loro lezioni. Quindi, avrebbe ragione, Watson, se non fosse che…-
Il primo violino dell’orchestra fece una brutale stonatura.
- Watson, non riesco proprio a capire perché ingaggino nella filarmonica degli incompetenti!-
Si accorse che stava divagando.
Così, riprese immediatamente a narrare ciò che aveva scoperto.
- Gli attentatori sanno che il Primo Ministro viene tutte le sere al secondo spettacolo dell’ Haymarket…-
L’orchestra tacque e si sentì un fruscio di corde da dietro il palco.
Le tende si aprirono.
Fece il suo ingresso in scena una giovane donna, vestita con abiti quattrocenteschi.
- Vede quella ragazza, Watson? E’ il motivo per il quale il Primo Ministro viene in questo teatro, sempre alla seconda rappresentazione…-
- Non mi dica che Giulietta è la sua amante!-
Holmes ridacchiò:- No, no, Watson… La donna che sta interpretando Giulietta è sua figlia.-
Ne rimasi colpito.
- Come? Ma il Capo del Governo non ha prole!-
- Beh, non legittima. La ragazza che ora sta chiamando Romeo è stata concepita prima del matrimonio con la First Lady, la mia cliente.
Sua madre era una donna di basso rango, di cui il Primo Ministro era innamorato. E’morta per complicazioni durante il parto.-
- Come ha scoperto tutte queste cose?-
- Con il potere del travestimento, Watson.- mi disse, sorridendomi. – Ho preso le sembianze di un prete, di un marinaio ed infine di un uomo disperato che cercava una levatrice in gamba per far nascere suo figlio… In quest’ultimo caso, ho potuto parlare con la balia che ha fatto venire alla luce Giulietta, come la chiama lei, Watson… E così, sono venuto a conoscenza del tumultuoso passato del nostro Primo Ministro.-
Poggiai la schiena contro la poltroncina.
Non potevo pretendere di passare una nottata con Holmes in santa pace. Sarebbe stato come negare la stessa natura del mio coinquilino.
Scossi la testa, cercando di liberarmi da ogni pensiero.
Tuffai le mani in tasca ed, inaspettatamente, sentii il gelo della canna del mio revolver.
Holmes me l’aveva appena messa in tasca di nascosto.
Capii, così, che l’avventura poteva rivelarsi pericolosa.
 

  
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