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Autore: Nihal_Land of Wind    17/10/2011    1 recensioni
"Scusi, che è successo qui?"
"C'è stato un incidente poche ore fa e il treno è deragliato."
Fu come se tutto il mondo si fosse messo a girare su se stesso. Susan non capì più niente... Si girò e incominciò a correre.
Questa fanfiction parla di un finale diverso per la saga... Spero vi possa piacere!!
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I’LL COME BACK TO YOU
 
QUATTRO
 
Notai con sollievo che in classe non c’era nessuno ancora, perciò avrei potuto scegliere il posto che volevo. Presi possesso all’istante dell’ultimo banco in ultima fila, dalla parte opposta alla porta, tirai fuori i libri dalla cartella e finsi di essere occupatissima a impilarli un po’ a destra e un po’ a sinistra, in modo da non essere vista ma da potere sbirciare da un sottile spazio nel mezzo. Driiin! La campanella.
A poco a poco la classe si riempì e io guardai i miei vecchi compagni senza però vederli davvero. Le mie amiche Holly e Amy si sedettero nei due posti di fianco a me. “Ciao Susan!”
Risposi con il solito sorriso tirato (ormai era automatico), ma distolsi subito lo sguardo per fissarlo di fronte a me. Non l’avessi mai fatto: tutti quanti, compresa la prof di scienze che era appena entrata, puntavano gli occhi su di me. Sorrisi un’altra volta; cominciavo a detestare questo gesto. Rimasero lì a fissarmi per qualche secondo, finchè la prof (che ringraziai mentalmente) li richiamò.
“Buongiorno ragazzi.”
Tutti risposero a voce alta tranne me.
“Per oggi direi che non faremo niente di particolare, a parte raccontarci come sono andate le vacanze...”
Si accorse all’istante di aver fatto un passo falso, perché la vidi sgranare gli occhi al mio indirizzo e cambiare bruscamente rotta:
“... altrimenti possiamo prendere il proiettore e guardare un documentario!”
Inutile dire che fui a favore del documentario. Così passai le due ore successive a fissare con occhi vitrei il muro senza prestare veramente ascolto. Holly e Amy se ne accorsero nonostante fosse buio e mi lanciavano occhiate di sottecchi: ero sempre io quella che stava super attenta e non si perdeva una parola. Però avrebbero dovuto capirmi.
Per tutto il giorno riuscii a evitare le domande dei compagni; a essere sincera furono molto discreti, alcuni di loro mi rivolsero solo dei timidi: “Come va?” forse temendo che fosse una domanda stupida da fare visto ciò che era successo. Ma anche se non mi andava di parlare con nessuno, in fondo mi fece piacere che non mi avessero abbandonata.
Fu comunque un sollievo quando suonò la campana di fine lezione e potei salire sulla macchina del signor McKenzie per tornare a casa.
 
 

~ tre mesi dopo ~

 
 
“Allora ragazzi, non dimenticatevi di segnare i compiti delle vacanze!!”
Era sempre la prof di scienze, ansiosa come non mai. Secondo lei più compiti si danno nelle vacanze meglio è. Servono, certo, ma perché le chiamerebbero vacanze? Poi io avevo perso ogni interesse per lo studio. Peter diceva sempre che passavo tutto il giorno a studiare...
Nel cortile della scuola letteralmente sommerso dalla neve, mi staccai come sempre da Holly e Amy e andai per conto mio verso l’uscita. Pensavo che si fossero ormai abituate a questo mio comportamento, ma a giudicare dalle occhiate che Holly mi lanciava non era così.
 
Amy controllò che Susan fosse abbastanza lontana. “Dai, Holly, abbi pazienza” le disse poi. “Dalle tempo.”
“Sta sempre per conto suo” rispose Holly. “Passare un po’ di tempo con le sue amiche secondo te non la aiuta?”
“Probabilmente vuole pensare per conto suo!”
“Ma non ci parla da tre mesi! Ogni volta che le chiedevamo qualcosa come ‘che ne pensi di questo Susan?’ lei ci guardava stringendosi nelle spalle. E poi, hai notato che sembra non si ricordi nulla dell’anno scorso? Per esempio quel ragazzo che ha conosciuto ad aprile, Tom; parlava sempre di lui e ora è completamente scomparso dalla sua mente.”
Amy la fissò. Infine l’altra sospirò e disse piano: “Mi fa male vederla così. L’incidente del treno le ha cancellato tutto dalla mente e ora è completamente persa. Voglio solo aiutarla, ma lei non ce lo permette se non sta mai con noi.”
“Sì. Lo so.”
 
“Peter!”
E’ notte; il ragazzo corre non appena la madre lo chiama. “Nel rifugio!” Peter scappa, trascinando con sé il piccolo Edmund...
Susan avrebbe dovuto prendere Lucy. Ma è la madre a svegliare la più giovane dei Pevensie, perché Susan non c’è. I quattro corrono fuori dalla porta ed è allora che la sorella maggiore appare all’improvviso davanti alla botola del rifugio, ma la sua famiglia la attraversa come se fosse fumo. Susan non capisce, prova a seguirli. Le bombe lanciate dagli aerei in volo sembrano non sfiorarla, come se fosse semplicemente inesistente. Riescono ad entrare nella botola e anche Susan ci si lascia cadere, ma non c’è il rifugio. C’è solo un immenso prato sotto un cielo blu scuro; Susan non vede più la sua famiglia, allora corre per ritrovarli, ma il buio la inghiotte e lei cade senza potere fare nulla...
Da lontano però vede un volto, un volto che conosce bene...

 
Mi svegliai urlando. Da tre mesi sognavo sempre la stessa cosa, non ne potevo più. Persino il giorno di Natale...
Mi andai a lavare e poi mi vestii. Non riuscivo ad essere felice quel giorno: il primo Natale senza i miei fratelli. Quando erano ancora vivi, i Natali erano stupendi: la mattina Lucy era la prima a svegliarsi (e di conseguenza a svegliare gli altri) e a correre di sotto per vedere i regali. Papà tornava a casa, così a pranzo eravamo tutti uniti intorno al tavolo a festeggiare e a gustare le bontà preparate dalla mamma. Il pomeriggio lo passavamo nel salotto a giocare o solo a parlare; poi a sera uscivamo bene imbacuccati e andavamo nella piazza di Finchley addobbata a festa e Lucy era affascinata da tutte quelle luci. Regolarmente era Edmund a lanciare la prima palla di neve, di solito alla sorellina, così si scatenava la lotta sotto lo sguardo divertito dei nostri genitori...
Mi riscossi; un’altra cosa che non sarebbe più accaduta, un altro ricordo.
Scesi in salotto; mi ero alzata tardi e la zia stava ormai finendo i preparativi per il pranzo. “Buongiorno Susan” mi disse sorridendo, poi mollò il mestolo e corse ad abbracciarmi e a darmi un bacio sulla fronte. “Buon Natale!”
Io in risposta la abbracciai forte. Non volevo essere così fredda, ma c’era ancora qualcosa che mi impediva di parlare. La zia tornò ai fornelli, sempre sorridendo. “Tra poco Amy e Holly saranno qui, cara.” Erano infatti state invitate per il pranzo di Natale. Giusto in quell’istante suonò il campanello e io andai ad aprire, pronta per le lunghe chiacchierate che le mie amiche sapevano fare.
Quando aprii la porta però non mi trovai davanti Holly e Amy, ma un’altra persona. Una persona che riconobbi subito.
 
 
 
 
 
 
 
 
Scusate. Scusate. Scusate. So di essere in ritardo ma non ho potuto scrivere da quando è iniziata la scuola. Spero che il risultato comunque mi giustifichi ;-D
Come avete visto, ho pubblicato terzo e quarto capitolo. Chi saranno i personaggi misteriosi apparsi alla fine? Nel prossimo capitolo sarà svelato l’arcano!
Grazie tantissimo a Beth 96, RomioneThebest e Voice35 che hanno recensito la mia storia, sempre a Beth 96, Freddy Barnes, Sunny Fortune, TheGentle 95 e vale 95 che hanno indicato la mia storia tra le seguite e ancora a weasley_fg e a Sunny Fortune che l’hanno indicata tra le preferite!!
Nihal_Earth of Wind 
  
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