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Autore: kumiko095    17/10/2011    4 recensioni
Ti amo, ti amo, futili parole al vento se sussurrate a nessuno.
Ti amo Lovino, ti amo, ma ti lascerò a lui, Antonio.
Ti amo Feliciano, ti amo, ma ti lascerò andare da lui, Ludwig (anche se crucco mangiapatate mi piace di più...)
E se un incomprensione separasse due persone che si amano?
E se la riflessione li ricongiungesse?
E sue due lettere, chiuse in un cassetto fossero viste solo all'ultimo momento?
Lovino e Feliciano, due corpi, un cuore.
Due Italie, ma una.
"Non è vero, non mi ami. Non puoi amare me e non amare lui" si voltò e sorrise "Siamo in due ma siamo la stessa persona"
"Tu lo ami?"
"Non puoi neanche immaginare quanto"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9 capitolo-Differenze
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Fuori dalla villetta infuriava una tempesta così che forte che in tanti autunni non si era mai vista.
Feliciano era affacciato alla finestra e scrutava silenzioso la pioggia battere forte, la grandine cadere come tanti sassi dal cielo e il vento che, forte, sbatteva le chiome degli alberi.
Sarebbero dovuti partire quel giorno lui, Ludwig e Gilbert, ma per (s)fortuna il volo era stato rimandato per la violenta tempesta in arrivo.
Quando era scesa la sera il prussiano e il tedesco erano andati a rifugiarsi in una birreria vicino alla casa degli italiani, giusto per non perdersi.
Ludwig aveva invitato anche Feliciano e Lovino, ma Gilbert aveva insistito “serata tra fratelli!” e poi sapeva bene che quei due, l’alcool non lo reggevano per niente.
E ora infuriava quella tempesta che di calmarsi proprio non ne voleva sapere.
-Veh Lovi, sono preoccupato per Ludwig e Gilbert- disse Feliciano, scrutando fuori dalla finestra, ricevendo solo il buio e il rumore della pioggia in risposta.
Lovino sbuffò.
Non ne poteva più di quei crucchi. Va bene che Feli fosse tornato, gli faceva sempre piacere averlo accanto a sé, ma di quei due proprio non ne poteva più.
Uno strillava tutto il giorno dalla mattina alla sera quanto fosse magnifica la sua magnificenza, l’altro stava dietro a Feliciano neanche fosse stata la sua balia.
-Ce la faranno a tornare a casa con questo temporale?-
Feliciano questa volta si girò a guardare il fratello in viso, che steso sul divano a leggere una rivista non sembrava badarlo.
-Che ti importa?- chiese Lovino, mentre pensava come suo fratello potesse definire “temporale”, una catastrofe di quel genere.
Il fratellino li lanciò uno sguardo di rimprovero.
Lovino sapeva essere scontroso, ma quando esagerava…esagerava davvero.
Si avvicinò al divano e si sedette affianco al fratello –Spero non si siano ubriacati come l’ultima volta- sospirò.
Lovino si voltò a guardarlo in viso per un attimo, riprendendo poi a leggere –Beh, c’è poco da sperare quando metti insieme “crucchi” e “birra”-
Già, era impossibile che se i tedeschi vedessero una birra non si ubriacassero, anche essendo diligenti e seri come Ludwig.
Ancora gli gelava il sangue a pensare a quell’anno in cui il fratello l’aveva trascinato a forza all’Oktoberfest.
-E poi gli hai sentiti no?Serata tra fratelli!-
Feliciano sbuffò e si distese affianco a Lovino, poggiando la testa su un braccio del fratello e intrappolandogli la gamba destra tra le sue.
-Si, però loro si divertono e noi stiamo qui a far niente! A te non va mai di giocare insieme!- il minore mise su un broncio infantile mentre alzava gli occhi sul viso del fratello, che nel frattempo si era colorato di un rossore abbastanza preoccupante.
Giocare?
Oh si, lui avrebbe volentieri giocato con il fratellino se ne avesse avuto l’occasione!
Scosse la testa per scacciare via quei pensieri molesti “ ’Fanculo Lovino! Solo tu puoi fraintendere le frasi di Feliciano!Sei un pervertito!” si rimproverò mentalmente, per poi far scorrere via quei pensieri.
-Allora sentiamo, cosa vuoi fare?!- chiese, riuscendo finalmente a guardare l’altro negli occhi.
Il viso dell’altro si illuminò –Giocherai con me, fratellone?- sorrise-Lo sapevo che avresti accettato,yai!- e concluse il tutto con un bacio sulla guancia di Lovino, che possibilmente diventò color pomodoro maturo.
Poi, riflettendo per un attimo decise il gioco da proporre al fratello –Che ne dici di “trova le differenze?”- chiese, mettendosi a sedere.
Era un gioco da bambini, certo, e Lovino non avrebbe mai accettato, ma a lui piaceva davvero tanto.
-Come vuoi- rispose invece quello, distogliendo velocemente lo sguardo, ancora visibilmente imbarazzato.
Feliciano si alzò e aprendo due ante sotto la scala iniziò a trafficare con qualcosa.
L’altro lo guardo desiderando di fare un altro tipo di gioco con quel suo sciocco fratello.
“Lovino, insomma!Datti una calmata!” si diede uno schiaffo, come per tornare in sé “Insomma!É tuo fratello, è un ingenuo, sciocco e…e…dannatamente carino…Ancora?” si premette un cuscino sulla faccia, impedendosi di voltarsi ancora verso il fratello.
-Eccolo!- trillò Feliciano, alzandosi e raggiungendo il fratello con la scatola del gioco da tavolo in mano.
Lo squadrò preoccupato per poi avvicinarsi e sfiorargli la spalla con una mano, come per richiamarlo.
L’altro a quel contatto improvviso sentì un brivido percorrerlo dalla testa ai piedi.
-Ma…Lovi, che stai facendo?- chiese, piegando la testa da un lato e facendo svolazzare la chioma bruna.
Lovino si mise a sedere all’istante, stritolando il cuscino per poi abbandonarlo a un lato del divano –N-niente!Che sto facendo?Assolutamente niente!- rise nervoso –Allora, giochiamo?!-
Feliciano dapprima lo guardò stranito, per poi lasciar perdere e sistemarsi sul tappeto, per poi aprire il cartone sul tavolino da salotto.
Lovino si posizionò di fronte a lui e attese che il minore finisse di sistemare la tabella, i dadi e le domande, per poi iniziare a quel noiosissimo gioco, che ne era certo, sarebbe stato moooolto lungo.
 
 
Era circa un quarto d’ora che giocavano e Lovino stava iniziando a innervosirsi.
Aveva indovinato solo tre domande, al contrario di Feliciano che aveva risposto a tutta correttamente.
Il fratello sorrideva allegramente ogni volta che la sua risposta risultava esatta esultando con un “evviva!” o uno “yai!” o più spesso un “veeeeeeeeh! ~”
A lui invece non rimaneva altro che grugnire ogni volta.
-Prossima domanda!- esultò Feliciano –Lovi, tocca a te pescare-
Lovino prese una carta dal mazzo, rassegnandosi all’evidenza.
Non avrebbe mai vinto a quel gioco.
Rimase basito però quando lesse la domanda, sgranò gli occhi e abbandonò il biglietto sul tavolo.
-Veh, qual è la domanda Lovi?!- chiese Feliciano, in attesa.
Prese il bigliettino e lo lesse ad alta voce –Trova le differenze tra te e il tuo avversario- squadrò un attimo il fratello, per poi concentrarsi sulla domanda –Veh Lovi, hai trovato quella migliore!Avrei voluto rispondere io!-
Lovino ripresosi da quella specie di trans in cui era caduto, strappò la carta dalla mano del fratello –Dai qua- disse sbrigativo, rileggendola e rigirandosela tra le mani.
-Forza Lovi, rispondi!- lo incitò il fratello.
-Aspetta, fammi riflettere!- Lovino arrossì vistosamente prima di cominciare a parlare –Beh, tanto per incominciare tu sei L’Italia del Nord e io del Sud- disse, ripensando però che molti consideravano solo il fratellino Italia.
Basta pensare ai biglietti di auguri del loro compleanno “Tanti auguri a Italia e Romano”.
Romano? Perchè lui non faceva parte dell’Italia?
-Tu sei Venezia e io Roma, i tuoi capelli e la tua pelle sono chiari, i miei sono scuri…- continuò, mentre Feliciano iniziò a squadrarlo come contrariato – Tu sorridi in continuazione e io mai, le tue città sono grandi e sviluppate, università, fabbriche…da me ci sono solo il mare e qualche città che non viene mai ricordata, tu sei gentile e socievole, io sono scurrile e antipatico e…e…- cercò di dire altro ma guardare il viso di Feliciano che da sorridente si era improvvisamente spento faceva male.
Eppure quella era la verità. La bruttissima, maledetta e stronza verità che non avrei mai ammesso davanti a lui, eppure quel gioco era “Trova le differenze” ed era quello che stava facendo,no?
-Sei dolce e carino, sempre disposto ad aiutare gli altri, hai viaggiato e conosciuto altri luoghi e io sono rimasto sempre qui, attaccato alla mia terra…fanno bene a chiamarmi “sporco terrone”!- quasi urlò Lovino, stringendo gli occhi, mentre le lacrime iniziavano a bagnarli le guance.
-Basta Lovi…- tentò Feliciano, avvicinandosi per asciugare le lacrime del fratello.
La mano dell’altro però lo scostò violentemente –No Feliciano, fammi parlare! Non vuoi mai sapere come la penso!Non posso continuare a mentirti così!-
Il minore ritirò la mano guardandolo con sgomento, l’altro ricambiò lo sguardo, questa volta triste e impaurito.
-Da te ci sono tantissime città d’arte, sei brava nella pittura, all’architettura, nella scultura, nella poesia e io? Io vivo di turismo e stupide coltivazioni di pomodori!- urlò, sorpreso quanto se non più di Feliciano a chiamare stupidi i suoi amati pomodori.
-Sei bravo a trattare con gli altri, nel commercio e in tutti i secoli trascorsi tutti hanno lottato per avere sempre e solo te! Di me non ne è mai fregato niente a nessuno,maledizione! Solo quel bastardo spagnolo si è preso cura di me, neanche al nonno sono mai andato a genio, tu sei stato sempre il suo preferito!- pianse ancora Lovino, guardando il fratello con rancore, pianse e urlò tutto quello che pensava, quello che si era tenuto dentro in quei lunghi anni, anzi, quei secoli.
“Perchè me ne sono andato? Stavo meglio con il mangiachurros!!!Maledizione!Maledizione!”  pensò, serrando i denti e cercando di trattenere, inutilmente, le lacrime.
-Lovi…- era tanto preso da quella  rabbia che non si era neanche accorto che Feliciano si era spostato e ora lo abbracciava.
-Mi dispiace, ok?- disse, scostandosi e asciugando le lacrime del fratello con i pollici.
-“Ok” un cazzo!- sibilò pungente Lovino.
Era stato male per tutto quel tempo, non si sarebbe bastato un semplice “mi dispiace” per farlo calmare.
-Io…non sapevo…- Feliciano abbassò lo sguardo, mordendosi le labbra. Quelle stesse labbra che Lovino avrebbe voluto baciare, succhiare, mordere, fare sue.
- Perchè non mi hai mai detto queste cose, Lovi?- chiese, con un’innocenza quasi palese.
Lovino non rispose, si limitò a fissarlo intensamente negli occhi per poi passare le mani intorno alla nuca del fratello, avvicinandolo a sé, facendo aderire la sua fronte a quella dell’altro.
Prima lo guardò colpevole poi lo sguardo si addolcì e divenne triste –Sei…- la voce tremò, lo stava davvero per dire?! –Sei… anzi, sono…così diverso da te…- diede un sospiro affranto, mentre le lacrime tornavano a pizzicargli gli occhi –Siamo davvero fratelli io e te?- chiese, mentre sentiva che il battito accelerava a ritmo con quello dell’altro. –Siamo davvero l’Italia?- chiese, mentre vedeva gli occhi di Feliciano farsi umidi anche essi. Chiuse gli occhi, mentre una lacrima solitaria gli bagnava la guancia destra e desiderò solo sparire.
Nessuno poteva capirlo.
Tutte le nazioni erano una sola, Francia era uno, Inghilterra era uno, Spagna era uno…
Anche Gilbert e Ludwig, pur essendo fratelli erano due nazioni differenti.
Eppure loro erano in due ed erano la stessa nazione.
Perchè?
Se lo chiedeva e non riusciva a spiegarselo, era bellissimo e straziante allo stesso tempo.
Poteva condividere la gioia con il fratello, festeggiare il compleanno insieme eppure insieme a lui si sentiva sempre…di troppo.
Per tutti Feliciano era “Italia”, mentre lui era “Romano”.
A nessuno importava se ai meeting lui non ci fosse, bastava ci fosse il Nord, mica servivano entrambi!
Nessuno, Antonio a parte, lo aveva mai considerato, lo aveva mai pensato o anche solo ricordato.
Si sentiva più o meno come Canada in quei momenti.
“Chi sei?”
“Sono il Sud Italia”
“Ah,Romano!La parte della penisola che non conta niente…”
Romano…dannazione! Perchè Romano e non Sud Italia?! Non andava forse bene che fosse Italia anche lui?
“A che servono due Italie?”
“Non ne bastava una?”
“Perchè, anche tu fai parte della penisola?Non sembri italiano…”
“Ah, la parte mafiosa dell’Italia…dovresti sparire…”
“E tu saresti il Sud Italia? Senza tuo fratello non sei niente! Sei solo uno sciatto sandalo, è lui che ti rende stivale!”
Quelle frasi che tutti gli rivolgevano abitualmente gli rimbombavano nella testa.
Perchè?
Perchè - si chiedeva- doveva essere disprezzato in quel modo?
Perchè quel fratello che avrebbe dovuto odiare gli stava tanto a cuore?
Perchè era migliore di lui?
-Io…io non sono l’Italia…- sussurrò debolmente sulle labbra del fratello.
-Smettila Lovino- la voce di Feliciano rimbombò ferma e severa nella sua testa.
Aprì piano gli occhi, ritrovandosi davanti lo sguardo deciso del fratello.
-Non ti deve interessare se gli altri non ti considerano “Italia”- disse Feliciano, quasi ferendolo –Tu sei “Italia”, proprio come lo sono io, questo è l’importante-
Sentì le mani del fratello stringere le proprie, in una presa forte, ma calda e famigliare.
-Sei mio fratello ed è vero, siamo diversi…ma è davvero importante?Non possiamo volerci bene per questo?- chiese ancora il minore, mentre la voce e lo sguardo si addolcivano, facendolo ritornare il Feliciano di sempre.
- Italia, due corpi ma un cuore- gli ricordò, come la frase che Nonno Roma usava spesso per riappacificarli quando litigavano –Italia, due fratelli un cuore-
Lovino alzò lo sguardo per incontrare gli occhi color ambra del fratello, spostandosi poco, giusto lo spazio per vedere interamente il viso di Feliciano.
Gli occhi erano fieri e decisi come non lo erano mai stati, e sembrava quasi che i ruoli si fossero invertiti.
-Feli, perchè––– - cercò di chiedere qualcosa ma venne bloccato da qualcosa di…caldo.
Caldo, morbido e incredibilmente buono.
Sgranò gli occhi: Feliciano lo stava baciando!
Non l’avrebbe mai immaginato, aveva desiderato così tanto quel contatto che ormai non gli sembrava vero.
Stava sognando!
Anzi no, stava completamente delirando!
Eppure quella sensazione sulle labbra sembrava dannatamente reale! E quel calore lo era altrettanto, così quella morbidezza e quell’improvviso imbarazzo che aveva preso a colorargli le gote.
Era una sensazione bellissima e inspiegabile, ma cosa importava?
Ora era solo loro due, le loro labbra unite o nessun altro.
O almeno così credeva, Lovino.
-IL MAGNIFICO ME È TORNATO!!!- urlò qualcuno, sbattendo la porta.
Gilbert sarebbe certamente caduto, se il fratello –brillo, ma non certo ubriaco fradicio come lui- non l’avesse sorretto.
- Gil calmati, non fare tutto questo casino!- gli ricordò, pensando che gli italiani fossero già andati a dormire.
-MA QUALE CASINO!IL BELLISSIMO E MAGNIFICO ME DEVE ESSERE ANNUNCIATO QUANDO ARRIVA!-
-Va bene, ma smettila di urlare!- Ludwig ne era sicuro, qualche altro minuto con quell’idiota e sarebbe impazzito.
Si voltò paino verso il salone alla ricerca dei due italiani e li ritrovò, certamente non come li avrebbe voluti trovare ma li trovò.
-Gil…- la voce tremò, in un attimo di insicurezza.
L’albino si voltò anche egli verso la scena e sorrise sornione –Ohi, ohi, con “serata tra fratelli ” non intendevo mica questo!-
Lovino si sentì arrossire dalle unghie delle dita dei piedi fino all’ultimo e più piccolo capello presente sulla sua testa e possibilmente, erano arrossiti anche i suoi organi!
-Feliciano…- chiamò il tedesco con voce seria –che significa?!-




*******************
 

Capitolo 9!!!!!
quello che, sinceramente, ho adorato scrivere!!!!
mi sono sempre piaciute le differenze tra questi due, negative e positive che siano!!!  l'ho appena finito di scrivere e già lo posto, che soddisfazione!
Bene, iniziamo a commentare!:
Allora, per quanto riguarda Lovino potrebbe sembrare OOC, ma secondo me non lo è, perchè sono i sentimenti a farlo piangere e farlo sentire inferiore a Feliciano, come dice Himaruya-sensei stesso!
Quindi, secondo me sono tutti abbastanza IC, forse Ludwig un pò di meno, giudicate voi!

punto 2: non so se "trova le differenze" sia davvero un gioco da tavolo ma qui serviva quindi se non esiste ho i diritti d'autore!!!!Ahaahh!!!Aahh! *sclera*
Punto 3. La scena che mi è piaciuta di più ma che non ho potuto descrivere per bene perchè i crucchi *come al solito* l'hanno rovinata *mi sa che hanno il timer per impedire le scene R-18 che non li vedono protagonisti...*quella del bacio!!!!
Un bacio piccolo piccolo che non risolverà un bel niente tra questi due, anzi, incasinerà di più le cose se necessario!!!

Mi scuso in anticipo se la frase "sporco terrone" di Lovino abbia infastidito qualcuno o qualche riferimento all'Italia del sud che sia.
Personalmente, essendo pugliese, e quindi del sud il dispreggiativo "terrone"
non mi influenza affatto, a patto che davanti non ci sia qualche aggettivo come "sporco" o quant'altro...faceva male anche a me scriverlo, ma ne avevo bisogno per i fini della storia quindi scusatemi veramente...*inchino alla Kiku mode*
E ora che succederà?
Continuate a seguirmi e RECENSITE!!!!
*guadagante punti, fate felice un'autrice depressa, passate un pò di tempo e... è divertente, o almeno io la penso così XD*
Kissuuuuuuuuuuuuuuu
Kumiko095

 

  
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