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Autore: LTL    17/10/2011    0 recensioni
Londra, giorni nostri. Nei pressi di Camden Town vivono sette adolescenti, Audrey, Monroe, Marilyn, Colin, Austin, Pete e Lucas, che hanno personalità e storie differenti, che sono destinate a scontrarsi nello stesso liceo, dando il via a intrecci romantici complicati e profondi, amicizie improbabili e risse e baci, il tutto condito da tanto sesso, alcol e droghe. Ognuno dei personaggi ha una storia particolare e difficile alle spalle, che verrà raccontata da loro in prima persona, tramite un cambio di punto di vista per ogni capitolo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COLIN.

Sei una febbre,
sei una febbre,
sei nato atipico.
(The Kills, URA fever)

Mi chiamo Colin Connery, ho diciotto anni.
mi sto rigirando su quel letto scomodo, che cigola ad ogni minimo movimento.
Tocco il seno di Chantal senza provare niente.
Non capisco, cazzo, ha delle tette enormi e dovrei fiondarmici sopra tanto voracemente da rischiare di staccarle quel suo enorme capezzolo, e invece penso che preferisco quelle piccole e sode di Audrey.
Audrey è la mia ragazza da circa un anno e mezzo.
Io ho sempre trattato un pò di merda tutte le mie ragazze.
Non so perché, sono sempre incazzato, la mia fronte non si distende neanche per un attimo, e sfogo la mia frustrazione su di loro.
Ecco, vi faccio vedere.
Sto per trattare di merda Chantal.
E non mi ci vorrà neanche il minimo sforzo.
Lascio la sua tetta e mi alzo dal letto, mi infilo i boxer e i jeans e setaccio la stanza alla ricerca della maglia.
Lei si tira su.
Cazzo, è davvero grassa. Devo piantarla di andare a letto con qualsiasi cosa che somigli ad un essere umano.
Voglio dire, Audrey è più che attiva sessualmente, lo facciamo più di due volte al giorno ed è quasi sempre lei che prende l’iniziativa, ma non posso evitare di farle del male.
Non riesco a non farlo.
-dove vai? È domenica, resta ancora un po’
-che palle, hai rotto. Me ne vado da Audrey ora
Chantal si fa seria e si tocca istantaneamente il lobo destro dell’orecchio, che Audrey le aveva diviso in due quando ci aveva trovati a letto assieme.
che poi non avevamo neanche concluso niente quella sera, ma audrey impazzisce sempre, come impazzisco io. è logico.
e ora mi mangio le unghie mentre aspetto di scoprire con chi andrà a letto per vendicarsi.
e lei andrà fino in fondo, ci potete giurare.
ma me la sono cercata, devo ammetterlo.
cristo, era al piano di sotto quella sera.
-quella stronza è pericolosa, Colin. È matta da legare
mi viene da ridere, e le rido sguaiatamente in faccia, senza trattenermi.
-mi piace per questo, ed è questa la differenza tra te e lei
mi accendo una sigaretta, raccolgo il mio giacchetto da terra, e le lancio uno sguardo eloquente.
-bé, una delle tante, enormi differenze, tra te e lei
rido.
Chantal mi tira un cuscino mentre mi infilo la giacca di pelle.
-fanculo
Dice imbarazzata.
è diventata tutta rossa.
Sto per varcare la soglia della porta, quando mi ferma.
-mi chiami?
chiede da sotto le coperte.
Sorrido senza guardarla ed esco senza rispondere.
ma lei sa che non lo farò.
mi limiterò a suonare il campanello, la prossima volta che avrò voglia.
e lei mi aprirà.
potete scommetterci.

La mia macchina è una vecchia e piccola volkswagen decappottabile bianca a cui ho dato un’aggiustata.
In realtà non vado da Audrey, anche se la parte violenta di me ne ha un po’ voglia.
in realtà avrei voglia di andare da lei, scoparmela, e poi dirle che un minuto prima ho fatto le stesse identiche cose a chantal.
e vedere la sua reazione.
farla piangere, anche se dopo mi sentirei in colpa e chiederei scusa.
Alla fine mi fermo in uno spiazzo erboso e pochi chilometri da casa di Chantal e mi apro una lattina di birra, fissando Londra muoversi piccola davanti a me.
Cerco di non pensare a quanta benzina ho sprecato per andare da quella troia di Chantal, che alla fine è anche abbastanza cessa.
Metto un cd dei Cramps.
salto una sfilza di canzoni e passo direttamente a ‘naked girl falling down the stairs’.
Non so perchè, l’ho ascoltata mille altre volte, ma adesso mi fa tornare in mente la prima volta che vidi audrey, a scuola.
indossava questo vestitino bianco a maniche corte e sopra c’erano disegnate tutte queste rose rosa antico e color panna, e delle calze a rete, e stava i equilibrio precario in piedi su una sedia in mezzo al corridoio, allungandosi verso l’orologio appeso al muro per cercare di staccarlo.
le sbirciai sotto il vestito mentre passavo di lì, come avrei fatto con qualunque altra ragazza, e lei mi vide in pieno.
i suoi occhi azzurri mi fecero quasi vergognare.
ma non mi dette del porco, o del maiale, non tentò di tirarmi un calcio, che da quella posizione mi avrebbe preso in piena faccia, mi sorrise, in quella sua maniera stralunata, con quel viso di fata circondato da quell’ammasso nodoso di capelli arancioni.
a volte rimpiango la purezza delle prime settimane insieme, in cui ci bastava sederci sul dondolo nel giardino di casa sua e lasciare che il sole ci riscaldasse, fumando sigarette e parlando, con le gambe intrecciate. non ricordo neanche più quand’è che abbiamo iniziato questo gioco pazzo di farci del male a vicenda.
se sono stato io, se è stata lei.
alla fine le ragioni si dimenticano sempre.

Mia madre è una troia e mio padre se la filò appena scoprì di averla messa in cinta.
Il nuovo tipo di Ellen, mia madre, è a posto, più o meno, ma non passerà molto prima che lei lo tradisca, lui ci sbatta fuori di casa e io torni a dormire da Audrey, mentre E. girovaga per i pub ad ubriacarsi per uccidere lo sconforto.
Paradossalmente, è sempre nei pub che incontra il fidanzato di turno.
Un circolo vizioso.
ma non voglio parlare di lei, mi deprime.

Il motivo della mia popolarità a scuola sta soprattutto nel fatto che sono il frontman dell’unico gruppo decente della scuola, che è quello che suona a tutte le feste di fine e inizio anno.
Una cagata colossale, insomma.
Suono la chitarra e canto, anche se non ho un’ estensione vocale eccellente e la mia voce è roca come quella di un fumatore.
le ragazze ne vanno pazze, e anche se me le scopo mi deprime, perchè penso che sono solo ragazzine del liceo che spalancano le gambe per un tizio che non ha neanche talento.
Mi accendo una sigaretta e mi rendo conto che è quasi il tramonto.
Sto per sdraiare leggermente il sedile, quando vedo nello specchietto retrovisore un ragazzo barcollare lungo il ciglio della strada.
Penso di ignorarlo, questa dopotutto è la strada meno trafficata che io abbia mai percorso, ma quel coglione biondo scuro cade a terra di botto e rimane immobile a faccia in giù.
Sbuffo e scendo dalla macchina, dirigendomi verso di lui.
-hey!
Grido per farmi sentire, mentre cammino nella sua direzione, ma non si muove.
-cazzo, che palle
bevo l’ultimo goccio di birra e butto lontano la lattina, avvicinandomi al ragazzo.
Lo rigiro, e mi rendo conto che è un tipo di scuola mia, uno sfigato, Austin qualcosa.
-forza,cazzo
gli tiro un paio di schiaffi ma rimane immobile, allora gli sento il polso, ma il battito è regolare.
Sembra svenuto.
Valuto le opzioni.
Lo lascio qui e me ne torno a casa, ma mi romperebbe, visto che avevo in programma di dormire in macchina, o da Audrey.
Lo porto a casa di Audrey, ma se vado a casa di Audrey lei vorrà scopare e io non ho molta voglia dopo averlo fatto con Chantal.
Oppure me lo carico in macchina, mi faccio un pisolino qui, come avevo programmato prima che quello svenisse sul ciglio della strada, e quando si sveglia mi faccio dire l’indirizzo e lo riporto a casa.
Che palle.
Ti pareva che l’unica opzione senza rotture di cazzo era la più civile?
Lo prendo per i polsi e lo trascino sul prato, fino alla macchina, poi me lo carico in spalla e con un certo sforzo lo metto sui sedili posteriori.
Mi sdraio il sedile e mi accendo una sigaretta, mentre rimetto la stessa canzone.
Dopo c’è Ultra twist, ma non sono sicuro di poterci arrivare, perché mi si stanno chiudendo gli occhi.
Questa è la mia pelle, per ora, vi piaccia o no.
  
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