Disclaimer: Se Merlin o Arthur mi appartenessero non sarei qui a scrivere fic su loro due. ù_ù
Note: Seconda storia che scrivo per questo fandom! Grazie per la calorosa accoglienza e per l'entusiasmo con il quale avete accolto la mia precedente fic! Dedico questo mio piccolo parto, dunque, a coloro che hanno recensito "Together for Tomorrow" : safir, crowless, Fyki, Il_Genio_Del_Male e elyxyz.
Note di betaggio: La fic è stata betata, come sempre, dalla favolosa Fyki! Grazie mille!
Buona lettura e grazie a chiunque deciderà di farmi sapere cosa ne pensa!
Di servi chiacchieroni e principi suscettibili
«Ci
siamo persi.»
«Ammettetelo,
Sire, ci siamo indubbiamente persi.»
Continua
a camminare, dunque, una mano saldamente ancorata all’elsa della sua spada,
ignorando deliberatamente le lamentele di quell’impiastro che continua,
inspiegabilmente, a portarsi dietro ovunque.
«Dico
che non avete una corda con voi, Sire.» ragiona l’altro.
Arthur
non può vederlo in volto, ma può tranquillamente immaginare la sua espressione
insolente, gli occhi blu socchiusi, il sorrisetto beffardo e il volto
lievemente piegato su di un lato. E questo non va per nulla bene, perché il fatto
di essere perfettamente a conoscenza della mimica facciale del suo valletto
idiota lo irrita maggiormente del sapere che adesso quello si sta beffando di
lui.
«Mhh» riflette Merlin «Potreste
ordinarmelo, siete un principe, dopot-»
Arthur può sentire Merlin irrigidirsi
sotto il suo tocco e tutto ciò a cui riesce a pensare, illogicamente, è che non
voleva che accadesse così.
Le sue mani si stringono, possessive, ai
fianchi del giovane mago, mentre le dita lunghe di Merlin si posano sull’ampio
torace di Arthur.
Il principe teme, irrazionalmente, che Merlin
stia cercando di allontanarlo da sé, ma quando la sua bocca si schiude,
permettendo ad Arthur di approfondire il bacio, ogni paura sfuma lasciando alle
loro lingue tempo e spazio per conoscersi e studiarsi.
Quando il bisogno di respirare diventa
impellente, separarsi diventa quasi doveroso.
Le guance di Merlin sono lievemente
arrossate e il suo respiro è caldo sul viso di Arthur. Hanno entrambi il fiato
corto e nessuno dei due sembra avere intenzione di proferir parola, le mani di
Arthur stringono ancora la sottile vita di Merlin, ma questo non sembra destare
granché preoccupazioni al giovane mago.
«Immagino che adesso mi direte che era
per farmi stare zitto.» domanda Merlin, vagamente ironico.
«Ti piacerebbe.» ghigna Arthur.
«Mhh.» considera il mago, soppesando l’idea
«Potrei farci l’abitudine.»
Arthur scuote il caso, fintamente esasperato,
sorridendo sulle sue labbra.
«Idiota.» sussurra, prima di baciarlo
ancora, a lungo.
Dopotutto i gemiti e i sospiri di Merlin
sono un’alternativa di gran lunga preferibile alle sue inutili chiacchiere.