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Autore: Azure_Angel    25/06/2006    6 recensioni
Per salvaguardare l'amicizia con Ron e Ginny, Harry ed Hermione hanno sacrificato l'amore che provano l'uno per l'altra, decidendo di ricambiare i sentimenti che nutrono i loro amici nei loro confronti. Ma fin quando durerà la difficile scelta presa dai due?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHOICES

E’ dura anteporre l’amicizia all’amore. È dura stare con una persona quando in realtà ne ami un’altra. Ma per gli amici faresti di tutto. Pur di non vederli soffrire a causa tua, saresti disposto a sacrificare anche la cosa, in questo caso la persona, a te più cara. E mentre la guardi e sai che non la ami, una tristezza infinita ti assale e desidereresti chiudere gli occhi, fuggire lontano e non pensare a nulla. Ma tu sei lì all’ombra di quel faggio, mentre il vento ti accarezza i capelli e lei felice danza al sole assaporando la primavera e la sua aria profumata. Il tempo sembra fermarsi e scorrere lentamente. La mente vaga lontano e suoi pensieri non sono rivolti a lei. Il peggio è…che lei non lo sa.

- Adoro la primavera! Tutto sembra risvegliarsi! E non so perché ho voglia di ballare! Mi rende allegra. Non trovi, Harry?

- No,ti sbagli. Ti rende matta – scosse la testa, sorridendo.

Ginny ridacchiò e iniziò ad avvicinarsi lentamente, raggiungendolo sotto le fronde del faggio. L’ ombra le oscurò un po’ il volto, ma non l’espressione che emanava lucentezza pura. Scostò piano un ramo, senza smettere di fissarlo e si fermò a pochissimi centimetri dal suo volto.

- Ed io…? – sussurrò – Non ti rendo…matto…? – le sue labbra erano vicinissime e non aspettavano che unirsi alle sue.

No, Ginny…Non mi fai impazzire…

Voleva baciarlo. Non poteva tollerarlo. Arrivi ad un punto in cui non ce la fai più a fingere.

Fingere di amare un’altra. Come era arrivato a quel punto? Come ci era riuscito? E’ vero, la forza dell’amicizia riesce a prevalere su qualsiasi cosa. Ginny appoggiò le labbra all’angolo della sua bocca. Harry avvertì quel profumo di fiori e chiuse gli occhi.

Chiuse gli occhi.

La mente iniziò a vagare di nuovo, lontano, lontano in un luogo dove non c’era lei. Un luogo dove non c’era nessuno, un luogo dove solo un sorriso, due occhi castani e lunghi capelli folti aveva importanza. Nient’altro…Nessun profumo di fiori. E la voce. Quella voce che come spiraglio di salvezza giunse alle sue orecchie accompagnata da una serenità improvvisa, sincera….vera.

– La smetti di cacciarti quel cappello in testa? – esclamò, ridacchiando.

- Non è colpa mia se l’incantesimo non mi riesce! – lui sbuffò, scocciato.

- E prova di nuovo. Dài, ti ho detto come fare – alzò la bacchetta ed Harry la imitò – Ripeti con me: S-c-i-l-i-c-e-t!

Una cascata di foglie autunnali si riversò sulla testa del ragazzo, volteggiando e poi cadendo intorno al suo corpo. Harry rimase rigido, stizzito e sbuffò via una foglia caduta sul naso, mentre Hermione riusciva a trattenere le risate con scarsi risultati.

- E’ perché non ti concentri abbastanza! – lo rimproverò scuotendo la testa,ma un mezzo sorriso ornava il suo volto.

Harry imprecò a bassa voce mentre si scrollava di dosso tutto il fogliame.

- Aspetta, te n’è rimasta una qui… -

E in quell’attimo che con leggerezza si avvicinò a lui. Si avvicinò fin troppo a lui per togliere quella foglia che poi si rivelò essere un petalo di rosa bianca. L’unico tra quell’ammasso di grigiore spento. In un solo sguardo stava rinascendo quell’amore represso, tenuto nascosto così bene. Troppo vicini. Quella mano che scivolò con grazie dietro la nuca di lui. Quella voglia di lasciar perdere tutto e fuggire via, vivendo senza altre falsità la loro vita. Ma il peso di altri sguardi iniziava ad opprimerli come afa estiva. La consapevolezza di essersi lasciati un pochino andare si stava facendo sempre più strada. In un attimo quel mondo di sogno in cui erano piombati li stava portando bruscamente alla realtà. Ricordare quel tacito accordo, quella promessa fatta era un tarlo doloroso che dovettero affrontare per amore degli amici. Si voltarono per scoprire che Ron e Ginny li stavano guardando perplessi. O forse…sospettosi. In un attimo si allontanarono l’uno dall’altra come scossi da scariche elettriche, come se fossero stati colti in flagrante nel bel mezzo di un tradimento. No, non dovevano scoprirlo. Sarebbe stato la fine di tutto…Loro non li avevano mai traditi, e dovevano continuare a non farlo…

Sentiva la voce di Hermione che lo rassicurava. Ma un intenso profumo di fiori lo riportò alla realtà. Quella voce che aveva confuso per quella di lei, era invece quella di Ginny. Quel sorriso svanì. Quegli occhi svanirono. Quei capelli si dissolsero nell’oscurità per far spazio a capelli rossi svolazzanti e due occhi azzurri inquisitori.

- Harry! Ma che hai oggi? C’è qualche problema?

Il venticello primaverile soffiò sbarazzino sul prato verde, alzando miriade di fiori profumati. Harry non rispose e si voltò a guardare Hogwarts, mentre la brezza lasciava ondeggiare il suo mantello.

Solo la mente diede la risposta corretta.

Sì Ginny. Il problema è… che non sei….Hermione

***

Da molto tempo non si parlavano così da vicino, così in confidenza. Se si fossero lasciati andare come quella volta non avrebbero resistito oltre. Ginny e Ron non si spiegavano quell’improvviso distacco e quella strana formalità. Pensavano avessero litigato, ma quando glielo chiesero, entrambi negarono con convinzione, sorridendo. Non sapevano che quanto più lontani stavano meglio era per tutti.

Ed Harry lì in Sala Comune stava sperimentando le brutte conseguenze di questa scelta.

Ron ed Hermione sul divano di fronte a lui, abbracciati, che si scambiavano piccole effusioni. Lui lì da solo sul lungo sofà, senza Ginny,andata in biblioteca a studiare con la sua compagna per il compito dell’indomani. Con occhio di sfida li osservava. Con le braccia appoggiate sul bordo del divano. Fronte corrugata,e il ciuffo corvino che gli lasciava scoperto un solo occhio, il quale sembrava rilucere di quel colore verde smeraldo. Uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque. Quelle palpebre che si stringevano ad ogni loro mossa. Quell’occhio che si incattiviva ad ogni loro sorriso.

La gelosia lo tormentava.

Ron la stringeva. Ron l’accarezzava. Ron le sorrideva. Ma lei sembrava evitare quelle moine anche se era stata brava a non farsene accorgere. La fiamma del camino si rispecchiava nell’occhio di fuoco di Harry, costretto ad assistere questo per una sua semplice decisione,per puro masochismo. Ma quando Ron si allungò e lei voltò dolcemente la faccia, il suo sguardo incontro il suo e il sorriso forzato le si bloccò in volto. Il tempo si fermò, lei era pietrificata. Sentiva Harry parlarle attraverso gli occhi. Lo percepiva chiaramente. Un turbinio. Verde smeraldo e castano fusi insieme. Si sentiva morire dentro. Voleva semplicemente alzarsi e abbracciarlo per rassicurarlo, ma non poteva. Avevano fatto un accordo.

Per il bene degli amici, ricordi Harry?

Sentiva le lacrime pungerle gli occhi mentre lo fissava; li sentiva inumidirsi, ma non pianse. Voltò solamente la testa dall’altro lato con sguardo triste, ma deciso. Vide Ron allungarsi per baciarla, ma per Harry questo era il massimo della sopportazione. Si alzò di scatto dal divano, con i pugni serrati, e si diresse come un automa verso l’uscita, senza guardare in faccia nessuno.

- Ehi Harry, te ne vai? - chiese Ron. Lui non si voltò.

- Raggiungo Ginny in biblioteca - e detto ciò osservò la reazione di Hermione con la coda dell’occhio. Infatti a quelle parole lei si voltò in modo fulmineo.

- Ok. Ci vediamo dopo.

Hermione lo vide scomparire oltre la porta. Il pensiero che le sue mani avrebbero toccato una ragazza che non fosse lei, la faceva ribollir di rabbia. Adesso capiva benissimo come lui si sentiva mentre era lì ad osservarla. Ma abbiamo promesso…

Quanto durerà tutto questo…? pensarono entrambi.

***

Era notte fonda e la sala completamente immersa nell’oscurità se non fosse per lunghi rettangoli di luce lunare riflessi dai vetri degli alti finestroni. Il silenzio regnava incontrastato. Hermione era nascosta nell’ombra. Osservava il cielo stellato attraverso uno dei finestroni, quando sentì la porta aprirsi.

Harry entrò e si chiuse la porta alle spalle. Lei non si voltò.

- Non dovresti essere qui - disse lui, dopo un po’, appoggiandosi al muro con le mani in tasca.

- Nemmeno tu - rispose lei, continuando a fissare il cielo.

Harry sorrise tra sé. - Sapevo di trovarti qui -

Solo allora Hermione si voltò, ma lui non riuscì a cogliere la sua espressione nascosta nell’oscurità.

- Sapevo che saresti venuto -

Harry si staccò dal muro, avvicinandosi molto lentamente.

- Cosa non sappiamo l’uno dell’altra, Hermione? -

Un raggio di luna sfiorò il suo viso e Harry la vide sorridere. Quanto le mancava quel sorriso rivolto a lui, a lui soltanto. Ma una frase detta da lei lo riportò alla realtà.

- Noi non dovremmo essere qui…- si fermò un istante - …insieme

- Quante cose non avremmo dovuto fare…Quante scelte sbagliate…

Hermione zittì. Stette a guardare il pavimento scuro, poi tornò a guardare le stelle. Sapeva di trovarsi pienamente d’accordo con quelle parole, ma qualcosa dentro di lei le diceva che tutto ciò era sbagliato. Si sentiva stupidamente colpevole di essere lì. Si sentiva una traditrice.

- E’ per il bene di Ron e Ginny - disse con animo ferito.

Harry ormai era giunto di fronte a lei. Hermione alzò lentamente lo sguardo per scoprire che lui la stava fissando serio. Entrambi stavano mantenendo un controllo che non sapevano di avere. Era da tempo che non si trovavano così vicino, che non si guardavano con uno sguardo di tristezza, rabbia e rimpianto.

- Perché due persone devono impedire di amarsi? Perché devono reprimere i loro sentimenti? Sai spiegarmelo questo, Hermione? - sussurrò lui, avvicinandosi ancora di più. Ad Harry batteva forte il cuore.

- Non è giusto…- rispose lei con lo stesso tono, mantenendo il contatto visivo. Hermione si stupiva della sua fermezza e decisione. Anche lei si avvicinò.

- Esatto, Hermione, non è giusto… - mormorò Harry. Ormai erano vicinissimi, potevano percepire i loro respiri, potevano rispecchiarsi negli occhi dell’altro.

I loro pensieri, le loro promesse, le loro preoccupazioni scemavano man mano che le loro labbra socchiuse si avvicinavano. Abbatterono quel muro che li divideva, riuscirono ad esprimere ciò che bruciava dentro di loro da tempo. E ad un passo dal loro bacio, Hermione si fermò.

- Dimmelo, Harry. Dimmi almeno una volta ciò che leggo nei tuoi occhi… - parole dette in un soffio di voce.

Non c’erano più catene ad imprigionarlo. Non c’ erano più impegni a fermarlo. Non c’era più nessuna scelta a tenerlo lontano da lei. In un bisbiglio udibile solo da lei e dal vento.

- Io…ti amo…

E così nascosti nell’oscurità, dove nessuno poteva vederli, nessuno poteva disturbarli, solo la luna e le stelle furono testimoni di quel bacio atteso per così tanto tempo. Un bacio lungo. Un bacio interminabile. Un bacio finalmente vero. Ron…Ginny…non li avrebbero mai potuti capire e né Harry né Hermione inconsapevolmente diedero mai modo di farsi comprendere. Un linguaggio che solo loro due condividevano. E in seguito capirono un’importante lezione: non bisogna esprimere l’amore. Quello vero, è sempre nascosto.

FINE

  
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