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Autore: chaska    18/10/2011    3 recensioni
«Tu credi in Dio?»
Alzò la testa con impeto, gli occhi spalancati e le labbra tese in quello che, nelle sue più sincere intenzioni, doveva risultare un sorriso.
«Rispondimi, credi in un ente- un padre se vuoi. Credi in qualcuno che guida i fili del nostro destino? »
Preso dalla foga, dimentico del momento che stava vivendo, perduto nella sua stessa eccitazione. Guardava ma non vedeva.
«Credi in tutto ciò? »
Mero silenzio accorse in risposta alla sua voce delirante. Silenzio che ignorò con cura. E ignorava le corde che gli sfregavano i polsi, nei suoi movimenti involontari, in quei leggeri spasmi che lo sopraffacevano ogni volta che la sua mente correva in quella direzione.
«Oh sì, io sì. Io ci credo. Credo che la nostra carne sia un mero albergo temporaneo di un’anima. Ci credo, semplicemente. »
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Tu credi in Dio?»

Alzò la testa con impeto, gli occhi spalancati e le labbra tese in quello che, nelle sue più sincere intenzioni, doveva risultare un sorriso.

«Rispondimi, credi in un ente- un padre se vuoi. Credi in qualcuno che guida i fili del nostro destino? »

Preso dalla foga, dimentico del momento che stava vivendo, perduto nella sua stessa eccitazione. Guardava ma non vedeva.

«Credi in tutto ciò? »

Mero silenzio accorse in risposta alla sua voce delirante. Silenzio che ignorò con cura. E ignorava le corde che gli sfregavano i polsi, nei suoi movimenti involontari, in quei leggeri spasmi che lo sopraffacevano ogni volta che la sua mente correva in quella direzione.

«Oh sì, io sì. Io ci credo. Credo che la nostra carne sia un mero albergo temporaneo di un’anima. Ci credo, semplicemente. »

Dubbio. Lo lesse, chiaro e lampante nei suoi occhi schiariti da una luce così fioca da sembrare mero frutto dell’immaginazione.

«Io credo- credo che questo ente, Dio, non sia altro che il padre delle anime che vagano per questa terra. Oh, perché quegli occhi? Non capisci? Non capisci perché uno come me ti stia ripetendo la solita solfa che sciorinano i preti ogni domenica? »

Si passò la lingua in quel momento ruvida fra le labbra.

Quegli occhi, aveva accettato di giocare con lui per quei suoi occhi. Aveva accettato di perdere, anche, l’aveva accettato quando li aveva visti la prima volta.

«Su, piccolo, non mi tirerò certo indietro adesso. »

Aveva accettato tutto ciò che quegli occhi color del cielo comportassero. Aveva accettato per l’ingenuità che mostravano. O purezza. Purezza, diceva lui, come li vedeva lui.

«Piccolo, dimmi piccolo, dimmelo. Dimmi, cosa fa un padre? Cosa fa davanti allo strazio delle carni di un figlio? Ad ascoltare le grida di un amato figlio, il sapere di non poter fare nulla per attenuare quei lamenti?»

Le palpebre sembravano essere state risucchiate dalle orbite, e gli occhi parevano essere sul punto di sfuggire alla presa delle stesse. Il volto così contratto da strapparsi da un momento all’altro.

«Se gli angeli canteranno vendetta, Dio, il nostro caro padre, cosa potrà mai fare? Cosa, se non piangere e disperarsi? Dimmi piccolo, non è forse vero? »

Un padre che non aveva mai mosso un dito per i suoi poveri figli. Che non l’aveva mai mosso per lui. Che non aveva mai alleviato le sue innocenti urla di bambino.

E lui aveva capito tutto- tutto. Che allora Iddio stesso non muova un singolo dito ad alleviare le urla che lui avrebbe causato.

Che provasse piacere nel suo eterno gridare e compiangersi, che lo facesse con la sua terrena benedizione.

«Piccolo, non capisci? Io non ho ucciso nessuno di quei ragazzi. Io ho fatto ben altro, piccolo. Io ho ucciso Dio! »

Messaggio recapitato, il suo unico, solo assassinio era stato perpetrato. E allora poteva anche liberarsi. Poteva anche liberarsi in quell’unica, grande, pura risata. E che Dio ridesse con lui, dall’oltretomba.

 

Non capisci, piccolo? Non guardarmi con quegli occhi chiari, non sono pazzo. Ho semplicemente liberato il mondo da un po’ della sua ipocrisia. Adesso possiamo festeggiare. Adesso, insieme, proprio adesso, tu che hai vinto a costo di quei tuoi occhi chiari, e io che ho perso, a costo della libertà.

Ridi con me, piccolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Post-it

Primo scritto originale, siori e siore. Quindi ogni recensione non solo sarà gradita, ma di più, sarà amata. Non sprecatevi :3

Ovviamente tutto ciò non rispecchia la mia visione della religione…però non potevo non scriverlo. Era un desiderio pressante, dovevo liberarlo. Uhm, credo che Altieri e System of a down non siano consigliati come combinazione, già.

Stay tuned people! chaska~

   
 
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