Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: albalau    18/10/2011    1 recensioni
Ho provato ad immaginare una storia con i nostri beniamini trasportati un'altra epoca. Ho un po stravolto tutto, ma come sempre Maya e Masumi dovranno combattere contro tutto e tutti per il loro amore. Ci riusciranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo   30

 

-Maledizione!!-

Stava scagliando in giro per la stanza qualsiasi cosa gli capitava sotto mano, con rabbia, ferocia. I vasi, che prima adornavano le mensole e i tavolini, erano solo cocci sparsi sul pavimento, le tende che adornavano le balconate, strappate e ridotte in brandelli. I suoi servitori, spaventati a morte dalla furia del loro sovrano, erano scappati. L’unico che assisteva a quello scempio era Hamil.

In silenzio lo osservava, gioendo dentro di se. Si meritava ampiamente quello che era successo, ma adesso doveva muoversi con molta più cautela di prima. Conosceva bene la sua crudeltà e poteva essere pericoloso, più del normale.

-Come hanno potuto…Nessuno deve, nessuno…- Yuu si era finalmente calmato.

Seduto sul letto con le mani sulla testa, rimuginava ancora su quelle parole. Era un bastardo, nel vero senso della parola.

No, non potevano passarla liscia, l’avrebbero pagata e a caro prezzo.

-Se posso, mio signore.- Hamil ruppe quel silenzio.

Volse lo sguardo verso il suo capitano, concedendogli il permesso di parlare.

-Al momento questo mi sembra il problema minore. Sono chiuse in cella, sotto massima sorveglianza e nessuno, a parte noi due e Onodera, sa cosa hanno detto.-

-Hamil, non capisco dove tu voglia arrivare.-

-Shiori, vostra moglie.- disse il soldato, ben sapendo che avrebbe messo in pericolo anche lei, ma conoscendo i suoi piani poteva anticiparlo.

O meglio, lo sperava.

Yuu, dopo quelle parole, scattò in piedi. Come aveva fatto a non pensarci da solo. Lei era sua sorella!

Hamil comprese che aveva capito.

-Il popolo si aspetta un erede forte e sano, ed essendo voi consanguinei diretti, questo non potrebbe mai avvenire.- sapeva di giocare col fuoco.

Comunque doveva assolutamente guadagnare tempo per tutti loro.

Il giovane sovrano, allo scuro dei pensieri del suo capitano, sorrise malignamente. A suo avviso, aveva appena trovato il modo di appropriarsi della giovane sacerdotessa, ma prima doveva sbarazzarsi della sua dolce sposa.

-Annullerò il matrimonio.- esordì.

-Perdonatemi, ma come avete intenzione di agire?- nessuna titubanza nelle sue parole, poteva essere deleterio anche per lui un solo sbaglio.

-Tutto a suo tempo Hamil. Saprai tutto.- ma il suo sguardo non era rassicurante.- Ora ho un secondo problema e qui mi serve il tuo intervento.-

L’uomo vide un ombra maligna nei suoi occhi e per la prima volta si irrigidì.

-Non voglio correre alcun rischio. Devi sbarazzarti di quelle tre donne. Se solo una delle guardie dovesse udire i loro discorsi, dovrei decimare anche i miei soldati e non è una buona idea.- il suo tono era freddo.

Decise di reagire, almeno per farsi venire in mente un buon piano.

-Anche Onodera era presente, ricordatelo.-

-Di lui mi occuperò io.- disse con un ghigno.

 

Mizuky percorreva a passo svelto il corridoio che l’avrebbe condotta da Maya.

Nel pomeriggio, mentre passava accanto alla stanza del Faraone, aveva udito dei forti rumori e vide i servitori fuggire spaventati, passandogli accanto. Sapendo di rischiare molto se fosse stata scoperta, si accostò alla porta e udì tutto. La sconvolse.

In quel momento capì che nessuno di loro era al sicuro in quel palazzo.

Spalancò la porta, richiudendola dietro di se. Le due donne sobbalzarono, colte di sorpresa.

-Perdonatemi se sono entrata in questo modo.- si scusò con un leggero inchino.

-Non preoccuparti. Deve esserci un buon motivo per averti fatto agire così.- Shiori si era alzata, andandole incontro.

-Si, mia regina.- confermò.

A quell’appellativo la donna sorrise tristemente.

-Non chiamarmi così, non lo merito. L’unica degna di questo titolo è la regina Chigusa e, in seguito, Maya.-

Il silenzio cadde nella stanza per alcuni minuti. Fu Maya a spezzarlo.

-Dicci il motivo della tua agitazione.- si rivolse a Mizuky.

La donna prese un profondo respiro e narrò loro quello di cui era venuta a conoscenza. Shiori e Maya impallidirono notevolmente, ma la sacerdotessa si sentì male quando apprese che, non solo la grande Aya era vicina a lei, ma anche la sua adorata madre. Chiuse gli occhi, con le lacrime che fuoriuscivano. Cosa stavano passando, rinchiuse, magari anche torturate da quell’essere ignobile.

-Temo seriamente per la vita delle tre donne, ma in particolare per la vostra.- concluse Mizuky.

Shiori si diresse al balcone, ancora pallida in volto.

-Mio fratello. Mio marito è mio fratelle.- mormorò.

Maya provò una stretta al cuore e si avvicinò, posandole una mano sulla spalla.

-Voi siete completamente diversi.-

La giovane regina abbassò il capo.

-Siete molto comprensiva, ma entrambe sappiamo che non è così. Lo stesso sangue marcio scorre nelle nostre vene.-

-Ma voi non vi siete mai macchiata di azioni orrende come lui, al contrario avete dimostrato di essere una donna con sani principi, con onore e onestà. Non paragonatevi più a quell’uomo, sarebbe un disonore per la vostra persona.- ribatte Maya con voce ferma.

Shiori la strinse d’improvviso a se, tra le lacrime. Quella ragazza era davvero capace di toccare i cuori.

-Vi ringrazio.-

Un rumore le costrinse a separarsi, anche Mizuky si voltò impaurita, ma tirarono un sospiro di sollievo. Hamil le osservò attentamente e comprese che erano a conoscenza della veritò.

-Vedo che non devo spiegarvi nulla, ma è meglio che vi metta al corrente dei piani del nostro sovrano.-

Annuirono e si sedettero intorno al tavolino, in attesa delle pessime notizie che sarebbero giunte.

Dopo tutte le spiegazioni erano ancora più atterrite di prima.

-Dobbiamo fermalo.- disse Mizuky.

-Sono d’accordo anch’io, ma bisogna usare cautela. L’unica cosa che mi preoccupa è come si comporterà con voi Shiori. Di questo mi ha lasciato allo scuro.-

Maya fissò lo sguardo assente della donna.

-E se non rimanesse mai sola?- propose.

-Non sarà possibile sorvegliarla sempre.- rispose Hamil.

-Posso affrontarlo da sola, non mi fa paura.- Shiori li spiazzò.- In fondo ho già capito come trattare con lui e escludo che voglia uccidermi, solleverebbe troppi sospetti. Due morti reali in poco tempo, un tradimento…tutto questo lo danneggerebbe con il popolo.-

-Penso che abbiate ragione, ma comunque state attenta. Io adesso devo andare, devo organizzare un’esecuzione.- disse facendo apparire un lieve sorriso sulle labbra.

Ma Maya lo fermò.

-Anche voi dovete stare attento.-

Hamil le prese le mani.

-Non preoccupatevi. Ho fatto una promessa al mio principe e intendo mantenerla.- vide il suo sguardo riempirsi di tristezza.- Sono sicuro che lui sta bene e presto tornerà a liberarvi.-

La giovane annuì. Si, doveva avere fiducia.

 

Il buio avvolgeva quella triste prigione.

Chigura si alzò dal suo scomodo giaciglio e raggiunse la sua cara amica.

-Non ti angustiare.-

Aya sospirò.

-Mio figlio, l’unica persona per cui avrei dato la mia vita, è diventato un essere spregevole.- la sua voce era stanca.

Chigusa si sentì responsabile.

-Sono io che ho sbagliato. Tra di loro, Masumi e Yuu, non ho mai fatto differenze, ma forse inconsciamente qualcosa deve aver percepito.-

La grande sacerdotessa prese le mani della regina.

-Sono certa che hai svolto il tuo compito di madre al meglio e hai dato loro lo stesso amore. Solo che lui deve aver ereditato nel suo carattere la violenza che ho subito da parte di quell’animale che ha il coraggio di chiamarsi uomo. Non devi incolparti di nulla.-

Chigusa ricambiò quella stretta.

-Ho paura che possa farti del male.-

-Lo farà. Sono un intralcio al suo potere, una minaccia troppo grande, ma temo di più come si vendicherà su di te, su Haru, su Shiori e su Maya.-

-Niente lo fermerà. Ha già ucciso Eisuke che credeva suo padre e…e il mio Masumi.- scoppiò a piangere.

Una mano si posò sul suo braccio.

-Mia regina, non fate così. Nessuno sa cosa è realmente accaduto a vostro figlio e, fino a che non ci saranno certezze, dobbiamo sperare.- Haru si era avvicinata a loro.

-Voi come fate a stare così tranquilla, sapendo che Maya è in mano sua.-

Haru le sorrise con dolcezza.

-Mia figlia è forte, niente può abbatterla. Sarà il nemico peggiore per il giovane Faraone.-

 

Era giunta l’alba, l’ennesima da quando era stato abbandonato nel deserto. Sembrava che tutto gli fosse contro, che la morte lo avrebbe raggiunto, condannando la sua anima per aver lasciato sola il suo amore. Invece la fortuna era tornata a sorridergli.

Quell’incontro, che per un primo momento sembrava condurlo verso la fine, si era rivelato la cosa migliore che gli potesse capitare.

Avevano passato l’intera notte, lui e Satomi, a mettere a punto il loro piano e adesso erano pronti.

-Masumi, è ora.- lo avvertì Satomi in sella al suo cavallo.

-Si, andiamo.-

Volse nuovamente lo sguardo all’alba.

“Maya, amore mio, sto tornando da te.”

 

  
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