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Autore: Keily_Neko    18/10/2011    10 recensioni
“Sei... sei uno Shinigami vero?”-“Sì...”, rispose freddo, “ne deduco che sai quello che sta per capitare”
Aki non ebbe bisogno di star tanto a pensare.
Questa storia esce dal mio solito stile perché affronta un argomento molto difficile, che è la Morte, dal punto di vista dei due personaggi... spero di riuscire ad esprimere bene questo concetto. ah si, è una YuseixAki
--- 12/01/14 HTML e capitoli rivisti e corretti ---
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Yusei Fudo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ce l'ho finalmente fattaaaaaaaaaaaa! Mi farei una statua da sola XDXD Tornando seri, finalmente posto l'ultimo capitolo di questa lugubre storia *^* La prima parte è in comune, e poi la strada si divide in due *A* A voi scegliere quale è la migliore (anche se immagino quale sarà la più votata XD); aggiungo anche che il finale che avevo in mente dall'inizio è il primo, ma poi visto che amo gli happy ending, ho voluto scrivere anche l'altro *^*
Detto ciò, ringrazio Gattino Bianco, Alma e Jessica per le recensioni <3







Il Destino non esiste





Capitolo 8: Doppio Destino




Si svegliò di colpo: all'iniziò vide tutto sfuocato, ma poi l'ambiente intorno a lei iniziò a prendere forma; un 'bip' insistente riecheggiava nella stanza, proveniente dalla sua sinistra. Aki sbatté gli occhi più e più volte e cercò di guardarsi attorno: era in una stanza bianca; di fronte a lei c'era una porta e alla sua sinistra una finestra dalla quale entrava la luce del sole attraverso le nuvole. Si accorse in quel momento di avere qualcosa sulla faccia: con la mano destra si spostò la mascherina dell'ossigeno e la appoggiò sul petto; quel gesto le costò un grande sforzo, e anche il tentare di tirarsi su con la schiena fu sfiancante: la ragazza sentiva dolore in ogni singola parte del corpo. Dopo vari sforzi riuscì ad appoggiare la schiena alla parete e a guardarsi meglio intorno: quel fastidioso 'bip' proveniva da una macchina che misurava, con vari tubicini attaccati a lei, il suo battito cardiaco; dal braccio sinistro invece partiva un altro tubo collegato ad una flebo: sì, era in ospedale... come diavolo c'era finita?!?
Aki tentò di mettere ordine nei suoi pensieri confusi; la testa le faceva male, ma si sforzò di ricostruire gli avvenimenti precedenti: l'ultima cosa che ricordava era la piazza di Firenze e Yusei... Yusei! Dov'era?
La ragazza si guardò intorno, poi girò piano il collo: non c'erano ali sulla sua schiena. Possibile che fosse stato solo un sogno? La caduta, l'essere diventata un Angelo, le morti, le anime, Kia, gli Shinigami, Yusei... anche lui era stato solo un sogno?
“AKI!!!”
Hideo Izayoi irruppe nella stanza seguito dalla moglie in lacrime e da un dottore.
“Aki Aki Aki!”
Suo padre le fu subito accanto piangendo dalla gioia.
“Papà...”, disse la ragazza a bassa voce, “non urlare per favore”
“Sì sì, scusami tesoro”, disse il padre cercando di trattenere la felicità.
“Oh Aki”, la chiamò la madre fra i singhiozzi, “questo è un miracolo”
“Ma... cosa è successo?”, domandò Aki confusa.
Hideo guardò il dottore che fece un cenno di assenso con la testa, e iniziò a raccontare: “Più di due mesi fa hai avuto un incidente: la ringhiera della terrazza del tuo appartamento ha ceduto e tu sei precipitata a terra; per fortuna una tenda di un negozio ha attutito di molto la caduta. Ti hanno portata d'urgenza qui e il giorno dopo ci è stato riferito che eri viva ma eri entrata in coma, con poche possibilità di risveglio...”
Alle ultime parole Setsuko Izayoi fu scossa da un altro singhiozzo.
“... e invece eccoti qui, sana e salva”, concluse raggiante il padre.
Aki era rimasta a dir poco interdetta: quindi ricapitolando, la caduta l'aveva fatta veramente, ma quello che era successo dopo era stato... un sogno? Eppure le era sembrato così reale... Yusei... si era innamorata di un sogno allora? Quello che aveva vissuto era stato tutto frutto della sua immaginazione? Già, doveva essere così.
Grosse lacrime le caddero dagli occhi sulle mani raccolte in grembo.
“Yusei...”




Destino numero 1: Ti aspetterò


“Aki perché piangi?”, chiese Hideo preoccupato.
La ragazza si asciugò le lacrime: “No, niente, è che ho fatto uno strano sogno che mi sembrava così reale… E invece non lo era”
“Può succedere”, si intromise il dottore, “che alcuni pazienti che si risvegliano da un coma ricordino cose o fatti come se li avessero vissuti; in realtà è tutto frutto della mente. Non sappiamo cosa generi queste specie di allucinazioni”
“Già”, commentò Aki, “Deve essere così”
“Comunque il tuo risveglio ha davvero del miracoloso”, continuò il dottore, “Ora però è meglio che ti riposi, immagino che non sarà facile assimilare quello che è successo”
Aki rivolse un sorriso dolce al medico: “Sì, in effetti è così”
“Bene”, disse Hideo, “Allora ti lasciamo riposare piccola”
Sia lui che la madre le diedero un bacio sulla fronte prima di uscire seguiti dal dottore, lasciando Aki sola.
La ragazza aspettò un paio di minuti affinché se ne fossero andati veramente tutti, poi iniziò a piangere il più silenziosamente possibile: era stato tutto un sogno! Tutto! Anche Yusei... avrebbe voluto continuare quel sogno all'infinito, anche se si trattava solo di un’illusione, uno scherzo della sua mente. Si asciugò con la manica le lacrime che continuavano a sgorgare: era una stupida, si era innamorata di un'illusione...
“Ma perché voi donne piangete sempre?”
Aki girò di scatto la testa verso la finestra: in piedi, avvolto in un mantello nero come la notte, con una falce nella mano destra c'era...
“Yusei!”, esclamò Aki, facendo per alzarsi e per andargli incontro.
“Alt!”, fece lui andandole vicino, “Sei ancora debole e ti proibisco di alzarti”
Aki stava per sorridere quando si rabbuiò: “Tu non esisti, sei solo frutto della mia mente”
Yusei la guardò un attimo per poi sfoderare un sorriso ironico: “Oh sì, certo, ma se fossi solo un'illusione potrei fare questo?”, e detto ciò si chinò su Aki e la baciò a fior di labbra.
Aki si riscosse e accolse quel bacio come se l'avesse sempre desiderato: “Allora non è stato un sogno”
“Complimenti per la perspicacia”
“E smettila di prendermi in giro!”, rise Aki, “... Quindi è successo tutto veramente?”, riprese dopo una pausa.
“Se intendi lo scioglimento delle calotte polari, purtroppo sì”
“Dai! Lo sai benissimo cosa intendo”
“Stavo solo scherzando!”, ribatté Yusei finto offeso, “Comunque sì, tutto come te lo ricordi”
“Allora non sono diventata scema”, commentò Aki, “Quindi adesso resterai con me?”
In quel momento toccò allo Shinigami rabbuiarsi: “Aki, io non potrò stare ancora a lungo con te”
Il viso della ragazza perse il sorriso: “Che cosa intendi?”
Yusei sospirò: “Finalmente ho capito cosa sono gli Angeli: sono persone entrate in coma il cui compito finisce con il risveglio o con la morte effettiva; tu ti sei svegliata, quindi il tuo compito è finito”
“E questo cosa vuol dire?”
“Vuol dire che noi non apparteniamo più allo stesso mondo; riesci ancora a vedermi perché sei appena scampata alla morte svegliandoti, ma fra poco tempo ritornerò a essere invisibile ai tuoi occhi”
Aki comprese subito il significato delle parole dello Shinigami: “Perciò... questo è un addio?”, chiese girando la testa da un lato con gli occhi pronti a piangere di nuovo.
“No scema”, disse Yusei prendendole il mento con la mano libera e costringendola a guardarlo, “Questo è un arrivederci; ricorda: anche se sarò in giro per il mondo, sarò sempre vicino a te e ti proteggerò, in qualunque momento, e un giorno ci rivedremo”
“Sì, ma chissà quando! E poi ci vedremo solo per una frazione di secondo! E magari non sarai neanche tu a raccogliere la mia anima! E forse diventerò una predestinata fra settant'anni! E poi...”
Yusei le tappò la bocca con un bacio: “Ti riporto le parole che mi disse un giorno un Angelo cocciuto: scegliamo noi il nostro Destino, per cui, basterà che tu scelga di incontrarmi e succederà”
Aki lo baciò di nuovo: “Ti amo”
Yusei si staccò: “Anch'io”, disse, per poi scomparire dagli occhi della ragazza.
Aki rimase sola, ma solo in senso fisico: era come se portasse dentro di sé l'anima di Yusei. Si asciugò i rimasugli di lacrime dagli occhi; ora era serena, perché sapeva che l'avrebbe rivisto un giorno. Anzi, era convinta che l'avrebbe riabbracciato e baciato, perché l'aveva deciso, perché era finalmente padrona del suo Destino.



Destino numero 2: Per sempre



“Yusei?”, chiese Hideo avendo sentito il sussurro della ragazza, “Chi è Yusei?”
Aki si riscosse: “E’ solo un sogno...”
“Un sogno?”, chiese ancora suo padre
“Può succedere”, si intromise il dottore, “che alcuni pazienti che si risvegliano da un coma ricordino cose o fatti come se li avessero vissuti; in realtà è tutto frutto della mente... non sappiamo cosa generi queste specie di allucinazioni”
Aki annuì: “Deve essere così...”
“Aspetta”, riuscì a dire Setsuko fra le lacrime, “ma Yusei non è il nome del ragazzo che sta facendo avanti e indietro in questo corridoio da due giorni?”
Ad Aki per poco non venne un infarto.
“Non lo so”, disse Hideo, “Io non ci ho mai parlato”
“Io sì”, continuò la moglie, “E mi ha detto che era preoccupato per una sua amica che era in coma”
Aki sobbalzò sul letto: “E... E com'è? Com'è fatto?”, chiese, cercando di trattenere l'entusiasmo.
“Mah, un ragazzo sulla ventina, abbastanza lugubre a dire il vero, però con due occhi splendidi color...”
“Azzurro cielo”, finì Aki, con una lacrima di felicità che le rigava il viso.
“Sì”, annuì la madre, “Ma quindi è un tuo amico?”
“Una specie”, rispose la ragazza ridendo, “Potreste chiamarlo per favore?”
“Sarebbe meglio che tu riposassi ora”, la ammonì il medico.
“La prego, solo cinque minuti”, lo implorò Aki con la faccia da cucciolo.
“Mmm... va bene. Ma cinque minuti, non di più”
Lui e i suoi genitori si avviarono verso la porta; prima di uscire Hideo si rivolse a lei: “Aki ma non è che è il tuo ragazzo?”
“Noooooooooo! Cosa vai a pensare!”, esclamò lei arrossendo a vista d'occhio.
“E poi a te cosa importa?”, lo ammonì Setsuko.
“Ma cara, metti che è uno squilibrato! E poi lei non ci ha mai parlato di questo Yusei...”
“Oooh piantala!”, disse ridendo la moglie, prima di sparire dietro la porta seguita dal compagno.
Pochi istanti dopo si aprì di nuovo e nella stanza entrò un uomo completamente vestito di nero, con un sorriso enigmatico sul volto, che scrutava la ragazza a letto con i suoi due occhioni azzurri.
“Guarda che non sei mica a un funerale!”, rise Aki.
“Non iniziare”, replicò Yusei andandole vicino, “Ho scelto il nero primo perché è il mio colore preferito, secondo perché noto che va molto di moda fra voi umani”
“Ma è successo veramente? E cosa ci fai qui? Perché ti vedono tutti?”
“Ehi, piano! Per rispondere in ordine, sì, sei diventata veramente un Angelo e io ero uno Shinigami. Alle altre due rispondo con un: diciamo che dopo il casino che abbiamo combinato a Firenze...”
“Che HAI combinato a Firenze”, puntualizzò Aki.
“... i miei superiori hanno decretato che uno Shinigami così instabile poteva essere un vero problema, così hanno messo ai voti due opzioni: se mandarmi nell'oblio, oppure darmi un'altra possibilità come umano. Ti lascio indovinare qual è stato il verdetto”
Intanto che parlava, si era seduto su una sedia vicina al letto, e in quel momento Aki gli buttò le braccia al collo.
“Quindi resteremo sempre insieme?”, chiese tra le lacrime.
“Perché? Avevi altri programmi?
“Scemo”, commentò lei dandogli un breve bacio.
“Comunque la risposta è sì”, rispose Yusei dopo che si furono staccati, “A meno che tu non mi abbia già rimpiazzato nel frattempo”
“Oh invece sì”, rispose seria Aki, “Non hai visto quanto è sexy il dottore?”
“Ma chi? Quel nonnetto che è appena uscito?”
“Ha il fascino dell'uomo maturo”
“Sese”, sorrise Yusei.
“Comunque”, riprese Aki, “ho vinto io”
Yusei la guardò perplesso.
“La scommessa”, disse lei, “ti ho dimostrato che il Destino non esiste”
Yusei la guardò un momento e poi si lasciò andare in una fragorosa risata: “Sì, hai ragione Aki, hai sempre avuto ragione”, e la baciò con più passione di quella notte a Firenze perché una cosa era ormai certa: nessuno avrebbe più separato i loro Destini che si erano finalmente intrecciati.









Finita *^* Non ci credo neanch'io che sia finita *____* Nonostante i vari intoppi, mi è piaciuto molto scrivere qualcosa di alternativo (e spero che la pensiate anche voi così XD) però mi sono imposta una regola: d'ora in poi pubblicherò solo storie che ho già finito di scrivere, così da non uccidere di attesa potenziali lettori XD (questo non vale per il Reality, che da oggi avrà la priorità assoluta dato che sono in mortale ritardo O_O)
Detto questo, ringrazio tutti quelli che hanno seguito questa storia,  soprattutto chi l'ha recensita *^* Spero di non avervi annoiati XD E arrivederci alla prossima *____* *va ad ascoltare la cancone Angel di Robbie Williams, che consiglia a tutti*
  
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