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Autore: vanillasunshine    18/10/2011    2 recensioni
e se l'amore sconfinato per una donna si trasformasse in pazzia, facendo cadere Stefan dritto fra le braccia del suo vero amore?
e se Damon in realtà fosse quello buono e Stefan quello cattivo?
e se tutto accadesse prima che incominciasse la vera storia? Il desiderio d'amarsi non è mai stato così forte, così incontrollabile, così bello.....
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Damon aveva appena chiuso il locale; ormai lavorava lì da quasi vent'anni e le sue azioni sembravano ripetute meccanicamente: cosa poteva mai succedere in una cittadina sperduta nel mezzo di una brughiera interminabile, con la popolazione che al massimo arrivava a cinquecento persone comprese le galline? Risposta: molto di più di quanto ci si possa aspettare.

Chiusa la porta e spente le luci, uscì in quel freddo leggermente pungente. Avvertì che c'era qualcun altro insieme a lui e non aveva torto.

-Lo sapevo che prima o poi saresti venuto fuori. Ti aspettavo da un po' ormai, quasi non ci speravo più.- gli disse una voce che ben conosceva.

-Come facevi a sapere il mio nome?- chiese Damon.

-Diciamo solo che quelle ragazze erano bene informate. Comunque ho bisogno di risposte da parte tua.-

-E sentiamo, perchè mai dovrei dartele?-

-Prendila così: mi ricambi il favore di non averti strappato il cuore fuori dal petto davanti a tutta quella gente. Sarebbe stata una scena interessante ripensandoci su.-

-Primo: non credo saresti stato talmente stupido da mostrarti in pubblico; secondo: io non ti devo niente; terzo: voglio che tu vada via da Medford.- lo guardò fisso negli occhi.

-Ancora una volta salta fuori il tuo irritante senso di inospitalità. Comunque Medford non sembra male come buco per passarci un pezzetto di eternità.- rise leggermente.

-Si può sapere che cosa vuoi?- domandò seccato Damon.

-Voglio sapere come fai.-

-A fare cosa? Di cosa stai parlando?-

-Intendo dire di come fai a stare qui. Come fai a resistere dallo squartare tutte le persone che stavano ballando poco fa. Come fai a farti spacciare umano.-

-Conosci ciò che sono. E io cosa sei tu. Abbiamo solo fatto scelte diverse.-

-Eppure mi sembra di averti già visto, io ti ho già incontrato, e non riesco a togliermi questo tarlo maledetto dalla testa e mi devi aiutare.-

-Mi dispiace deluderti ma prima di oggi non ti ho mai incontrato.- Damon iniziò a incamminarsi sul marciapiede lievemente illuminato dai lampioni, ma Stefan lo trattenne.

-Dove credi di andare. Non abbiamo ancora finito.- gli ringhiò contro trattenendolo con un braccio.

-Per quanto mi riguarda si. Non ti conosco e non voglio conoscerti. So solo che se resti qui questo non sarà più un posto tanto sicuro e inoltre metteresti a rischio la mia permanenza qui: non sono poi così sceme le persone! Quindi te lo ripeto per l'ultima volta: vattene di qui!- quasi urlò tanto il tono di voce era aggressivo; cercando di divincolarsi, un lembo della sciarpa di Damon cadde. Sul suo collo nudo e pallido spiccava una collanina, non molto appariscente ma tanto significativa quanto era piccola. Non particolare, non molto antica, una semplice collanina con un otto rovesciato. Il simbolo dell'infinito. Stefan se la ricordava come se fosse stato ieri l'ultimo giorno in cui la vide, eppure erano passati ben 63 anni. Se la ricordava in ogni minima sfaccettatura, il problema è che quando la vide lui era al collo di una persona diversa. Non poteva essere una coincidenza. L'unione di un vampiro e quella collana riportava ad un unico nome: Katherine. La sua dolce Katherine; la sua disperazione.

Era una serata come tutte le altre, faceva freddo ma le calde lenzuola di cotone scaldavano abbastanza i loro corpi.

-Vorrei passare tutta la vita con te.- sussurrò Stefan all'orecchio di Katherine, appoggiata su di lui con la faccia nell'incavo del collo.

-La passerai. Ma non a partire da oggi, Mr. Salvatore.- rise lei. A quel punto la notò.

-Ehi, che porti al collo?-

-Non è nulla.-

-E' carina. Ti rispecchia in qualche modo.- lei gli diede un bacio e lentamente si lasciarono cullare dalle braccia di Orfeo.

Il flashback di quel ricordo era come una pellicola in alta definizione. Con gli occhi sbarrati allentò la presa su Damon, il quale non capendo cosa gli fosse preso, si richiuse bene la giacca e si avviò per la strada sparendo poco dopo. Stefan invece rimase sotto la luce di quel lampione a rimuginare sulle varie sensazioni che un così piccolo oggetto gli procurò.

  
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