Buon
compleanno patronustrip !!
Sono
in anticipo di qualche ora, ma per esigenze lavorative, me
tocca darti il mio regalo prima.
Questa
long, mini-long, l’ho ideata per te.
Buon
giorno del BirthDay-A, domani!
Un
grazie mega-galattico a JayBree: la mia spacciatrice
ufficiale di prompt ben riusciti!
In
questo mondo AU, Harry e cosa hanno solo James; mentre Hermione e Ron
solo Rose.
Bene,
bando alle ciance e tuffiamoci in questa nuova storia!
Buona
lettura
Lights
Family Affairs
1. - Tutto da qui
-
Ehi! Ti ho scovato!
-
Harry!
Due
semplici battute, dette in una locanda, con un cielo grigio e minaccioso a fare
da cornice a quella strana serata. Due semplici battute che diedero inizio alla
loro nuova vita da genitori separati.
Harry
e Hermione avevano stravolto completamente la loro quotidianità nel giro di
pochi mesi.
Avevano
divorziato entrambi, con un unico colpo di bacchetta, come se avessero compreso
che quelle strane unioni non dovevano essere fatte.
Hermione
sorrise. Ogni volta che ritornava con la mente a quel momento e a quella lunga chiacchierata che aveva avuto con Harry, non poteva fare a
meno di pensare alla frase dei Promessi
Sposi: Questo matrimonio non s'ha da fare; e così, i promessi
sposi, alla fine, erano rimasti come dovevano rimanere: semplici amici che
condividevano, oltre a un grande affetto reciproco, un'intera famiglia.
-
È
finita, Harry.
-
È
finita, Hermione.
Con
la consueta telepatia, si erano confessati nello stesso momento la fine dei loro matrimoni, sull'uscio del locale, prima di tornare verso casa.
Si
erano guardati a lungo, poi Harry, nel suo modo silenzioso, aveva fatto
scivolare la mano sulla sua e gliel’aveva stretta,
trascinandola dopo qualche istante al petto.
-
Stai bene?
Hermione
aveva chiuso gli occhi respirando a fondo il profumo dell'amico, un'intensa ma
delicata essenza di muschio bianco. Sempre lo stesso, si era ritrovata a
pensare, con la consapevolezza che Harry, nella sua vita, era rimasto in ogni
caso un punto fermo.
-
Sì, - con te, sempre; aveva continuato poi nella sua mente.
-
Mamma, esci con zio Harry?
La
domanda di Rose interruppe il flusso dei ricordi. Guardò la figlia dallo
specchio, finì di sistemarsi l'orecchino e poi si voltò.
-
Sì, andiamo al cinema.
-
Sempre insieme voi due. - sbuffò Rose ironica, - siete come... - si picchiettò
l'indice sul mento, indecisa, - il caffè con lo zucchero. - Scosse la testa
pienamente convinta di quello che aveva appena decretato.
-
Caffè con lo zucchero?
-
Esatto! Lo zio Harry senza di te è come il caffè nero: intenso, deciso ma cupo;
al contrario, tu, senza di lui, sei semplicemente zucchero raffinato: buona,
dolce ma senza concretezza.
Hermione
sorrise per quell'assurdo paragone.
-
Hai finito i compiti?
Rose
sbuffò. - Sì, mamma, sto aspettando James per
esercitarmi in Difesa.
-
Cercate di non distruggere la casa, visto che l'altra
volta ci è mancato poco. Ricordati Rose, che questo, è l'unico tetto che
abbiamo sopra la testa. - La rimproverò.
-
È colpa di James! Non ci posso fare
niente. Quando è in svantaggio, si esalta e non si controlla. Devi vederlo, è
uno spasso. La sua faccia diventa tutta rossa, serra la mascella e ti guarda
con quegli occhi castani, come se volesse dirti “mo’ ti aggiusto io!”. Pff, non
è colpa mia se sono troppo brava.
Hermione
nascose il sorriso di “mamma orgogliosa” dietro la mano e finì di prepararsi.
-
In caso, possiamo chiedere asilo politico a papà?
Sentendo
quella scelta si paralizzò di colpo.
-
Rose, - anche se erano passati anni, la ferita del fallimento bruciava ancora.
-
Ok, ok, ho capito. Non serve che aggiungi altro. Vorrà
dire che andremo a stare tutti da zio Harry se James distrugge casa, in fondo ce lo deve!
La
risata cristallina della ragazza, felice per quella trovata geniale, si diffuse
per la stanza.
-
Mamma sarebbe uno spasso! Quasi, quasi ordino a James di farlo!
Sarebbe
meraviglio. Si fermò a pensare
Hermione addolcita dall'immagine serena di sua figlia.
Non
erano stati giorni semplici. All'inizio, Rose, si era chiusa nel suo mondo a
metabolizzare la difficile scelta che avevano preso la madre e il padre. In
quei giorni Hermione aveva provato di tutto per entrare in contatto con lei, in
modo che potesse parlarle tranquillamente, sfogarsi, piangere, gridare, ma
niente era riuscito a schiodare la ragazza da quel mutismo in cui si era
rifugiata dopo che il padre se n'era andato di casa.
Una
sera, Harry era piombato a casa sua, insieme a James,
entrambi preoccupati per la loro assenza. Il primo si era preso cura di
Hermione, stringendola forte tra le braccia, cullandola come se fosse una
bambina da proteggere. Il secondo, con la sua caparbietà, aveva fatto breccia
nel muro di pietra che Rose si era costruita attorno a sé per difendersi da
tutto quel dolore.
-
Sono arrivati! - urlò Rose dal salotto.
Hermione
scosse la testa per scacciare quei brutti pensieri e si apprestò a
raggiungerli.
-
Zia Hermione, - l'accolse James in tono adorante, -
sei sempre più bella, non trovi papà?
Lei
sorrise dolcemente. Ogni volta le uscite spontanee del ragazzo le riscaldavano
il cuore oltre a farla imbarazzare.
Oh
Merlino! Hermione! Datti una calmata è solo un sedicenne!
Abbracciò
il ragazzo e gli posò un bacio sul capo.
-
Papà, ho vinto io! Te l'avevo detto che zia non avrebbe resistito al mio
fascino! Sgancia cinque galeoni!
A
Hermione alzò il sopracciglio, incrociò le braccia e osservò con severità
Harry.
-
Cos'è questa storia? Ora scommettete su di me?
Harry
non si fece intimidire dal suo atteggiamento, appoggiò il soprabito sul divano
e le andò incontro. Si fermò giusto a qualche centimetro da lei, la osservò
senza dire niente, serio in viso, come se quasi stesse cercando di frenare le
sue azioni, e poi, si sporse verso di lei e le baciò la guancia.
-
James ha ragione. Sei sempre più bella, - sorrise sul suo collo e le appoggiò
un bacio.
Hermione
al sentire le labbra di lui sulla pelle chiuse
leggermente gli occhi per assaporare quel momento. Il suo tocco era così caldo
e delicato che le fece partire uno strano brivido dallo stomaco fino all'ultima
punta dei capelli.
Harry
si tirò su e la guardò dritto negli occhi.
-
Paga, James!
Con
un sorriso malandrino, porse all'indietro il braccio e con la mano incitò il
figlio a sganciare i galeoni.
-
Uffa! Non vale, solo perché tu hai più ascendente su zia Hermione e te la
rivolti come un calzino.
James
sconsolato ritornò i suoi cinque galeoni e ne sganciò altri due di tasca sua.
-
Mi rivolti come un calzino? - chiese Hermione assottigliando lo sguardo quando
incontrò nuovamente gli occhi dell'amico.
Harry
deglutì nervoso e si allargò con il dito il colletto della camicia.
-
Allora? - incalzò, si avvicinò al suo viso, lasciando solo una brevissima
distanza tra le loro labbra.
-
No, - ammise infine Harry, - caso mai è il contrario.
Hermione
si girò a guardare la figlia e le fece l'occhiolino vittoriosa, mentre Rose,
per l'ennesima volta sbuffò, si avvicinò alla madre e lasciò cadere sulla sua
mano i galeoni.
-
Zio Harry, non hai polso!
Harry
strabuzzò gli occhi e aprì la bocca sconcertato. Acciuffò Hermione per la vita
e la fece sbattere con la schiena contro il suo petto.
-
Strega!
-
Sì, una delle migliori, - gli sussurrò a fior di labbra quando voltò il capo
verso di lui.
Erano
proprio in quei momenti che i due si trasferivano con il corpo e la mente ad Aurorlandia: il loro mondo.
Un
colpo di tosse li portò bruscamente alla realtà.
-
Mamma!
-
Papà!
I
due si voltarono a guardare i figli che avevano un'espressione malandrina
sul viso.
-
Non dovete andare al cinema? - ricordarono in coro.
Continua…
Il prossimo capitolo sarà pubblicato in occasione del mio BirthDay-A : il 2 novembre - e i miei 4 anni di Efp!