It's all about the two of us
Casualties: Imperfetto transitivo
-Andiamo… seriamente? Perché, sai, non l’ho mai capito-
Nonostante l’occhiata fintamente scocciata che Francia gli rivolge, Prussia non accenna minimamente a mostrarsi costernato o almeno dispiaciuto per essersi addentrato nell’argomento tabù; anzi, continua a sogghignare, sicuro del fatto suo, talmente tanto che finisce che Spagna gli si aggreghi senza quasi nemmeno accorgersene. Ah, che amici che si è scelto.
Allora sospira, plateale, giusto perché, insomma, è di lui che si sta parlando, e alza lo sguardo sulla degradante scenetta che sta andando in atto nel caos che ormai è la sala riunioni, e inizia a ponderare attentamente senza perdersi nemmeno un secondo dell’animata discussione scoppiata, putacaso, tra Angleterre e America su nessuno rammenta cosa, a cui in seguito ha preso parte, stranamente, Russia, ed è proseguita finchè Suisse non ha sfoderato lo spingardino da sotto il tavolo e poi Autriche non ha provato a farli ragionare con una bella sonata di Amadeus…
Vediamo, direbbe a quel punto, da dove posso iniziare? Forse dal modo in cui aggrotta quei malefici cespugli che si ritrova in testa e assume quel broncio così carino, e poi si allunga oltre le palpebre e gli cattura anche gli occhi facendogli assumere una sfumatura più torbida e intensa. Oppure dal modo in cui arriccia le labbra quando è infuriato e sputa veleno da ogni poro, perché sai, è quasi la stessa piega che assumono ad ogni bacio improvviso e imprevisto. O magari ancora da quel tremito delizioso che gli attraversa il corpo nel fare l’amour o il fremito delle ciglia quando dorme nel letto sfatto. E poi, sì, anche quella punta di vanagloria che gli gonfia il petto quando si gloria di mefistofeliche imprese, perché sa essere delizioso anche in quello. E magari concluderei dicendovi che quell’istante, quel singolo istante in cui mi guarda col fiato ansante e gli occhi liquidi e le guance rosse e le labbra gonfie e il cuore che quasi gli sgorga dal petto mi è più caro della vita stessa.
-Non saprei dirti, mon ami- risponde invece, il vino che turbina un’ultima volta nel bicchiere, prima di scivolare pacifico nella sua gola –sarà la summa delle sue imperfezioni?-
E poi si alza, Antonio che ride talmente sguaiato tanto da beccarsi uno scappellotto da Romano e Gilbert che sghignazza compiaciuto e blatera qualcosa di sconveniente nella sua lingua natia prima di dargli una pacca consolatoria, e decide che è suo dovere assicurarsi che la diatriba si appiani e si possa tornare a parlare civilmente. Il che equivale semplicemente a buttarsi nella mischia giusto per beccarsi la sua abitudinale sequenza di insulta dal suo adorato.