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Autore: Mai_    18/10/2011    4 recensioni
« Mi piace, non mi piace... che seccatura. Desiderio, affetto, amicizia... sono tutte seccature. Se questo è un luogo che prima o poi dovrò lasciare, non sono altro che catene. Desiderio, affetto, amicizia... sono davvero, davvero tutte seccature. E lo è ancora di più... invidiare chi prova tali sentimenti. » Kuchiki Rukia - Bleach
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ogni cosa non può andare per il verso giusto e, questa sera, proprio qui, in casa Kurosaki, ho una prova che avvalora la mia tesi in maniera inconfutabile. 
 

In un attimo l'atmosfera calma si rompe, come un specchio in mille minuscoli e scintillanti frammenti. Scintillanti come le lacrime che rigano il volto di Yuzu. Piange, si dispera, presa da una morsa che un normale occhio riterrebbe invisibile, sovrannaturale quasi. Arriviamo quasi subito nella camera delle due sorelle. Noi possiamo vederlo, chi più chi meno. E' un Hollow, in piena regola. Il suo urlo produce un suono così forte da pesare quasi sul petto, è straziante. Karin sembra non poterlo vedere in maniera nitida, o almeno credo.

 

 « Quella cosa ha preso Yuzu, che cavolo faccio adesso? » disperata avvalora quanto già presupposto poco prima da me. Lancia addosso al mostruoso essere, con poca precisione, dovuta alla vista poco chiara, le prime cose che le capitano sotto mano. Porta matite, penne, quaderni e peluche. In una camera di due bambine certo non si possono trovare katane o coltelli da lancio, ma nel suo piccolo Karin cerca di aiutare la sorellina, stretta dalla terribile morsa. 

Ichigo sarà pure in grado di vedere gli Hollow, ma non sembra abile nel combatterli, neanche il padre pare avere esperienza in questo campo. Celere affondo le mani nelle tasche alla ricerca della pillola che mi faccia riacquistare i miei poteri di Shinigami. Trovo il contenitore, il simpatico paperotto. Caccio fuori da questo una delle pastiglie, deglutisco, e il mio spirito si separa dal mio corpo.

 

Un attimo e qualcosa va storto. 

Un attimo e tutto sembra offuscato.

Un attimo e barcollo.

Un attimo e tutto diventa nero. 

 

Non capisco cosa sia potuto succedere. Non sento padronanza del mio spirito. Non sento le braccia, le gambe, gli occhi sono come sigillati. Provo a muovermi, ad uscire da questa oscurità perenne, ma tutto sembra volermi trattenere nell'orrendo buio pesto. 

 

Ho paura ... Ichigo, dove sei?

 

Riapro gli occhi, trovo davanti una scena agghiacciante. Schizzi di sangue macchiano i candidi letti delle due sorelline. Terrorizzata volto lo sguardo, ancora intontito, alla ricerca delle due. Poco basta per rassicurarmi, sono tra le braccia del papà, in lacrime ma vive, sane e salve.
Ichigo invece.. che diavolo sta facendo Ichigo? Chi sta abbracciando? Chi è quella ragazza

 

« Ichigo! » lo chiamo, a gran voce, accostando le mani alla bocca per amplificare il suono, ma lui non sembra neanche notarmi, figuriamoci sentirmi. 

«Ichigo.. Ichigo! » ritento, mille volte, ma ancora lui, con entrambe le mani, cinge testa e le spalle di quella ragazza dai capelli scuri. Sento una forte fitta al cuore.    Come mai Ichigo mi ignora? Cosa è successo? E soprattutto.. chi è quella ragazza? 

 

Tutti sembrano essersi calmati. Il padre carezza il capo di entrambe le sorelline, ormai più serene e Ichigo, finalmente, lascia il corpo di quella ragazza, che sembra voler proteggere a tutti i costi.

Non capisco cosa mi dia così fastidio, ma questa ragazza sembra davvero preziosa per lui. 

 

Si volta questa, d'improvviso. Il mio cuore si ferma. 

 

« Rukia, menomale che stai bene! » grida Yuzu, gettandosi al collo di questa presunta.. UN ATTIMO. Com'è che l'ha chiamata? 

La guardo meglio. Non è possibile, non può essere. Perchè qualcuno di identico a me è lì, tra le braccia della famiglia Kurosaki, ed io, sono qui?
Corro verso di loro, prima da Yuzu, poi  da Karin, cerco di cingerle, ma semplicemente il mio gesto è vano, inconsistente. Mi volto verso il papà, ma questo sembra avere attenzioni solo per questa certa " Rukia". 

Mi getto a terra, batto le nocche sul freddo parquet fino a fare uscire sangue da queste. Nessun rumore, nessuna macchia compare sul pavimento. 

Li guardo, li chiamo, ripetutamente, cerco di afferrare le loro spalle, ma le mie mani semplicemente passano attraverso. Le guardo, bene. Perchè ho questo strano colorito, perchè la mia pelle non è rosea, perchè nessuno può sentirmi? 

 

Che io sia davvero morta.. di nuovo?

 

Il mio ultimo disperato tentativo tocca ad Ichigo, mentre questo sta già abbandonando la stanza. Lo chiamo a gran voce, cerco di afferrarlo per la maglia, ma non succede nulla, nessun mio movimento muta lo spazio circostante. Solo un ultimo gesto disperato sembra avere effetto. Lasciandomi nuovamente cadere, gli sfioro la mano. Sento del calore. Lui si volta di colpo. 

« Che brutta sensazione, come un brivido di freddo. Si respira una brutta aria qui dentro. Usciamo, forza.  »

 

Cosa sono, cos' è rimasto di me, non sono altro che una " brutta sensazione " ? 

 

Li seguo, invano, mentre scendono le scale. Non li chiamo più, non possono sentirmi, ormai l'ho capito. Si volta d'improvviso, lei. Mi sorride, terrificante. Un espressione maligna, perfida e piena di astio, che al mio volto non si addice per nulla.
Il mio volto, sottratto ingiustamente alla legittima proprietaria.
Gli occhi fuori dalle orbite e un sorriso fin troppo tirato mi fanno sobbalzare.
Lei può vedermi, ne sono certa. E' l'unica, ma perchè? 

Sibila qualcosa verso di me, senza emettere alcun suono, mima piuttosto il labiale. Capisco perfettamente, siamo addestrati per questo.

«  Sei morta, non esisti più, verme. »

Gelide arrivano quelle afone lettere direttamente al mio cuore. Lei mi vuole morta, lei mi ha uccisa, e vuole prendersi tutto il mio mondo. 

 

Vuole cancellarmi, per sempre. 

 

« Che succede, Rukia? » chiede lui preoccupato.

« Nulla Ichigo, ho solo sentito dei rumori, ma è tutto ok, devo essermeli immaginati. » lo rassicura, con un sorriso finto stampato in volto.

 

Piango, ancora, ma le mie lacrime non bagnano le mie mani, non bagnano i miei inconsistenti vestiti, trapassano l'argentea aura che mi compone e bagnano solo il freddo pavimento. Penetrano quasi in questo, non destando comunque l'attenzione di nessuno. Il mio unico contatto con il loro mondo.

Assisto ad una scena, quasi subito dopo lo scambio di battute tra i due. Non dove farlo, non a lui. 

Quella afferra la mano di Ichigo.

Si volta lui, paonazzo, semplicemente sorride lei. 

Ricambia lui, timoroso, stringendo a sua volta la mano del ragazza. Sembra incerto.

 

Il mio cuore si è spezzato troppe volte per questa sera, basta, vi prego. Non posso sopportare più una simile ingiustizia. 
 

Chi è quella, e che vuole dalla MIA famiglia? Che se ne torni da dove diavolo è venuta, e che non torni mai più. 

Cos' è rimasto di me? Se fossi uno spirito, Ichigo potrebbe vedermi, anche Yuzu, Karin e il signor Kurosaki. Allora perchè? Perchè la mia esistenza è stata cancellata? Piango, ancora, invano. 

 

Seguo ancora loro, a rilento, non posso fare nulla. 

Perchè affaticarmi? Nel mio cuore non vi è più speranza, non vi è fiato per urlare.

Nei miei occhi non ci sono più lacrime per piangere. 

Piangere per essere compianta solo dal freddo pavimento inerte non allevierà di certo quella che si prospetta una sofferenza eterna.

 

« State tutti bene? » chiede Ichigo ancora un po' spaventato. 

« Si Ichi, ho avuto tanta paura! » rispondono quasi all'unisono le due sorelline, gettandosi al collo del fratello.

Sospira il padre, allentando la tensione del momento.

« Menomale che c'eri tu Rukia, a quest'ora saremmo tutti morti. Ma dimmi, come hai fatto di preciso? » si rivolge ora Isshin a quella sottospecie di diavolo.

« Davvero, non ho fatto nulla.. » ridacchia, che razza di oca non è? Io non farei mai nulla del genere.  « Solo l'ho messo al tappeto e l'ho rispedito da dove è venuto, il mondo degli spiriti. »

« Io ho visto solo tanta luce e poi.. puff! » commenta semplicemente la piccola Yuzu, ingenuamente. 

« Non ti preoccupare, piccoletta. » le carezza la testa lei. D'impeto cerco di fermare il gesto. La mia mano passa attraverso la piccola testolina di Yuzu, ghigna malignamente in maniera impercettibile lei, mi ha vista. 

 

«NON TOCCARLA, NON OSARE TOCCARLA! » urlo, con tutta la voce che ho, ma nessuno, se non lei che sadicamente mi fissa, mi sente. 

Mi fissa, con uno sguardo che sembra dire " Prova a farmi qualcosa. ". Si è presa il mio gigai, l'ha fatto. Ma come? E' possibile tutto questo? 

Immersa nei miei pensieri non mi accorgo che mi sta fissando. Nessuno si stupisce. Credo che in traiettoria ci sia il frigorifero, forse le hanno chiesto di prendere un po' d'acqua. 

« Non puoi fare nulla. Non sei neanche uno spirito. Ora sparisci, la tua vista mi disturba. » sibila maligna, sottovoce, solo io posso udirla. Nessuno si accorge di questo piccolo scambio di battute. Non possono vedermi, che ingenua. Va prendere ciò che le era stato chiesto, passandomi attraverso. Torna poco dopo festosa con l'acqua in mano, come avevo supposto prima. Si siede vicino ad Ichigo, senza troppi complimenti. 

 

«L'ora è tarda .. » afferma vaga, fissando l'orologio.
« Dovremmo andare tutti a letto. Forse è meglio che vada. » fà per alzarsi dal tavolo, ma subito lui la blocca per la mano. Sorride lei, maligna. Nessuno al solito sembra accorgersene. Non voleva andarsene sin dal primo momento, lo sapevo. 

 

« Tu non vai da nessuna parte, per stanotte resti qui, ti dobbiamo tanto, Rukia. »
 

Ti prego Ichigo, non chiamarla così. 

 

Non lei. 

So che mi assomiglia, da matti.

So che forse è proprio uguale a me. 

Ma ti prego, lei non è Rukia, non è quella Rukia.

Fallo per me, ti prego. 

 

Le mie lacrime fanno compagnia al pavimento. Credo che ormai mi ci dovrò abituare, sarà il mio unico compagno.

 

« E sia! » sentenzia poi il padre, provocando in me solo ulteriore sofferenza. « Per stanotte rimani qui. Non abbiamo un letto libero, però puoi stare con Yuzu e Karin, se non c'è problema. »

Non voglio che rimanga con le piccole, lei è cattiva, farebbe loro del male. 

« Beh, non vorrei disturbarle.. posso anche restare con Ichigo, non c'è nessun problema! » sfrontata avanza la proposta. Si volta lui verso un angolo imprecisato. Passa nervosamente la mano tra gli arancioni capelli.
« ... Scherzavo! > poi aggiunge lei, senza dare il tempo a lui di contraddirla o meno, cominciando a ridere e suscitando di conseguenza il riso degli altri membri. Sollevato quasi Ichigo.

 

Che diavolo, ma mi hai preso per una sgualdrina? Farei mai qualcosa del genere?

Le lacrime ormai non si fermano, copiose scendono, fino a bagnare il pavimento, per l'ennesima volta. 

 

Si alza l'allegra famigliola,  dirigendosi verso le camere da letto.

« Le affido a te, allora! » sicuro Isshin si rivolge a Rukia.

«Certo signor Kurosaki, non si preoccupi »  risponde ipocrita, ma solo io sembro accorgermi di questo oscuro risvolto del suo carattere.

 

« .. Ci vediamo più tardi, Ichigo. » sibila poi all'orecchio di lui, che sobbalza per l'ennesima volta, diventando nuovamente paonazzo.

« C-che ti prende? Cos'hai in mente?» chiede incredulo, ovviamente.

 Ridacchia lei, non risponde, prendendo per mano le sorelline e portandole al piano di sopra. 

La seguo, fino a quando non mi accorgo che effettivamente, insieme a Yuzu e Karin, dorme. La strega sta dormendo, sicuramente sa che la sto osservando. Ma voglio crederci, voglio sperare che mi lasci almeno un attimo di tregua.

Mi dirigo ora nella camera a fianco, la camera di Ichigo. 

Dorme, anche lui.

Solo sapesse quello che sta succedendo. Se solo immaginasse lontanamente che quella Rukia non sono io. 

« La guardavi in modo strano in cucina, sai? » comincio a parlargli, anche se lui non può sentirmi. Ne sono consapevole, ma ormai sono esasperata. 

« .. ti piacciono quelle facili eh? Forse sei come tutti gli altri, Ichigo. Ma dico, l'hai vista? Ti sembro forse una tipa da ridacchiare in quel modo? » rido, cercando forse risposta dall'altro lato. Ci spero, ma niente, lui non mi sente, continua a dormire. 

Non continuo la recita, non parlo più a qualcuno che non può sentirmi.

Semplicemente mi appoggio accanto a lui, sul morbido letto. Non si piega questo al mio esile corpo, non si smuovono le lenzuola color cielo. Tra le lacrime cerco di prender sonno, ma pare che gli spiriti non dormano. 

Cerco timidamente la sua mano, riesco quasi ad afferrarla, percepisco calore. Solo questa ormai mi trasmette vita, solo lei sembra ricordarsi di me.

 

 Piango, ancora.

 


Buffa e struggente è l'immagine del ballerino che danza al buio. 

Per quanto sia bella la sua danza, per quanto siano sinuosi e armonici i suoi movimenti, per quanto siano piene di passione le gocce di sudore che rigano il suo
volto e la sua fronte, 

nessuno potrai mai vederlo, nessuno potrai mai apprezzarlo, nessuno potrà mai riconoscere i suoi talenti e lodarlo.

 Un ballerino senza pubblico è un ballerino che danza al buio.

 Non è un ballerino. 

 

  
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