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Autore: ThePirateSDaughter    18/10/2011    8 recensioni
STORIA IN PAUSA. CHIEDO SCUSA A CHIUNQUE LA SEGUISSE.
Hallo!!!
Sono tornata, sì. Per vostra giUoia. Con una long.
Una long proprio long! ^^
Spero vi piaccia :)
"Ripensò alla giornata: come prima di lavoro non era stata particolarmente positiva. Si era trovata Trent come superiore, era stata trattata come una pezza e si era pure aggiunta… quella lì"...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Nuovo Personaggio, Trent
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Never Thought that I could Love [you]



~ 2   Masks



Sing once again with me
 Our strange duet
 My power over you
Grows stronger yet

Nightwish - The Phantom of the Opera




21 settembre
... il lavoro e la sua assoluta necessità sono le uniche cose che mi fanno andare avanti LI'.
E'una presa per il culo, ne sono sicura. Il Karma mi ha giocato un tiro infido. Troppo infido.
Che sia a causa di quell'affare con Duncan?
Nel frattempo io comincio già a dare segni di cedimento.


Trent abbassò di poco le lenti degli occhiali da sole, così che le enormi e pacchiane lenti rivelarono un'espressione scettica e un sopracciglio inarcato.
-Oh. Eccola, è arrivata.
Si rilassò sulla poltrona girevole di pelle nera, stiracchiandosi. Indossava una camicia bianca, con quattro bottoni non allacciati.
Una camicia. Trent.
A parte quello, Gwen dubitava che avrebbe più potuto muoversi in futuro.
Qualcosa di sordo si agitava nel suo cervello, cercando di sbloccarla, ma i pensieri arrivavano attutiti.
E'per il lavoro.
Svegliati.
Piantala di avere quest'aria da idiota. Muoviti. Di' qualcosa. E' solo Trent.
No. Quell'ultima parte del pensiero non poteva avere senso.
Innanzitutto quello seduto dietro alla scrivania in fondo all'ufficio non poteva essere Trent.
Non poteva e basta.
Insomma, come aspetto era rimasto pressochè identico. Stesso corpo, stesso viso, stesso colore dei capelli.
Ma l'espressione sul suo volto l'aveva scioccata.
Negli occhi verdi che conosceva si era spenta una luce, lasciandoli più scuri e tenebrosi: tale luce era stata sostituita da una foschia fastidiosa, non meglio identificabile. Ma sgradevole comunque.
Trent si sporse in avanti, un largo, brutto sorriso compiaciuto che gli andava da orecchio a orecchio.
-Beh? Hai intenzione di rimanere lì come una statua tutto il pomeriggio o pensi di operare qualcosa?
Un brivido percorse la schiena di Gwen: un brivido che sapeva di molte cose.
Stupore, innanzitutto: le stava parlando come se fosse una perfetta sconosciuta.
Non riusciva a capire. Non l'aveva riconosciuta, forse?
-Gwen. Sto parlando con te.
No, a quanto pare si ricordava perfettamente di lei. Ma quel tono, allora?
Non era la solita voce del solito Trent. Sapeva di... di...
Sfacciataggine. Era possibile?
Ma in fondo, realizzò improvvisamente, cosa le sarebbe dovuto importare?
Ecco, esatto. Cosa mi interessa? Trent non fa più parte della mia vita da secoli, che cosa diamine è questa stupida agitazione? Avanti. Devo fare qualcosa per questo lavoro.
Trent, nel frattempo, aveva cominciato a tamburellare con le dita sulla superficie della scrivania, in attesa di un suo movimento. Un gesto che Gwen aveva sempre odiato, e lui lo sapeva bene. Respirando profondamente e accogliendo con gioia una scintilla rabbiosa per quel tamburellare, la ragazza avanzò.
Per poi sentire un blocco nella propria mente.
Come avrebbe dovuto rivolgersi al... ragazzo?
Maniera formale? Informale? Era un suo superiore o un suo pari, adesso?
Cominciamo bene...

Scelse di optare per un neutrale -Buon giorno.
Trent non rispose. Meglio: fece come se non avesse per niente sentito.
Gwen represse un sentore di agitazione e continuò.
-Ehm. Sono qui ehm... Ho fatto un colloquio con il signor Tysen e... Ehm e...
SI PUO' SAPERE COSA DIAVOLO MI PRENDE?
Un altro sorriso sgradevole invase il viso di Trent, che aveva osservato i suoi mediocri tentativi di conversazione appoggiato di sbieco su una mano.
-Tranquilla, so perfettamente perchè sei qui, quindi risparmiami certi discorsi amorfi- puntualizzò, con una strafottenza e una sfacciataggine nella voce che scioccarono Gwen. La ragazza stava per aprir bocca e rispondere qualcosa di tagliente quando lui la interruppe sul nascere. Un altra cosa che detestava.
-Secondo gli accordi presi con il vecchio Tysen avresti fatto domanda per un posto da segretaria... Dopo la visione del tuo miserando curriculum non abbiamo potuto fare altro che rassegnarci all'idea che avresti cominciato proprio qui. Beh... Che dire di più? Sarai alle mie dirette dipendenze, quindi vedi di prestare attenzione a quello che fai.
Alle sue dirette dipendenze?!
No. Era uno scherzo, giusto? Doveva essere uno scherzo, di pessimo, orribile, schifosissimo gusto!
E poi: "Miserando curriculum"?!
"Ci siamo dovuti rassegnare"?!
"Vedi di prestare attenzione"?
Gwen non aveva idea di come apparisse la propria espressione all'esterno ma sperava che lo sbigottimento, lo scioccamento e l'indignazione fossero rimasti ben chiusi all'interno della propria mente, solo all'interno della propria mente.
Anche se la perfetta faccia da schiaffi di Trent era un chiaro invito a imprecarci addosso.
Stava per aprire la bocca e chiedere spiegazioni (o quantomeno intimargli di calmarsi) che un pensiero la fulminò sul nascere.
NO. E'il tuo capo. L'ha detto prima.
Tempo di realizzarlo che lo sdegno quasi la sopraffece.
-Perchè sei così zitta, Gwen? Se c'è qualcosa che vuoi dire, prego- ghignò lui, fissandola di sbieco.
COSA?
Il lavoro. Il lavoro. Il lavoro. Il lavoro. Illavoroillavoroillavoro.
Calmaticalmaticalmati.
-No, nessun problema. Ho capito- rispose lei, cercando di reprimere il tremito furibondo nella propria voce. E cercando di stamparsi in faccia il sorriso più forzato che avesse mai fatto.
Come sono caduta in basso. Ma il lavoro... devo pensare al lavoro. A ciò che devo fare. Il lavoro mi serve.
-Nessuna domanda?
-No.
-No, signore- puntualizzò lui -Sono un tuo superiore, è bene che te ne ricordi.
...Calmaticalmaticalmati!
-No, signore- corresse la ragazza.
-Allora puoi sederti al tuo posto- Trent le indicò un punto a destra della propria scrivania ma, prima ancora che la ragazza potesse seguire il suo dito, un deciso e fortissimo rumore ritmico riecheggiò per tutta la stanza.
Veniva dal corridoio.
Difatti, esattamente due secondi dopo, una persona aprì -per la verità spalancò la porta, facendola sbattere incurante contro il muro.
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaamore miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiioooo!

Buonasera!
Due cosette veloci e poi scappo.
Ci tenevo, innanzitutto, a ringraziarvi per le recensioni lasciatemi e per coloro che hanno messo nelle preferite/seguite/ricordate :D
Inoltre volevo aggiungere che, in questo secondo capitolo, si sa ancora relativamente poco. Dal terzo in poi, però, cominceremo a conoscere per bene tutto ciò che ancora è rimasto ignoto :) Qui volevo focalizzarmi un po' di più suuu... altro XD
Fatemi sapere :D A presto! ^^
   
 
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