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Autore: Donixmadness    19/10/2011    3 recensioni
Questa è la mia prima fan fiction e spero che sappiate apprezzare lo stile dilettantesco. La storia si ispira all'episodio 12 della serie Naisho. E un mio proseguo frutto della fantasia. Buona lettura...
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doremi Harukaze, Momoko Asuka, Tetsuya Kotake, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una ragazzina dai capelli magenta lunghissimi, era appoggiata a un muro del corridoio della sua scuola. Fissava il soffitto . I suoi lineamenti delicati e il suo viso angelico, avevano un pallore lunare, latteo; contrastati dai suoi capelli ramati quasi bordeaux . Gli occhi lucidi spiccavano sul suo viso, per il quale apparentemente ci aspetteremmo di trovare iridi chiare se non azzurre o verdi. Invece, i suoi occhi hanno il medesimo colore dei suoi capelli, e perciò quel magenta infernale, conferisce loro uno sguardo penetrante che incanterebbe chiunque. Qualunque persona vedendola si sarebbe chiesta: “Ma quello è un angelo?”.                                                                  
 Quella creatura si chiamava Doremi, e non è sempre stata così. Lei era sempre allegra e sorridente. Ma quel giorno non era la stessa. I suoi occhi erano pervasi dalla tristezza che traspariva dalla loro lucidità. Lei cercava sempre di trattenere le lacrime facendo uno sforzo immane, ma se avesse raggiunto il culmine, non sarebbe stata più capace di trattenerle e sarebbero immediatamente scivolate sulle sue gote come rivoli d’acqua.                                                                                                                                     
Con quello sguardo affranto e sostenuto allo stesso tempo, stava raccontando alle sue migliori amiche , che la attorniavano, il triste evento di quella mattina.                                                          
–Mahahha  - rise mestamente – Sapete qual è la cosa più buffa ? Che in questi giorni le ho provate proprio tutte, per riuscire almeno a trovare una coppia di carte... E proprio oggi, giocando, le ho trovate tutte … vi giuro tutte … Ho ripetuto il gioco tre volte, con la speranza di sbagliarmi, invece in tutte e tre le volte non ho commesso nessun errore … Bé non posso definirmi una campionessa, però … -  abbassò lo sguardo – Non ho sbagliato …                                                                                              
A quel punto ripensò al viso divertito di Nozomi, quando giocavano in ospedale a trova la coppia. Doremì ,buffa e goffa come sempre, che si disperava perché non riusciva mai a trovare la carta giusta. Nozomi invece riusciva sempre a trovare tutte le carte. Addirittura, riuscì a indovinarle anche quando era in camera di isolamento per la sua terapia e comunicava con Doremì attraverso un telefono portatile. Nozomi era bravissima e se non fosse morta sarebbe diventata una eccellente strega. Doremì fu sorpresa quella volta, quando scoprì che Nozomi aveva la sua stessa passione per le streghe, e avrebbe tanto voluto che una volta guarita fosse diventata  anche lei un’apprendista strega. Ma non è stato così. Per questo, rimarrà soltanto il ricordo indelebile di quando , grazie alla magia, Doremi aveva realizzato, per una notte, il sogno della piccola di diventare strega. Solo per quella  notte …
Doremì tacque per un po’, accompagnata dalle sue amiche . Il tempo si era fermato solo per loro , perché nel resto del corridoio echeggiavano schiamazzi e risate. Accanto a loro passarono dei bambini che con indosso un grembiule, stavano portando una pentola di riso dalla mensa. Lullaby seguì con lo sguardo il loro passaggio, quasi a sforzarsi di ricordare qualcosa, ma non sapeva proprio cosa … guardando i ragazzini, si era discostata mentalmente dal loro discorso . Ma poi a un tratto esordì dicendo:
-Ragazze!!! Stavamo quasi per dimenticarcene!!- il suo intervento aveva risvegliato le presenti, che erano cadute totalmente dalle nuvole e guardavano la piccola pop – star con uno sguardo perplesso.  Poi continuò:
-Melody , Sinfony… oggi tocca a noi portare il cibo dalla mensa!!                               
-Già è vero – disse Sinfony mettendosi una mano sulla fronte – oggi tocca a noi!!!                                      
-Dobbiamo sbrigarci, i nostri compagni staranno morendo di fame!! – disse a un tratto Melody.                                                                                                                 
– Scusaci tanto , Doremi, ma dobbiamo proprio andare !!!! – disse Lullaby con una certa fretta.                                                                                                                                                 
 –No, no … non vi preoccupate. Andate pure.-  disse la rossa, sforzandosi di sorridere. E per un po’ ci era anche riuscita. E mantenne, quasi con sforzo , la stessa espressione accompagnando con lo sguardo le amiche che intanto si erano allontanate. Con lei era rimasta soltanto Mindy, la quale si era accorta della finzione di Doremi, e la guardava con tristezza. La sua amica non era così. Pensò di dirle qualcosa , ma proprio quando stava per spiccicare parola, qualcuno la trascinò via prendendola per il braccio. Al ché , la bionda non poté far altro che urlare. Doremi si girò di scatto e vide Mindy trascinata via da quell’altezzosa di Reika , la quale disse soltanto :                                     
-Tu vieni con me!!!!!                                                                                                                              
Mindy  cercò con tutte le forze si opporsi ma senza risultato. Riuscì soltanto a far comparire la sua faccia all’angolo del corridoio, giusto il tempo necessario di dire alla sua amica:
- Ohhh … sorry  Doremi! Ci vediamo dopo in classeeeeeeee!!!!!!                                         
Così fu trascinata via dalla  tempestiva Reika, e Doremì guardò la scena con un gocciolone in testa. Poi sospirò. La ricreazione era appena iniziata e c’era ancora tempo prima dell’inizio delle lezioni.  <<  Direi che forse è un bene  >> pensò <<  ho bisogno di stare sola e di riordinare le idee …>> . Così si avviò nei corridoi dirigendosi verso il terrazzino della scuola, dove spesso lei e le sue amiche trascorrevano la ricreazione. La vetrinetta che la separava dal terrazzino era chiusa. Doremi prese la maniglia e con forza, quasi a scaricare la tensione , spalancò la finestra. Subito fu investita da un vento gelido che le scompigliò i capelli. Lei sentiva il freddo, ma lo ignorava completamente , anche se aveva le braccia conserte per proteggere il suo busto. Guardava il cielo. Pensante , per via dei grossi nuvoloni grigi che lo ricoprivano. Si avvicinò alla ringhiera, che sosteneva  la neve posata in quei giorni. Scostò con la mano un po’ di neve, in modo da appoggiare le sue braccia; e difendeva i suoi avambracci dalla ringhiera  ghiacciata , trattenendo con le dita i lembi delle maniche , per coprire così anche i polsi.
Continuava a guardare il cielo e stava rivivendo il ricordo di quella mattina così fredda e dolorosa.

FLASHBACK
Toc, toc. Qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
-Doremi , sei già sveglia?- la voce che l’aveva chiamata era di sua madre, la quale prevedeva che  si fosse rintanata sotto le coperte, nonostante i ripetuti richiami, come accadeva di solito. Invece fu stupita nel trovare la figlia già sveglia.                                              
Doremi era seduta sul letto, aveva la testa sulle ginocchia e guardava la finestra. Quando udì la madre entrare si girò e disse:

-Buongiorno mamma- con un tono assente e noncurante,come se fosse annoiata. Ma in verità lei era triste , affranta, sconvolta e non aveva la forza di essere allegra o di lamentarsi come al solito, nemmeno quello le riusciva. Poi la madre continuò :
-La colazione è quasi pronta e il vestito è nell’armadio … - fece una pausa – sei sicura di voler andare?                                                                                                             
-Sì – disse semplicemente continuando a fissare la finestra.                                                                      
 –Va bene –

La ragazzina a quel punto si alzò e uscì dalla sua camera per andare in bagno. Si guardò allo specchio . Non aveva una bella cera; non aveva dormito per niente quella notte. Si sciacquò  il viso e continuò a fissarsi allo specchio. Provò addirittura a sorridere, perché si era ricordata delle parole della madre di Nozomi. Le aveva detto di non essere triste perché anche la piccola Nozomi si sarebbe rattristata. Così con questa convinzione cercò di tirasi su di morale. Anche sollevata, continuò a guardarsi allo specchio e con un gesto quasi convulso, si sciolse i codini. Rimase a guardarsi per un po’ riscoprendo un’altra parte di se stessa . Non ebbe il coraggio di rifarsi la pettinatura, il suo subconscio le diceva che oggi era meglio così e poi le sembrava una banalità portare i codini in una cerimonia tanto importante. Non sapeva se cambiare il suo aspetto, avrebbe rattristato Nozomi, che era l’ultima cosa che voleva, ma quel giorno era così punto a basta. << Tranquilla sei sempre tu Doremi >> disse convincendosi e poi scese a fare colazione.
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Arrivò davanti al tempio in cui si svolgeva la cerimonia. Salì i quasi interminabili gradini, che la separavano dalla soglia . Quando arrivo in cima vide un gruppo di persone vestite in nero. Pensò dunque che fossero i parenti della piccola, poi si addentrò all’interno del tempio dirigendosi verso la camera mortuaria. La porta stile giapponese era aperta, e la ragazzina poté scrutare l’interno, e con il suo sguardo incrociò delle figure attorno ad una bara. Riconobbe subito la figura esile e slanciata della madre di Nozomi, la quale era seduta davanti alla custodia di legno che conteneva sua figlia. Aveva una mano sollevata per porgersi un fazzoletto alla bocca. Piangeva non molto forte , ma la sua schiena e le sue spalle si alzavano e abbassavano in gesti convulsi. Doremi si riempì di tristezza nel vederla, i suoi occhi non poterono far altro che gonfiarsi di lacrime. Poi prese fiato e con voce flebile, ma quasi rotta disse:
-Buongiorno , signora                                                                                                                                   
La donna si girò e vide il volto della ragazzina; la stessa che faceva compagnia a sua figlia quando era in ospedale. Le corse incontro e l’abbracciò; al ché la ragazzina non fece in tempo ad inchinarsi e porgere le sue condoglianze. Doremi rimase immobile, con le braccia a mezz’aria, lasciandosi avvolgere dall’abbraccio della donna. Poteva sentire il suo dolore, misto a rabbia e confusione. Era il cuore della donna che trasmetteva queste emozioni. Batteva forte, non veloce , ma solo forte.                                                                   
Poi la donna si staccò da Doremi, per guardarla negli occhi. La ragazzina stava piangendo, non riusciva a trattenersi. Le lacrime le scendevano copiose dagli occhi. Allora la donna, abbozzando un sorriso, le asciugò le lacrime con le dita e poi disse:     
-Non fare cosi. Ricordi? Ci eravamo ripromesse di non piangere, perché altrimenti Nozomi avrebbe pianto anche lei, e si sarebbe subito rattristata.                                                    
Così Doremi  si asciugò il viso bagnato con la manica del vestito. E in seguito guardò la donna convinta cercando di sorridere anche lei, e rispose:                                                          
-Sì, ha ragione!-  Spostò lo sguardo sulla bara. Allora la madre intuì e disse:                                
-Su, vieni a salutarla …                                                                                                              
Doremi si avvicinò con passo lento, cercando di mantenere l’espressione di prima per non far dispiacere Nozomi. Si accostò accanto alla bara. Con una mano accarezzava il noce laccato del legno. Immaginava si accarezzare il viso di Nozomi, e a quel punto parlò:  -Ciao Nozomi … Ti chiedo scusa se prima ho pianto, ti prometto che cercherò di non essere più triste . E te lo promette anche tua madre. Lo sai, in questi giorni mi sono esercitata tanto a trova la coppia? Ma il risultato non è stato un granché. Non credo di essere al tuo livello. Ho trovato solo una coppia di carte! Per questo gioco non credo di essere portata, come in molte cose del resto … comunque spero che adesso tu possa essere felice e libera dal peso, che la malattia ti opprimeva. Non preoccuparti per tua madre, tuo padre  e tutti i tuoi parenti … perché anche se adesso loro sono tristi, in cuor loro sono felici che tu abbia smesso di soffrire, anche se fisicamente non se più tra noi, tu ora sei guarita ed è questa la cosa più importante! – sorrise con gli occhi lucidi. Poi aggiunse : - Mi raccomando adesso cerca di vegliare su i  tuoi genitori  e anche su i tuoi compagni di ospedale, che sperano con tutto il cuore che tu stia bene. D’accordo?   

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Dopo la consueta cerimonia religiosa, la bara fu seppellita. C’era solo la terra che ricopriva la cassa, non era ancora stata fatta la lapide. Dopo un po’ di tempo i parenti si diramarono dirigendosi all’ingresso, il padre di Nozomi si era momentaneamente congedato dalla moglie, per  ricevere le condoglianze dai vari parenti. La madre era rimasta con Doremi davanti alla tomba della piccola.                                                                  
– La ringrazio di avermi invitata- disse Doremì.                                                                             
–Di niente, e poi sono in debito con te Doremi, per tutto quello che hai fatto per mia figlia. Sono io che ti devo ringraziare.-  poi aggiunse – Adesso scusami, ma devo andare a salutare alcuni parenti.                                                                                                    
–No, no … vada pure                                                                                                       
 La donna si allontanò, e Doremi rimase da sola a fissare il tumulo di terra che avvolgeva Nozomi. A un tratto si accovacciò, e con una mano si mise ad accarezzare la terra.                                                                                                                                             
 –Che ne dici di una partita, eh Nozomi? – la rossa tirò fuori dalla tasca del vestito, il mazzo di carte e cominciò a giocare. Ed è proprio in quel momento che sul volto della ragazzina si dipinse un’espressione incredula, quasi terrorizzata. Fissava ogni singola carta, non riuscendo a concepire come avesse fatto. Aveva trovato tutte le coppie e incredula disse: - Ehhhh, sarà la fortuna del principiante!-  assumendo la sua solita espressione da imbranata, mettendosi una mano sulla nuca. Ma si dovette ricredere le tre volte successive, in cui accadde la stessa cosa. Doremi non ci capiva niente. Un suono di campana, interruppe le sue riflessioni, perché era ora di andare a scuola. Così raccolse frettolosamente le sue carte  e corse via per raggiungere la scuola. 

FINE FLASHBACK

Il vento freddo faceva ondulare i suoi capelli. Doremi era pensierosa e fissava la sua mano appoggiata alla ringhiera. Notò un piccolo e delicato fiocco di neve posarsi sulla mano, e poi sciogliersi in una piccola goccia d’acqua. Il suo stato di trance non durò a lungo perché , all’improvviso una mano si posò sulla sua spalla. Immediatamente la rossa sobbalzò gemendo un…                                                                                                                   
-Ahhhhh!!! – le parole le morirono in gola quando vide il volto di Tetsuya, il quale disse:
-Si può sapere che cosa ci fai qui fuori? Fa un freddo cane ti beccherai un raffreddore!!                                                                                                                                       
Nel vederlo con quell’espressione preoccupata, Doremi rimase perplessa ma poi disse:                                                                                                                                                           
-Cosa ci faccio? Volevo solo prendere un po’ d’aria tutto qui…                                                        
-Bell’arietta a tre gradi sotto zero! Su entra che la ricreazione è finita, e credimi non voglio essere messo in punizione per colpa tua!- disse lui con il suo solito tentativo di fare l’indifferente.  Doremi assunse un’ espressione corrucciata (-3-) , voltò la testa e rispose:                                                                                                                                        -Nessuno ti ha chiesto niente! E poi si può sapere perché mi hai disturbata?! Ero assorta nei miei pensieri. Quindi se ti becchi la punizione  per colpa tua non mia!                           
-Bè … l’ho fatto perché … non sopporto di vederti giù di morale … oggi sei diversa non sei la solita … ti comporti in modo strano. E poi quando stai così non c’è gusto a prenderti in giro! (>_<)                                                                                                                                          
Per tutto il discorso il ragazzo non fece altro che balbettare, e alle ultime parole si girò per nascondere l’imbarazzo; si mise le mani dietro la nuca per rafforzare il suo finto disinteressamento, che poi non era. Doremi rimase perplessa, poi abbassò lo sguardo: - Te ne sei accorto, eh?                                                                                         Lui non rispose, si limitò a dire solo: - Su, forza andiamo in classe …                                              


SALVE A TUTTIIIIIIII!!!! QUESTO CAPITOLO è UN PO' TRISTE LO SO. LA TRAMA PERO' è QUESTA! State tranquilli che la nostra Doremi non rimarrà sempre così ve lo garatisco. Il prossimo capitolo vi piacerà sicuramente!!! (SPERO) Vorrei rigraziare i miei lettori, in particolare aikosenoo, Tittivalechan91, Silvia123, maryellen, e Prudence Halliwell. Baciotti e al prossimo capitoloooo!!!!
  
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