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Autore: Hina93    19/10/2011    2 recensioni
Salve a tutti quanti.. Esattamente non so come iniziare ma comunque sono una fan di Merlin.. o meglio di Gwain!! Io adoro quell’uomo.. Ma non è assolutamente vero, diciamo che provo simpatia per quel ragazzo, anzi moolta simpatia!!
Claire è una giovane nomade-artista che è arrivata a Camelot. Incontra la regina Ginevra, che proverà subito simpatia per la ragazza; in verità Claire vuole diventare amica della regina solo e unicamente per rubare denaro alla ricca famiglia Pendragon. Il giovane cavaliere Gwain insospettito dalla ragazza non le renderà la vita facile..
Una serie di eventi la faranno avvicinare sempre di più alla regina e a Merlino, che incuriosisce e affascina la giovane nomade, ma soprattutto al cavaliere Gwain che incomincerà a provare qualcosa per quella ragazza che riesce a domarlo.
Ma dopo che la giovane troverà a Camelot amicizia e amore, riuscirà a partire? Spero di avervi incuriosito almeno un po’..
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gwen, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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CAPITOLO XVIII

Di tutte le cose che Gwaine era capace, ed erano tante: si rendeva conto che conoscere una donna, per quello che era, gli era impossibile.
Non aveva nemmeno il coraggio di confessarlo a Merlino, perché sapeva che sarebbe scoppiato a ridere e lo avrebbe ammonito con discorsi di galateo di cui, non avrebbe capito nulla.
Intanto, insieme ai suoi amici cavalieri, fissavano giovani attrici che si pavoneggiavano e cercavano di assomigliare alla regina.
Artù sembrava scontento e frustrato ma concentrato da quel lavoro, infondo, divertente. Avevano vestito donne di tutti i tipi, e altre volte uomini che si fingevano donne, solo per fare un dispetto al re.
Armenis sbuffò e alzò le braccia al cielo “Se esistono gli dei, vi prego: fermate questo scempio!”.
Per tutta risposta i cavalieri annuirono, tranne Artù, ormai concentrato a cercare una donna simile a sua moglie.
“L’ha presa veramente sul serio…” fece serio il cognato, fissandolo tra l’incuriosito e il divertito.
“Forse le serve una donna simile a sua moglie, così riesce ad abbracciarla mentre dorme!” propose Gwaine. Gli venne un brivido lungo la schiena, pensando alla spiacevole sventura.
Merlino rise e aggiunse “Così, quando si sveglia gli sembrerà di vedere sua moglie! Ma vi immaginate mentre sono a letto?” disse ridendo ancora “Oh Ginevra sei bellissima!”.
“Merlino ti ho sentito!” grugnì il re, leggermente rosso in volto.
Intanto Percival era alle prese con una ragazza nomade che, spudoratamente gli faceva domande e lo osservava con gli occhi famelici.
“Eleonora sposta quelle tue manacce dal cavaliere, e vai via!” fece una voce dura.
Claire entrò, tenendo in mano un vassoio con dei bicchieri e una caraffa, seguita da Nora che sorrideva divertita.
“Mio padre vi ha offerto il miglior vino delle nostre cantine, e chiede come procedono i lavori” fece Claire.
Gwaine inghiottì la saliva e la guardò.
Che cosa doveva vedere? Come poteva capire, come conoscerla meglio?
Osservò la camminata lenta della donna, aveva un passo normale, notò per la prima volta, che non faceva nessun rumore. Sembrava quasi, che non passasse nemmeno.
Pensò al mondo in cui si doveva muovere durante le sue rapine, sicuramente nemmeno un uomo da sveglio si sarebbe accorto della sua presenza.
Se avesse imparato tecniche con la spada, superiori alle sue conoscenze, sarebbe stata un nemico da non sottovalutare.
Sì. Doveva essere un nemico interessante, la furbizia e l’astuzia, quanto la velocità erano importanti in un cavaliere.
Per un momento se la immaginò con una spada delle mani, mentre combatteva contro di lui. Sarebbe stata la sfida più bella della sua vita.
Ma quello a lui non interessava! Scosse la testa e incominciò a osservarla.
La ragazza sembrò accorgersene e, infastidita prese una sedia e chiese, gentilmente a Nora di sedersi. La ragazza cieca annuì e ringraziò.
Dunque, dedusse Gwaine,  teneva particolarmente alla sua amica, e, aveva notato spesso che proteggeva e aiutava le persone che amava. Nulla di particolare in questo.
Con il vassoio nelle mani, si avviò davanti al re Artù. Lì Gwaine poté osservare una cosa che, prima a ora, non aveva mai fatto.
Quel sorriso così splendido, ai suoi occhi, in verità aveva più sfumature di quanto credeva.
Percepì il finto sorriso che aveva fatto al re, sembrava che la divertisse e allo stesso tempo la irritasse. Le circostanze richiedevano che fosse gentile e carina con il regnante di Camelot, ma, se fosse stata in una situazione diversa, sicuramente lo avrebbe trattato come chiunque altro.
Le posò il bicchiere sul tavolo. Non ricevette un grazie, e ciò la fece infastidire ancora di più.
Elyan e Percival ricevettero un sorriso di educazione, più accentuato per Percival, la ragazza sembrava averlo preso in simpatia. La cosa fece scaldare Gwaine ma, con grande pazienza si trattenne.
Per Armenis invece, con suo grande stupore sorrise in modo diverso. Sembrava amarlo e il cugino, le rispose allo stesso modo.
Per un momento, che durò molti minuti, Gwaine rimase incantato nel vedere quel sorriso così carico di amore. Poteva percepire i sentimenti di affetto fraterno che teneva uniti i due.
Invidiò quel sentimento che lui non aveva conosciuto, ma poi, con un’alzata di spalle, pensando che lui aveva altre fortune, si rilassò.
Come avevano fatto Elyan e Percival, Armenis la ringraziò.
Merlino sorrise alla ragazza, e la salutò con affetto, lei per tutta risposta rise e gli chiese come stava. Posò il vino e gli regalò un sorriso dolce e riconoscente.
Gwaine sperò, per un solo istante, che sorridesse anche a lui. Invece non lo fece.
Tutt’altro: notò che strinse il vassoio ai bordi e con una faccia seria e decisa si avvicinò a lui. Prese il bicchiere con una mano per darglielo.
Il cavaliere non si accorse che aveva preso il bicchiere, ancor prima che la ragazza lo appoggiasse sul tavolo.
La mano aveva reagito da sola, lui era sicuro di non averla comandata così.
Ma non era più sicuro di molte cose, ultimamente.
Rimasero così, lui che teneva il bicchiere, mentre sfiorava la mano di lei e, la ragazza leggermente rossa che lo teneva saldo.
Si fissarono un momento negli occhi, e Gwaine giurò di vedere qualcosa nei suoi occhi scuri. Qualcosa vacillava, la ragazza era assalita da un dubbio.
Tolse per prima la mano e indietreggiò, portandosi il vassoio davanti al petto.
“Grazie, sei molto gentile” fece Gwaine sorseggiando il vino, senza mai toglierle gli occhi di dosso.
Claire sembrò compiaciuta e poi confusa, quasi sospettosa. Alzò un sopracciglio e lo fissò poi rispose “Dovere”.
Il cavaliere si chiese: cosa aveva scoperto di lei? Beh, nulla, se doveva essere sincero.
Alzò le spalle. Sentì lo sguardo di Armenis puntato su di lui.
Accidenti, lo aveva visto. Avrebbe risolto anche quel problema.

Che cos’era tutta quella premura, quel suo continuo fissarla? Forse si era messa in testa di chiederle scusa? O forse era il suo modo di farlo?
Claire scosse la testa, chiedendosi cosa passasse nella mente del giovane cavaliere.
“A me piaci…” fece Nora pensierosa.
“Chi?” chiese la nomade, fissando la migliore amica.
“Il modo in cui cerca di chiederti scusa o di sedurti, ancor non lo so…” la ragazza che accarezzò la seta del suo vestito.
Claire fece una smorfia e non rispose.
“Quando lo vedi ti spaventi, sai? Riconosco quando sei spaventata.” Fece Nora.
Claire la fissò in cagnesco, sapeva che aveva una migliore amica troppo intelligente, e sapeva che la conosceva in tutte le sue sfumature.
“E se anche fosse così? Non ci posso fare nulla!” obbiettò Claire, alzandosi in piedi.
“Invece di essere sempre quello che sei potresti provare a fare una cosa diversa, a comportarti in maniera insolita. Pensa qual è la cosa che ti emoziona e più ti rende felice in questo momento” fece Nora, pensierosa.
A Claire sembrò che parlasse più a se stessa che a lei.
“La risposta la sai già! E’ capirlo, anche se per me rimane una realtà sconosciuta, estranea alle mie idee e alla mia vita”.
“Allora, se vuoi veramente uscire dagli schemi, come hai sempre detto , lui è la porta che puoi aprire. Perché non vai dal cavaliere? Vai, ti rendi conto di quello che provi, ci parli e poi, se ti accorgi di aver sbagliato torni indietro. Non è difficile, ma almeno ci hai provato!” fece Nora, irritata.
Claire la fissò per un momento, sapeva quello che provava.
Nora avrebbe voluto essere lei. Lo sapeva, glielo aveva detto. Si sentiva inadeguata. Se solo avesse potuto avere la vista… Claire avrebbe fatto di tutto per renderla felice, eppure in tanti anni in cui conosceva Nora, lei non si era mai lamentata.
Non aveva mai pianto per la sua cecità. Non aveva mai pianto per il padre troppo duro. Non aveva pianto davanti alle prese in giro. O almeno era raro che lo facesse.
“Io non voglio rendermi ridicola, Nora e poi… Poi cosa potrebbe dire mio padre? Mi ha dato troppe libertà, e ora io, cosa faccio? M’innamoro di un cavaliere? Di un nostro nemico? Che cosa potrà pensare? Io non…”
Nora sembrò capire e smise di parlare.
Regnò il silenzio nella stanza, mentre ognuna pensava. Sapevano quelle che stavano provando.
Claire sapeva che Nora era preoccupata per il suo imminente fidanzamento con uno sconosciuto, sapeva che voleva confessare ad Armenis il suo amore, e allo stesso tempo capire perché stava così bene in compagnia con re Artù.
E lei, sì, lei pensava a Gwaine. Era un pensiero fissò. Persino Jambo, quando la allenava, si lamentava perché era pensierosa e vulnerabile. Ma lui occupava tutti i suoi pensieri.
Per un momento si sentì egoista, lei non aveva i problemi di Nora, eppure si disperava più della migliore amica.
Però, pensare a lui, la teneva calma, la rilassava si sentiva in pace. Anche quando la faceva arrabbiare, oppure si ritrovava a odiarlo, sentiva che lo faceva con la calma con la pace che regnava nel suo cuore.
Improvvisamente si aprì la porta di entrata e, Claire alzò lo sguardo per vedere un ragazzo che portava nelle mani qualcosa.
“Non si usa bussare nelle tue parti?” chiese gentilmente.
“Si, ma Sir Gwaine ha detto che dovevo entrare così. Comunque, questo è per voi.” Le consegnò un piccolo pacco.
Claire lo prese e lo fissò un attimo e gli chiese “Da parte di chi?”.
“Da parte di Sir Gwaine, e ha detto che vi devo dire: Alla mia cara ,quasi, mogliettina. Non so cosa significhi.”
Claire congedò il ragazzo e fissò Nora.
“Aprilo!” fece eccitata la ragazza.
Claire con le mani tremanti aprì la scatola del pacchetto, e ci trovò una piccola bottiglia di profumo.
Stappò il tappo e, una buonissima fragranza di fiori dolci e cannella si espanse nella stanza.
“In fatto di profumi ha un buon gusto…” decretò la migliore amica.
“Sì, ma perché quasi mogliettina?” chiese confusa.
“Hai un pretesto per parlarci e chiederli spiegazioni…”.
Claire sbuffò e si passò la mano tra i capelli, scompigliandoseli tutti.

Claire raccolse il coraggio a due mani, anche se avrebbe voluto averne almeno cinque o sei, e bussò alla porta della stanza dei cavalieri.
Aspettò un attimo. Si portò le braccia al petto, incrociandole. Tamburello il piede per terra, simulando il ritmo di una canzone nomade.
Improvvisamente la porta si aprì e chiese: “Salve cercavo Sir Gwaine”.
“Ha l’onore di parlarci di persona!” fece allegro il cavaliere.
Claire alzò la testa e, il suo viso cambiò di colore com’erano soliti fare quegli strani animali che alcuni nomadi possedevano.
Non che non avesse mai visto un uomo a petto nudo, anzi: aveva visto suo padre, suo zio, suo cugino e tanti altri. E sì, poteva dire di aver visto varie volte il cavaliere senza maglia, ma quella volta era troppo.
Troppo per i suoi nervi a fior di pelle, troppo per i suoi sentimenti che le scoppiavano nel profondo. Troppo.
“Nomade ci sei?” chiese il cavaliere passandogli una mano davanti agli occhi.
Lei si riprese e accennò un sorriso “Sì, volevo ringraziarla per il regalo, molto gentile e poi vorrei chiedere informazioni: perché quasi mogliettina?” chiese tutto d’un fiato.
“Merlino non è qui, entra, lui sa meglio di me queste cose…”.
Claire guardò circospetta il corridoio, poi come una furia, entrò.
Con grande stupore vide che, i letti dei cavalieri erano messi in posizioni tali che al centro vi fosse un grandissimo spazio.
Al centro era posto un povero manichino di paglia, tutto stracciato e rotto in vari punti.
“E il nostro modo di allenarci, e questo simpatico  ragazzo ci aiuta!” fece divertito Gwaine, toccando il manichino.
“E’ rotto, questo non regge altri colpi” osservò la ragazza.
“Già, ma tra poco abbiamo un manichino vivente..” osservò Gwaine.
“E chi ha l’onore di divenirlo?” chiese Claire, immaginandosi la risposta.
“Io avrei proposto il re, ma gli altri dicono di no, che non è il caso, che femminucce! Quindi ci prendiamo Merlino!”.
Claire rise.
Dopo quel breve discorso, entrambi non seppero cosa dire. L’imbarazzo regnava nella stanza. Non si poteva cancellare dalla mente quella discussione feroce e volgare.
Fare veramente pace con qualcuno con cui hai litigato, è una cosa potentissima: Claire lo sapeva bene.
Anche Gwaine sembrava a disagio.
“Sentite Gwaine, credo che devo chiedervi scusa, ormai è passato molto tempo da quello che è successo dopo la sua sbronza, ma… Si insomma, sono stata pesante e maleducata, perciò spero che accettiate le mie scuse. Inoltre non riesco a non amare la vostra compagnia e mi da fastidio non potervi parlare, tanto meno trovo noiose le mie giornate senza le sue battute.”.
Claire si morse il labbro, ma doveva farlo fortemente perché… Quanto era stata stupida? Se lo morse talmente che sentì il sapore metallico del sangue in bocca.
“Ripeti pure l’ultima cosa, ti prego!” fece teatralmente il cavaliere.
“No, non più!” fece agitata Claire, passandosi una mano sul labbro che, le macchiò leggermente la mano.
Gwaine rise e incominciò a canzonarla.
“Lo sapevo! Lo sapevo! Ah! Ah come lo sapevo!”
Claire imprecò contro se stessa e si sedette su un letto.
“Non montatevi la testa!” osservò lei, fissandolo furiosa.
“Piccola palla di cinghiale, come non posso montarmi la testa? Sai che tengo a questo tipo di complimenti!”
“Piccola palla di cinghiale a chi, scusate?” fece, alzandosi furibonda.
Gwaine rise, dandole appellativi strani e comici.
“Siete solo un cafone, e io che mi sono scusata con uno che… Che sa solo offendere!” disse Claire, stringendo i pugni.


Gwaine l’aveva studiata dal primo momento in cui l’aveva vista davanti alla porta di entrata. Agitata, confusa e in difficoltà.
I capelli spettinati, l’aria un po’ diffidente, i vestiti abbinati male e il foulard attaccato alla vita annodato così a caso, gli avevano fatto capire che si era precipitata immediatamente da lui.
Appena lo aveva visto era arrossita e aveva impercettibilmente distolto lo sguardo. Era timida.
Forte e timida allo stesso tempo: ma questo lo sapeva già.
Ma la cosa che più lo aveva lasciato senza parole, non era certo il loro breve discorso, ma le scuse pacate della donna.
Si era scusata dal nulla, senza sapere che quello che stava per dirle Merlino, non era una cosa che avrebbe accettato così volentieri.
Era tornata la sua nomade, quella ragazza che lo lasciava sbalordito e gli faceva provare sentimenti mai provati.
Perché aveva rovinato tutto dicendole piccola palla di cinghiale? Non lo sapeva, ma avrebbe rimediato.
Fulmineo si avvicinò, fissandola serio. Le prese il mento e le girò di lato il capo, in modo di parlarle nell’orecchio.
La vide arrossire e sussultare nello stesso istante e, sorrise debolmente.
“Prima di tutto nomade parlo io, prima che mi penta di quello che sto per dirti, o prima di rovinarlo con le mie fantastiche battute..”.
La ragazza borbottò qualcosa, ma lo lasciò proseguire.
“Dirti questa parola mi da fastidio, molto fastidio in ogni caso: scusami anche tu, non intendevo mandarti al diavolo. Per quanto riguarda le ultime cose che hai detto, le penso anche io.”
Non la lasciò andare subito, ma la tenne lì, accanto a sé mentre ascolta il suo respiro.
Cosa gli aveva fatto quella donna?
“Apprezzo quello che avete detto. E comunque le sue battute non sono fantastiche, direi che sono deprimenti... ”.
“Ma le prendi sempre sul serio! Non hai senso dell’umorismo!”.
“Preferirei che foste più gentile!” sbottò la ragazza.
“Trovo che oggi sei bellissima. Può andare?” disse divertito.
Gwaine rise, sentendola sussultare e agitarsi.

“Gwaine spero che tu abbia chiamato Claire, dobbiamo spiegarle che…”.
Nel momento in cui Merlino entrò nella stanza, Claire si staccò dal cavaliere, rimanendo rossa in volto.
Guardò di sottecchi Merlino che, rideva sotto i baffi e fissava Gwaine, che per la prima volta, era imbarazzato.
“Ops…” fece in modo innocente il giovane mago “ho interrotto qualcosa?”
Claire abbassò il capo ancora di più, immaginando che il suo viso stava assumendo sfumature vicine al viola.
“Assolutamente nulla Merlino!” fece sorridente Gwaine, che sembrava essersi calmato.
Il giovane mago sorrise furbo, fissando entrambi gli amici con aria bonaria.
“Benissimo!” fece lui indifferente.
Claire si sedette su un letto e alzò il viso verso i due amici, cercando di controllare il suo rossore.
“Cosa succede? Perché sono la quasi mogliettina di lui?” chiese Claire, accennando con il capo Gwaine.
“Ecco Claire… Come posso dirti questa cosa…” fece pensieroso il mago.
“E’ grave?” chiese la giovane ragazza.
“No, cioè sì, magari per te lo è!” disse il ragazzo.
Gwaine rise e si stese sul letto, tenendo la testa alzata con una mano.
“Non capisco, a cosa ti riferisci? Merlino sii chiaro!” osservò la ragazza che si stava innervosendo.
Merlino sembrò pensarci su e, poco dopo annuì convinto.
“Gwaine mi ha spiegato cosa è successo nella tenda del druido, ovviamente nessuno sapeva cosa fosse e nemmeno io. Ho chiesto al vostro capo se avevate una biblioteca e se potevo fare qualche ricerca in proposito di voi nomadi…”.
“Hai mentito..” osservò Claire compiaciuta “stai diventando un vero nomade!”.
Merlino non sembrava per niente contento.
“Si vero, perciò ho fatto qualche ricerca qua e là! Accidenti avete biblioteche piene di libri sulla magia, se Galius le vedesse, rimarrebbe senza fiato! Ma scusa sto divagando. Come ti dicevo ho fatto qualche ricerca e, ho scoperto a che rito siete stati sottoposti... ”.
Claire fissò Merlino: perché era tanto entusiasta nella magia? Come mai si era interessato così tanto? Quel ragazzo nascondeva qualcosa, e persino i capi e gli altri nomadi lo pensavano.
Se c’era una cosa che i nomadi sapevano riconoscere, era chi mentiva: e Merlino spesso lo faceva. Forse era qualcuno di scomodo, possedeva qualcosa di cui non si doveva parlare.
Forse sapeva usare la magia? Claire pensò che fosse divertente. Merlino mago, nella corte di re Uther sempre e costantemente contro la magia… Claire sorrise furba.
“Ecco per farla breve, questo druido ha unito le vostre forze vitali, se vi ritrovaste da soli, perduti in qualsiasi meandro di questa terra: voi riuscireste a ritrovarvi. Siete come legati da una corda invisibile. E poi… Si insomma questo rito viene usato per legare due persone in… in matrimonio” finì Merlino.
Il sorriso di Claire svanì e, fissò Merlino come un ebete.
“Credo di non aver capito bene…” fece a denti stretti.
“Siete sposati, si insomma per i druidi siete sposati!” fece Merlino.
Claire non riuscì a non alzarsi e, a maledire nella sua lingua natia il druido.
Aveva osato sposarla con un uomo che… Si adesso amava, ma prima no! Non era possibile! Lo aveva fatto contro la sua volontà!
“No! No devi sciogliere questo abominio!” fece cercando di calmarsi.
“Io non posso, non conosco la magia!” osservò Merlino.
“Ma non prendiamoci in giro Merlino! Tu conosci qualcosa su questa materia! Ti hanno sentito pronunciare parole incomprensibili che conoscono solo i druidi! Quindi sai come si fa!” fece Claire.
Merlino la fissò sconcertato.
“Modera i tenermi, lui è il mio migliore amico..” fece Gwaine.
“Perché a voi sta bene vero? Io sono stata sposata senza il mio consenso!”.
“Calmati, mi sembra che la cosa ti stia a cuore e poi… Come potrei biasimarti? Guardami, sono troppo bello!” osservò il cavaliere.
“Non ve ne importa nulla! No, Merlino muoviti!” si girò verso il mago che sembrava pensieroso.
“ Perché ti scaldi così?” fece li cavaliere sorridendo furbo “Forse ti piaccio?”.
La ragazza spalancò gli occhi e urlò,aprendo la porta ti scatto: “NO! Preferisco mettermi con un… NO! Merlino vedi di sistemare questa faccenda!”.
Sbatte la porta mentre, in una strana lingua diceva a raffica cose incomprensibili.
“Non la presa male!” fece Gwaine divertito.

ANGOLO DELL’AUTRICE

Questo capitolo mi ha portato via molto più tempo del previsto. Avevo scritto alcune cose, ma non mi soddisfa vano! Diciamo che potremmo chiamarlo il capitolo dell’incertezza!
Come vedete ho voluto far vedere come Gwaine cerca di mettere in pratica i consigli che gli ha dato il nonno di Claire. Ci  riesce bene oppure no? Sotto questo aspetto datemi dei consigli perché… Si insomma sono indecisa!!
Artù avrà trovato la sosia di Gwen? Che ruolo ha Nora in questa storia? E perché il druido ha sposato i due ragazzi? Sapete perché l’ho voluto io, in particolare?? Ahahahah non so, magari è troppo tardi venirla a scoprire perché entrambi provano qualcosa l’uno per l’altra e credo sarebbe stato più bello se i cari lo avessero scoperto quando si odiavano! Vabbè.. Scusate!!
Ringrazio chi legge e recensisce!! Chi a messo la mia storia tra le seguite, ricordate e preferite! Grazie infinite!!

LaDamaDelLago: Scusa il ritardo… :P Sempre così vero?? Scusami moltissimo se puoi!! Credi?? Ma no!! Ahahahahhahah questo è niente!! Si sono soli mandati a quel paese! Ti piace la teoria?? Che consigli mi dai per svilupparla? Sono ben accetti! Oh si… Spero ma è dura!! Duraaa!! Poi c’è scuola guida… guarda un casino!! Comunque un bacio e fammi sapere!! Baciii! :D

Sweet_Juliet: Ciaooo scusa il ritardo!! Ahahahahahaah grazie mille, sei troppo gentile! Si ma hanno litigato, ma come vedi qui hanno fatto pace!!
J Si e cosa mi consigli?? Come può sedurla ulteriormente?? Ahahahahah ti è piaciuta? Come vedi adoro prendere in giro il lato tenero di Artù!! J
Scusa ancora il ritardo, fa apere cosa ne pensi, un bacione Hina!

Harmony89: Scusa il ritardoo!! Scusa, scusa, scusa! E lo so… Però c’è un motivo!! Però si a volte siamo pazze!!
Per perdonarmi inoltre ho voluto mostrare a Claire il petto nudo di Gwaine (credo che possa bastare!! *.*) Ma prometto he ti farò cuocere in brodo di giuggiole nel prossimo capitolo!! Prometto che farò un Gwaine tanta ma tantaaaaaa roba!!
Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo, spero anche questo!! Un bacio!!








 

  
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