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Autore: neverbethesame_    19/10/2011    4 recensioni
"La volevo, la desideravo. E cosa che allora non capìì ma adesso mi è chiara come il sole, io avevo bisogno di
lei. "... "neanche la signorina Granger con il suo caratterino pignolo e autoritario era riuscita a sfuggirmi..durante il ballo del ceppo del quarto anno"...Commentate please :D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Uno sguardo. Un semplice sguardo e quegli occhi color cioccolato mi scaldarono il cuore.

Era incredibilmente cambiata, ma era rimasta la stessa. La stessa mezzosangue che da sempre conoscevo e

cantilenavo era diventata una donna sotto i miei occhi, e mi bastò un solo sguardo per capire che quella

donna era mia.

La volevo, la desideravo. E cosa che allora non capìì ma adesso mi è chiara come il sole, io avevo bisogno di

lei.

Avevo bisogno di una persona sana, genuina, diversa accanto a me. Ero stanco di attenzioni da parte di

gente senza spina dorsale che ti sorride per puro timore, o di galline con un bel viso ma vuote all’interno.

Lei aveva fegato, cervello. Era indipendente ma vulnerabile. Era un vulcano di intelligenza, forza,  eleganza

e dinamicità pronto a scoppiare. Dio quanto avrei voluto far scoppiare quel vulcano solo per me.

All’interno era un tesoro da scoprire, e forse lo sapevo dal primo giorno che la incontrai ma non volevo

ammetterlo. Adesso era una donna anche all’esterno, ed era bellissima. Unica e bellissima.

Con quei capelli ricci e ribelli, simili ai suoi occhi contrastavano con la sua carnagione bianca e perlata.

Il suo sorriso era come un fuoco. Riusciva a scaldarti e illuminarti durante le giornate buie e faticose,

riuscendoti ad inondare il corpo di scariche elettriche.

La sua risata era un suono lontano. Non riuscivo ancora a sentirlo da vicino, visto che in mia presenza  e nei

miei confronti era ancora fredda e brutale come sempre. Ma desideravo sentirla vicino alle mie orecchie

come desideravo sentire il suo odore e il suo fiato sul mio collo.

E le sue labbra. Oh le sue labbra. Erano pesche vellutate e mature al tocco.

Già, neanche la signorina Granger con il suo caratterino pignolo e autoritario era riuscita a sfuggirmi.

Durante il ballo del ceppo del quarto anno, dopo aver litigato con quei due grifoni di Potter e lenticchia

l’avevo vista seduta su una scalinata lontano dalla bolgia. Aveva gli occhi arrossati e sapere che soffriva mi

provocò una fitta allo stomaco. La fissai per minuti eterni da lontano, combattendo contro la volontà di

andare da lei o dalla necessità di non avvicinarmi agli sporchi mezzosangue. Alla fine si sa, un uomo non

riesce a stare lontano dalla sua amata come un bambino non può allontanarsi molto dal suo giocattolo

preferito.

Mi avvicinai lentamente e con grazia, lottando contro la voglia di correrle incontro. Mi avvicinai a lei e la

guardai ancora dall’alto, incapace di formulare una frase.

“Ti ci metti anche tu Malfoy?” singhiozzò lei con freddezza, ma la voce le uscì come un sussurro.

“Stai rovinando l’aria felice della festa Granger. E poi così ti rovini il vestito.”

“Gira a largo schifosa serpe” si alzò di scatto e rimase a fissarmi con disgusto. Il viso era macchiato di trucco

sciolto ma la trovai ugualmente incantevole come sempre. Il vestito violetto era stropicciato ma gli donava

un aspetto a dir poco sublime e regale. E poi i capelli erano perfettamente raccolti, con qualche boccolo che

gli incorniciava il viso meraviglioso e tenero.

Forse passò qualche secondo di troppo e mentre io restavo impassibile lei si girò e iniziò a salire le scale

diretta verso il dormitorio.

“Dove vai?” sussurrai con freddezza.

“Il più lontano possibile da qui, e da te.” Singhiozzò ancora.

“Non ti lascerò andare così facilmente. Stai parlando con Malfoy, mezzosangue. E non sono venuto da te per farmi insultare”. 

Lei si girò sorpresa e confusa dalle mie parole. “Cosa diamine vuoi? Ti prego. lasciami impace” il suo tono supplichevole

mi colpì come un pugnale, dritto nel petto.

Odiavo l'idea che si era fatta di me.

Odiavo ogni signolo scherzo che li avevo fatto.

Ogni dolore che da sempre gli avevo procurato. Era tutta colpa mia.

Non potevo averla ed era colpa mia.

“Io..io” balbettai per la prima volta, e forse fu proprio in quel momento che mi resi conto che la mia non era

solo attrazione per lei. non volevo averla perché tutti non facevano che ricordarmi quanto era diventata

bella quella maledetta grifondoro. Lei era la donna che amavo. L’unica che poteva tenermi testa, l’unica che

poteva rendermi orgoglioso di starle accanto. L’unica che mi sprigionava sensazioni e sentimenti che mai

avrei provato.

Era lei e non potevo averla.

Sorrisi e mi avvicinai a lei senza staccarle gli occhi di dosso. “Aaah. Al diavolo” colmai la distanza che c’era tra i nostri corpi in un secondo.

Mi sentii estremamente forte intrappolandola nel mio petto ed estremamente completo appena lei iniziò a contraccambiare il bacio e si lasciò andare.

Non so dirvi per quanto tempo tenni premute le labbra sulle sue, quanti brividi percorsero i nostri corpi, quanti gemiti, sospiri e morsi abbia sentito,

ma quello è stato il momento più forte ed entusiasmante della mia vita.

Sentire le sue piccole braccia avvinghiate alla mia vita e la sua pelle candida e calda sulla mia è il ricordo più prezioso che io abbia mai avuto.

Già solo un ricordo.

Perché la realtà prevalse quasi subito su quel sogno. Hermione si liberò dalla mia morsa, mi guardò con sguardo infuocato di passione,

che però si tramuto in rabbia e terrore. Sibilò qualcosa che non riuscii a sentire e corse su verso la torre dei grifondoro.

Io rimasi lì su quelli scalini, sconfitto e distrutto per il rifiuto, ma completamente estasiato da lei e dalle sensazioni che avevo provato.

Giurai che quello sarebbe stato il nostro segreto, il mio segreto.

Perché se un uomo ha qualcosa d’importante e di prezioso non va a sbandierarlo al mondo intero. se lo tiene per se, nella sua mente.

Unico posto dove nessuno può entrare veramente e appropriarsi dei pensieri. È il posto più sicuro al mondo.

E io decisi che la mia mente sarebbe stata la casa del bacio. La gabbia di tutte le mie passioni più profonde. La scatola che racchiudeva ogni battito del suo cuore,

ogni suo sguardo e ogni suo sospiro. L’avrei amata lì, nella mia mente che ripeteva continuamente quella scena.

Nel mio vero mondo.

Il posto perfetto per tutto.





NOTE D'AUTORE:

Salve a tutti.

Come vedete sono tornata con molte più idee e più fantasia di prima. Mi scuso per i lettori che hanno aspettato invano un continuo delle mie storie passate ma avevo perso completamente la fantasia.

Spero di averla ritrovata.

Non posso promettervi che ricomincerò a scrivere i continui delle vecchie strorie e credetemi sono dispiaciuta più io che voi, ma è passato troppo tempo, ormai quelle storie non le sento più vive..mie.

Voglio riniziare con questo capitolo unico, poichè credo che per me è più facile scrivere una storia del genere poichè ho più tempo fer altre cose e lo faccio davvero con passione. Preferisco mille one-shout

che una storia con 1000 capitoli lasciata  a metà.

Vi ricordo ancora di lasciare una recensione. piccola grande media in italiano latino greco o egiziano basta che mi dite qualcosa, perchè davvero ho bisogno della vostra collaborazione per scrivere

qualcosa di decente. Spero di ricevere più visualizzazioni e recensioni delle storie scorse perchè davvero, questa storia per me è importante.

Grazie mille per tutto.

Ilaria.

P.S più recensioni avrò e prima riuscirò a mettermi a lavoro. Magiaaaa <3

PPS mi scuso per gli errori di battitura o per errori madornali, ma sono una mezza capra. 
  
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