Avete mai vissuto dei momenti in cui sentite di non essere all’altezza di decidere della vostra vita? Mai avuta la sensazione di non essere responsabili di voi stessi?
Vi prego,ditemi di sì.
Perché io mi sento così tutti i santi giorni.
Vado a scuola perché ci sono costretta.
Saluto la gente perché ci sono costretta.
Parlo con chi conosco perché ci sono costretta.
Rispondo al cellulare perché ci sono costretta.
Questo è il minimo indispensabile di una vita sociale media. Se dipendesse da me,starei tutto il giorno in una biblioteca. Si,una biblioteca,dove sei invisibile perché l’unica regola che devi rispettare è fare silenzio. Fare silenzio è la cosa più bella che qualcuno possa fare per me.
Un tempo parlavo in continuazione. Ero una chiacchierona incallita. Le maestre dicevano sempre a mia madre che avrebbe fatto bene a fare scorte di nastro adesivo per tapparmi la bocca,ogni tanto.
Adesso,se parlate con me,potreste avere la voglia improvvisa di buttarvi da un ponte.
Odio tutto. Non mi piace fare niente che non sia musica e libri. Purtroppo,la vita di una sedicenne è tutto tranne che musica e libri. E la vita di una sedicenne è perennemente sottoposta al giudizio degli altri. E’ tutto questo che mi dà sui nervi. Lasciatemi stare,con la mia depressione io ci sto bene. Sto benissimo,perché tutti pensano che una persona triste debba stare male? Io mi sento bene,con la mia fottuta routine. Sto bene,datemi solo un libro di Salinger e assicuratevi che le mie orecchie possano godere in eterno.