Capitolo 7
Erano in 5 e Alex era da solo c’ero anche io ma non ero sicura di poter essere d’aiuto. Era una pessima situazione eppure forse c’era un semplicissimo modo per uscirne: ferire l’orgoglio di Benedetta -complimenti Darling! Hai talmente paura di risolvere la questione da sola con me che ti porti dietro i gorilla di 90 kg.. sai, sei patetica-
a quel punto non ci vide più dalla rabbia e mi raggiunse a passo di carica facendo spostare i ragazzi che ci accerchiavano.
–senti nana io non ho paura proprio di niente capito!? Tanto meno che di una che è alta come una formica, ok?-
ora non era più la sola ad essere arrabbiata
–certo, certo.. ahahah! Sinceramente ti rendi conto che ti stai arrampicando sugli specchi? Di la verità: ti piace Alex, mi invidi per i miei soldi e stai facendo di tutto per farti notare da lui e cancellarmi- avevo finalmente trovato il punto debole di quell’oca bionda dalle gambe chilometriche e avevo intenzione di vendicarmi
–io.. io no! No n-non è vero io..-
-inizi anche a balbettare cara? Mi sa proprio che ho fatto centro.. ma dimmi: è tanto che ti piace Alex vero? Eravate in classe assieme l’anno scorso o sbaglio? Mmm.. che brava che sei stata a farti segare!-
era diventata cianotica e respirava affannosamente per via dello shock.
–va beh; ora non mi interessa. Me lo dirai un’altra volta perché ho da fare.. ciao a tutti-
finito di umiliare Benedetta presi per mano Alex e mi allontanai alla svelta dal bar.
–cazzarola facevi paura! Ricordati di non farti mai arrabbiare, non voglio rischiare di morire così giovane!-
-ma quanto sei stupido!?-
-ti diverti davvero tanto a insultarmi eh?-
-un po’.. tanto-
appena risposi mi caricò sulle spalle
–ah si!? Ora ti faccio vedere io!-
iniziò a farmi il solletico che per fortuna non soffrivo
–e che cazz..-
-sorpreso caro?- ghignai trionfante.. troppo presto
–tranquilla mi vendicherò ugualmente, quindi.. stai esattamente dove sei- iniziai a ridere come una pazza
–dai!!ho appena mangiato! Guarda che ti vomito addosso!-
mi rimise in piedi di scatto e iniziò a sistemarsi la giacca
-com’è la tua famiglia?- ero curiosa di saperlo.. a dire il vero avevo voglia di conoscerlo meglio, qualsiasi cosa uscisse dalla sua bocca mi interessava
-ehm.. ho un fratello e una sorella. Eleonora, mia sorella, ha 14 anni e Nicola, mio fratello, ha due anni meno di lei. Sono due rompi balle, ci picchiamo sempre ma in pratica io e Nicola ci divertiamo a far incazzare Eleonora. Mio padre è poliziotto e mia madre è architetto- mi erano sempre piaciuti i bambini e spesso, quando andavo a trovare Linda e Marta giocavo con i loro fratellini.
–mi piacciono i bambini-
commentai
–ahahah, credimi non se sono i miei fratelli-
non potevano essere così male no?
-sono così terribili?-
Scoppiò a ridere di nuovo
–no, sono peggio! Facciamo così, un giorno te li faccio conoscere e vediamo-
-ok affare fatto! Facciamo una scommessa?-
-sentiamo-
-tu dici che i tuoi fratelli sono tanto terribili e che se li conoscessi mi farebbero impazzire giusto?-
un sospiro, si guardava attorno confuso
–si-
affermò
-benissimo io scommetto il contrario. Scommetto che riuscirò a “sopravvivere” e mi divertirò anche-
scoppiò nella risata più fragorosa che potesse fare e per poco non si soffocò
–ok perfetto ho già vinto. E dimmi cosa vorresti regalarmi?- sbruffone
–scommettere. Puoi scegliere tu il premio-
sbuffò
–e che ne so io! Dunque.. se vinco io sei costretta a.. mmm.. ok! Ci sono! Se vinco io devi darmi un bacio se vinci tu.. beh scegli-
classico dei maschi! Lo stesso genere di cose che chiedono tutti.. però c’era chi chiedeva di peggio. Comunque non avrei perso.
–se vinco invece devi.. ne ho una di fantastica, e visto che perderai, tieniti pronto a spogliarti!-
sul suo viso si leggeva solo una cosa: lo shock
–come..? io.. cosa..?-
non riuscii più a trattenermi e gli scoppiai a ridere in faccia
-hai dimenticato chi, perché e quand..o!-
troncai l’ultima parola, interrotta da una nuova ondata di risate. Quando mi fui finalmente calmata gli risposi – siamo a inizio dicembre. Devo lavarti con la pompa, si intende con l’acqua fredda-
-non ti preoccupare sarai tu a dovermi baciare!-
pff
–certo, contaci-
finite le battute riguardanti la nostra scommessa iniziammo a girovagare per la città ridendo e scherzando. Arrivati in piazza duomo finalmente vidi la fontana del Nettuno
-è stupenda, veramente-
-c’eri mai stata?-
-no-
non c’ero mai stata e per quanto bella fosse non mi diceva nulla. Certo sapevo che era colpa mia. Del fatto che sono testarda e cocciuta, ma cazzo, non posso cancellare il mio carattere. Per quanto continui a mascherarlo in un modo o nell’altro esce allo scoperto.
–sono quasi le sei, devi tornare a casa?-
annui. Nonostante l’arrivo si Benedetta mi ero davvero divertita con Alex. Era stata una giornata diversa dal solito e era.. beh era davvero tanto che non lo facevo. Quando tornai a casa salutai il mio accompagnatore con un abbraccio. Ero talmente piccola in confronto a lui che se anche fossi sparita nessuno se ne sarebbe accorto. Percorsi tutto il giardino saltellando. Appena entrai dalla porta feci per salire le scale ma una voce mi congelò a metà dell’azione.
-dov’eri-
non era una domanda ma un’affermazione. Non poteva essere! tornavano sempre attorno alle nove e puntualmente, io oggi ero uscita e alle sei e mezzo loro erano già a casa
-a farmi un giro con un amico-
-non rispondere così! Sono già abbastanza irritato senza che tu risponda così. Ora dimmi chi era l’amico in questione-
fui più fredda che potei
–un mio compagno di scuola-
iniziò a urlare e agitare le mani
–mi stai prendendo in giro!? Dimmi chi è!-
urlai anche io questa volta
–ti ho risposto!ti ho detto che siamo a scuola assieme!-
iniziò ad avanzare verso di me a passo di carica e intuendo le sue intenzioni iniziai a correre per le scale
-non ti permettere di mancare di rispetto a tuo padre! Piccola insolente che non sei altro!-
aumentai la corsa visto che i miei genitori mi erano alle costole. Raggiunsi il piano superiore e pensai di avercela fatta ma in quell’istante una mano familiare mi afferrò il polso mentre una mano più piccola e aggraziata smaltata di rosso, mi tirò uno schiaffo in pieno viso
-mi pareva di averti già detto che non ci devi mancare di rispetto ma a quanto pare non hai ricevuto il messaggio-
un altro schiaffo, più forte del primo mi fece cadere sulle scale. Sentii un dolore lancinante alla testa e poi l’odore del sangue fresco.
–allora, piccola, stupida hai capito?-
mi domandò la donna che chiamavo mamma. il dolore alla testa non mi permetteva di parlare o muovermi così rimasi immobile con la testa rivolta verso il piano terra e le gambe verso il primo piano.
–sembra di no-
commentò ancora. Sentii il silenzio per un istante e poi un colpo molto, molto forte all’altezza dello stomaco “un calcio” pensai. Ne arrivò un altro e poi un altro
–hai capito?-
anche questa volta non risposi ma rimasi immobile con gli occhi chiusi. Il dolore che sentivo era tale da non riuscire a muovermi. Una mano si strinse attorno al mio collo. Dapprima piano poi incrementò la presa finché non mi sollevò da terra. Spalancai gli occhi e iniziai a graffiare e dimenarmi ma non riuscivo più a respirare. La presa alla mia gola scomparve e rotolai giù per le scale. Vidi due persone scavalcarmi e dirigersi verso la sala da pranzo. Non so quanto rimasi ferma li ma quando capii che nessuno sarebbe venuto ad aiutarmi iniziai lentamente a strisciare, fermandomi molte volte per colpa del dolore. Arrivata nel mio bagno feci l’immane sforzo di alzarmi. Ero conciata davvero male. Il viso era pieno di sangue e il trucco era sbavato. Sembravo un mostro. Sul collo si vedevano già i segni violacei delle dita. Mi spogliai il più in fretta possibile e mi stesi nella vasca, aprii l’acqua e lasciai che mi cullasse. Eliminato lo sporco che avevo addosso indossai l’intimo e il pigiama e mi misi subito a letto sperando che una bella dormita mi aiutasse a riprendermi.
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Salve salve salve!! piaciuto il capitolo? emh .... so che la fine è un po' cruenta ma capitemi! era necessario per tutto quello che succederà nei prossimi capitoli! D: ora penso di essere brava a scrivere solo tutta questa roba straviolenta ): va beh ... in questo capitolo ho scritto il mio nome, vediamo se capite come mi chiamo :D direte .... ma non sei Sofia? beh ecco a mio papà piacevano tutti e due e visto che hanno provato ad avere figli per 4 anni e non ci sono riuscito mi hanno chiamata "Nata Alla Luce Della Conoscenza" come!? no tranquille è il significato :D dopo tutte le mie cavolate non mi resta che ringraziare tantissimissimissimo (<---- wow che parola lunga *_________*) chi ha letto, recensito e mi ha inserita nelle seguite :D grazie!! A MERCOLEDì!
BaCIo, sophy