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Autore: Meme06    19/10/2011    11 recensioni
E se Ikuto fosse un vampiro ed Amu una semplice ragazza che però dentro di se nasconde un'indole oscura e sadica? Che cosa succederebbe? Ambientato nel passato. un'altra storia che ha sviluppato la mia mente malata, spero vi piaccia ^ ^
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'The smell of your blood'
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Finita la colazione, proprio come previsto, lasciarono la locanda e si misero di nuovo sulle tracce dei due vampiri.

- Signore, voi vi rendete conto che possono essere andati chi sa dove, vero? - domandò Eiji. Non aveva alcuna voglia di andare a cercare Amu e Ikuto e più che mai la mattina.

- Si, me ne rendo conto. - rispose tranquillo il biondo guardandosi intorno. - Oggi però andremo nel bosco…

- Perché? - chiese il moro stupito.

- Perché se dovessero essersi stabiliti qua è nel bosco che li troveremo. - rispose Hotori.

- Oh… - fece Eiji poco convinto.

Ripresero a camminare e passarono quasi tutto il paesino prima di trovare la via che il avrebbe condotti all'interno del bosco. Un uomo anziano, vedendo le loro intenzioni, disse loro:

- Io ve lo sconsiglierei.

Eiji e Hotori si voltarono con fare confuso verso l'uomo.

- Perché mai? - domandò Hotori.

L'anziano li guardò con sguardo prima stupito, poi severo:

- Volete dire che non sapete che tra i boschi di questo villaggio si nascondono strane creature?

Hotori improvvisamente divenne interessato a quello strano individuo.

Gli si avvicinò.

- Voi signore le vedete sempre queste creature? - gli chiese.

L'anziano annuì.

- Sempre proprio no… - rispose. - Ma giusto ieri notte si sono sentite delle urla provenienti dall'interno del bosco ed è un bosco molto fitto. Dov'essere successo qualcosa...

L'uomo assunse un'aria pensierosa che incuriosì parecchio Eiji.

- Hotori? - domandò. - Voi credete che…

Prima che finisse la frase Hotori annuì convinto e nel cuore di Eiji si accese la paura.

- Vi siamo grati… - disse il biondo. Poi entrò nel bosco. Il moro, anche se la paura lo avrebbe trattenuto, entrò seguendo l'uomo dinanzi a se.

L'interno del bosco era abbastanza illuminato, avevano fatto bene ad andarci di mattina, altrimenti lui sarebbe morto per strada, di paura.

Era un fifone, era vero, ma dopo tutto quello che gli era successo aveva i suoi buoni motivi per avere paura. Inoltre sapere contro chi stavano andando non lo calmava affatto.

Il signor Hotori, davanti a lui, sembrava camminare calmo e sereno, come se fossero andati a fare una gita di piacere e non una specie di salvataggio o suicidio, dipende come andrà a finire poi.

Si strinse nelle spalle, erano entrati in una parte del bosco più fredda rispetto alle altre, probabilmente perché gli alberi riparavano meglio dalla luce del sole. Chiunque usando la logica lo avrebbe capito. Ma quando ci si mette la paura…

- Siamo vicini a loro… - disse Eiji. - Tutti i posti freddi sono maligni.

Hotori neppure lo sentì continuando a camminare. Eiji sbuffò, quel pazzo lo voleva trascinare nella tomba con lui.

Camminarono ancora per un bel pezzo, tanto che il moro, quando si fermò, sentì tutto il dolore della camminata sui piedi.

- Eiji, ci siamo… - annunciò il biondo indicando una casetta in legno. Si avvicinarono un poco.

- Che cos'è questa puzza? - domandò Eiji tappandosi il naso.

Si guardarono intorno.

- Probabilmente quelle là… - disse Hotori indicando due teste di bambine. Eiji per poco non sveni, decise di essere forte. Se ci riusciva quel pazzo a mantenere così bene la calma poteva riuscirci benissimo anche lui, oppure no? Fatto sta che più guardava quei capi che erano in via di putrefazione, più si chiedeva dome mai Hotori avesse fatto un cambiamento così radicale del suo carattere all'improvviso.

Era da quella mattina che lo vedeva più calmo, che fosse per il suo obbiettivo?

Fece spallucce tentando di non guardare quei due pezzi umani ancora infantili.

- Signor Hotori, dobbiamo entrare in casa? - chiese tremante Eiji.

Il biondo si voltò verso di lui e annuì. Il moro deglutì rumorosamente, ma neanche di questo Hotori si accorse, troppo impegnato a pensare come poter far soffrire quel vampiro ripugnante che aveva osato macchiare di sangue la loro famiglia.

Lentamente, tentando di non fare alcun rumore, entrarono in casa. Apparentemente sembrava una normale casina nel bosco. Anche se la puzza di morte e di bruciato aleggiava nell'aria e giungeva alle narici con una facilità impressionante.

In quel momento si trovavano in soggiorno, c'era una grande quantità di cenere a terra. Doveva essere bruciato qualcosa di molto grande.

Aprirono una porta. Dentro vi erano un lettino e una culla. Le coperte di entrambi i letti erano spostate e spiegate. Non c'era nessuno dentro.

Decisero di prendere la porta adiacente. Era molto buio, non si vedeva nulla. Anche se aguzzavano la vista più che potevano sarebbe stato inutile.

- Signore… - lo richiamò Eiji. - Credo che abbiamo sbagliato posto.

- lo credo anche io… - rispose una voce maligna, molto conosciuta da loro. Talmente tanto che il moro non poté fare a meno di iniziare a tremare.

Si avvicinarono loro due figure familiari e inquietanti.

- Ma guarda un po' chi c'è… - fece la ragazza leccandosi le labbra. - Dopo tutto non abbiamo ancora fatto colazione…

Disse. Eiji era paralizzato. Volse lo sguardo al signor Hotori che al contrario di lui era tranquillissimo.

Il biondo non aveva paura. La vendetta aveva risucchiato anche quella. Tirò fuori un paletto e mise una mano sulla spalla al ragazzo.

- Sii freddo… - gli disse. - Ricorda che è lui che ha ucciso Mary…

Le parole dell'uomo lo colpirono. Eiji ripensò a quella volta che aveva visto il cadavere della biondina. Di quella biondina che gli piaceva tanto. Ripensò alla freddezza delle parole di Amu quel volta che ce lo aveva portato. Era stato atroce per lui eppure quella ragazza non gli aveva riservato neanche una parola di conforto.

Strinse i pugni. Hotori aveva ragione, doveva essere forte. Doveva dimenticare che quella davanti a lui era sua amica e aiutarlo a sconfiggere il vampiro.

- Va bene… - disse il moro. In quel preciso momento si lanciò contro Amu che colta alla sprovvista cadde a terra sotto il ragazzo che la teneva ferma per dare la possibilità ad Hotori di combattere contro Ikuto.

Infatti, subito dopo, al vampiro toccò parare un colpo da parte del biondo che era agguerrito come nessuno lo aveva mai visto.

- Hey vecchietto perché non ti dai una calmata? - disse Ikuto schernendolo.

Ma l'uomo non si fermava con nulla. Continuava a lanciargli contro il paletto, senza che però esso riuscisse a colpire nemmeno di striscio il non morto.

- Riuscirò ad ucciderti dannato vampiro! - gridava il biondo mentre tentava in ogni modo di mandare a segno il suo paletto.

Nel frattempo Amu non faceva altro che provare a liberarsi dalla presa di Eiji.

- Che cavolo vuoi Eiji! Se non mi lasci subito andare la mia vendetta su di te non sarà tanto leggera! - esclamò la ragazza, ma il moro non si muoveva. - Ikuto! Insomma togliti di mezzo! Ikuto! Ikuto!

Continuava a dimenarsi. Era mattina e i suoi poteri non funzionavano come la notte. Non riusciva a muoversi.

- Amu, per favore non rendere le cose ancora più difficili… - le diceva invece Eiji con gli occhi tristi.

- Oh se non ti togli subito vedrai come si faranno difficili per te le cose! - gridò di nuovo la ragazza.

Lui non l'ascoltava lo stesso.

- Perché lo hai fatto? - le chiese.

- Ah? - il viso della ragazza assunse l'aria più sorpresa che si fosse mai aspettata.

- Perché sei voluta diventare un vampiro… - mormorò.

Lei sorrise malignamente.

- E a te che cosa te ne importa? Cambia forse qualcosa? - domandò.

- Certo che cambia! - gridò il ragazzo di rimando. - Tu eri un'amica importante per me!

Amu non si scompose. Anzi, chiuse gli occhi un attimo. Poi riaprendoli lo guardò duramente dicendo:

- Beh sappi che tu per me non sei mai stato la stessa cosa.

Eiji sgranò gli occhi. Lo aveva preso in giro per tutto il tempo, anche quando era in vita? No, era il demone a parlare, non era lei. Non l'avrebbe mai creduto.

- No, mi rifiuto di crederlo! - esclamò.

- Oh, povero piccolo… - fece. - Mi dispiace tanto, non era questo che volevi sentirti dire vero?

Ironizzò lei. Il moro strinse la presa sui polsi, diventando davvero arrabbiato.

- Stai zitta! - sbottò.

Amu rimase impassibile.

- È triste vero? - domandò lei. - Scoprire che nessuno ti ha mai voluto bene…

- Che cosa stai dicendo? - domandò con fare smarrito il ragazzo.

- Oh andiamo… Io non ti ho mai considerato altro che un rammollito buono a nulla, il signor Hotori non si fidava di te e in quanto a Mary… diciamo la verità, sei sempre stato solo una palla al piede per lei.

- Menti… - mormorò il moro.

- Oh fosse così! - esclamò la rosa sempre più maligna. - Purtroppo per te Mary mi raccontava tutto, povero piccino, triste come scoperta, non è vero?

Dagli occhi vuoti di Eiji scesero calde lacrime amare. La presa sui polsi della ragazza venne allentata di un poco, ma ancora non riusciva a liberarsi.


Una lama raggiunse la spalla del ragazzo facendogli uscire il sante. Ikuto era ancora intento a combattere il signor Hotori. Era davvero pesante la cosa. Non riusciva a toglierselo dalle scatole e Amu era bloccata da quel fessacchiotto. Ogni tanto provava a vedere che cosa stava accadendo e con suo grande sollievo non accadeva niente alla ragazza.

D'un tratto un paletto gli sfiorò la gola.

- Hey ora mi hai davvero stancato… - sibilò il vampiro tirando fuori un pugnale. - Mi sono rotto di voi esseri umani…

Lanciò il pugnale contro il signor Hotori, conficcandoglielo nella carne della coscia. L'uomo urlò per il dolore. Strinse i denti lo stesso e si estrasse il pugnale dalla gamba emettendo un gemito strozzato.

- N-non mi sconfiggerai c-così f-facilmente… - mormorò il biondo.

Ikuto sorrise sadico.

- Meglio, più divertimento per me. - rispose il ragazzo mettendo le mani sui fianchi e continuando a sorridere.

Partì all'attacco sferrando al biondo un pugno sotto il mento, facendolo rotolare per qualche metro. L'uomo si rialzò e colpì veloce il vampiro, che colto alla sprovvista non fece in tempo a spostarsi e si ferì al braccio sinistro.

- Bastardo… - mormorò il ragazzo dai particolari capelli blu. Prese di nuovo in mano il pugnale. Si diresse verso l'uomo e con un calcio lo gettò a terra. Gli si mise sopra e gli infilò di nuovo il pugnale nella ferita.

Il biondo urlò, il dolore era insopportabile.

- Non è finita tranquillo… - gli disse Ikuto. E dopo questa frase iniziò a girare il coltello all'interno della ferita. Altre grida da parte di Hotori. L'uomo poteva avvertire la carne che si lacerava e gli organi che venivano tagliati malamente dal ragazzo che non faceva altro che guardarlo con sguardo divertito. - Che ne dici? Sono bravo eh?

Il biondo provava a trattenere i gemiti, ma era inutile dire che non ci riusciva, il dolore era troppo forte. Lo stava devastando. Con un calcio al petto se lo tolse dai piedi.

Ikuto continuò a ridere, sicuro ormai della sua vittoria. Guardò Amu che stava riuscendo a liberarsi, poi guardò Hotori che invece tentava, senza riuscirci, di fermare l'emorragia della ferita.

- Io lo avevo detto che avrei vinto… - disse per poi avvicinarsi a lui.


- Non è vero… - disse Eiji in un sussurro. - M-Mary mi voleva bene, lo so… me lo ha detto molte volte…

- Per non farti rimanere male. - concluse la ragazza che stava riuscendo a sgattaiolare via dalla presa del ragazzo, il quale non faceva altro che avere lo sguardo perso nel vuoto e piangere. Penoso, davvero penoso.

- Tranquillo Eiji… - le disse lei. - la rivedrai presto…

E con si tolse il ragazzo di dosso.

- Ikuto! Ikuto! Sono qui! - gridò correndo verso il ragazzo. Stava per raggiungerlo quando finì a terra. Eiji le si era gettato addosso di nuovo. - Maledetto! Lasciami subito!

Il vampiro si voltò a guardarla negli occhi. Voleva stare con lui, era questo che voleva. La ragazza diede una gomitata ad Eiji e riuscì a liberarsi. Si alzò da terra affiancando il ragazzo.

- Ikuto… - disse.

- Beh Amu, vogliamo fare colazione? - le chiese.

Fecero in tempo a girarsi per accorgersi che Hotori si era alzato e che teneva una mano sulla maniglia della porta. La paura attraversò veloce il cuore di Amu, facendolo esplodere dalla certezza di quello che stava per accadere.

- Sai non morto che fuori è giorno? - domandò Hotori.

Ikuto portava la fascia e sorrise. Si voltò verso Amu e fissò il collo della ragazza. Su di lei non c'era.

- Amu… - mormorò. La ragazza sorrise.

- Non importa Ikuto… - rispose lei. La porta si stava per aprire.

Non c'era più tempo da perdere. Sarà una stupidaggine, ma credo sarebbe la cosa migliore che farei in vita mia… si disse il vampiro. La guardò intensamente negli occhi e le sorrise, un vero sorriso. Si tolse la fascia e la legò al collo di Amu.

- Ikuto, cos… - non fece in tempo a finire la frase. Bastò fissare i suoi occhi e vedere il sorriso fare capolino sul suo volto, per poi trovarselo ridotto in cenere ai piedi.

Il corpo del ragazzo si era tramutato in polvere, dell'inutile polvere da spazzare. La ragazza rimase ancora per qualche istante a fissare il vuoto, quel vuoto che prima era riempito dalla sua presenza.

Poi si inginocchiò a terra e immerse le mani nelle ceneri, tirandone su un poco.

- Ikuto no baka…(ikuto sei un idiota) - mormorò la ragazza prima di lasciare scendere dal suo volto una lacrima rossa che andò a decorare per prima il pavimento. Poiché in seguito venne seguita da tutte le altre. Lacrime rosso scuro, perché anche il dolore che una persona prova all'interno è una ferita e sgorga sangue.

  
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