CAPITOLO 13
Quello stesso pomeriggio, verso le
cinque e mezzo, Kaori decise che era venuto il momento di tornarsene a casa.
Aveva lavorato tutto il pomeriggio al progetto per l’ufficio di Ryo e doveva
ammettere che ne era molto soddisfatta. Alla fine aveva scelto mobili in legno
massiccio e divano e poltrone in pelle nera. Inoltre, pensava di aggiungere
delle foto dei più famosi e più bei palazzi che l’azienda di Ryo aveva
costruito. Era quasi arrivata alla porta del suo ufficio, quando il telefono si
mise a suonare. Yoko era già andata a casa, perciò rispose lei. Era Ryo.
-Sono felice di trovarti ancora in
ufficio, credevo fossi già andata a casa- le disse
-In effetti, ci stavo andando-
rispose Kaori
-Volevo sapere come stavi e se
avevi parlato con la polizia-
-Sto bene, non preoccuparti. E sì,
ho parlato con un collega di Hideyuki, ho fatto la denuncia e lui mi ha detto
che oggi stesso avrebbe chiesto al giudice di emettere un ordine restrittivo per
Keichi-
-Non credo servirà a fermare un
tipo come lui. Non sono tranquillo. Non possono mandare qualcuno che tenga
d’occhio casa tua?-
-Non prima di domani sera. Tutti
gli uomini erano impegnati in qualche caso. E poi, sono già stati anche troppo
disponibili con me-
-Lo hai raccontato a tuo fratello?-
le chiese lui con dolcezza
-Non ancora, preferisco
parlargliene di persona. E poi non voglio rovinare la sua luna di
miele-
-Capisco. Senti, perchè non vieni
da me? Mi sentirei più tranquillo-
-Ryo, ti ho già detto che non è una
buona idea...-
-Non ti fidi ancora di me?- le
chiese con voce scura
-Non è questo...- replicò lei
-E allora cosa?- insistette
Ryo
-Non mi fido di me
stessa-
Detto questo, Kaori riattaccò,
senza lasciargli il tempo di ribattere.
Per tutto il tragitto fino a casa,
la donna non fece che ripensare a quello che aveva detto a Ryo. “Non mi fido di
me stessa...Ma come diavolo mi è uscita una trovata del genere?!” si chiese. Lui
non gliel’avrebbe di certo fatta passare liscia, le avrebbe chiesto cosa
significassero quelle parole. E lei era pronta a dargli una risposta? Forse no,
forse sì...Doveva ammettere che negli ultimi giorni la rabbia e il risentimento
nei confronti di Ryo stavano cominciando a scemare. Le aveva detto che sei anni
prima se n’era andato perchè vi era stato costretto, per un motivo importante.
Tuttavia, non poteva dirle qual’era questo motivo. D’altra parte, se anche
avesse potuto, lei glielo avrebbe permesso? Sarebbe rimasta ad ascoltarlo?
Doveva ammettere di no. Sapeva di essere alquanto testarda.
Continuando a rimuginare,
parcheggiò la sua Mini ed entrò nel palazzo in cui viveva. Entrò in ascensore e
premette il tasto del sesto piano, dove si trovava il suo appartamento. Uscì a
testa bassa, cercando le chiavi nella borsa. Arrivata davanti alla porta
finalmente le trovò, infilandole nella serratura e aprendo. All’improvviso, si
sentì spingere a forza dentro l’appartamento. Sorpresa e spaventata, si voltò e
si trovò davanti Keichi.
-Che cosa significa questa roba?-
gridò l’uomo gettando a terra con furia dei fogli
Kaori abbassò lo sguardo e vide che
si trattava dell’ordine restrittivo che lei aveva fatto
emettere.
-È un ordine restrittivo, Keichi-
rispose cercando di non mostrare quanto fosse spaventata –E si da il caso che tu
lo stia violando-
-Non giocare con me, Kaori. Non ti
permetto di trattarmi in questo modo!-
Lui avanzò verso di lei, lei
indietreggiò.
-Sono io ad essere stanca di te!
Smettila di importunarmi, lasciami in pace!-
-Altrimenti?- replicò Keichi
avanzando ancora
-Altrimenti chiamo la polizia e ti
faccio arrestare- la voce iniziava a tremarle
-Ah sì? Beh, voglio proprio vedere
come lo fai- disse lui prima di colpirla con uno schiaffo così forte da farla
volare a terra
Poi si chinò su di lei e l’afferrò
per le braccia, strattonandola.
-Ora ti darò una bella lezione,
così imparerai che io non sono uno che si può scaricare così
facilmente!-
-No! Lasciami!- gridò Kaori
tentando inutilmente di allontanarlo
-Te lo già detto, Kaori, tu mi
appartieni. Posso fare di te ciò che voglio-
Con un gesto rapido e violento, le
strappò la camicetta, scoprendole il seno coperto da un bianco reggiseno di
pizzo.
-No...non
toccarmi...-
Keichi la zittì baciandola con
violenza, mentre una mano le accarezzava la coscia al di sotto della gonna.
All’improvviso, Kaori sentì il
rumore della porta che veniva spalancata con furia e di colpo si ritrovò libera.
Sorpresa, alzò lo sguardo e vide Ryo che prendeva a pugni Keichi fino a
lasciarlo a terra privo di sensi. Poi, si inginocchiò accanto a lei, si tolse la
giacca e gliela mise sulle spalle.
-Kaori, stai bene? Ti prego, dimmi
che sono arrivato in tempo- le disse preoccupato
Tremando, lei si strinse
nell’indumento, che le donava calore e profumava di lui.
-Si...sto bene- rispose sentendo le
lacrime che le salivano agli occhi –Io...ho avuto così tanta
paura...-
Ryo la prese tra le braccia e la
strinse a se, sussurrandole dolci parole di conforto.
Poco dopo, due agenti di polizia
scortavano un Keichi malconcio e ammanettato fuori dall’appartamento di Kaori.
Quest’ultima nel frattempo si era cambiata, indossando una comoda tuta blu, e
ora era rannicchiata sul divano, una tazza di the caldo tra le mani. Ryo chiuse
la porta e la raggiunse.
-Va meglio?- le sfiorò il livido
rossastro che le si stava formando sul viso –Ti fa male?-
-Non tanto- rispose lei posando la
tazza sul tavolino di fronte a se e stringendosi le gambe al petto –In ogni
caso, ci ho messo sopra un po’ di pomata, domani andrà
meglio-
-Dio, quando ho sentito le tue urla
e poi ho visto quel bastardo sopra di te...Avrei potuto ammazzarlo- esclamò Ryo
con rabbia
-Non ti ho ancora ringraziato per
avermi salvato. Se non ci fossi stato tu...- la voce le
tremò
-Shhh- lui la prese tra le braccia,
facendole posare la testa sul suo petto –È tutto finito ora, sta
tranquilla-
Il calore del suo abbraccio e la
dolcezza della sua voce riuscirono a calmarla. Non c’era nessun’altro luogo al
mondo in cui si sentisse così sicura e protetta.
-Non ti ho ancora chiesto come mai
eri qui- gli disse Kaori dopo un po’
-Ero venuto ad approfondire il
discorso che avevamo lasciato in sospeso- le rispose Ryo con un sorriso
malizioso
-Quale
discorso?-
-Beh, non puoi dirmi una cosa come
quella che mi hai detto tu al telefono e poi pretendere che io ci passi sopra
come se niente fosse-
A Kaori tornò improvvisamente la
memoria e arrossì. Lo sapeva che lui avrebbe voluto una spiegazione. E adesso
cosa poteva dirgli? Ti amo? Ti desidero? Non posso vivere senza di te? Certo,
erano tutte cose vere, ma, nonostante avesse ormai preso una decisione per
quanto riguardava lei e Ryo, non era ancora pronta ad aprirsi in quel modo con
lui, non era ancora pronta ad offrirgli completamente il proprio cuore.
-Mi dispiace- mormorò
Ryo la guardò
interrogativamente.
-Ti dispiace? E di cosa?-
-Di come mi sono comportata nei
tuoi confronti da quando sei tornato-
Stupito, lui la guardò negli occhi
e vide che Kaori lo stava guardando intensamente. Con delicatezza, le prese il
viso tra le mani.
-Non devi scusarti di nulla, avevi
le tue buone ragioni- le rispose
-Ma...-
Le impedì di continuare prendendo
possesso delle sue labbra, baciandola con passione ed esigenza. Le accarezzò le
labbra con la lingua e lei lo lasciò entrare con un gemito di piacere. Dio, solo
lui sapeva farle perdere la testa solo con un bacio. Anche se le sembrava quasi
riduttivo definire “bacio” quell’esperienza incredibile che era l’unione delle
loro labbra.
Quando entrambi iniziarono a
soffrire di carenza di ossigeno, il bacio ebbe fine.
-Non sai che è da maleducati non
lasciar finire di parlare le persone?- mormorò Kaori
maliziosa
-Non mi sembrava che ti dispiacesse
essere interrotta...- le sorrise Ryo
-In effetti hai un modo alquanto
piacevole di farlo-
Rimasero a parlare sul divano
ancora un po’, abbracciati, poi lui le disse:
-Si è fatto tardi, perchè non vai a
dormire? Hai bisogno di riposare-
-D’accordo, però...- Kaori si
interruppe, incerta
-Però cosa?- la incoraggiò
Ryo
-Lo so che ora ti sembrerò una
bambina fifona, ma...potresti restare a dormire qui stanotte? Mi sentirei più
sicura...-
-Non ti avrei lasciato neanche se
mi avessi mandato via a calci- le sorrise lui –Mi sistemerò sul divano, tu vai a
letto-
-Grazie- gli disse lei sfiorando le
labbra di lui con le sue e avviandosi poi verso la propria camera –Se mi aspetti
un attimo, vado a prenderti qualcosa da mettere. Mio fratello tiene sempre qui
qualche cambio di vestiti per le emergenze-
Qualche minuto dopo, tornò con una
maglietta verde e un paio di pantaloni neri di una tuta.
-Ecco. Non sono proprio della tua
misura, ma meglio che dormire vestito-
-Grazie. Andranno
benissimo-
-Allora...Buonanotte- gli disse lei
timidamente
-Buonanotte, Kaori- rispose Ryo
baciandola dolcemente sulle labbra
Con le guance rosse e un luminoso
sorriso stampato in volto, Kaori tornò nella sua camera, indossò la camicia da
notte e si infilò sotto le coperte.
Tuttavia, mezz’ora dopo, ancora non
era riuscita ad addormentarsi. Era lì, a fissare il soffitto, ascoltando i
rumori delle auto e della città che provenivano dalla finestra aperta. Non
riusciva a non pensare al fatto che nella stanza accanto, steso sul suo divano,
c’era l’uomo che amava. Immaginava di vederlo entrare da quella porta,
raggiungerla in quel letto che ora le sembrava troppo grande per lei sola e fare
l’amore con lei. Ma sapeva che lui la rispettava troppo per fare una cosa del
genere dopo quello che era successo quella sera. Un pensiero improvviso le
attraversò la mente...E se fosse stata lei a fare la prima
mossa?
Neanche Ryo riusciva a dormire. E
non era solo per il fatto che quel divano era almeno trenta centimetri più corto
di lui. Non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di Kaori, in camicia da
notte – e la sua testa la immaginava molto corta e molto sexy – stesa su un
letto nella stanza accanto. Con un gemito di frustrazione, si coprì gli occhi
con un braccio. Dio, non sarebbe sopravvissuto. Aveva bisogno di sentirla
accanto a se...sotto di se. Non voleva neanche pensare a quello che sarebbe
successo, se quella sera non avesse deciso di andare da lei. Strinse i pugni
dalla rabbia. Quel Keichi doveva ritenersi molto fortunato ad essere ancora
vivo.
Ad un certo punto, sentì la porta
della camera di Kaori aprirsi e il suono di passi leggeri avvicinarsi. Con uno
scatto, Ryo si alzò a sedere...e per poco non cadde dal divano. Lei era lì,
davanti a lui, vestita unicamente di una corta e leggera camicia da notte di
seta rosa, ancora più bella e più irresistibile che nelle sue fantasie. Deglutì
con difficoltà, già rigido e teso da far male.
-Kaori...- mormorò con voce roca
–Cosa c’è? Hai bisogno di qualcosa?-
-Sì. Di te- rispose lei
avvicinandosi
-Kaori...-
-Sta zitto- lo interruppe
chinandosi verso di lui e posando le labbra sulle sue
Qualcuno lassù doveva amarlo molto,
pensò Ryo mentre con un gemito circondava la vita di Kaori e la stringeva a se.
Lei si sedette a cavalcioni su di lui, circondandogli la vita con le gambe e
affondando le dita nei suoi capelli. Le mani di lui le accarezzarono le gambe,
risalendo verso le cosce e infine raggiungendo le natiche. Senza il minimo
sforzo e, soprattutto, senza staccarsi dalle sue labbra, si alzò dal divano,
sollevandola con se, e si diresse verso la sua stanza. La depositò delicatamente
sul letto, facendo poi un passo indietro per togliersi la maglietta. Senza
smettere di divorarla con gli occhi, si distese su di lei.
I
know it's not a game to play
Your eyes they show no fear
I burn inside
and cannot wait to be
The man that feels your body close
is here to set
you free
To hold you near and satisfy your needs
Aveva il cuore in gola e gli
sembrava di aver completamente dimenticato come ci si comportava con una donna.
Ma, del resto, era un po’ così...Kaori non era l’avventura di una sera, da
consumare tra una coppa di champagne e una battuta ironica, quando, ancora prima
di cominciare, si sa già benissimo come finirà, e non c’è nulla da scoprire,
niente di magico. Schermaglie fin troppo note, senza perdere mai veramente il
controllo. Ginnastica orizzontale, un modo simpatico per passare una serata,
nulla da ricordare, dopo, quando tutto è concluso. Saluti cortesi, un bacio
distratto e la promessa che, prima o poi, quando capiterà l’occasione, succederà
di nuovo. Una doccia calda e otto ore di sonno tranquillo...E la mattina dopo, a
malapena ti ricordi con chi hai trascorso la serata. Con Kaori, invece, c’era
l’emozione, un sentimenti di cui Ryo aveva dimenticato il sapore.
You
shiver as I touch your neck
And slowly close your eyes
I can't resist
you even if I try
We both surrender to the touch
As we lay there side by
side
And everything around us disappears
Non
resistette alla tentazione di assaporare nuovamente le sue labbra. Kaori gli
circondò il collo con le braccia, per poi scendere sulle sue spalle e sul suo
petto. Lentamente, Ryo viaggiò con le mani fino al bordo della sua camicia da
notte, sfilandogliela e accarezzando con le labbra ogni centimetro di pelle che
un po’ alla volta veniva scoperto. Ben presto, l’indumento volò a terra, poco
distante dalla maglietta di Ryo.
If
you believe in love tonight
I'm gonna show you one more time
If you
believe and let it out
No need to worry there's no doubt
If you believe,
if you believe,
if you believe, then let it out
Ryo
prese uno dei suoi capezzoli tra le labbra, assaporandolo, accarezzandolo,
succhiandolo, godendo dei gemiti che uscivano dalla bocca di Kaori. Nel
frattempo, una mano scese sul suo ventre e infine sul centro della sua
femminilità, sotto l’orlo degli slip. Lei si inarcò sotto di lui, gemendo il suo
nome.
Ecco
quello che aveva atteso ogni giorno di quei sei anni. Sentirla fremere sotto di
se, gemendo il suo nome, godendo delle sue carezze. Era quello il suo posto. Le
sue labbra, i suoi occhi, le sue mani...Tutto il suo corpo era fatto per sentire
quello di lei. Unicamente il suo.
Mentre
la sua bocca continuava ad assaporare la sua pelle, la sua mano proseguì nella
sua lenta tortura, finché la sentì irrigidirsi e raggiungere l’apice del
piacere.
As
you run your fingers through my hair
Your lips come close to mine
The
tension becomes more than I can bear
Then you wrap your arms around me
And I feel your every move
This feeling could now lead us anywhere
Staccandosi
leggermente da lei, si tolse il resto dei vestiti e lo stesso fece con gli slip
di lei. Si stese nuovamente su di lei, mentre Kaori lo accoglieva tra le sue
braccia e le loro labbra si univano in un bacio appassionato. Lei gli accarezzò
le spalle e il petto, godendo del contatto con i suoi muscoli ben definiti, che
si contraevano sotto il suo tocco.
Solo
Kaori era in grado di farlo impazzire anche solo toccandolo. Nessuna, prima di
lei, lo aveva fatto sentire in quel modo. Era come se il mondo attorno a loro
fosse scomparso, per lui esisteva solo lei, il suo corpo contro quello di lui, e
lei non vedeva altro che lui.
Now
we leave the world behind us
This moment we both share,
just you and me,
that's how it's meant to be
I never wanted you so much
I feel your every
breath
as you gently whisper in my ear
Guardandola negli occhi, entrò
lentamente in lei, sentendosi avvolgere dal suo calore. Kaori chiuse gli occhi,
pronunciando il suo nome con un suono roco. Ryo iniziò a muoversi, dapprima
lentamente, poi aumentando il ritmo, mentre i loro corpi erano sempre più tesi.
Alla fine, la sentì irrigidirsi e
Kaori gridò. Dopo un paio di spinte, la raggiunse nell’estasi
suprema.