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Autore: lynn12    26/06/2006    2 recensioni
Impossibile fuggire dall'amore, perchè è dentro di te...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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IF-cap 13

CAPITOLO 13

Quello stesso pomeriggio, verso le cinque e mezzo, Kaori decise che era venuto il momento di tornarsene a casa. Aveva lavorato tutto il pomeriggio al progetto per l’ufficio di Ryo e doveva ammettere che ne era molto soddisfatta. Alla fine aveva scelto mobili in legno massiccio e divano e poltrone in pelle nera. Inoltre, pensava di aggiungere delle foto dei più famosi e più bei palazzi che l’azienda di Ryo aveva costruito. Era quasi arrivata alla porta del suo ufficio, quando il telefono si mise a suonare. Yoko era già andata a casa, perciò rispose lei. Era Ryo.

-Sono felice di trovarti ancora in ufficio, credevo fossi già andata a casa- le disse

-In effetti, ci stavo andando- rispose Kaori

-Volevo sapere come stavi e se avevi parlato con la polizia-

-Sto bene, non preoccuparti. E sì, ho parlato con un collega di Hideyuki, ho fatto la denuncia e lui mi ha detto che oggi stesso avrebbe chiesto al giudice di emettere un ordine restrittivo per Keichi-

-Non credo servirà a fermare un tipo come lui. Non sono tranquillo. Non possono mandare qualcuno che tenga d’occhio casa tua?-

-Non prima di domani sera. Tutti gli uomini erano impegnati in qualche caso. E poi, sono già stati anche troppo disponibili con me-

-Lo hai raccontato a tuo fratello?- le chiese lui con dolcezza

-Non ancora, preferisco parlargliene di persona. E poi non voglio rovinare la sua luna di miele-

-Capisco. Senti, perchè non vieni da me? Mi sentirei più tranquillo-

-Ryo, ti ho già detto che non è una buona idea...-

-Non ti fidi ancora di me?- le chiese con voce scura

-Non è questo...- replicò lei

-E allora cosa?- insistette Ryo

-Non mi fido di me stessa-

Detto questo, Kaori riattaccò, senza lasciargli il tempo di ribattere.

Per tutto il tragitto fino a casa, la donna non fece che ripensare a quello che aveva detto a Ryo. “Non mi fido di me stessa...Ma come diavolo mi è uscita una trovata del genere?!” si chiese. Lui non gliel’avrebbe di certo fatta passare liscia, le avrebbe chiesto cosa significassero quelle parole. E lei era pronta a dargli una risposta? Forse no, forse sì...Doveva ammettere che negli ultimi giorni la rabbia e il risentimento nei confronti di Ryo stavano cominciando a scemare. Le aveva detto che sei anni prima se n’era andato perchè vi era stato costretto, per un motivo importante. Tuttavia, non poteva dirle qual’era questo motivo. D’altra parte, se anche avesse potuto, lei glielo avrebbe permesso? Sarebbe rimasta ad ascoltarlo? Doveva ammettere di no. Sapeva di essere alquanto testarda.

Continuando a rimuginare, parcheggiò la sua Mini ed entrò nel palazzo in cui viveva. Entrò in ascensore e premette il tasto del sesto piano, dove si trovava il suo appartamento. Uscì a testa bassa, cercando le chiavi nella borsa. Arrivata davanti alla porta finalmente le trovò, infilandole nella serratura e aprendo. All’improvviso, si sentì spingere a forza dentro l’appartamento. Sorpresa e spaventata, si voltò e si trovò davanti Keichi.

-Che cosa significa questa roba?- gridò l’uomo gettando a terra con furia dei fogli

Kaori abbassò lo sguardo e vide che si trattava dell’ordine restrittivo che lei aveva fatto emettere.

-È un ordine restrittivo, Keichi- rispose cercando di non mostrare quanto fosse spaventata –E si da il caso che tu lo stia violando-

-Non giocare con me, Kaori. Non ti permetto di trattarmi in questo modo!-

Lui avanzò verso di lei, lei indietreggiò.

-Sono io ad essere stanca di te! Smettila di importunarmi, lasciami in pace!-

-Altrimenti?- replicò Keichi avanzando ancora

-Altrimenti chiamo la polizia e ti faccio arrestare- la voce iniziava a tremarle

-Ah sì? Beh, voglio proprio vedere come lo fai- disse lui prima di colpirla con uno schiaffo così forte da farla volare a terra

Poi si chinò su di lei e l’afferrò per le braccia, strattonandola.

-Ora ti darò una bella lezione, così imparerai che io non sono uno che si può scaricare così facilmente!-

-No! Lasciami!- gridò Kaori tentando inutilmente di allontanarlo

-Te lo già detto, Kaori, tu mi appartieni. Posso fare di te ciò che voglio-

Con un gesto rapido e violento, le strappò la camicetta, scoprendole il seno coperto da un bianco reggiseno di pizzo.

-No...non toccarmi...-

Keichi la zittì baciandola con violenza, mentre una mano le accarezzava la coscia al di sotto della gonna.

All’improvviso, Kaori sentì il rumore della porta che veniva spalancata con furia e di colpo si ritrovò libera. Sorpresa, alzò lo sguardo e vide Ryo che prendeva a pugni Keichi fino a lasciarlo a terra privo di sensi. Poi, si inginocchiò accanto a lei, si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle.

-Kaori, stai bene? Ti prego, dimmi che sono arrivato in tempo- le disse preoccupato

Tremando, lei si strinse nell’indumento, che le donava calore e profumava di lui.

-Si...sto bene- rispose sentendo le lacrime che le salivano agli occhi –Io...ho avuto così tanta paura...-

Ryo la prese tra le braccia e la strinse a se, sussurrandole dolci parole di conforto.

Poco dopo, due agenti di polizia scortavano un Keichi malconcio e ammanettato fuori dall’appartamento di Kaori. Quest’ultima nel frattempo si era cambiata, indossando una comoda tuta blu, e ora era rannicchiata sul divano, una tazza di the caldo tra le mani. Ryo chiuse la porta e la raggiunse.

-Va meglio?- le sfiorò il livido rossastro che le si stava formando sul viso –Ti fa male?-

-Non tanto- rispose lei posando la tazza sul tavolino di fronte a se e stringendosi le gambe al petto –In ogni caso, ci ho messo sopra un po’ di pomata, domani andrà meglio-

-Dio, quando ho sentito le tue urla e poi ho visto quel bastardo sopra di te...Avrei potuto ammazzarlo- esclamò Ryo con rabbia

-Non ti ho ancora ringraziato per avermi salvato. Se non ci fossi stato tu...- la voce le tremò

-Shhh- lui la prese tra le braccia, facendole posare la testa sul suo petto –È tutto finito ora, sta tranquilla-

Il calore del suo abbraccio e la dolcezza della sua voce riuscirono a calmarla. Non c’era nessun’altro luogo al mondo in cui si sentisse così sicura e protetta.

-Non ti ho ancora chiesto come mai eri qui- gli disse Kaori dopo un po’

-Ero venuto ad approfondire il discorso che avevamo lasciato in sospeso- le rispose Ryo con un sorriso malizioso

-Quale discorso?-

-Beh, non puoi dirmi una cosa come quella che mi hai detto tu al telefono e poi pretendere che io ci passi sopra come se niente fosse-

A Kaori tornò improvvisamente la memoria e arrossì. Lo sapeva che lui avrebbe voluto una spiegazione. E adesso cosa poteva dirgli? Ti amo? Ti desidero? Non posso vivere senza di te? Certo, erano tutte cose vere, ma, nonostante avesse ormai preso una decisione per quanto riguardava lei e Ryo, non era ancora pronta ad aprirsi in quel modo con lui, non era ancora pronta ad offrirgli completamente il proprio cuore.

-Mi dispiace- mormorò

Ryo la guardò interrogativamente.

-Ti dispiace? E di cosa?-

-Di come mi sono comportata nei tuoi confronti da quando sei tornato-

Stupito, lui la guardò negli occhi e vide che Kaori lo stava guardando intensamente. Con delicatezza, le prese il viso tra le mani.

-Non devi scusarti di nulla, avevi le tue buone ragioni- le rispose

-Ma...-

Le impedì di continuare prendendo possesso delle sue labbra, baciandola con passione ed esigenza. Le accarezzò le labbra con la lingua e lei lo lasciò entrare con un gemito di piacere. Dio, solo lui sapeva farle perdere la testa solo con un bacio. Anche se le sembrava quasi riduttivo definire “bacio” quell’esperienza incredibile che era l’unione delle loro labbra.

Quando entrambi iniziarono a soffrire di carenza di ossigeno, il bacio ebbe fine.

-Non sai che è da maleducati non lasciar finire di parlare le persone?- mormorò Kaori maliziosa

-Non mi sembrava che ti dispiacesse essere interrotta...- le sorrise Ryo

-In effetti hai un modo alquanto piacevole di farlo-

Rimasero a parlare sul divano ancora un po’, abbracciati, poi lui le disse:

-Si è fatto tardi, perchè non vai a dormire? Hai bisogno di riposare-

-D’accordo, però...- Kaori si interruppe, incerta

-Però cosa?- la incoraggiò Ryo

-Lo so che ora ti sembrerò una bambina fifona, ma...potresti restare a dormire qui stanotte? Mi sentirei più sicura...-

-Non ti avrei lasciato neanche se mi avessi mandato via a calci- le sorrise lui –Mi sistemerò sul divano, tu vai a letto-

-Grazie- gli disse lei sfiorando le labbra di lui con le sue e avviandosi poi verso la propria camera –Se mi aspetti un attimo, vado a prenderti qualcosa da mettere. Mio fratello tiene sempre qui qualche cambio di vestiti per le emergenze-

Qualche minuto dopo, tornò con una maglietta verde e un paio di pantaloni neri di una tuta.

-Ecco. Non sono proprio della tua misura, ma meglio che dormire vestito-

-Grazie. Andranno benissimo-

-Allora...Buonanotte- gli disse lei timidamente

-Buonanotte, Kaori- rispose Ryo baciandola dolcemente sulle labbra

Con le guance rosse e un luminoso sorriso stampato in volto, Kaori tornò nella sua camera, indossò la camicia da notte e si infilò sotto le coperte.

Tuttavia, mezz’ora dopo, ancora non era riuscita ad addormentarsi. Era lì, a fissare il soffitto, ascoltando i rumori delle auto e della città che provenivano dalla finestra aperta. Non riusciva a non pensare al fatto che nella stanza accanto, steso sul suo divano, c’era l’uomo che amava. Immaginava di vederlo entrare da quella porta, raggiungerla in quel letto che ora le sembrava troppo grande per lei sola e fare l’amore con lei. Ma sapeva che lui la rispettava troppo per fare una cosa del genere dopo quello che era successo quella sera. Un pensiero improvviso le attraversò la mente...E se fosse stata lei a fare la prima mossa?

Neanche Ryo riusciva a dormire. E non era solo per il fatto che quel divano era almeno trenta centimetri più corto di lui. Non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di Kaori, in camicia da notte – e la sua testa la immaginava molto corta e molto sexy – stesa su un letto nella stanza accanto. Con un gemito di frustrazione, si coprì gli occhi con un braccio. Dio, non sarebbe sopravvissuto. Aveva bisogno di sentirla accanto a se...sotto di se. Non voleva neanche pensare a quello che sarebbe successo, se quella sera non avesse deciso di andare da lei. Strinse i pugni dalla rabbia. Quel Keichi doveva ritenersi molto fortunato ad essere ancora vivo.

Ad un certo punto, sentì la porta della camera di Kaori aprirsi e il suono di passi leggeri avvicinarsi. Con uno scatto, Ryo si alzò a sedere...e per poco non cadde dal divano. Lei era lì, davanti a lui, vestita unicamente di una corta e leggera camicia da notte di seta rosa, ancora più bella e più irresistibile che nelle sue fantasie. Deglutì con difficoltà, già rigido e teso da far male.

-Kaori...- mormorò con voce roca –Cosa c’è? Hai bisogno di qualcosa?-

-Sì. Di te- rispose lei avvicinandosi

-Kaori...-

-Sta zitto- lo interruppe chinandosi verso di lui e posando le labbra sulle sue

Qualcuno lassù doveva amarlo molto, pensò Ryo mentre con un gemito circondava la vita di Kaori e la stringeva a se. Lei si sedette a cavalcioni su di lui, circondandogli la vita con le gambe e affondando le dita nei suoi capelli. Le mani di lui le accarezzarono le gambe, risalendo verso le cosce e infine raggiungendo le natiche. Senza il minimo sforzo e, soprattutto, senza staccarsi dalle sue labbra, si alzò dal divano, sollevandola con se, e si diresse verso la sua stanza. La depositò delicatamente sul letto, facendo poi un passo indietro per togliersi la maglietta. Senza smettere di divorarla con gli occhi, si distese su di lei.

 

I know it's not a game to play
Your eyes they show no fear
I burn inside and cannot wait to be
The man that feels your body close
is here to set you free
To hold you near and satisfy your needs

Aveva il cuore in gola e gli sembrava di aver completamente dimenticato come ci si comportava con una donna. Ma, del resto, era un po’ così...Kaori non era l’avventura di una sera, da consumare tra una coppa di champagne e una battuta ironica, quando, ancora prima di cominciare, si sa già benissimo come finirà, e non c’è nulla da scoprire, niente di magico. Schermaglie fin troppo note, senza perdere mai veramente il controllo. Ginnastica orizzontale, un modo simpatico per passare una serata, nulla da ricordare, dopo, quando tutto è concluso. Saluti cortesi, un bacio distratto e la promessa che, prima o poi, quando capiterà l’occasione, succederà di nuovo. Una doccia calda e otto ore di sonno tranquillo...E la mattina dopo, a malapena ti ricordi con chi hai trascorso la serata. Con Kaori, invece, c’era l’emozione, un sentimenti di cui Ryo aveva dimenticato il sapore.

 

You shiver as I touch your neck
And slowly close your eyes
I can't resist you even if I try
We both surrender to the touch
As we lay there side by side
And everything around us disappears


Non resistette alla tentazione di assaporare nuovamente le sue labbra. Kaori gli circondò il collo con le braccia, per poi scendere sulle sue spalle e sul suo petto. Lentamente, Ryo viaggiò con le mani fino al bordo della sua camicia da notte, sfilandogliela e accarezzando con le labbra ogni centimetro di pelle che un po’ alla volta veniva scoperto. Ben presto, l’indumento volò a terra, poco distante dalla maglietta di Ryo.

 

If you believe in love tonight
I'm gonna show you one more time
If you believe and let it out
No need to worry there's no doubt
If you believe, if you believe,
if you believe, then let it out


Ryo prese uno dei suoi capezzoli tra le labbra, assaporandolo, accarezzandolo, succhiandolo, godendo dei gemiti che uscivano dalla bocca di Kaori. Nel frattempo, una mano scese sul suo ventre e infine sul centro della sua femminilità, sotto l’orlo degli slip. Lei si inarcò sotto di lui, gemendo il suo nome.

Ecco quello che aveva atteso ogni giorno di quei sei anni. Sentirla fremere sotto di se, gemendo il suo nome, godendo delle sue carezze. Era quello il suo posto. Le sue labbra, i suoi occhi, le sue mani...Tutto il suo corpo era fatto per sentire quello di lei. Unicamente il suo.

Mentre la sua bocca continuava ad assaporare la sua pelle, la sua mano proseguì nella sua lenta tortura, finché la sentì irrigidirsi e raggiungere l’apice del piacere.

 

As you run your fingers through my hair
Your lips come close to mine
The tension becomes more than I can bear
Then you wrap your arms around me
And I feel your every move
This feeling could now lead us anywhere

Staccandosi leggermente da lei, si tolse il resto dei vestiti e lo stesso fece con gli slip di lei. Si stese nuovamente su di lei, mentre Kaori lo accoglieva tra le sue braccia e le loro labbra si univano in un bacio appassionato. Lei gli accarezzò le spalle e il petto, godendo del contatto con i suoi muscoli ben definiti, che si contraevano sotto il suo tocco.

Solo Kaori era in grado di farlo impazzire anche solo toccandolo. Nessuna, prima di lei, lo aveva fatto sentire in quel modo. Era come se il mondo attorno a loro fosse scomparso, per lui esisteva solo lei, il suo corpo contro quello di lui, e lei non vedeva altro che lui.

 

Now we leave the world behind us
This moment we both share,
just you and me, that's how it's meant to be
I never wanted you so much
I feel your every breath
as you gently whisper in my ear

 

Guardandola negli occhi, entrò lentamente in lei, sentendosi avvolgere dal suo calore. Kaori chiuse gli occhi, pronunciando il suo nome con un suono roco. Ryo iniziò a muoversi, dapprima lentamente, poi aumentando il ritmo, mentre i loro corpi erano sempre più tesi.

Alla fine, la sentì irrigidirsi e Kaori gridò. Dopo un paio di spinte, la raggiunse nell’estasi suprema.

 

 

  
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