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Autore: Flaviuz    19/10/2011    5 recensioni
Vorrei scrivere un'introduzione, ma sono troppo pigro anche per quello.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio e guardo l’orologio: sono le tre di notte, e dei rumori mi tengono sveglio. 
Vorrei dormire, ma non ce la faccio.
 
Le lancette dell’orologio: tic tac tic tac tic tac.
Odio quell’orologio, avrei voglia di alzarmi e levargli le pile. O peggio: alzarmi e spaccarlo a terra. O peggio ancora: alzarmi, spaccarlo a terra e levargli le pile. O peggio ancora: comprarne uno digitale.
Ma sono troppo pigro, e aspetto di abituarmi al suo fastidiosissimo ticchettio.
 
Una goccia: plin plin plin plin.
Sono settimane che aspetto l’idraulico; avrei voglia di andare a casa sua per svegliarlo, trascinarlo per i capelli fino al rubinetto di casa mia, e obbligarlo a ripararlo a mani nude. Purtroppo non ho la forza di farlo, ma ho comunque voglia di andare a casa sua per svegliarlo, accompagnarlo fino al rubinetto di casa mia e obbligarlo a ripararlo a mani nude. Forse anche così è un po’ troppo, ma ho comunque voglia di svegliarlo, accompagnarlo fino al rubinetto di casa mia e chiedergli se può gentilmente ripararlo. Gli presto io gli attrezzi.
No, neanche così ce la faccio. Sono troppo pigro, domani gli telefono. Forse.
 
L’inquilina del piano di sopra: tack tack tack sgrrrrrrrr sgrrrrrrrr tack tack sgrrrrr.
Sono anni che me lo chiedo, e ancora non riesco a trovare una risposta: come cazzo fa un mammifero ad emettere questi suoni?
Sono le tre di notte, e al piano di sopra sento il rumore di tacchi a spillo e mobili che si muovono. E non ho mai capito come collegare i due rumori.
Chi indossa dei tacchi a spillo in casa alle tre di notte? Chi sposta dei mobili alle tre di notte? Ma soprattutto: chi cazzo sposta dei mobili indossando dei tacchi a spillo alle tre di notte?
A volte avrei voglia di salire al piano di sopra correndo per le scale, sfondare la porta a testate, alzare quei cazzo di mobili e spaccare le gambe alla stronza coi tacchi a spillo.
Ma sono troppo pigro, e opto per alzarmi, prendere una scopa e bussare sul soffitto. Sì, però lo faccio domani, ora aspetto che si addormenti. O che muoia.
Sono un tipo ottimista.
 
Una bottiglia: mpohp.
Ho dimenticato di mettere una bottiglia in frigo, e ora ogni tanto l’aria all’interno la fa scoppiettare.
Per cinque volte sono stato sul punto di addormentarmi, e per cinque volte quella bottiglia mi ha svegliato. Avrei voglia di… no, non ho voglia neanche di pensarci.
 
Fuori la finestra: ni-no ni-no sbam sbam sgriiiiiiih tututututututtu
Ambulanze, pattuglie a serena spiegata, spari, elicotteri, treni, sgommate, urla, musica ad alto volume, gatti in calore che si accoppiano sul pianerottolo, cani che abbaiano alla luna, un UFO e in tutto questo tripudio di rumori sconnessi, l’orologio ancora mi da fastidio, quella bottiglia non la smette di scoppiettare, la troia al piano di sopra sta facendo una sfilata portando una credenza a spalla, e quel cazzo di lavandino continua a perdere.
Decido che non ne posso più: mi alzo e spacco il rubinetto, vado dall’idraulico e lo trascino per i capelli fino a casa dell’inquilina del piano di sopra che mi guarda sconcertata e confusa, prendo la bottiglia e le levo le pile. Infine esco fuori al balcone, ululo alla luna, mi accoppio con un gatto e inizio ad abbaiare e rincorrere tutte le vetture con sirena che mi passano davanti. Corro finché non sento di cadere. Oddio sto cadendo!
Apro gli occhi. Era un sogno, meno male.
Plin plin plin plin. Fanculo!
   
 
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