Il cartello “Binario 9 e ¾” dondolava sopra le teste dei maghi che portavano i bauli sul treno e salutavano commossi i loro figli. Tutti gridavano, piangevano, ridevano.
Helena invece era ferma sulla banchina, incapace di muoversi.
Non riusciva a credere che il momento che aveva aspettato per undici anni fosse arrivato.
Il fumo cominciò ad uscire dalla ciminiera dell’Espresso per Hogwarts, e salì istintivamente sul treno. Si guardò indietro, per dare un ultimo sguardo ai suoi genitori: Scorpius e Myra si abbracciavano teneramente, salutando con la mano la loro unica figlia.
Decisa, si avviò lungo il corridoio, per scegliere uno scompartimento.
“Questi sembrano idioti… Saranno di sicuro Tassorosso.” continuò a camminare, commentando tutti i passeggeri “Libri in mano… Sorrisi sulla faccia…”
– Serve aiuto? – chiese una voce alle sue spalle.
Quando si girò, vide due ragazzi. Il primo - quello che aveva parlato - era bruno, alto e le sorrideva allegro. I suoi occhi nocciola aspettavano curiosi una risposta.
– Cercavo uno scompartimento adatto al mio rango – disse altezzosa, ricomponendosi.
– Lasciala perdere, Caesar – suggerì deluso l’altro ragazzo, piuttosto basso e da inconfondibili capelli rossi.
– Un Weasley! – esclamò lei sorpresa.
– Si – annuì piano lui – Alexander Weasley, piacere. Tu sei? –
– Helena Malfoy – rispose sicura lei. – Sei figlio di Hugo? –
– Esatto. Tu invece… Tuo padre è sicuramente Scorpius. –
– Indubbiamente – disse fiera. – E tu? – chiese a quello alto, addolcendosi un po’.
– Oh, – sospirò distratto – Io? Io sono Caesar… Caesar Riddle. – bofonchiò, tentando di nascondere il cognome.
– Riddle… – sussurrò estasiata lei – Sei imparentato con l’Oscuro? –
Ma prima che potesse rispondere, un prefetto li esortò ad entrare nello scompartimento vicino, dove si trovavano già altri tre studenti, che chiacchieravano.
Il loro arrivo fece sorprendere una ragazzina dai ribelli capelli neri: – Voi tre! – esclamò – Sembrate proprio… Come la storia; un Potter, un Weasley ed una Malfoy… –
Questi ultimi si guardarono accigliati, per poi venire stupiti dalla risata della brunetta.
– Scherzavo! – spiegò sorridente – Noi siamo Victoria Paciock, William Nott e Susan Lovegood. Voi? –
– Helena Malfoy –
– Alexander Weasley –
– Caesar Riddle – dissero stupiti, uno dopo l’altro.
– Oh santo cielo! – commentò sbalordita Susan, una ragazzina paffuta dai capelli castani – Volete dire che discendiamo tutti dalla Generazione Vincitrice?! I compagni di scuola che hanno salvato il mondo da Voldemort?! –
Helena storse il naso. Non le piaceva venisse pronunciato quel nome, fin da piccola i suoi genitori le avevano insegnato a portare rispetto per quel grande mago. In segreto, disapprovava i pensieri che le avevano inculcato, come “Aveva pensieri troppo grandi per questo mondo”, “Sarebbe stata l’estinzione degli esseri umani”… Per lei gli ideali dell’Oscuro erano giusti. Ma non l’aveva mai detto a nessuno; se ne vergognava.
– Beh – replicò veloce – Evidentemente sì. –
Si guardarono tutti, sentendo la tensione nell’aria.
– Ehi, – disse Caesar – Questo non ci impedisce di conoscerci. D’altronde, le strade dei nostri antenati non sono le nostre, no? –
Quel ragazzo era davvero perbene.
Si sedettero, guardando taciturni il tramonto, che si estendeva dietro le montagne.
Il treno correva veloce sulle rotaie, portando nuovi studenti a Hogwarts.
Era l’inizio di un nuovo anno.