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Autore: Akisan    20/10/2011    10 recensioni
A volte il destino riserva sorprese mozzafiato, ricche di avventure e compagni formidabili.
A volte, invece, decide semplicemente di prenderti per i fondelli.
Così, senza neanche sapere bene il perché, Alex si ritrova suo malgrado a fare comunella con un Arrancar con seri problemi di gestione della rabbia, una ragazzina logorroica totalmente priva di buonsenso, e un individuo subdolo che, secondo lei, ha buone probabilità di discendere direttamente dal demonio.
Il tutto in un ambiente ricco di Hollow, gatti, sarcasmo allo stato brado e situazioni equivoche.
Mooolto equivoche.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aki (con un paio di forbici in mano): << Bene Alex, spuntiamo un po’ quella tua chioma fluente? ^_^ >>

Alex (si tasta protettiva i capelli): << E perché mai? >>
Aki: << Perché nei manga quando la protagonista ha i capelli lunghi, nel 90%  dei casi o se li taglia lei perché il ragazzo l’ha mollata oppure ci pensa il cattivo di turno a rifarle il taglio U_U. Vuoi essere da meno? >>
Liz (aggrappandosi ad Alex come una piovra): << Ma non puoi farle questo! Il taglio dei capelli in una ragazza quasi sempre le cambia personalità! Non mi porterai via la mia Alex! >>  
Aki: << Beh, in effetti potrei anche tagliarli a te, sei una coprotagonista dopotutto… >>
Alex: << Perché non li tagli ad Aramis? -_- >>
Aki: << Ma lui non li ha così lunghi, e poi non voglio rovinare quell’aria da teppista appena sceso dalla moto… *ç* >>
Liz: << Ho un’idea! >>
Alex: << Ho già paura…  >>
Liz: << Tagliamoli ad Aizen! *_* >>
(momento di gelo)
Aki: << Liz, questa è l’idea più stupida, insensata e suicida che potesse venirti in mente. Sarebbe da vere imbecilli metterla in atto….. mi piace! *_* >>
(escono dalla stanza armate di forbici)
Alex (tira fuori un cellulare): << Pronto Orihime? Mi sa che presto ci sarà bisogno di te… sì… meglio se porti scopa e paletta, radunare tutti i rimasugli potrebbe essere problematico… >>
 

Un autunnoso (?) grazie ad Algorit,_Phobos_, Kia_chan_93, DevilBlackKnight e Martina603 per aver messo questa storia tra le seguite, a  strawberryfieldssff, _Phobos_, Elizabeth Jaegerjaques, DevilBlackKnight e xSerenity_Himex per averla inserita tra le preferite, a Elelola per avermi messa tra gli autori preferiti e a chi legge e basta. Buon Halloween!
 

Capitolo 23: Chi non si nasconde in compagnia, o è un espada o è una spia.

Qualche giorno dopo Alex stava sorseggiando un succo di frutta sul retro del negozio. Ora che finalmente si era liberata di quegli orribili vestiti arrancar si sentiva un’altra: le sembrava un sogno avere di nuovo addosso dei jeans e un cappotto; si era addirittura sciolta i capelli, ed era appoggiata di spalle ad un grosso albero che si trovava proprio contro la barriera che proteggeva il negozio.
Ad un certo punto sospirò.
<< Se io volessi spiare una ragazza nella speranza che se ne esca con un appassionato monologo su quanto dolcemente provi nostalgia per me, prima farei qualcosa per nascondere la mia aura assassina. Sai com’è, dei passanti morti sul marciapiede darebbero nell’occhio. >>
Ci fu un attimo di silenzio, poi una voce ben nota le rispose da dietro l’albero.
<< Interessante. Io invece le cose me le faccio dire direttamente in faccia, soprattutto dalle donne ribelli come te. Allora, ti sono mancato? >>
Alex alzò gli occhi al cielo. << Il mio cuore sanguinava per la tua lontananza, più di te mi mancavano solo la febbre da fieno e i testimoni di Geova la domenica mattina. >> lo rassicurò prima di addentare una ciambella. << Come diavolo ci hai trovati, Grimmjow? >> gli chiese, osservando la barriera alla ricerca di qualche possibile falla.
Lui si mise a ridere. << Prima ho visto un tizio col cappello uscire dalla pasticceria qui all’angolo con così tanti dolci in un sacchetto da sfamare Yammi per una settimana, e l’ho seguito. Anche se mi sembravano troppi perfino per te. >>
Alex si bloccò sul punto di staccare un altro morso alla ciambella, poi l’allontanò dalla bocca sbuffando.
<< Comunque ora vedi di andartene, così rischi di farci scoprire da Aizen! >> gli disse voltandosi verso di lui.
Fu un errore: era uscito anche lui da dietro l’albero, e la fissava con un’intensità tale che per poco Alex non abbassò lo sguardo, mentre il cuore accelerava i battiti. Non poteva farci niente, una piccolissima parte di lei era felice di vedere che non era stato punito per via della loro fuga.
Grimmjow le rivolse un sorriso crudele. << Aizen vi ha lasciate scappare apposta, anche un moccioso lo capirebbe: non gliene frega niente di dove siete, almeno per ora. E comunque io ho i miei metodi per andarmene in giro senza che tutta Las Noches si faccia i cazzi miei. >>
Alex rimase in silenzio, sfregandosi distrattamente le mani per cercare di scaldarle almeno un po’. Non si era aspettata di rivederlo così presto, e ora non sapeva bene cosa provava al riguardo: sicuramente fastidio, perché aveva pensato di poter finalmente rimanere un po’ tranquilla (per quanto il fatto di condividere lo stesso tetto con Aramis potesse permetterle di esserlo), però….
Miseria, c’era questo maledetto però. Perché doveva esserci sempre un “però” nella sua vita?
<< Beh? Ti sei mangiata la lingua? >> chiese Grimmjow, chinandosi in avanti per quanto potesse permettere la barriera che li divideva.
<< Perché sei venuto qui? >> mormorò Alex dopo un attimo di esitazione.
Lui le rivolse il suo miglior ghigno ferino. << Perché c’è un’umana impertinente che ancora non ha capito che vuol dire essere una mia proprietà. >>
Il cuore di Alex, che in quell’ultimo periodo sembrava divertirsi a farle strani scherzi, perse un paio di battiti. Certo, essere considerata una proprietà non era esattamente la cosa più lusinghiera per il suo orgoglio femminista, tuttavia era di Grimmjow che si stava parlando, e una cosa del genere, detta da lui, era quello che più si avvicinava a quella che poteva lontanamente sembrare una dichiarazione.
<< Però, tu sì che sai come si parla ad una ragazza. Dovresti ridare una spolverata al manuale del perfetto rimorchiatore, ti stai un po’ arrugginendo. >>
<< Due a uno! >> commentò la voce di Aramis alle sue spalle.
Alex si voltò a guardarlo. << Vuoi anche dei popcorn per caso? >>
<< Già pensato! >> intervenne Liz sventolandone un sacchetto.
Un paio di vene a quel punto dovevano esserle scoppiate, di questo Alex era sicurissima. Con uno sforzo immane si auto-impose di tenere la mente lontana dal pulsante “omicidio di massa”.
<< Che cazzo ci fa lui qui? >> ringhiò Grimmjow a quel punto.
<< Vi conoscete? >> chiesero in sincrono Liz e Alex.
Subito dopo però quest’ultima si diede della stupida: Aramis era un arrancar, e per di più aveva fatto parte della colonia di Meiko, a cui Aizen aveva praticamente dichiarato guerra, quindi era ovvio che Grimmjow lo conoscesse.
Aramis sollevò una mano in segno di saluto. << Ti trovo bene, Grimmjow. Passato lo spavento di qualche giorno fa nel deserto? >>
“Aramis!” esclamò Alex fissandolo in cagnesco.
Grimmjow era praticamente attaccato alla barriera, tanto che se fosse scomparsa di botto lui sarebbe molto probabilmente caduto in avanti, e scrutava l’altro arrancar come se avesse voluto incenerirlo. << Ora ho capito, eri tu quel bastardo sigillato! In effetti è degno di un codardo come te provocare gli altri rimanendo al sicuro dietro una barriera! Perché non vieni qui fuori? >>
<< Perché invece non vieni tu qui dentro? Non mi dirai che basta una barriera a farti paura… >>
 
<< Santo cielo, questi signori sono proprio irrecuperabili, vero? >> esclamò Urahara, spuntato all’improvviso di fianco a Liz.
<< Meno male che c’è la barriera. >> rispose lei, mentre i due arrancar continuavano a discutere e Alex cercava inutilmente di farli smettere.
<< Tuttavia temo che se quell’espada lì fuori non si darà una calmata e la pianterà di emettere reiatsu finiremo con l’attirare l’attenzione di qualcuno di indesiderato. >> constatò l’uomo frugandosi nelle tasche.
<< Facile a dirsi. Per calmare quello lì ci vorrebbero come minimo tre testate nucleari. >>
<< Penso proprio che invece questo potrebbe bastare. >> disse Urahara estraendo un oggetto che assomigliava a una capsula.
<< E questo cos’è? >>
<< È una delle mie ultime invenzioni. Il suo uso è semplicissimo! >>
E così dicendo la lanciò a tutta velocità verso Grimmjow.
Liz pensava che si sarebbe scontrata contro la barriera, e invece la attraversò senza problemi.
Il vero problema sorse subito dopo.
*
<< IO TI AMMAZZO, FOTTUTO SHINIGAMI! >>
Alex alzò gli occhi al cielo.
Forse Aizen non li avrebbe trovati, ma, se continuava così, una volante della polizia chiamata dai vicini lo avrebbe fatto di sicuro.
Erano rientrati tutti nel negozio, compreso Grimmjow, che ormai da venti minuti buoni dava prova del perfetto stato in cui si trovavano le sue corde vocali.
<< Guarda che secondo me stai benissimo! >> cercò di rassicurarlo Liz, il cui istinto di conservazione era notoriamente pari a zero.
<< Ha ragione, io ti consiglierei un cambiamento permanente. >> le diede man forte Aramis, il cui livello di bastardaggine era al contrario tendente all’infinito.  
<< Ragazzi, potreste per piacere chiudere tutti la bocca? >> sbottò Alex alzando leggermente la voce, e impedendo così a Grimmjow di rimettersi a sbraitare. << È solo una cosa temporanea, un gigai può venire tolto in qualsiasi momento. Prendilo come un nuovo tipo di sfida: se ti alleni con quello addosso quando tornerai al tuo aspetto originale sarai ancora più forte di prima. Non vorrai mica essere da meno di noi esseri umani, giusto? >>
Grimmjow la fulminò con lo sguardo: aveva i pugni chiusi e sembrava pronto a scagliarsi addosso a Urahara. Malgrado non avesse più la maschera, il suo aspetto non sembrava per nulla meno minaccioso, e per un attimo Alex temette che volesse dare il via ad una scazzottata. Poi però emise un verso non ben definito e uscì dalla stanza praticamente sfondando la porta.  
<< È andata bene vedo. >> commentò Aramis.
<< Cosa ci starà andando a fare sopra? >> chiese Liz mentre Alex si alzava a sua volta e oltrepassava la porta malconcia.
<< Magari vuole buttarsi giù dal tetto. >>
<< Aramis! >>
Alex salì le scale sospirando e chiedendosi perché non poteva mai starsene tranquilla, poi fece scorrere la porta dietro cui si trovava la camera sua e di Liz.
<< Questo posto è un buco! >> fu il ringhio di accoglienza di Grimmjow, che osservava le pareti con occhio critico.
<< Ti avviso che metterti a sfondare muri per allargare questa stanza non ti darà il diritto di dormirci dentro. >> dichiarò Alex, superandolo per sistemare un libro che doveva ancora finire di leggere su una mensola.
<< E chi è che vuole dormire in questa topaia? Ora costringerò quel bastardo a farmi uscire da questo corpo e andrò dove mi pare. E tu verrai con me. >>
Alex cercò di ignorare il fatto che il suo cuore avesse di nuovo accelerato leggermente i battiti.
<< Questa è nuova. Perché dovrei venire con te? >>
<< Non fare domande stupide, perché sì! >> sbottò Grimmjow irritato. Ma quello che più la preoccupava era il fatto che sembrasse davvero serio: non la stava prendendo in giro. << Perché diavolo pensi che sia venuto fin qui? Sono stufo di idioti che si intromettono tra me e quello che voglio. >>
Il discorso stava prendendo una piega decisamente inaspettata, e Alex non era sicura di voler sapere con esattezza dove lui volesse andare a parare.
Distolse lo sguardo. << Beh, mettiti il cuore in pace, perché in ogni caso non verrei da nessuna parte con te. Né per combattere né per… altro. >>
<< Di questo non me ne frega niente. >> disse Grimmjow afferrandole il mento per costringerla a guardarlo. << Che tu voglia o no per me è lo stesso. Se farai resistenza ti legherò, se fuggirai ti braccherò. Se vado da qualche parte tu mi seguirai. Sei mia, donna, e non puoi sfuggirmi. >>
Ecco, la stava di nuovo baciando, e il cuore di Alex era ormai letteralmente impazzito.
Voleva…. Cosa voleva?
Picchiarlo?
Forse, dopotutto non era una proprietà di nessuno, tantomeno sua.
Ma non era questo il suo pensiero principale al momento.
No, quello che voleva in quel preciso istante aveva più a che fare con futuri vestiti stracciati, lingue intrecciate, mani che scendevano…
All’improvviso Grimmjow si staccò da lei, osservando compiaciuto le sue guance arrossate.
<< Ti piacerebbe che continuassi, eh? >> disse, lasciandola interdetta.
<< Mi spiace, ma il resto lo avrai quando mi avrai detto quelle due parole. >>
Ormai Alex non ci capiva più nulla. << E ora che ti salta in mente? Ma soprattutto, chi diavolo vuole che continui! >> esclamò allontanandosi da lui.
Grimmjow si mise a ridere e fece per uscire dalla stanza. << Esercitati a dirle, per quando verrai a implorarmi di continuare il discorso. >>
Alex gli tirò dietro il libro, ma lui si era già chiuso la porta alle spalle.
 
Angolo delirazioni  

Aki: << Bene bene, capitolo corto ma intenso, uff! Oltretutto quella capsula contieni-gigai fa tanto dragonball…  Ah, a proposito, mi scuso con tutti i testimoni di Geova del mondo, è solo che il sonno è sacro per me… >>
Liz (saltellando eccitata): << Fermami se sbaglio, ma questa qui sopra… era una dichiarazione, giusto? Giusto? >>
Aki: << Beh, Grimmjescamente parlando… direi di sì. Credo. Non ci speravamo più, vero? ^_^ >>
Alex: << Ah, questa per te è una dichiarazione? -_- Ma che gente frequenti? >>
Aki: << Accontentati, vado di fretta perché volevo pubblicare almeno un capitolo prima di Lucca comix U_U. Pensate, quest’anno sarà impossibile non riconoscermi! >>
Alex: << Altro cosplay improponibile? -_- >>
Grimmjow: << No, capelli rossi come un semaforo. >>
Liz: << E sfera degli shikon che non c’entra niente al collo, giusto? :3 >>
Aki: << Exacto! In incognito ma visibile nel raggio di trecento metri! >>
(inizia il suo solito delirio d’onnipotenza)
Alex (si volta verso il pc): << Lettori che avete in programma di andare a Lucca: se vedete una tizia che corrisponde alla descrizione qui sopra, fuggite, finchè siete in tempo… >>  

  
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